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venerdì 18 gennaio 2013
Fondazione del Nuovo Cine Latinoamericano
Attorno alla metà degli anni ’80 dello scorso secolo, i cineasti dell’America Latina sentirono che era giunto il momento dell’aggregazione e dell’organizzione di nuove leve che dessero impulso al cinema del sub continente. I Paesi più grandi avevano già una discreta produzione e anche Cuba, nel suo piccolo produceva poche pellicole, ma di buona qualità tecnica e sopratutto artistica, ma questo non era sufficiente contro lo strapotere di Hollywood e anche della più modesta, quantitativamente, produzione europea. I talenti non mancavano, bisognava solo aiutarli a svilupparsi. I contatti si infittirono anche grazie alla recente entrata in scena del Festival del Nuovo Cine Latinoamericano dell’Avana e nel 1985 si creò la Fondazione con l’aiuto e lo sprone di intellettuali legati o simpatizzanti con la settima arte. Uno di loro fu il Premio Nobel Gabríel García Márquez che nel suo soggiorno romano da inviato per una testata colombiana, ebbe contatti con tutti i grandi del neorealismo italiano iscrivendosi ai corsi tenuti a Cinecittà con l‘aspirazione di diventare cineasta. In quel contesto ebbe la possibilità di conoscere e divantare amico di cineasti cubani del calibro di Julio García Espinosa, Tomás Gutiérrez Aléa (Titón) e Alfredo Guevara. Come ricordò nel suo discorso tenuto all’inaugurazione della sede, messa a disposizione dal Governo cubano nel 1986 ricordò di essere “un cineasta frustrato”, ma quell’esperienza e l’amore per il cinema non lo abbandonarono mai, tanto che seppure da “frustrato” ha partecipato attivamente a lle sceneggiature dei films tratti dai suoi romanzi o racconti. Tra i più ferventi collaboratori al progetto della fondazione vi fu Fernando Birri, regista argentino e primo direttore della Scuola del Nuovo Cine Latinoamericano e Televisione, di San Antonio de los Baños che si inaugurò in quello stesso 1986, nell’ambito delle attività collaterali al Festival dell’Avana. La Scuola è solo la parte più evidente delle attività di supporto e promozione che fanno parte degli scopi della Fondazione che si occupa anche del recupero e la conservazione delle pellicole fra le molte sfaccettature senza nessun fine di lucro.
Il Presidente, non poteva essere altrimenti, è Gabríel García Márquez, ma il suo braccio destro e Direttrice Generale, è una stupenda signora dall’apparenza fragile che potrebbe trarre in inganno, è determinata come pochi. Alquímia Peña nata a Mayarí in provincia di Holguin e approdata all’Avana da bambina al seguito della famiglia, dal momento che suo padre era stato combattente dell’Ejercito Rebelde e quindi nei primi giorni del 1959 dovette trasferirsi, armi e bagagli (è proprio il caso di dirlo) nella capitale. La giovane Alquímia crebbe e prese il titolo universitario nella Scuola d’Arte, iniziò a lavorare col Ministero della Cultura in un piano per avvicinare i bambini dei centri più isolati, o comunque lontani dalle grandi città, al mondo culturale che era stato ideato personalmente da Fidel Castro, poi passò a collaborare col Fondo dei Beni Culturali diretto egregiamente per molti anni da Nicia Agüero e si avvicinò al cinema da moglie del regista Victor Casáus, anche se nell’ambito famigliare aveva già persone legate in un modo o nell’altro all’ambiente. Nel 1985 venne convocata per comunicarle la decisione del Ministero di affidarle la guida di “un progetto che stava per nascere”. Venne presentata ai cineasti impegnati nella creazione del progetto e allo stesso García Márquez che la promossero senza ombra di dubbio. Le malelingue dicono scherzosamente che “Gabo” la scelse specialmente per il suo nome vagamente surreale, tipico dei personaggi dei suoi racconti e romanzi, ma questo fa solo parte dell’umorismo. In realtà la scelta di chiamarla così fu del tutto casuale, nata come primogenita, il padre aspettava fermamente un figlio maschio e non aveva minimamente preso in considerazione un nome femminile di "riserva". Solo dopo diverse settimane si decise per questa scelta orientata anche dalla sua passione per la storia e la mitologia. Alquimia è una grande donna e ha dimostrato, ormai in molti anni, di saper guidare con competenza questa istituzione che appartiene a tutta l’America Latina che sia di qua o di la degli schermi, grandi o piccoli che siano.
L'Avana, 4 dicembre 1986, Fidel e Birri (fuori fuoco sullo sfondo), all'inaugurazione della sede della Fondazione
Fidel e García Márquez (in primo piano fuori fuoco),alla medesima inaugurazione
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