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martedì 9 giugno 2015

Dalla Germania, con amore



È dal 1985 che Reiner Hofmann e sua moglie Hilde Gerigk, tedeschi di Stoccarda, visitano Cuba. La ragione che ha principalmente spinto Reiner a questa scelta è stata quella di trovare suo zio Wilhelm Bender, fratello della madre, del quale non si avevano più notizie da molti anni, epoca in cui Wilhelm era stato a Mannheim per rivedere la famiglia. Quello che rimaneva era un indirizzo del Cotorro (municipio periferico dell’Avana) che però era ormai inesistente come tale, anche se la casa, come poi si vedrà, era ancora quella.
Wilhelm nacque a Mannheim nel 1908. Da buon tedesco di quell’epoca, era un eccellente meccanico e nel 1938 decise di trasferirsi in Venezuela dove c’erano possibilità di lavoro e sviluppo, fuori dall’opprimente regime nazista. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, i cittadini delle “potenze dell’Asse” presenti in Venezuela, vennero rinchiusi in campi di prigionia in quanto “potenziali nemici”, dato che il Paese faceva parte delle forze alleate. Per questo motivo Wilhelm, ormai divenuto “Guillermo” decise, giocoforza, di rispedire la famiglia in Germania nonostante il conflitto, per evitare loro la prigionia. La moglie con un figlio maschio e una femmina ripartirono per l’Europa. Bender che si era conquistato la fiducia delle autorità locali non venne internato e continuò nel suo lavoro di meccanico provetto.
Finita la guerra “Guillermo” si recò a Mannheim per rivedere moglie e figli, oltre al resto dei parenti e scoprì di essere rimasto vedovo. I figli rimasero in  casa dei nonni. Nel 1948 riprese la nave per attraversare nuovamente l’Atlantico e fece scalo all’Avana. Siccome il transatlantico avrebbe effettuato uno scalo relativamente prolungato, Guillermo scese a terra dove incontrò la seconda donna della sua vita: Elsa, una splendida ragazza cubana che aveva 19 anni meno di lui. Non riprese la nave...
Reiner non ricorda se lo zio fosse ingegnere, ma sicuramente era un meccanico provetto che non ebbe difficoltà a trovare casa e lavoro. Dalla nuova unione nacquero tre figli, poi venne la liberazione dal regime di Batista che non era certo persona gradita a Guillermo. Cominciò a lavorare con entusiasmo per la sopraggiunta Revolución sia per il ministero dell’Industria che per la Antillana de Acero. Conobbe il “Che” Guevara di cui divenne amico e avversario nelle partite di scacchi. Al “Che” portò il prototipo di una macchina di sua invenzione per la fabbricazione delle matite. Il 30 marzo del 1961, venne personalmente invitato da Ernesto Guevara all’inaugurazione della fabbrica di matite che si costruì a Batabanò dove venne ritratto, in compagnia del figlio Alfredo mentre conversa con il Comandante. Non si tratta di foto precisamente “inedite” visto che furono pubblicate dal giornale El Mundo, ma sono certamente fra le meno pubbliche e conosciute di Ernesto “Che” Guevara.


Nelle foto Wilhelm e il piccolo Alfredo con il Comandante Guevara

Reiner e Hilde, sono venuti a trovarmi in ufficio dove mi hanno raccontato la storia di questo zio e dell’inizio dei loro viaggi a Cuba dove sono sempre venuti con gruppi socio politici, in collaborazione con l”Istituto Cubano per l’Amicizia coi Popoli (ICAP).
Il primo viaggio, comunque, rappresentava il chiodo fisso per Reiner di portare a sua madre notizie del fratello “disperso” da anni. Dopo aver parlato con la guida cubana che era incaricata di accompagnare il gruppo, invece che recarsi al cabaret Tropicana con gli altri, decise di recarsi al Cotorro alla ricerca dello zio. La guida gli disse che autobus prendere e che passava proprio dal Parque Central, dove erano alloggiati all’hotel Inglaterra, prima dei lavori di restauro...
Reiner montò sulla “guagua”, ma...prese quella che andava in direzione opposta. Giunto al capolinea della stazione ferroviaria, vide scendere tutti i passeggeri e che il veicolo non ripartiva. All’epoca non parlava nemmeno una parola di spagnolo, ma sapendo che quello era l’autobus giusto decise di rimanere seduto perché capì che prima o poi sarebbe ripartito nella direzione corretta. In effetti il pulmann ripartì e strada facendo cercò di comunicare con i passeggeri a gesti accompagnati da parole incomprensibili per i cubani, ricevendo risposte altrettanto incomprensibili per lui e facendo vedere sulla busta di una lettera, ricevuta molto tempo prima da sua madre, l’indirizzo che cercava fino a che un signore anziano, gli fece capire che avrebbe dovuto scendere due fermate dopo di lui. Finalmente giunse al Cotorrro, ma era buio e non aveva minimamente idea di come trovare l’indirizzo. Sempre a gesti e parole smozzicate gli indicarono la sede del Poder Popular dove una ragazza capì quello che cercava e sapeva anche la nuova denominazione dell’indirizzo indicato sulla lettera. Al Poder Popular sapevano che a quell’indirizzo abitava “el aleman”, in  quanto Wilhelm, non era nemmeno più chiamato Guillermo, ma “el aleman”. Giunsero a una casa con le luci accese e bussarono, una signora disse che colui che cercavano abitava nella casa a fianco: buia. Bussarono lungamente, ma non ebbero risposta. La ragazza prese un corridoio laterale e bussò nella parte posteriore. Alla fine Wilhelm aprì e dopo i primi momenti di stupore, finalmente parlando in una lingua comune, seppe che il visitatore era figlio della sua sorella minore.
Dopo la lunga e affettuosa conversazione che ebbero il cugino Alfredo, nonostante l’ora tarda e gli impegni del giorno successivo, non volle sentire ragioni e riaccompagnò Reiner fino alla porta dell’hotel Inglaterra.
Da allora i rapporti non si interruppero più fino alla morte del “aleman” nel 1992.
I viaggi di Reiner e Hilde, comunque non sono terminati con la scomparsa dello zio e durante un viaggio con l’associazione tedesca degli Amici della Natura fecero visita a un un consultorio medico di San Cristóbal, allora provincia di Pinar del Río, con il quale si compromisero ad inviare aiuti in prodotti difficili da reperire per Cuba, vuoi perché sottoposti all’embargo nordamericano, vuoi per i costi elevati.
Dopo questo primo contatto, conobbero il primario dell’ospedale Abel Santamaria di Pinar e su richiesta dell’ICAP gli aiuti confluirono verso quella istituzione.
Reiner mi spiegava che all’Avana ci sono medici in grado di estrarre tumori dal cervello attraverso le narici, ma occorre un apparecchio specifico che a Pinar del Río non hanno e che forma parte del prossimo progetto di aiuto.
Fino qua il racconto di questa famiglia tedesca e delle loro amicizie a Cuba e per Cuba. Vedremo se la storia continua...

6 commenti:

  1. Ciao Aldo
    Tutto bene?
    mi facesti prendere uno spavento quel giorno al Trade Center.
    Poi volevo venire a salutarti e vedere come andava, ma sai con la famiglia e tutto il resto la partenza vicina non sono riuscito neanche a venire a salutarti di persone.
    Colpa mia comunque...
    Ok ti leggo quindi penso sia tutto ok:
    Mi ha colpito questo post, lo vorrei pubblicare sul mio blog cubareale.blogspot.it anche se non so quanto sia letto, non ho mai avuto commenti, ma lo uso soprattutto come ponte per i sito su Webnode che come ben dici è ora che ne prenda un dominio prima che mi freghino il nome...
    Bene, spero che sia tutto a posto da te...e ti mando un grande abbraccio e mi scuso nuovamente per la partenza senza saluto.
    Niki

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  2. Ciao Niki, non ho capito il motivo dello spavento....Riguardo ai saluti, effettivamente sia Sergio che io ci siamo meravigliati di non aver ricevuto nemmeno una telefonata ed abbiamo un tuo riscontro solo dopo la lettura del post che mi chiedi di poter pubblicare. Se, come fai sempre citi la fonte, lo puoi fare.
    Speriamo ti si siano schiarite le idee su come operare qua per non avere problemi e magari avere qualche utile, anche se modesto.Ciao, Aldo.

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  3. Ciao Aldo
    mi preoccupai quel giorno che andammo poi a mangiare insieme alla mensa del trade Center.
    Avete ragione e scusatemi tanto tutti e due, ho avuto dei problemi in famiglia e poi sono andato a Matanzas dalla suocera, e per una svista sul biglietto per poco non perdiamo il volo di ritorno.
    Mi spiace tanto e non era mia intenzione ripartire così dopo tutta quella accoglienza.
    I consigli li tengo tutti in mente, sono stati preziosi, continuo con piccole modifiche che dovrebbero ricompensarmi un poco, e ai gruppi propongo sempre la Latitud come opzione, ma i miei contatti sono spesso di persone che vogliono risparmiare e che chiedono per tutta la permanenza case particular.
    Mi scuso di nuovo e non era mia intenzione riapartire cosi, poi in Italia mi sono piovuti addosso tanti problemi accumulati durante il mese e mezzo di assenza.
    Curiosità: verranno dei signori che saranno in una casa di calle 19 di mayo, a due passi da casa tua, non mi era mai capitato sentire di case particular in quella zona.
    Ciao e scusate di nuovo.
    Niki

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  4. Continuo a non capire di cosa potevi essere preoccupato...non mi sembra di aver avuto malori o simili...in quanto alle case particular le offre anche LatitudCuba...se ci riferiamo al turismo con lo zainetto, allora siamo su piani differenti.

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  5. Ecco come promesso sono passata, ho cercato e trovato l'articolo su Reiner, mi è piaciuto e mi piace anche e il suo progetto di aiuto per Cuba, lo trovo molto sensato.
    un saluto
    Bagatto2003

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  6. Grazie per aver, teutonicamente, mantenuto la promessa. Spero di continuare ad averti come lettrice e resto in attesa di altre tue opinioni. Ciao. Aldo.

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