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lunedì 15 giugno 2015

Camminando per Reina, di Ciro Bianchi Ross

Pubblicato su Juventud Rebelde del 14/6/15 

Reina continua ad essere Regina, nostante dal 1918 questa importante calzada del municipio di Centro Avana porti il nome di Simón Bolívar. Purtroppo le usanze e le abitudini attuarono, qui, negativamente. Perdurò il suo nome coloniale e quasi nessuno la conosce con onorato nome del “Libertador” che è rimasto relegato a documenti più o meno ufficiali.
Dapprima siu chiamò Camino de San Antonio, perché conduceva allo zuccherificio di San Antonio il Piccolo, proprietà del reggente Don Blas de Pedroso che esisteva nella zona dell’attuale Plaza de la Revolución. Fu la principale strada di uscita dalla citta verso la campagna fino al 1735, quando si costruì il primo ponte di Chávez che rese possibile l’uscita dalla Calzada del Monte. Questa strada partiva dall’antica calle Real (Muralla), attraversava il Campo di Marte (in quella che oggi è la zona del Parque de la Fraternidad, si allacciava con quella che sarà Carlos III e proseguiva verso il citato zuccherificio. Nel 1751, nel costruirsi una cappella consacrata a San Luis Gonzaga all’angolo con la cosiddetta  Calzada de la Beficencia (Belascoain), la si cominciò a chiamare con questo nome: San Luis Gonzaga. La cappella fu demolita nel 1835, ai tempi del capitano generale Tacón, dato che costituiva un ostacolo per la costruzione del cosiddetto Paseo Militar o di Tacón (Carlos III o Salvador Allende) per unirlo a Reina.
Quando Carlos III fu pronto, fu una passeggiata splendida per gli avaneri della metà del XIX secolo uscire in calesse dalle vicinanze del Castillo de la Punta e proseguire, grazie all’Alameda o il Paseo del Prado, fino al Campo de Marte, oggi plaza de la Fraternidad svoltare attorno alla Fuente de la India e continuare il percorso per Reina e Carlos III fino al Castillo del Principe per terminare il percorso.
Si racconta che all’angolo di Águila c’era “el mentidero”, giardinetto ombreggiato con un semicerchio di panche dove nei pomeriggi si riunivano i vecchi e i politici a fare chiacchiere e bere la bibita di “sambumbia” che si offriva nelle vicinanze. In questa stessa zona funzionava, dal 1817, un mercato costruito per la maggioranza con casupole di legno e frasche e dove si trovava un’osteria di proprietà di Francisco “Pancho” Marty, contrattista del teatro Tacòn, l’uomo che aveva il monopolio del pesce all’Avana. Da una delle pareti di quell’osteria pendeva un quadro del Neptuno, prima nave a vapore che giunse all’Avana, nel 1819 e questa immagine finì per dare il nome quella casa di cibi e a tutto il mercato, situato tra le calles di Reina, Galiano, Dragones e Águila. Questo mercato lo costruì Tacón per migliorare le condizioni del primitivo mercato di legna e frasche. Portava il nome di Tacón, ma tutti quanti lo conosceva, fino a date molto recenti, come Plaza del Vapor. Il luogo dove oggi si trova il parco El Curita, soprannome di Sergio González, militante del Movimento 26 di Luglio, assassinato da sicari batistiani. Il luogo è un importante nodo del trasporto urbano.
È nel 1844 quando questa calle guadagnò il nome di rina, Calzada de la Reina, in omaggio a Isabella II, figlia di Fernando VII che un anno prima aveva cominciato  a reggere i destini della Spagna e sarebbe stata una donna d’infausta memoria per i suoi intrighi, errori politici e leggerezze. Isabella II, quella dei detini tristi e degli amori allegri.

Girovago

Anche se maltrattata per il passare del tempo e l’abbandono, questa frequentata arteria commerciale fu conosciuta come la Regina delle Strade, soprannome che le dierono i commercianti stabilitisi in essa. Comincia col bellissimo Palazzo di Aldama (Reina numero 1) e finisce più in la della chiesa del Sagrado Corazón de Jesús, l’edificio a carattere religioso più alto di Cuba.
Corre dalla calle Amistad fino a Belascoain. Fra una strada e l’altra esistono o esitirono importanti esrcizi commercialicome i magazzini Ultra e Sears, quest’ultimo convertito nel Palazzo Centrale dell’Informatica. La redazione e i laboratori dei giornali El País e Excelsior, al numero 158. La grande casa marcata col numero 352, all’angolo con Lealtad, del più puro stile  Art Nouveau e dove per tanti anni si trovò la redazione della rivista Cuba. Anche la Camera di Commercio cinese, al numero 161. Il locale col numero 402, della già scomparsa Polizia Segreta e al 362, la pure estinta Scuola Elementare di Arti Plastiche, annessa a San Alejandro. Il narratore e giornalista Enrique Labrador Ruiz, “il romanziere fatto nelle redazioni”, come lui stesso si definì, abitò per lunghi anni al numero 107, dove faceva tesoro una delle biblioteche private più grandi di cui si abbia notizia a Cuba. Già che si parla di libri, impossibile tralasciare di menzionare la libreria Canelo, al 259, emblematica per ciò che si riferisce alla compravendita di testi di seconda mano, dove lo scriba converso molte volte con il romanziere de La sangre hambrienta che conobbe in casa del poeta José Zacarías Tallet.
Per non lasciar perdere, al numero 306 esisteva la funeraria Vega Flores e una ferrramenta, al numero 319 che tutti continuiamom a identificare con i cognomi dei suoi fondatori; Feito e Cabezón, nella parte superiore di questo esrcizio funzionava una mensa popolare. Al contrario di ciò che pensano ancora molti, Al Bon Marché, numero 467, noin fu solo una rivendita di articoli religiosi, ma libreria e giocattolaio, che come Los Reyes Magos di Galiano e San Miguel, poteva esibire sempre le ultime novità nel campo dei giocattoli. Al numero 314 di questa strada funzionò la clebre 1010, emittente del Partito Socialista Popolare (Comunista), dove debuttarono o fecero le loro prime armi molti artisti duraturi nel tempo.
La Calzada de Reina fu e continua ad essere, in qualche modo, una strada eminetemente commerciale, senza che per questo sottovaluti la funzione abitativa e di servizio.
Un’indagine frettolosa e possibilmente incompleta dice che nel 1958, fra altri esercizi, in questa strada aprivano le porte 17 grandi magazzini, 13 gioiellerie, dieci pelletterie, sei negozi per la vendita di elettrodomestici, due mobilifici, una piastrelleria, un materassaio e tre sartorie, fra di loro al numero 61 El Arte, dove lavorò il leggendario Comandante Camilo Cienfuegos.
Inoltre c’erano quattro saloni di bellezza, fra loro al numero 82, quello di Joseito El Mago, il Re della permanente e sei pensioni, quattro negozi di alimentari e liquori fini, otto ristoranti con bar, due dolcifici, tre librerie, tre cliniche o dispensari medici, un dentista, un laboratorio farmaceutico, due sale cinematografiche, sei studi fotografici e un gabinetto di scultura e decorazione.
Si dovrebbero includere, inoltre, otto studi di avvocati. Il Conservatorio Peyrellade, al numero 453; il convento di María Reparadora al 409; e in reina 303, il Tribunale Municipale del Sud.

I prezzi fissi

Da bambino, sempre nel pomeriggio del sabato, andavo con mia madre a I Prezzi Fissi, un grande magazzino con pelletteria, chincaglieria, magazzino di tessuti e laboratorio di confezioni. La facciata dell’edificio dava su Reina, ma aveve le due entrate dalle calles Águila e Estrella. In giorni come questi, questo negozio come tutti quelli dell’Avana, erano frequentatissimi. Indubbiamente però, non si faceva la coda né in questo né in nessun altro, né si chiedeva chi era l’ultimo, se non che il cliente o per meglio dire la cliente, si avvicinava al banco e aspettava che la commessa la servisse con l’ordine che la stessa commessa stabiliva. La mia famiglia aveva lì una crta di credito che permetteva di comprare e pagare nel tempo convenuto.
In quei sabati pomeriggio cercavo sempre il modo di affacciarmi al cortile centrale del Palazzo di Aldama. L’immobiloe apparteneva da molto tempo prima a uno dei sette rami dell’opulenta famiglia Mendoza, ma quasi tutti i commerci che vi si aprivano portavano il nome del proprietario originale. C’era una caffeteria Aldama, una pelletteria Aldama e per non variare anche un salone di bellezza Aldama.
Di fronte, l’imponente edificio della Sears Roebuck and Company S.A., commercio a ldettaglio di articoli vari, una delle cinque filiali a Cuba di ditte nordamericane sotto il controllo del gruppo finanziario di Chicago la cui casa madre dallo stesso nome era, allora, la maggior catena di negozi degli U.S.A. e la principale fra tutti i loro interessi. Mi sono tanto affezionato alla Sears avanera che quando, oggi, visito gli Stati Uniti, faccio gli acquisti in esercizi di questa entità dove, per mia sorpresa ho incontrato tra le venditrici, non poche lettrici di questa pagina.
Camminando per Reina, verso Belascoain, sul marciapiede di sinistra, si trovano i Magazzini Ultra, altro grande magazzino dell’Avana di ieri e di oggi. Luis e lizardo González, fratelli oriundi di Sagua la Grande, dediti al commercio di tessuti, la fondarono nel 1938 nel mismo luogo dove si trova adesso. Avevano un socio comandatario, lo spagnolo César Rodríguez che non tardò a controllare gli affari. L’attivo totale degli Ultra superava i quattro milioni di pesos e le sue vendite annuali oscillavano tra intre e i quattro milioni, mentre che gli utili passarono dagli 86.700 pesos del 1956 a 151.000 nel 1959.
Mi permetta, il lettore una disgressione. Ancora negli anni ’80 i sandwich del bar El Polo, in reina e Ángeles erano spettacolari. Quando i soldi non bastavano, mettevamo mano ai panini di formaggio del piccolo caffè di Reina e Escobar.

Lealtad

Una targa di bronzo ricorda il luogo dove cadde, abattuto dalla forza pubblica, Francisco “Paquito” González Cueto, dell’età di 13 anni. Si preparava a partecipare al seppellimento delle ceneri del leader comunista Julio Antonio Mella, quando fu vittima della brutalità poliziesca. Ci furono altri morti e feriti, compreso poliziotti e pompieri che non si menzionano mai, in quella manifestazione che partì dalla residenza di Reina 402, angolo Escobar, dove si tenne la veglia funebre e fu accommiatato con la voce affogata per la tubercolosi e l’emozione, dall’oggi sempre più dimenticato Rubén Martínez Villena. Le ceneri di quell’atleta divenuto leader che ra morto, assassinato in Messico, sarebbero state depositate in un tumulo costruito di corsa nella Plaza de la Fraternidad. Non si poté consumare l’atto. Le spoglie, apparentemente perse, si mantennero nascoste fino alla decade del 1960, quando si depositarono nella Plaza Mella, di fronte alla scalinata dell’università.
Quella casa di Reine e Escobar, poi della Polzia Segreta, era quella del senatore Wilfredo Fernández, sostenitore del dittatore Gerardo Machado, assassino di Mella. Il popolo la saccheggiò alla caduta della dittatura machadista, il 12 agosto del 1933 e mise mano al suo proprietario quando, travestito da marinaio, cercava di uscire da Cuba con una nave.
Lo scriba si mosse molto nella Calzada de Reina. Tra il 1972 e 1989 lavorò nella rivista Cuba, ubicata nella casa che all’inizio del XX secolo si fece costruire il fabbricante si sapone Ramón Crusellas, all’angolo di Lealtad. Nell’abandonarla detta rivista, si penso che in essa si sarebbe installato il Museo del Centro Avana. Pia illusione. La si dette a un’impresa di confezioni tessili. Oggi la casa, disabitata, si sta distruggendo davanti alla pigrizia di quelli che dovevano metterci la schiena per salvarla.


Caminando por Reina
Ciro Bianchi Ross 
digital@juventudrebelde.cu
13 de Junio del 2015 21:49:27 CDT

Reina sigue siendo Reina, aunque desde 1918 esa importante calzada del
municipio de Centro Habana lleve el nombre oficial de Avenida de Simón
Bolívar. Lamentablemente el uso y la costumbre actuaron aquí
negativamente. Perduró uno de sus nombres coloniales, y casi nadie la
conoce con el honroso nombre del Libertador, que ha quedado relegado a
documentos más o menos oficiales.
Se le llamó primero Camino de San Antonio, por conducir al ingenio San
Antonio el Chiquito, propiedad del regidor Don Blas de Pedroso, que
existía en la zona de la actual Plaza de la Revolución. Fue, desde la
ciudad, el camino principal de salida hacia el campo hasta 1735,
cuando se construyó el primer puente de Chávez que posibilitó la
salida por la Calzada del Monte. Partía ese camino de la antigua calle
Real (Muralla), atravesaba el Campo de Marte (en lo que hoy es la zona
del Parque de la Fraternidad), enlazaba con lo que sería Carlos III y
seguía hasta el citado ingenio. En 1751, al construirse una ermita
consagrada a San Luis Gonzaga en la esquina con la llamada Calzada de
la Beneficencia (Belascoaín), se le comenzó a llamar con este nombre,
San Luis Gonzaga. La ermita fue demolida en 1835, en tiempos del
capitán general Tacón, por constituir un obstáculo para la
construcción del llamado Paseo Militar o de Tacón (Carlos III o
Salvador Allende) y unirlo a Reina.
Cuando Carlos III estuvo listo, fue un paseo espléndido para los
habaneros de mediados del siglo XIX salir en volanta desde las
inmediaciones del Castillo de la Punta y seguir, gracias a la Alameda
o el Paseo del Prado, hasta el Campo de Marte, hoy Plaza de la
Fraternidad, dar vueltas en torno a la Fuente de la India y continuar
el recorrido por Reina y Carlos III hasta el Castillo del Príncipe
para desandar el recorrido.
Se cuenta que en la esquina de Águila estaba “el mentidero”, placer
sombreado con un semicírculo de bancos donde se reunían por la tarde
los viejos y los políticos a formar tertulia y beber el refresco de
sambumbia que se ofertaba en las inmediaciones. En esa misma zona
funcionaba, desde 1817, un mercado construido de casetas de madera y
guano en su mayoría, y donde también se encontraba una fonda,
propiedad de Francisco “Pancho” Marty, el contratista del Teatro de
Tacón, el hombre que tenía el monopolio del pescado en La Habana.
Colgaba en una de las paredes de esa fonda un cuadro del Neptuno,
primer barco de vapor que vino a La Habana, en 1819, y esa imagen
terminó dándole nombre a esa casa de comidas y a todo el mercado,
encuadrado en las calles de Reina, Galiano, Dragones y Águila. Ese
mercado lo construyó Tacón para mejorar las condiciones del mercado
primitivo de casetas de madera y guano. Llevaba el nombre de Tacón,
pero todo el mundo lo conoció hasta fechas muy recientes como Plaza
del Vapor. Es el sitio donde hoy se asienta el parque El Curita,
sobrenombre de Sergio González, militante del Movimiento 26 de Julio
asesinado por sicarios batistianos. El lugar es un importante nudo del
transporte urbano.
Es en 1844 cuando esta calle ganó el nombre de Reina, Calzada de la
Reina, en homenaje a Isabel II, la hija de Fernando VII, que un año
antes había comenzado a regir los destinos de España y sería una mujer
de infausta memoria por sus intrigas, desaciertos políticos y
liviandades. Isabel II, la de los tristes destinos y los alegres
amores.

Callejero

Aunque maltratada hoy por el paso del tiempo y la desidia, esta
concurrida arteria comercial fue conocida como la Reina de las Calles,
sobrenombre con que la promocionaban los comerciantes asentados en
ella. Comienza con el bellísimo Palacio de Aldama (Reina número 1) y
termina más allá de la iglesia del Sagrado Corazón de Jesús, la
edificación de carácter religioso más alta de Cuba.
Corre desde la calle Amistad hasta Belascoaín. Entre una calle y la
otra existen o existieron importantes establecimientos comerciales
como los almacenes de Ultra y Sears, convertido este último en el
Palacio Central de Computación. La redacción y los talleres de los
periódicos El País y Excélsior, en el número 158. La casona marcada
con el número 352, en la  esquina con Lealtad, del más puro estilo Art
Nouveau y donde durante largos años se ubicó la redacción de la
revista Cuba. También la Cámara de Comercio china, en el número 161.
El local, con el número 402, de la ya desaparecida Policía Secreta y,
en el 362, la también extinguida Escuela Elemental de Artes Plásticas,
anexa a San Alejandro. El narrador y periodista Enrique Labrador Ruiz,
“el novelista hecho en la redacciones”, como él mismo se llamó, habitó
durante largos años en el número 107, donde atesoraba una de las
bibliotecas particulares más grandes de que se tenga noticia en Cuba.
Y ya que se habla de libros, imposible dejar de mencionar la librería
Canelo, en el 259, emblemática en lo que a la compraventa de textos de
segunda mano se refiere, donde el escribidor conversó varias veces con
el novelista de La sangre hambrienta, a quien conoció en casa del
poeta José Zacarías Tallet.
Por no dejar de haber, existió allí, en el número 306, la  funeraria
Vega Flores, y una ferretería, en el número 319, a la que todos
seguimos identificando por los apellidos de sus fundadores, Feíto y
Cabezón. En los altos de este establecimiento funcionaba un comedor
popular. Contrario a lo que muchos piensan aún, Al Bon Marché, número
467, no fue solo un expendio de artículos religiosos, sino librería y
juguetería que, al igual que Los Reyes Magos, de Galiano y San Miguel,
podía exhibir siempre las últimas novedades en juguetes. En el número
314 de esta calle funcionó la célebre 1010, emisora del Partido
Socialista Popular (Comunista), donde debutaron o hicieron sus
primeras armas muchos artistas perdurables.
La Calzada de Reina fue y sigue siendo en alguna medida, una vía
eminentemente comercial, sin que soslaye por eso la función
habitacional y de servicio.
Un levantamiento apresurado y posiblemente incompleto arroja que en
1958, entre otros establecimientos, en dicha calle abrían sus puertas
17 tiendas por departamentos, 13 joyerías, diez peleterías, seis casas
de venta de efectos eléctricos, dos mueblerías, una locería, una
colchonería y tres sastrerías, entre ellas, la número 61, El Arte,
donde laboró el legendario Comandante Camilo Cienfuegos.
Asimismo, había cuatro salones de belleza, entre ellos, el número 82,
el de Joseíto El Mago, el Rey del desriz. Y seis casas de huéspedes,
cuatro tiendas de víveres y licores finos, ocho restaurantes con
bares, dos dulcerías, tres librerías, tres clínicas o dispensarios
médicos, un dentista, un laboratorio farmacéutico, dos salas
cinematográficas, seis estudios fotográficos y un gabinete de
escultura y decoración.
Habría que incluir además ocho bufetes de abogados. El Conservatorio
Peyrellade, en el número 453; el convento de María Reparadora, en el
409; y en Reina 303, el Juzgado Municipal del Sur.

Los precios fijos

De niño, siempre los sábados por la tarde, iba con mi madre a Los
Precios Fijos, una tienda por departamentos con peletería, quincalla,
almacén de tejidos y taller de confecciones. La fachada del edificio
daba a Reina, pero tenía también entradas por las calles Águila y
Estrella. En días como esos, esa tienda, al igual que casi todas las
otras de La Habana, estaba abarrotada. Sin embargo, no se hacía cola
en esta ni en ninguna, ni se preguntaba quién era el último, sino que
el cliente, digamos mejor, la clienta, se arrimaba al mostrador y
esperaba que la empleada la atendiera por el orden que la propia
empleada establecía. Mi familia tenía allí una tarjeta de crédito que
le permitía comprar y pagar en el plazo convenido.
Siempre encontraba la manera, en aquellos sábados por la tarde, de
asomarme al patio central del Palacio de Aldama. El inmueble
pertenecía desde mucho tiempo antes a una de las siete ramas de la
opulenta familia Mendoza, pero casi todos los comercios que abrían al
patio llevaban el nombre del propietario original. Había una cafetería
Aldama, una peletería Aldama y, para no variar, un salón de belleza
también Aldama.
Enfrente, el edificio imponente de la Sears Roebuck and Company S.A.,
comercio minorista de artículos varios, una de las cinco filiales en
Cuba de firmas norteamericanas bajo el control del grupo financiero de
Chicago, cuya casa matriz de igual nombre era entonces la mayor cadena
de tiendas de EE.UU. y la principal entre todos sus intereses. Me
aficioné tanto a la Sears habanera que hoy, cuando visito Estados
Unidos, hago las compras en establecimientos de esa entidad, donde,
para mi sorpresa he encontrado, entre las vendedoras, no pocas
seguidoras de esta página.
Caminando por Reina hacia Belascoaín, por la acera de la izquierda, se
hallan los Almacenes Ultra, otra gran tienda de La Habana de ayer y de
hoy. Luis y Lizardo González, hermanos oriundos de Sagua la Grande
dedicados al comercio de tejidos, la fundaron en 1938, en el mismo
sitio donde se encuentra ahora. Tenían un socio comanditario, el
español César Rodríguez, que no demoró en controlar el negocio. Los
activos totales de Ultra superaban los cuatro millones de pesos y sus
ventas anuales oscilaban entre los tres y los cuatro millones,
mientras que las utilidades pasaron de 86 700 pesos, en 1956,  a 151
000 en 1959.
Permítame el lector una digresión. Todavía en los años 80 eran
espectaculares los sándwiches del bar El Polo, en Reina y Ángeles.
Cuando el dinero no alcanzaba, echábamos mano a los bocaditos de queso
del cafecito de Reina y Escobar.

Lealtad
Una tarja de bronce rememora el lugar donde cayó abatido por la fuerza
pública Francisco “Paquito” González Cueto, de 13 años de edad. Se
disponía a participar en el entierro de las cenizas del líder
comunista Julio Antonio Mella, cuando fue víctima de la brutalidad
policíaca. Hubo otros muertos y heridos, incluso policías y bomberos,
que nunca se mencionan, en aquella manifestación que salió de la
residencia de Reina 402, esquina a Escobar, donde se llevó a cabo el
velorio y fue despedido, con la voz ahogada por la tuberculosis y la
emoción, por el hoy cada vez más olvidado Rubén Martínez Villena. Las
cenizas de aquel atleta hecho líder, que había muerto asesinado en
México, se depositarían en un túmulo construido a la carrera en la
Plaza de la Fraternidad. No pudo consumarse el acto. Los despojos,
aparentemente perdidos, se mantuvieron ocultos hasta la década de
1960, cuando se depositaron en la Plaza Mella, frente a la escalinata
de la Universidad.
Aquella casa de Reina y Escobar, después de la Policía Secreta, era la
del senador Wifredo Fernández, alabardero del dictador Gerardo
Machado, asesino de Mella. El pueblo la saqueó a la caída de la
dictadura machadista, el 12 de agosto de 1933, y echó el guante a su
propietario cuando, disfrazado de marinero, pretendía salir de Cuba en
un barco.
Mucho se movió el escribidor por la Calzada de Reina. Entre 1972 y
1989 trabajó en la revista Cuba, ubicada en la casa que a comienzos
del siglo XX se hizo construir el jabonero Ramón Crusellas en la
esquina de Lealtad. Al abandonarla dicha revista, se pensó que en ella
se instalaría el museo de Centro Habana. Vana ilusión. Se le dio a una
empresa de confecciones textiles. Hoy la casa, desocupada, se destruye
ante la pereza y la indolencia de los que debían meter el hombro para
salvarla.

Ciro Bianchi Ross
cbianchi@enet.cu
http://wwwcirobianchi.blogia.com/
http://cbianchiross.blogia.com/





Ricorrenze del 14 giugno: Antonio Maceo e Ernesto "Che" Guevara

Ieri, 14 giugno, era la ricorrenza della nascita di due personaggi che in epoche diverse, hanno avuto grande influenza nella storia di Cuba. Antonio Maceo y Grajales, nato nel 1845 a Santiago de Cuba e morto in combattimento a Punta Brava il 7 dicembre 1896, fu uno dei grandi capi delle Guerre d'Indipendenza e per il colore ambrato della sua pelle fu soprannominato "Il Titano di Bronzo".
L'altro, argentino di nascita (Rosario 1928 - La Higuera, Bolivia, 9 ottobre  1967), si unì agli esiliati cubani in Messico e nel 1956 partecipò alla spedizione sul battello "Granma" che portò, dopo i rovesci iniziali, alla vittoria della Rivoluzione capeggiata da Fidel Castro ed ebbe ruoli governativi di primissimo piano fino alla decisione di partire per la Bolivia dove venne catturato e ucciso a sangue freddo. Si chiamava Ernesto Guevara del la Serna soprannominato, dai cubani, "Che" per il suo intercalare tipicamente argentino nel linguaggio.
Per l'occasione ho riscoperto una vecchia intervista fatta da me a suo padre nel 1983.




Scontroso

SCONTROSO: provo a scontrarmi

domenica 14 giugno 2015

Scontrino

SCONTRINO: urto leggero

sabato 13 giugno 2015

Sciorinare

SCIORINARE: fare la pipì sciando

venerdì 12 giugno 2015

Un colpo al cerchio e uno alla botte....

Fonte: El nuevo Herald

Cuba

JUNIO 11, 2015

Presentan una ley en EEUU para levantar el embargo comercial privado a Cuba


Agricultores y políticos de EEUU durante una visita a un central azucarero en la provincia de Artemisa, Cuba, el pasado 3 de marzo. | Ramon Espinosa AP

EFE
WASHINGTON

Dos senadores presentaron este jueves un nuevo proyecto de ley para restablecer el comercio con Cuba, un texto que, de ser aprobado, otorgaría al sector privado la libertad de exportar bienes y servicios estadounidenses a la isla, a la vez que protegería a los contribuyentes sobre esas transacciones.
El proyecto, conocido como “Ley de Comercio con Cuba 2015”, levantaría el embargo comercial con La Habana y “permitiría a los agricultores, ganaderos, pequeños negocios y otras industrias del sector privado llevar a cabo libremente negocios con la isla”.
Asimismo, el texto “concede a las instituciones financieras estadounidenses la libertad de extender el crédito a Cuba, al tiempo que garantiza que no haya riesgo financiero para los contribuyentes federales”,
Por otra parte, la ley pretende mantener “las actuales restricciones a los fondos de los contribuyentes federales que se utilizan para la promoción del comercio o el desarrollo de mercado en Cuba, al tiempo que permite explícitamente que se usen fondos privados para tales fines”.
“Cuba está a sólo 90 millas de la frontera, por lo que es un mercado natural para los agricultores y ganaderos de nuestra nación”, dijo el senador republicano por Kansas, Jerry Kaine, uno de los promotores de la ley.
“Al levantar el embargo y la apertura del mercado para los productos agrícolas de Estados Unidos -prosiguió Kaine-, no sólo vamos a impulsar la economía de EEUU, sino que también ayudar a promover las reformas en el Gobierno cubano represivo”,
“Tengo la esperanza de que el aumento del nivel de vida de los ciudadanos cubanos les permita hacer mayores exigencias a su propio Gobierno para aumentar los derechos individuales y políticos”, argumentó el legislador republicano.
El senador independiente por Maine, Angus King, quien copatrocina el texto, insistió en que el pueblo cubano y las empresas estadounidenses “han sufrido durante demasiado tiempo a manos de un embargo comercial anticuado”.
“Al igual que la Guerra Fría que lo creó, el embargo se debe poner en los libros de historia”, aseveró King.
Aunque algunos republicanos son reticentes sobre la nueva política aperturista hacia la isla anunciada por el presidente, Barack Obama, el pasado diciembre, esta propuesta podría prosperar entre los conservadores al excluir de los intercambios comerciales cualquier intervención del Gobierno federal.
Por otra parte, esta semana la Cámara Baja del Congreso aprobó otro texto legislativo de asignación de fondos a transporte y vivienda que contiene restricciones a la expansión de los viajes a Cuba.
El anteproyecto, que destina 55.000 millones de dólares a los departamentos de Transporte y Vivienda, tiene que adecuarse a la versión ya aprobada por el Senado que no contenía esas restricciones, por lo que no está claro que pueda prosperar finalmente.

Cuba
JUNIO 12, 2015

Comité del Congreso de EEUU bloquea los fondos para futura embajada en Cuba


Varios policías custodian el edificio de la Sección de Intereses de EEUU el jueves 15 de enero de 2015, en La Habana (Cuba). | Alejandro Ernesto EFE

EFE

WASHINGTON

El Comité de Asignaciones de la Cámara de Representantes de Estados Unidos aprobó el jueves un proyecto de ley que bloquea el uso de fondos para la hipotética reapertura de una embajada estadounidense en Cuba, en un intento republicano de minar el actual acercamiento entre la isla y el Gobierno de Barack Obama.
El bloqueo de los fondos para una posible embajada en Cuba se encuentra contenido en el proyecto de ley del presupuesto para el Departamento de Estado y operaciones en el extranjero para el año fiscal 2016, que fue aprobado por voto oral.
Además de bloquear los fondos para la embajada en Cuba, la ley es vista en su conjunto como un “castigo” del Partido Republicano (que controla la Cámara) a la política exterior del presidente Obama, ya que el presupuesto total se sitúa en 48,000 millones de dólares, muy por debajo de lo que pedían la Casa Blanca y los demócratas.
El miércoles, la Sección de Intereses de Cuba en Washington instaló un mástil para poder izar su bandera en el momento en que se anuncie la apertura de las embajadas cubana y estadounidense en las respectivas capitales, dentro del proceso de normalización bilateral iniciado en diciembre pasado.
Al concluir la última ronda de negociación entre EEUU y Cuba para restablecer las relaciones diplomáticas, a finales de mayo, la jefa negociadora estadounidense, Roberta Jacobson, dijo que los temas pendientes podrían resolverse mediante los equipos diplomáticos de ambos países, sin necesidad de una nueva ronda formal.
Varios expertos han interpretado esa declaración de Jacobson y la salida de Cuba de la lista de países patrocinadores del terrorismo que elabora cada año el Gobierno de EEUU como señales claras de que la reapertura de embajadas podría anunciarse en muy pocas semanas.
Además, la Sección de Intereses de Cuba logró regularizar el mes pasado su situación bancaria en Estados Unidos al firmar un acuerdo con el banco Stonegate de Florida, después de más de un año sin una entidad con la que hacer sus operaciones en el país norteamericano.

Scioperare

SCIOPERARE: lavorare sulla neve

giovedì 11 giugno 2015

E i nodi vengono al pettine...

Fonte: El Nuevo Herald

JUNIO 10, 2015
Cámara baja del Congreso aprueba restricciones que limitan viajes a Cuba

Por un estrecho margen, la cámara baja del Congreso aprobó un proyecto de ley de asignación de fondos a transporte y vivienda que contiene restricciones a la expansión de los viajes a Cuba.
El martes en la noche la Cámara de Representantes pasó la Ley de Asignación de Fondos a Transporte, Vivienda y Desarrollo Urbano para el año fiscal 2016 con 216 votos a favor y 210 en contra.
La semana pasada, la Cámara había votado a favor de mantener la cláusula sobre Cuba dentro del texto, la cual prohíbe el establecimiento de nuevos servicios de transporte aéreo y el otorgamiento de licencias a embarcaciones que pudieran desembarcar en puertos ubicados en propiedades de compañías estadounidenses confiscadas por el gobierno de la isla.
Esta provisión contraviene la política adoptada por el gobierno de Barack Obama en ese sentido. En mayo, por ejemplo, la Oficina de Control de Activos Extranjeros del Departamento del Tesoro extendió licencias a varias compañías marítimas para ofrecer servicios de ferry y de transporte de carga hacia la isla.
En esa ocasión, los representantes votaron 247 a favor y 176 en contra de mantener estas medidas en el texto, lo que según Mauricio Claver-Carone, al frente de un comité de acción política que aboga por mantener las sanciones a Cuba (U.S.-Cuba Democracy PAC), “muestra un nivel histórico de apoyo bipartidista en el Congreso a la política de sanciones hacia Cuba”.
“Estos votos lucen muy mal para los grupos de lobby de entidades comerciales y personas, incluso del sur de la Florida, que esperaban que el impulso del presidente Obama al acercamiento hacia Cuba lograría que el Congreso levantara el embargo. Los votos indican que hay tremenda oposición en la Cámara al modo en que Obama ha venido definiendo la política hacia Cuba”, comentó Frank Calzón, director ejecutivo del Centro para una Cuba Libre, con sede en Washington.
CLÁUSULA CON ‘SENTIDO COMÚN’
En una declaración obtenida por el Nuevo Herald, el representante Mario Díaz-Balart —quien preside el subcomité de Transporte, Vivienda y Desarrollo urbano en el Comité de Apropiaciones de la Cámara— consideró que las cláusulas sobre Cuba responden “al sentido común” y “salvaguardan los derechos de propiedad de los americanos. No debemos permitir la explotación de propiedades robadas por el régimen de los Castro, lo cual está prohibido expresamente en la ley de Estados Unidos”.
El anteproyecto que pasó la votación el martes destina $55,000 millones a los departamentos de Transporte, Vivienda y otras agencias. Antes de convertirse en ley, el texto tendría que ser reconciliado con el proyecto presentado por el Senado, o sí este no logra aprobar uno, podría ser presentado a la firma del presidente Barack Obama en un paquete de leyes similares.
Otros proyectos de ley emitidos por el Comité de Apropiacionespara asignar fondos a agencias como el Departamento de Estado y el de Justicia, entre otros, incluyen restricciones a las exportaciones a entidades controladas por las fuerzas armadas cubanas y bloquea fondos para la futura embajada de EEUU en La Habana.
Este mismo miércoles, otro nuevo proyecto de ley se sumó a esta lista, en este caso el que dispone los fondos para las operaciones del Departamento del Tesoro en el año fiscal 2016. El anteproyecto de ley de asignaciones a los servicios financieros también contiene una disposición que restringe los viajes académicos a Cuba, entre otras medidas.
Según Calzón, incluir cláusulas que intentan revertir la política de Obama hacia Cuba en leyes presupuestarias ha sido “inteligente” pues si el presidente Obama decide vetarlas, como ya ha advertido la Casa Blanca, estaría “en una encrucijada”.
DUDAS SOBRE LA ESTRATEGIA
Sin embargo, Peter Schechter, Director del Latin America Center en The Atlantic Council, cree que esta estrategia no va a ser exitosa.
“Me sorprendería mucho que cualquiera de estos intentos sean fructíferos. No creo que pasarían en el Senado o que sean firmadas por el presidente”, dijo a el Nuevo Herald.
Para este experto, el cambio de política propuesto por Obama “ha sido mucho menos polémico de lo que habíamos imaginado” pero en este momento “estamos escuchando las voces, que son relativamente pocas, pero importantes, de quienes se oponen a esa política”.
Schechter duda que el Congreso pueda obviar el gran interés hacia Cuba expresado por la comunidad de negocios, “sectores que contribuyen a las campañas políticas y mueven la opinión y se van a oponer a estos constantes esfuerzos por revertir la política de normalización hacia Cuba con más restricciones económicas”.
No obstante, a su juicio, estas iniciativas son “importantes, no porque vayan a pasar, sino porque nos recuerdan que hay una oposición a la política de Obama y hay gente con muchas preguntas todavía”, concluyó.

Siga a Nora Gámez Torres en Twitter: @ngameztorres

Incremento...e miglioramento di internet a Cuba?

Fonte: El Nuevo herald

ABEL FERNANDEZ
abfernandez@elnuevoherald.com



El gobierno cubano aspira brindar acceso a la internet a la mitad de los hogares para el 2020, según un documento del Ministerio de Comunicaciones publicado en el blog La Chiringa de Cuba.
El plan quinquenal, titulado “Estrategia Nacional para el desarrollo de la Banda Ancha en Cuba”, prevé transformar y modernizar la economía y la sociedad cubana “mediante el empleo eficaz e intensivo de las nuevas tecnologías por la población, el sector empresarial y las instituciones del Estado y el gobierno, en un ámbito de seguridad razonable.”
Entre las acciones específicas a corto plazo se mencionan comenzar el despliegue de redes WiFi priorizando las áreas de alta densidad de usuarios, y a mediano y largo plazo la introducción de “paquetes de servicio de voz más Internet, TV y Video bajo Demanda.”
La meta número uno del plan es asegurar 100 por ciento de conectividad de banda ancha para las entidades del gobierno, comenzando por los órganos de estado, instituciones bancarias y empresas, y centros educacionales y de la salud. La meta número dos es alcanzar para el 2020 no menos del 50 por ciento de los hogares tenga acceso de banda ancha a la Internet.
El proyecto también prevé que los servicios de telefonía móviles incluyan acceso a Internet, así como redes 4G en las zonas de alta demanda.
En la actualidad las conexiones privadas en la isla están estrictamente reguladas por el Estado y sólo alcanzan el 3.4 por ciento de los hogares.
Los autores del documento advierten de la existencia de frenos en el desarrollo del servicio de Internet en la isla, y que “no existe una conciencia sobre el beneficio que introduce el empleo de la Banda Ancha en la elevación de la eficiencia y eficacia de los procesos de la sociedad, en particular su impacto en el crecimiento del Producto Interno Bruto (PIB).”
También citan otros problemas como déficits en el nivel de inversiones, insuficiente infraestructura de conectividad, tecnología obsoleta y alto costo de los servicios de banda ancha, el cual “repercute directamente en los altos precios para la población.”
La salida a la luz del documento coincide con las declaraciones del martes de la Subsecretaria de Estado Roberta Jacobson de que el gobierno cubano tenía interés en avanzar en las telecomunicaciones, pero que aún no tenía una estrategia para modernizar su infraestructura.
“Los cubanos ansían más conectividad con el mundo”, dijo Jacobson en conferencia en el Wilson Center en Washington.
En marzo una delegación norteamericana liderada por Daniel Sepúlveda, subsecretario de estado adjunto, visitó la isla para conversar sobre las nuevas regulaciones del gobierno de Estados Unidos y sobre como aumentar la conectividad a Internet en el país.
Siga a Abel Fernandez en Twitter: @abelfglez


Preparandosi a issare le bandiere...

Fonte: El Nuevo herald

Cuba

JUNIO 10, 2015

Instalan el mástil para la bandera de la futura embajada de Cuba en EEUU



Vista de la Sección de Intereses de Cuba hoy, miércoles 10 de junio de 2015, en Washington (Estados Unidos). El mástil ubicado a la izquierda está listo para izar bandera en el momento en que se anuncie la apertura de embajadas cubana y estadounidense en las respectivas capitales, dentro del marco de proceso de normalización bilateral iniciado en diciembre pasado. Una veintena de funcionarios de la Sección de Intereses de Cuba, incluido el jefe de la misión José Cabañas, cantaron el himno de Cuba y aplaudieron cuando los obreros erigieron el mástil frente al edificio situado en el barrio de Columbia Heights, a unos tres kilómetros de la Casa Blanca. | Pablo Martinez Monsivais AP

EFE
WASHINGTON
La Sección de Intereses de Cuba en Washington instaló este miércoles un mástil para poder izar su bandera en el momento en que se anuncie la apertura de embajadas cubana y estadounidense en las respectivas capitales, dentro del proceso de normalización bilateral iniciado en diciembre pasado.
Una veintena de funcionarios de la Sección de Intereses de Cuba, incluido el jefe de la misión, José Cabañas, asistieron a una pequeña ceremonia para colocar el mástil -sin izar todavía la bandera- en el exterior del edificio, que cuando haya un acuerdo bilateral se convertirá en la embajada de Cuba en Estados Unidos.


Fernando Rodríguez, izquierda, usa su teléfono celular para tomar una selfie mientras trabajadores de las costas orientales Astas criar a un asta en la Sección de Intereses de Cuba en Washington, en preparación para la reapertura de embajadas en La Habana y Washington, el miércoles 10 de junio de 2015. Rodríguez de Lancaster, PA, pero originario de Matanzas, Cuba, estaba de visita en Washington para obtener su pasaporte renovado y no estaba al tanto del evento hasta que vio toda la conmoción. Actualmente la Sección de Intereses de Cuba en los Estados Unidos se encuentra bajo los auspicios del Gobierno de Suiza y situado en el barrio de Adams Morgan de Washington. |PABLO MARTINEZ MONSIVAIS AP



Los funcionarios cantaron el himno de Cuba y aplaudieron cuando los obreros erigieron el mástil frente al edificio, situado en el barrio de Columbia Heights, a unos tres kilómetros de la Casa Blanca.
Periodistas y curiosos se agolparon frente a la verja que separa la futura embajada de la calle, en una breve ceremonia que concluyó sin declaraciones a la prensa.
La colocación del mástil se suma a una serie de obras de renovación que la Sección de Intereses cubana ha estado haciendo en preparación para la apertura de su futura embajada.
El Gobierno cubano prevé también cambiar el cartel de la entrada, que ahora reza “Embajada de Suiza, Sección de Intereses de Cuba” debido a que el país helvético ha ejercido como poder protector entre Estados Unidos y la isla desde que rompieron sus relaciones diplomáticas, en 1961.
La instalación del mástil frente al edificio, que pertenece al Gobierno cubano, podría ser una señal más de que el anuncio de apertura de embajadas entre Estados Unidos y Cuba está cerca.
Al concluir la última ronda de negociación entre EEUU y Cuba para restablecer las relaciones diplomáticas, a finales de mayo, la jefa negociadora estadounidense, Roberta Jacobson, dijo que los temas pendientes podrían resolverse mediante los equipos diplomáticos de ambos países, sin necesidad de una nueva ronda formal.
Varios expertos han interpretado esa declaración de Jacobson y la salida de Cuba de la lista de países patrocinadores del terrorismo que elabora cada año el Gobierno de EEUU como señales claras de que la reapertura de embajadas podría anunciarse en muy pocas semanas.
Además, la Sección de Intereses de Cuba logró regularizar el mes pasado su situación bancaria en Estados Unidos al firmar un acuerdo con el banco Stonegate de Florida, después de más de un año sin una entidad con la que hacer sus operaciones en el país norteamericano.

Scimunito

SCIMUNITO: dotato di sci

mercoledì 10 giugno 2015

Immagini di "Cuba es Moda"



Speriamo in una maggior partecipazione dalla seconda edizione in poi...

Cinema italiano alla sala Chaplin

Mi sono permesso di "rubare" questa informazione all'amico Alessandro Zarlatti dal suo Blog: www.il bellodellavana.com e spero non se ne abbia...



martedì 9 giugno 2015
Rassegna su Mario Monicelli al Cinema Chaplin fino al 12 giugno:

Mario Monicelli, el conocido de siempre
Cine Charles Chaplin – del 2 al 12 de junio de 2015


El médico y el curandero (martes 2, h 14 – domingo 7, h 17)

Il medico e lo stregone / Mario Monicelli (97’) Italia-Francia, 1957 / s.t. españoles /
Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Marisa Merlini, Alberto Sordi, Lorella De Luca, Gabriella Pallotta.
DVD, Sonido Estereofónico. Blanco y Negro.

El joven doctor Francesco Marchetti se instala en su nuevo destino, un perdido pueblecito de nombre Pianetta. Pronto descubre que allí los supersticiosos e ignorantes campesinos prefieren que les trate Don Antonio, un veterano curandero…
Estreno en Cuba.




Los compañeros (martes 2, h 17 – domingo 7, h 14)

I compagni / Mario Monicelli (124’) Italia-Francia-Yugoslavia, 1963 / s.t. españoles /
Marcello Mastroianni, Renato Salvatori, Annie Girardot, Folco Lulli, Bernard Blier, Raffaella Carrá.
DVD, Sonido Estereofónico. Blanco y Negro.

Un intelectual bohemio trata de concientizar a los obreros de una fábrica… Significativo filme de la época, Premio Nastro d’argento al mejor actor no protagonista para Folco Lulli, mejor filme en el Festival de Mar del Plata y una candidatura para el Oscar de guión.



Casanova ’70 (miércoles 3, h 14 – martes 9, h 17)

Casanova ’70 / Mario Monicelli (110’) Italia, 1965 / s.t. españoles /
Marcello Mastroianni, Virna Lisi, Michele Mercier, Marisa Mell, Marco Ferreri, Enrico Maria Salerno, Guido Alberti, Marco Ferreri.
DVD, Sonido Estereofónico. Colores.

Un joven oficial italiano, que gusta de las mujeres hermosas, padece de impotencia y visita a un sicoanalista, quien diagnostica que solo siente placer erótico en situaciones de peligro y debe cambiar su forma de relacionarse con el sexo opuesto…Muy simpático filme con la siempre eficaz presencia de Mastroianni. Según Morando Morandini, este filme es casi un remake de Homo eroticus (1971) de Marco Vicario con Lando Buzzanca.
Estreno en Cuba.


Romance popular (miércoles 3, h 17 – martes 9, h 14)

Romanzo popolare / Mario Monicelli (112’) Italia, 1974 / s.t. españoles /
Ugo Tognazzi, Ornella Muti, Michele Placido, Pippo Starnazza, Vincenzo Crocitti.
DVD, Sonido Estereofónico. Colores.

Giulio, de cincuenta años, y su ahijada de 17, Vincenzina, están muy enamorados el uno del otro y deciden casarse. Al regresar de un viaje, Giulio encuentra a un amigo suyo con Vincenzina en el dormitorio y decide echarla de la casa. Los años pasan, y Giulio intenta reanudar el romance con la joven… Un gran éxito de público en Italia, y también en nuestro país.
Premio David di Donatello al mejor guión.

Querido Michele (jueves 4, h 14 – miércoles 10, h 17)

Caro Michele / Mario Monicelli (103’) Italia, 1976 / s.t. españoles /
Mariangela Melato, Delphine Seyrig, Lou Castel, Aurore Clément, Eriprando Visconti.
DVD, Sonido Estereofónico. Colores.

Una mujer aún atractiva está separada de su esposo, un pintor. Ellos tienen varios hijos, pero el preferido es Michele, quien se ha marchado a Londres sin avisar. Entonces aparece una chica muy locuaz, quien cree que tal vez Michele pudiera ser el padre de su bebé…Según la novela de Natalia Ginzburg. “Un buen filme, insólito e inteligente” (Morando Morandini), premiado con el Oso de Plata al mejor director en el Festival de Berlín y David di Donatello a la mejor actriz (Melato), Estreno en Cuba.


Un burgués pequeño, muy pequeño (jueves 4, h 17 – miércoles 10, h 14)

Un borghese piccolo piccolo / Mario Monicelli (117’) Italia, 1977 / s.t. españoles /
Alberto Sordi, Shelley Winters, Vincenzo Crocitti, Romolo Valli, Renzo Carboni, Enrico Beruschi.
DVD, Sonido Estereofónico. Colores.

El Sr. Vivaldi, modesto funcionario, vive muy orgulloso de su hijo Mario, que ha concluido sus estudios y aspira a una plaza de contable. Su padre se esfuerza para allanarle el camino y conseguirle empleo, pero…Premios David di Donatello (ex aequo) al mejor filme, director y actor (Sordi), y premios Nastro d’argento para el mejor actor (Sordi), actor de reparto (Valli) y nuevo actor (Vincenzo Crocitti), así como para el guión de Sergio Amidei y el director Monicelli. Muy interesante.

Habitación de hotel (viernes 5, h 14 – jueves 11, h 17)

Camera d’albergo / Mario Monicelli (93’) Italia-Francia 1981 / s.t. españoles /
Vittorio Gassman, Monica Vitti, Enrico Montesano, Nestor Garay, Ida Di Benedetto.
DVD, Sonido Estereofónico. Colores.

Tres jóvenes y bisoños cineastas colocan en secreto cámaras en las habitaciones de un hotel con la esperanza de registrar algo interesante y le enseñan sus sorprendentes imágenes a un curtido y arruinado productor, quien cree que podrían convertirse en un filme…Vittorio Gassman está, como siempre, sensacional.
Premio David di Donatello al mejor editor (Ruggero Mastroianni).


Esperemos que sea niña (viernes 5, h 17 – jueves 11, h 14)

Speriamo che sia femmina / Mario Monicelli (115’) Italia,  1986 / s.t. españoles /
Liv Ullmann, Philippe Noiret, Catherine Deneuve, Giuliano Gemma, Bernard Blier, Giuliana De Sio, Athina Cenci, Stefania Sandrelli.
DVD, Sonido Estereofónico. Colores.

El conde Leonardo visita en las provincias a su exesposa y a sus hijas, tras largo tiempo sin verlas, para convencerlas del buen negocio que sería abrir allí un hotel de termas. El administrador de la condesa cree es un negocio muy arriesgado y el conde, desesperado, no sabe qué hacer…Gran reparto internacional. Premios Nastro d’argento al mejor director, mejor guion y a la excepcional calidad técnica para el editor Ruggero Mastroianni y David di Donatello al mejor filme, mejor director, mejor guion, mejor producción, mejor actriz no protagonista (Athina Cenci) y mejor actor no protagonista (Bernard Blier).  
Estreno en Cinemateca.


Queridos jodidísimos amigos (sábado 6, h 14 – viernes 12, h 17)

Cari fottutissimi amici / Mario Monicelli (110’) Italia, 1994 / s.t. españoles /
Paolo Villaggio, Massimo Ceccherini, Vittorio Rap, Marco Graziani, Giuseppe Oppedisano, Elijah Raynard Childs, Béatrice Macola, Antonella Ponziani.
DVD, Sonido Estereofónico. Colores.

Florencia, agosto de 1944. Los aliados acaban de entrar en Florencia, y un individuo apodado Dieci, que afirma haber sido boxeador, reúne a un grupo de jóvenes sin experiencia alguna con el fin de organizar combates de boxeo en los pueblos cercanos para poder comer. Muy divertida y original. Mención de Honor en el Festival de Berlín. Estreno en Cuba.



La rosa del desierto (sábado 6, h 17 – viernes 12, h 14)

Le rose del deserto / Mario Monicelli (102’) Italia, 2006 / s.t. españoles /
Michele Placido, Giorgio Pasotti, Alessandro Haber, Moran Atias, Danilo de Summa.
DVD, Sonido Estereofónico. Colores.

Historia de un grupo de enfermeros enviados a cumplir funciones en el desierto del Líbano, a finales de la Segunda Guerra Mundial. Allí tendrán que sortear los contradictorios pedidos de su superior, las incomprensibles exigencias de una cultura ajena como la árabe y la difícil convivencia entre ellos mismos. Basada en la novela El desierto de Libia de Mario Tobino.  
Premio Nastro d’argento al mejor actor no protagonista (Alessandro Haber)



Sciame

SCIAME: datemi gli sci

martedì 9 giugno 2015

Dalla Germania, con amore



È dal 1985 che Reiner Hofmann e sua moglie Hilde Gerigk, tedeschi di Stoccarda, visitano Cuba. La ragione che ha principalmente spinto Reiner a questa scelta è stata quella di trovare suo zio Wilhelm Bender, fratello della madre, del quale non si avevano più notizie da molti anni, epoca in cui Wilhelm era stato a Mannheim per rivedere la famiglia. Quello che rimaneva era un indirizzo del Cotorro (municipio periferico dell’Avana) che però era ormai inesistente come tale, anche se la casa, come poi si vedrà, era ancora quella.
Wilhelm nacque a Mannheim nel 1908. Da buon tedesco di quell’epoca, era un eccellente meccanico e nel 1938 decise di trasferirsi in Venezuela dove c’erano possibilità di lavoro e sviluppo, fuori dall’opprimente regime nazista. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, i cittadini delle “potenze dell’Asse” presenti in Venezuela, vennero rinchiusi in campi di prigionia in quanto “potenziali nemici”, dato che il Paese faceva parte delle forze alleate. Per questo motivo Wilhelm, ormai divenuto “Guillermo” decise, giocoforza, di rispedire la famiglia in Germania nonostante il conflitto, per evitare loro la prigionia. La moglie con un figlio maschio e una femmina ripartirono per l’Europa. Bender che si era conquistato la fiducia delle autorità locali non venne internato e continuò nel suo lavoro di meccanico provetto.
Finita la guerra “Guillermo” si recò a Mannheim per rivedere moglie e figli, oltre al resto dei parenti e scoprì di essere rimasto vedovo. I figli rimasero in  casa dei nonni. Nel 1948 riprese la nave per attraversare nuovamente l’Atlantico e fece scalo all’Avana. Siccome il transatlantico avrebbe effettuato uno scalo relativamente prolungato, Guillermo scese a terra dove incontrò la seconda donna della sua vita: Elsa, una splendida ragazza cubana che aveva 19 anni meno di lui. Non riprese la nave...
Reiner non ricorda se lo zio fosse ingegnere, ma sicuramente era un meccanico provetto che non ebbe difficoltà a trovare casa e lavoro. Dalla nuova unione nacquero tre figli, poi venne la liberazione dal regime di Batista che non era certo persona gradita a Guillermo. Cominciò a lavorare con entusiasmo per la sopraggiunta Revolución sia per il ministero dell’Industria che per la Antillana de Acero. Conobbe il “Che” Guevara di cui divenne amico e avversario nelle partite di scacchi. Al “Che” portò il prototipo di una macchina di sua invenzione per la fabbricazione delle matite. Il 30 marzo del 1961, venne personalmente invitato da Ernesto Guevara all’inaugurazione della fabbrica di matite che si costruì a Batabanò dove venne ritratto, in compagnia del figlio Alfredo mentre conversa con il Comandante. Non si tratta di foto precisamente “inedite” visto che furono pubblicate dal giornale El Mundo, ma sono certamente fra le meno pubbliche e conosciute di Ernesto “Che” Guevara.


Nelle foto Wilhelm e il piccolo Alfredo con il Comandante Guevara

Reiner e Hilde, sono venuti a trovarmi in ufficio dove mi hanno raccontato la storia di questo zio e dell’inizio dei loro viaggi a Cuba dove sono sempre venuti con gruppi socio politici, in collaborazione con l”Istituto Cubano per l’Amicizia coi Popoli (ICAP).
Il primo viaggio, comunque, rappresentava il chiodo fisso per Reiner di portare a sua madre notizie del fratello “disperso” da anni. Dopo aver parlato con la guida cubana che era incaricata di accompagnare il gruppo, invece che recarsi al cabaret Tropicana con gli altri, decise di recarsi al Cotorro alla ricerca dello zio. La guida gli disse che autobus prendere e che passava proprio dal Parque Central, dove erano alloggiati all’hotel Inglaterra, prima dei lavori di restauro...
Reiner montò sulla “guagua”, ma...prese quella che andava in direzione opposta. Giunto al capolinea della stazione ferroviaria, vide scendere tutti i passeggeri e che il veicolo non ripartiva. All’epoca non parlava nemmeno una parola di spagnolo, ma sapendo che quello era l’autobus giusto decise di rimanere seduto perché capì che prima o poi sarebbe ripartito nella direzione corretta. In effetti il pulmann ripartì e strada facendo cercò di comunicare con i passeggeri a gesti accompagnati da parole incomprensibili per i cubani, ricevendo risposte altrettanto incomprensibili per lui e facendo vedere sulla busta di una lettera, ricevuta molto tempo prima da sua madre, l’indirizzo che cercava fino a che un signore anziano, gli fece capire che avrebbe dovuto scendere due fermate dopo di lui. Finalmente giunse al Cotorrro, ma era buio e non aveva minimamente idea di come trovare l’indirizzo. Sempre a gesti e parole smozzicate gli indicarono la sede del Poder Popular dove una ragazza capì quello che cercava e sapeva anche la nuova denominazione dell’indirizzo indicato sulla lettera. Al Poder Popular sapevano che a quell’indirizzo abitava “el aleman”, in  quanto Wilhelm, non era nemmeno più chiamato Guillermo, ma “el aleman”. Giunsero a una casa con le luci accese e bussarono, una signora disse che colui che cercavano abitava nella casa a fianco: buia. Bussarono lungamente, ma non ebbero risposta. La ragazza prese un corridoio laterale e bussò nella parte posteriore. Alla fine Wilhelm aprì e dopo i primi momenti di stupore, finalmente parlando in una lingua comune, seppe che il visitatore era figlio della sua sorella minore.
Dopo la lunga e affettuosa conversazione che ebbero il cugino Alfredo, nonostante l’ora tarda e gli impegni del giorno successivo, non volle sentire ragioni e riaccompagnò Reiner fino alla porta dell’hotel Inglaterra.
Da allora i rapporti non si interruppero più fino alla morte del “aleman” nel 1992.
I viaggi di Reiner e Hilde, comunque non sono terminati con la scomparsa dello zio e durante un viaggio con l’associazione tedesca degli Amici della Natura fecero visita a un un consultorio medico di San Cristóbal, allora provincia di Pinar del Río, con il quale si compromisero ad inviare aiuti in prodotti difficili da reperire per Cuba, vuoi perché sottoposti all’embargo nordamericano, vuoi per i costi elevati.
Dopo questo primo contatto, conobbero il primario dell’ospedale Abel Santamaria di Pinar e su richiesta dell’ICAP gli aiuti confluirono verso quella istituzione.
Reiner mi spiegava che all’Avana ci sono medici in grado di estrarre tumori dal cervello attraverso le narici, ma occorre un apparecchio specifico che a Pinar del Río non hanno e che forma parte del prossimo progetto di aiuto.
Fino qua il racconto di questa famiglia tedesca e delle loro amicizie a Cuba e per Cuba. Vedremo se la storia continua...

Inaugurata Cuba es Moda

Fonte: Futuro Europa

di Elvira Marasco | 08 giugno 2015

                                                                                         


Oggi si inaugura a L’Avana la prima Fiera della Moda Cuba es Moda. Il Grupo Palco, Ente Fiera di Cuba, promotore dell’evento, lo ha voluto nell’ottica dei cambiamenti in atto sull’isola dopo l’apertura ​del presidente Obama.
A Cuba non è facile trovare negozi forniti, per lo più sono desolatamente vuoti oppure espongono merce molto modesta. Ma ora con questi nuovi orizzonti, il governo vuole mettersi alla pari con il resto del mondo, anche perché il potere di acquisto dei cubani si sta modificando e sono sempre di più gli stranieri presenti sull’isola e non solo per turismo.
Questa Fiera, la prima, vuole essere l’inizio di un nuovo corso e per fare questo sono state invitate a esporre aziende di tutto il mondo. Gli italiani hanno risposto con 6 aziende e, in via del tutto eccezionale e stata chiamata a far parte del Comitato organizzatore la AIDDA Italia, Associazione imprenditrici e donne dirigenti di azienda.
Per l’occasione è arrivata a Cuba la sua Presidente nazionale Franca Audisio. Il legame tra il Grupo Palco e Aidda è solido e dura da almeno tre anni. Le imprenditrici di Aidda hanno già dalla prima missione nel 2013, individuato le potenzialità dell’Isola e iniziato rapporti di collaborazione.
Il nostro Ambasciatore Carmine Robustelli e il presidente del Grupo Palco Abraham Maciques hanno tagliato il nastro d’inaugurazione di Cuba es Moda insieme a Franca Audisio, certi di essere parte del nuovo corso della storia di questo Paese.

Peccato che la nostra ambasciata non abbia avvisato nessuno, nemmeno con una e-mail...


Sciagura

SCIAGURA: grave incidente sciistico