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venerdì 31 ottobre 2014
Blanca Rosa Blanco, una delle più popolari attrici cubane, è...italiana
In questi giorni ho avuto l’occasione di incontrarmi con una “ospite” eccezionale per questa pagina. Un’attrice di grande talento e che gode di una giusta enorme popolarità presso il pubblico cubano di ogni età e ogni tendenza. Sarebbe lungo e tedioso elencare uno per uno tutti i suoi lavori televisivi, cinematografici e teatrali, ne citeró solo due fra i più noti: nel cinema ha protagonizzato la parte della madre del bambino “disperso” nel film di Ian Padrón che fu candidato all’Oscar: “Habana Station” e nel piccolo schermo è una eccezionale “maggiore Monica” nella serie poliziesca “Trás la huella” nella quale ha contribuito ad aumentare i favori di publico e critica. Attualmente, inoltre, è una delle figure principali della telenovela “La otra esquina”, in onda in questi mesi sul canale Cubavisión, accompagnata da una serie di attori di prima grandezza, uno dei cast più ricchi che mi ricordi, della televisione cubana.
Si tratta di Blanca Rosa Blanco, sempre diversa, camaleontica, nelle sue interpretazioni nelle quali a volte è difficile riconoscerla di primo acchito, è in grado di caratterizzare qualunque personaggio, dal drammatico al brillante. Semplice, modesta e disponibile, come generalmente sono gli attori e i personaggi popolari a Cuba. Alla bravura unisce anche un fascino particolare che non guasta.
Non è introversa, ma ha il giusto riserbo che deve avere una persona della sua posizione. Certamente si nota, dietro alla sua naturale cordialità, la presenza di una donna decisa e determinata nel perseguire i suoi obiettivi. La sua vita privata è totalmente indipendente da quella pubblica, non certo di stile hollywoodiano. Come del resto è comune nel mondo dello spettacolo cubano.
Nata e cresciuta all’Avana, si è diplomata ll’ISA (Istituto Superiore dell’Arte) a tutti gli effetti facoltà universitaria, nella specialità di Arti Sceniche.
L’incontro avviene nella casa-museo di Compay Segundo, indimenticato e indimenticabile musicista cubano, reso ancor più famoso dal film “Buena Vista Social Club”, dove si familiarizza col resto del cast che comprende Lieter Ledesma, che oltre ad essere attore è conduttore del più popolare varietà televisivo in onda la prima serata della domenica. Per l’occasione hanno anche girato uno spot promozionale per lo spettacolo.
Sulle sue, ancor giovani, spalle ci sono diversi anni di lavoro con uno dei gruppi storici del Teatro cubano: il gruppo “Irrumpe”, fondato e diretto per molti anni dal compianto Roberto Blanco (nessuna parentela, solo omonimia) che ha messo in scena una lunghissima serie di classici del palcoscenico. Durante e dopo questa sua appartenenza al gruppo, come si è detto una serie innumerevole di partecipazioni a fiction sia televisive che cinematografiche, senza mai aver abbandonato il teatro. Certamente l’arte scenica è la sua vita e la conferma viene immediata.
Le chiedo come e quando è nata questa sua passione per l’attuazione.
“Fin dalla più tenera età ho avuto il desiderio di imparare brani a memoria, poesie, prose e oltre a recitarli per me stessa, facendo “prove di scena”, mi piaceva esibirmi, mettermi alla prova, per coloro che mi circondavano, nella fattispecie la mia famiglia o di amici della medesima”.
Invece l’esordio vero e proprio sulle scene?
“Avevo 9 anni e ho preso parte a un lavoro studentesco, un lavoro prettamente dilettantistico, mentre quello nella professione è stato con una parte nella telenovela “Las honradas”, avevo 19 anni ed è stato il trampolino che mi ha permesso di cominciare a fare una esperienza vera e propria nel mondo dell’arte scenica come professione. Non è stato un lavoro di grande importanza artistica, certamente, ma mi è servito per cominciare a capire come muovermi sui set e davanti alle camere e le luci. Contemporaneamente lavoravo di giorno col teatro universitario, dal momento che frequentavo ancora l’ISA e nello stesso periodo ho girato il film “Kleims Tropicana” oltre che lavorare anche di sera, in teatro, col gruppo Irrumpe. Un inizio molto intenso ma dal quale ho potuto imparare molto”.
Il tuo ultimo lavoro, fra l’altro ancora in scena tre volte la settimana in TV, è la telenovela “La otra esquina”, nel futuro hai progetti in vista?
“Come vedi oggi sono qua per fare conoscenza con i miei prossimi compagni di lavoro. Si tratta di un’operetta, l’unica, scritta da Compay Segundo e che andrà in scena nei giorni 14, 16 e 18 novembre al Teatro Miramar, in occasione della ricorrenza del 107° anno della nascita. Il titolo del lavoro è “Se secó el arroyo” (Si è asciugato il ruscello) per la regia di Ulises Salazár. Questo è l’impegno più immediato, poi ho già la proposta di una telenovela prossima ad essere girata e ho in mente un progetto come autrice e regista oltre che come attrice, sia in televisione che per un film poliziesco”.
Quel’è il personaggio che ti è piaciuto di più interpretare?
“Forse, quello che non ho ancora fatto. Per esempio mi piacerebbe moltissimo interpretare Shakespeare”.
Quello che ti è piaciuto di meno?
“Per fortuna ho la possibilità di scegliere i lavori che devo interpretare e se qualche personaggio o qualunque altra situazione non mi piace...non lo accetto”.
Quello che assomiglia di più, se c’è, a Blanca Rosa Blanco?
“La realtà supera sempre la finzione diciamo che in ognuno, seppure molto diversi fra loro, c’è un pochino di me, in fondo sono io che li interpreto e cerco di mettere quel po’ di me stessa che sia utile alla parte”.
La conversazione con Blanca è molto piacevole, una persona che ti fa sentire a tuo agio e mi rivela di essere cittadina italiana. Rimango di stucco e lei mi spiega di essere sposata con un ex compagno di scuola, cubano di nascita, ma figlio di madre italiana e che ha ottenuto la cittadinanza per diritto materno. Lei, a sua volta, l’ha ottenuta per matrimonio. Uno dei suoi più grandi rimpianti è quello di non essere mai stata in Italia, ma si è data come termine l’anno prossimo per realizzare questo desiderio. Data la sua posizione, e il suo passaporto che l’ha agevolata negli spostamenti all’estero, ha potuto o anche dovuto viaggiare spesso per Festival e premi vari, ma sempre nell’area americana. Solo una volta è stata in Europa: a Parigi e la tentazione di fare un salto in Italia, a portata di mano, era molta. Il tempo a disposizione però era poco ed avendo una sorella in Spagna ha preferito passare a trovarla prima del rientro a Cuba.
La sua relazione con l’Italia non finisce qua. E’ stata interprete di un film di David Riondino, girato a Cuba: “Cuba Libre – velocipedi ai Tropici” del 1997, in seguito a questa sua apparizione è stata scelta la sua immagine per una campagna di propaganda sul risparmio energetico promossa da Sorgenia e pubblicata sul Corriere della Sera. Dettaglio abbastanza grave della vicenda è che non ha mai riscosso una ricompensa per questo. Lei non recrimina e e non reclama niente, ma il sottoscritto si chiede: chi avrà incamerato quello che le era dovuto?
Per consegnarmi una copia del Corriere della Sera del 7 novembre 2007, dove appare nell’annuncio assieme ad un altro grande della scena cubana, Patricio Wood, mi ha dato appuntamento alle prove dello di “Se secó el arroyo”, dove ho aprofittato per “rubare qualche immagine.
Fin qua questo incontro con Blanca Rosa Blanco alla quale auguro di realizzare il suo desiderio, davvero grande, di visitare il nostro, e anche suo, Paese, oltre a proseguire nella sua carriera per arricchirla ancora di più, di successi e popolarità.
giovedì 30 ottobre 2014
mercoledì 29 ottobre 2014
Embargo a Cuba: Resto del Mondo - USA, 188 a 2
Anche in occasione della 23ma votazione alle Nazioni Unite gli Stati Uniti d'America hanno incassato una pesante sconfitta politica, ma che non ha nessun effetto vincolante. Tutto rimane come prima. Eppoi dicono che uno si butta a sinistra...diceva il grandissimo Principe.
martedì 28 ottobre 2014
lunedì 27 ottobre 2014
Zurigo/Avana con Edelweiss
Compagnia aerea
svizzera inaugura nuovi voli senza scali per L’Avana
La principale compagnia aerea Svizzera specializzata in viaggi turistici,
Edelweiss, incorporerà un volo diretto supplementare per L’Avana da aprile del
prossimo anno.
Una nota del Ministero del Turismo di Cuba specifica che la decisione obbedisce
a una serie di modifiche apportate dalla società associata a Swiss
International Air Lines ai suoi itinerari di viaggio e alle infrastrutture.
La nuova frequenza permetterà l’arrivo di un maggior numero di visitatori
nella capitale cubana, provenienti da Svizzera ed Europa.
Novitá di Blue
Panorama per la stagione invernale 2014-2015
Roma.- Nel corso della prossima stagione invernale 2014/2015 Blue Panorama
Airlines prosegue nel suo programma di ristrutturazione aziendale annunciando
numerose ed importanti novità.
Già dal 24 ottobre pv la compagnia opererà, dopo 2 licenze provvisorie, con
un’ordinaria licenza di volo senza termine che ha appena rilasciato l’ENAC,
anche sulla base del monitoraggio circa il migliorato stato economico della
società.
Inoltre in questi giorni la compagnia ha trasformato il contratto di
locazione di uno dei Boeing 737 già in flotta in acquisto a titolo definitivo.
Blue Panorama Airlines riconferma per la Winter 2014/15 l’intera
programmazione di lungo raggio operata in proprio per i Caraibi – Cuba,
Giamaica, Messico e Repubblica Dominicana – collegati sia da Milano che da
Roma.
Cuba in particolare verrà raggiunta da Est ad Ovest con 7 servizi
settimanali e voli per L’Avana, Cayo Largo, Santa Clara-Cayo Santa Maria,
Holguin, e Santiago, ai quali si aggiungerà da Natale la novità assoluta del
volo per Cayo Coco, isola ricca di fascino e perla dell’arcipelago Jardines del
Rey.
Blue Panorama Airlines prosegue nel suo percorso di continua ottimizzazione
della propria offerta con l’introduzione a partire dal 20 marzo 2015 del primo
collegamento low cost tra la capitale russa e Milano, servendo rispettivamente
i due aeroporti di Mosca-Domodedovo e Milano-Bergamo Orio al Serio. Tale
collegamento si affianca al Mosca-Roma -divenuto permanente per tutto l’anno e
con rotazioni addizionali in occasione del prossimo Capodanno– e punta a
cogliere, oltre al consistente flusso di turisti e businessmen, anche la
crescente domanda in vista dell’EXPO 2015 a Milano.
Per Blue-express, la low cost di Blue Panorama Airlines, quella che sta per
iniziare sarà inoltre una stagione invernale di conferma del posizionamento
altamente competitivo che il vettore ha raggiunto sull’area mediterranea.
Partono infatti domenica 26 ottobre 2014 i collegamenti diretti
Genova-Tirana-Genova, che saranno operati 2 volte a settimana nelle giornate di
mercoledì e domenica.
L’espansione delle operazioni su Tirana, avviate in concomitanza al
traguardo dei 15 anni di attività del vettore, confermano la leadership di
blu-express sullo scalo della capitale albanese da dove vengono ora servite 9
città italiane: Milano/Malpensa, Milano/Bergamo, Venezia, Verona, Bologna,
Ancona, Pisa, Roma Fiumicino ed appunto Genova. Per la stagione Winter 2014/15,
la compagnia ha inoltre previsto un’intensificazione delle frequenze nel
periodo di alta stagione, dal 15 dicembre 2014 al 15 gennaio 2015, per
soddisfare le esigenze di mobilità tra Italia ed Albania durante le festività
di fine anno.
“Crediamo che la fiducia dimostrata dall’Ente Nazionale dell’Aviazione
Civile con il rilascio della nuova licenza di volo definitiva, sia un segno
tangibile del grande impegno che stiamo profondendo per dare continuità alla
nostra azione aziendale – commenta Franco Pecci, fondatore di Blue Panorama
Airlines – In questo spirito, le novità proposte nell’ultimo periodo, sia a
livello di destinazioni che di flotta, continuano a riflettere reali esigenze
di mobilità dei vari segmenti di mercato, mentre il continuo miglioramento dei
risultati economico-operativi riflettono in pieno il pragmatismo delle nostre
scelte strategiche.”
“Con l’accessibilità garantita dalla convenienza delle nostre tariffe –
conclude Pecci – puntiamo a stimolare tutte le esternalità positive legate alla
presenza di un’offerta di qualità sui mercati di primaria importanza, sia per
rispondere alla domanda di traffico in partenza dall’Italia che il contesissimo
traffico incoming dai Paesi stranieri”.
I biglietti per le destinazioni servite dalla compagnia sono disponibili
sui siti www.blue-panorama.com e www.blu-express.com, tramite call center
chiamando dall’Italia lo +39 06 98956666 o il numero dedicato al mercato
albanese +355 44 500130, nonché sui terminali GDS (Global Distribution System)
utilizzati da tutte le migliori agenzie di viaggio.
Pronta la XXXII edizione della FIHAV, aumenta la presenza italiana
Gli spazi
espositivi di FIHAV 2014 sono al completo
Già al completo le 25 sale espositive di Expocuba di L’Avana, che ospiterà la XXXII Fiera Internazionale dell’Avana dal 2 all’8 novembre. L’evento avrà come obiettivo principale quello di promuovere gli investimenti stranieri a Cuba.
Il Ministro del Commercio Estero e degli Investimenti Esteri dell’isola,
Rodrigo Malmierca ha recentemente dichiarato in una conferenza stampa che le aree
esterne devono essere utilizzate per la visualizzazione dei prodotti.
Questa edizione sarà caratterizzato da circa 2.000 uomini d’affari
stranieri provenienti da più di 60 paesi e 360 entità cubane, e i paesi che
hanno maggiore crescita rispetto al precedente esercizio sono l’Italia e il
Brasile. Inoltre parteciperanno 29 delegazioni di alto livello e i
rappresentanti di 46 Camere di Commercio visiteranno la fiera.
A questo proposito, Malmierca ha annunciato che sono stati individuati
progetti specifici e, in molti casi, sono stati fatti studi di fattibilità, che
sono molto importanti per gli imprenditori.
Nel frattempo, Orlando Guillén, presidente della Camera di Commercio di
Cuba, ha detto che lo stand dell’Ufficio della Zona Speciale di Sviluppo Mariel
(ZEDM) e del Container Terminal situato nella zona, sono tra i principali
espositori.
Secondo il manager, il programma è arricchito da convegni d’affari con
delegazioni commerciali provenienti da Venezuela, Cina, Russia, Svizzera,
Messico e Ungheria, in cui i partner cubani e stranieri potranno aggiornare lo
stato dei loro legami commerciali.
La XXXII Fiera Internazionale de L’Avana sarà la cornice che servirà anche
a celebrare il 500 ° anniversario della città diSantiago de Cuba, confermandosi come
uno degli eventi più importanti del suo genere in America Latina.
Da leone a scimmia, di Ciro Bianchi Ross
Pubblicato su Juventud Rebelde del 26/10/14
Hay dos cosas. O a José Mojica le gustaba mucho La Habana o se resiste
a abandonar esta página. Dediqué una crónica a la visita que el
llamado tenor de la voz de oro nos hizo en 1931, y dos lectores, la
diseñadora Piedad Subiráts y el doctor Diego Artiles, del Hospital 10
de Octubre, salieron enseguida a la palestra para recordar que regresó
en 1953 para una segunda visita. Ya para entonces había tomado los
hábitos religiosos, aunque gozaba de licencia eclesiástica para actuar
y cantar.
Sobre Mojica escribe ahora el historiador Pedro Urbezo, autor del
libro El teatro América y su entorno mágico, que comentamos aquí
oportunamente. Dice Urbezo en su mensaje electrónico que la visita a
la que aluden la destacada diseñadora y el doctor Artiles sería, en
todo caso, la tercera, pues, asegura Urbezo, “se presentó en la escena
del América durante la semana del 7 al 13 de mayo de 1951”, en
funciones nocturnas de lunes a viernes y en doble función el fin de
semana, con lo que festejó el domingo 13 el Día de las Madres. Todas
las presentaciones, señala Urbezo, fueron a teatro lleno y Mojica
salió siempre a escena con su atuendo de fraile.
De vuelta y vuelta
Me recriminan desde Remedios, en Villa Clara, porque en la página del
5 de octubre pasado, al hablar sobre el cubano que fue presidente del
Gobierno español, omití mencionar la fuente de donde tomé la
información. El sujeto en cuestión es el general Dámaso Berenguer,
nacido precisamente en Remedios, en tiempos en que Cuba todavía era
colonia.
Para escribir mi nota me basé en la investigación del licenciado
Rafael Farto Muñiz, el fallecido historiador de esa localidad
villaclareña y autor del libro San Juan de los Remedios. Apuntes sobre
su historia y algunos mitos y leyendas representativos de la tradición
oral. Aunque no hay justificación en la omisión de la fuente, debo
aclarar que mi documentalista me pasó los datos sobre el referido
general, no consignó la bibliografía utilizada, y yo, sencillamente,
me fui con la de trapo.
Respuesta a Solange: En la década de los 50 del siglo pasado, el
turismo se concentraba en La Habana y en muy menor medida en Varadero
e Isla de Pinos. La capital disponía de más de 50 hoteles --cuatro de
estos de lujo-- con 4 900 habitaciones y 9 800 capacidades. En la Playa
Azul no pasaban de 700 las habitaciones e Isla de Pinos podía acomodar
a lo sumo a unos 200 visitantes. Unos 223 000 turistas extranjeros
vacacionaron en Cuba en 1956. Otros 272 000 lo hicieron en el 57 y al
año siguiente la cifra descendió a 212 000.
Pedro M. Calzada Ajete inquiere sobre una canción que interpretaba
Benny Moré y que se titula, dice, Rezo en la noche. Asegura que se
estrenó en 1957 y desea saber quién es su autor y qué reacción provocó
en las autoridades de la dictadura batistiana.
Dice: “Hoy dedico mi canto a las madres que sufren la ausencia / del
hijo idolatrado que valientemente cayera / defendiendo el sagrado
derecho de la libertad / y a la patria, que solemnemente jurara
lealtad / hoy dedico mi canto a las madres que sufren la ausencia /
del hijo idolatrado, que nunca jamás volverá / a la esposa que sufre
en silencio el cruel abandono / y al nené que inocente pregunta:
¿Dónde está papá? ¿Dónde está mi papá?”.
El escribidor recuerda perfectamente la letra, pero duda que sea, como
dice el lector, de 1957, sino de después del triunfo de la Revolución.
La censura batistiana no hubiera permitido algo así.
Osmany Santiago, párroco de Encrucijada, desea información sobre la
Gran Duquesa de Luxemburgo, que es cubana, habanera por más señas, y
Pedro Vives Machado, inquiere sobre el obelisco de 100 y 31, en
Marianao.
A ambos responderé oportunamente.
Ciro Bianchi Ross
cbianchi@enet.cu
http://wwwcirobianchi.blogia.com/
http://cbianchiross.blogia.com/
Un lettore di Sancti
Spiritus che firma il suo messaggio con il solo nome di battesimo – Miguel – e
si dichiara lavoratore del Poder Popular in questa provincia, dice che ricorda
di aver letto, crede in questo stesso giornale, la storia di un uomo che in un
circo di Matanzas, affrontò una scimmia e che rimase tanto percosso nel
combattimento che non giunse a incassare la ricompensa, alla fine. Riferisce
che nei giorni scorsi, commentò questo fatto con sua moglie e che la signora
non vuole crederci, pertanto chiede allo scriba che chiarisca il fatto.
Andiamo per parti. Ci fu
davvero un incontro tra un pugile dei pesi medi, Evangelio Valente e un
gorilla, ma non a Matanzas: all’Avana. Non successe nel tendone di un circo
qualunque, ma nel famoso Ringling che faceva visite annuali a Cuba e si
presentava al Palazzo dei Congressi e dello Sport, sito in Paseo e Mar, più o
meno dove si trova la cosiddetta Fuente de la Juventud.
Il lettore ha ragione quando
assicura di aver conosciuto questa storia grazie a Juventud Rebelde. La
raccontò, in questo giornale, l’amico e collega Elio Menéndez, premio nazionale
di Giornalismo che la raccolse nel suo libro Swuines a la nostalgia, pubblicato a Cienfuegos nell’anno 2005,
dall’Editrice Mecenas; una coedizione con questo giornale.
La storia così.
Come pugile professionista,
Evangelio raggiunse più vittorie che sconfitte. Di 97 combattimenti effettuati
ne vinse 65, di questi 52 per K.O. e fece 12 pareggi. Gareggiava nella
categoria dei medi e la sua mano migliore era la destra con la quale, dicevano,
picchiava come un mulo. Con questa mise fuori combattimento lo spagnolo Lorenzo
Gómez Naya e anestetizzò il triplice campione nazionale Mario Raúl Ochoa,
titolare del pesi medi, mediomassimi e massimi. Oltre a fratturare la mascella
a due rivali.
Fra il 1935 e 1946,
Evangelio si presentò in diverse piazze del Paese, alcune di prima categoria
come l’Arena Cristal e il Palazzo dei Congressi e dello Sport. Ma non arrivò
mai a raggiungere una borsa decorosa.
All’inizio del 1957,
Valiente si era a ritirato da diversi anni e passava i 40. Si avvicinava il 6
gennaio e il suo cuore di padre si ruppe con le letterine con cui i suoi cinque
figli chiedevano giocattoli ai Re Magi. (A Cuba è più tradizione che a Natale.
N.d.T.). Questa volta i bambini sarebbero rimasti senza giocattoli, Valiente
non aveva i soldi per comprarglieli.
Un amico che sapeva della
disperazione di valiente per l’approssimarsi del Giorno dei Re, corse a dirgli
che nel circo che si trovava in Paseo y Mar cercavano qualcuno che si mettesse
in una gabbia con un gorilla al fine di dar vita a un incontro di boxe diverso
e differente. Chi lo facesse riceverebbe cinque pesos per ogni minuto che
passasse affrontando la belva. L’animale sarebbe salito sul ring con una
museruola di ferro e due guanti enormi confezionati per quell’incontro.
Il Palazzo dei Congressi e
lo Sport si era inaugurato il 1° ottobre del 1944 con un incontro pugilistico
sensazionale. Fu demolito nella seconda metà degli anni ’50 con l’obbiettivo di
ampliare il Malecón, che giunse quindi al suo limite sulle sponde del fiume
Almendares. In quel Palazzo delle Convenzioni e dello Sport si installò una pista
di ghiaccio per i pattinatorie fu, inoltre, la sede abituale del circo
nordamericano Ringling che visitava l’Avana tutti gli anni in occasione delle
festività natalizie.
Valiente ascoltò con
attenzione quello che gli diceva il suo amico e non ci pensò due volte. Avrebbe
affrontato il gorilla, se quello era l’unico modo di ottenere i soldi che gli
occorrevano per i giocattoli dei suoi figli. Prima di mettersi nella gabbia
pianificò la sua strategia. Si sarebbe mosso incessantemente attorno
all’animale, avrebbe mandato a vuoto qualche “jab” per non farlo infuriare. E
come faceva nei suoi incontri di 12 round si gestirebbe, senza sprecarle, le
energie perché il combattimento durasse il più possibile. Più fosse durato, più
avrebbe guadagnato l’ex campione.
L’amico da fuori della
gabbia gli avrebbe contato i minuti e a misura che passassero Valiente avrebbe
fatto i suoi conti: ho già il camioncino di pepe, la bambola di Lala: adesso
vado per i pattini di Tomasito...Quando passarono cinque minuti , si sentì tentato
di abbandonare il combattimento. Non aveva più l’agilità e la resistenza di una
volta. Era stanco di tante e tante giravolte e in definitiva aveva risolto il
problema dei giocattoli dei Magi per i bambini.
Anni dopo, raccontava lo
stesso Evangelio Valiente al cronista Elio Menéndez “Al principio la gente mi
gridava: - Evangelio, tu sei pazzo! Questo gorilla ti ammazzerà! –“ Ma col
passare di minuti, vedendo che l’animale non riusciva a raggiungermi, gli
spettatori andarono guadagnando fiducia ed entusiasti mi chiedevano che lo
picchiassi. I più esaltati gridavano – Stendilo! Stendilo! Stendilo! – Diventai
pazzo, è la verità, ma le grida di quella gente mi fecero impazzire” Ricorderà
anni dopo Evangelio Valente.
Solo così osò fare quello
che fece. Pensò che il Palazzo delle Convenzioni e lo Sport fosse lo scenario
delle sue grandi vittorie, ricordò che il Palazzo delle Convenzioni e lo Sport
fosse lo scenario delle sue grandi vittorie, ricordò tutti i rivali che aveva
messo al tappeto e si disse: “ E se gli metto un dstro all’animale e lo
stendo?” Si avvicinò all’animale, fece una finta e gli infilò il destro. La
bestia sentì il diretto e non fece aspettare la sua risposta. Quell’animale
lanciò fiamme dagli occhi, si percosse il petto come fanno le scimmie nei film
di Tarzan e si lanciò sul pugile con grandi urla. Evangelio Valiente cercò di
girarsi, ma poteva solo strisciare sulle gambe e vide arrivare il colpo che il
gorilla gli dette, senza poterselo togliere di dosso. Lo fecero uscire con
urgenza dalla gabbia e lo portarono all’infermeria. Gli dettero cinque punti
alla testa.
Quando sua moglie lo vide
arrivare a casa, bendato, gli chiese se lo aveva investito un autobus,
“Che autobus e autobus! –
rispose Valiente – Mettiti su un vestitino, vecchia, che andiamo a comprare i
giocattoli ai bambini”.
Un’altra
volta Mojica
Cis ono due cose. O a José
Mojica piaceva molto l’Avana o pone resistenza a lasciare questa pagina. Ho
dedicato una cronaca che fece il soprannominato tenore dalla voce d’oro nel
1931 e due lettori, la disegnatrice Piedad Subiráts e il Dottor Diego Artíles,
dell’Ospedale 10 de Octubre, sono venuti subito all’assalto per ricordare che
tornò nel 1953 per una seconda visita. E già per allora aveva indossato gli
abiti religiosi, anche se godesse di dipsensa religiosa per poter cantare e
recitare.
Su Mojica adesso scrive lo
storico Pedro Urbezo, autore del libro El
teatro América y su entorno mágico, che opportunamente commentiamo qui.
Dice Urbezo, nel suo messaggio elettronico, che la visita a cui alludono la
eccellente disegnatrice eil dottor Artiles sarebbe, in ogni caso, la terza.
Ebbene, garantisce Urbezo: “Si presentò sullo scenario del teatro América nella
settimana dal 7 al 13 maggio del 1951”, in funzioni notturne da lunedì a
venerdì e in doppia funzione i fine settimana di odo che festeggiò la domenica 13 la Giornata
della Madre. Tutte le rappresentazioni. Segnala Urbezo, furono a teatro
esaurito e Mojica uscì sempre sulla scena con il suo abito monacale.
Di
fretta
Mi recriminano da remedios,
a Villa Clara, il perché nella pagina del 5 ottobre scorso, parlando del cubano
che fu presidente del Governo spagnolo, omisi di menzionare la fonte da cui
presi l’informazione. Il soggetto in questione è il generale Dámaso Berenguer,
nato prcisamente a Remedios, al tempo in cui Cuba era ancora una colonia.
Per scrivere la mia nota mi
sono basato sull’investigazione del diplomato Rafael Farto Muñiz, il deceduto
storico di questa località villaclareña e autore del libro San Juan de los Remedios. Appunti
sulla sua storia e alcuni miti e
leggende frappresentativi della tradizione orale. Nonostante non ci sia
giustificazione sull’omissione della fonte, devo chiarire che il mio
documentarista mi ha passato i dati sul riferito generale, non segnalò la
bibliografia utilizzata e io, semplicemente, me la sono sciroppata.
Risposta a Solange: nella
decade del ’50 del secolo scorso, il turismo si concentrava all’Avana e in
misura molto più piccola a Varadero e all’Isola dei pini. La capitale disponeva
di oltre 50 alberghi – quattro di questi di lusso – con 4900 camere e 9800
posti letto. Nella Spiaggia Azzurra (Varadero, n.d.t.) non si superavano le 700
camere e l’Isola dei Pini poteva sistemare al massimo 200 visitatori. Circa
223.000 turisti hanno passato le loro vacanze a Cuba nel 1956. Altri 272.000 lo
fecero nel ’57 e l’anno seguente la cifra discese a 212.000.
Pedro M. Calzada Ajete
inquisisce su una canzone interpretata da Benny Moré e che si intitoloa,
dice, Rezo en la noche. Assicura che
esordì nel 1957 e desidera sapere chi è il suo autore e che reazione provocò
gfra le autorità della dittatura batistiana.
Dice: “ Oggi dedico il mio
canto alle madri che soffrono l’assenza/ del figlio idolatrato, che mai più
tornerà/ alla sposa che soffrenel silenzio il crudele abbandono/ e al bambino
innocente che domanda: Dov’è il mio papà? Dov’è il mio papà?”
Lo scriba ricorda
perfettamente il testo, però dubita che sia come dice il lettore, del 1957, se
non dopo la vittoria della Rivoluzione. La censura batistiana non avrebbe
permesso qualcosa di simile.
Osmany Santiago, parroco di
Encrucijada, desidera informazione sulla Gran Duchessa di Lussemburgo che è
cubana, avanera per la precisione e Pedro Víves Machado inquisisce
sull’obelisco di 100 e 31, a Marianao.
A entrambi risponderò
opportunamente.
De león a mono
Ciro Bianchi Ross * digital@juventudrebelde.cu
25 de Octubre del 2014 18:27:51 CDT
Un lector de Sancti Spíritus que firma su mensaje solo con su nombre
de pila --Miguel-- y dice ser trabajador del Poder Popular en esa
provincia, dice que recuerda haber leído, cree que en este mismo
diario, la historia de un hombre que, en un circo de Matanzas, se
enfrentó con un mono y que quedó tan mal parado en el combate que no
alcanzó a cobrar al final la recompensa. Refiere que días atrás
comentó este incidente con su esposa y que la señora se resiste a
creerlo, pide al escribidor que precise el asunto.
Vayamos por partes. Fue en verdad una pelea entre un ex boxeador de
los pesos medianos, Evangelio Valiente, y un gorila, y no en Matanzas,
sino en La Habana. No ocurrió el tope en un circo cualquiera, sino en
el famoso Ringling, que hacía visitas anuales a Cuba y se presentaba
siempre en el Palacio de Convenciones y Deportes, sito en Paseo y Mar,
más o menos donde se halla la llamada Fuente de la Juventud.
Razón tiene el lector cuando asegura que conoció esta historia gracias
a Juventud Rebelde. La contó en este diario el colega y amigo Elio
Menéndez, premio nacional de Periodismo, que la recogió luego en su
libro Swines a la nostalgia, publicado en Cienfuegos, en el año 2005,
por la editorial Mecenas; una coedición con este periódico.
La historia es así.
Como boxeador profesional, Evangelio Valiente alcanzó más triunfos que
derrotas. De 97 combates que efectuó, ganó 65, de estos 52 por nocaut,
e hizo 12 tablas. Peleaba en la división mediana y su mejor mano era
la derecha, con la que, decían los cronistas, pegaba como un mulo. Con
esa puso fuera de combate al español Lorenzo Gómez Naya y anestesió al
triple campeón nacional Mario Raúl Ochoa, titular mediano,
semicompleto y completo. Además de fracturarles el maxilar a dos
rivales.
Entre 1935 y 1946, Evangelio se presentó en diversas plazas del país,
algunas de primera, como la Arena Cristal y el Palacio de Convenciones
y Deportes. Pero jamás llegó a alcanzar una bolsa decorosa.
A comienzos de 1957, Valiente llevaba varios años en retiro y pasaba
de los 40. Se aproximaba el 6 de enero y su corazón de padre se laceró
con las carticas en las que sus cinco hijos pedían juguetes a los
Reyes Magos. Esta vez los niños quedarían sin juguetes, pues Valiente
no tenía dinero para comprárselos.
Un amigo que sabía de la desesperación de Valiente por la proximidad
del Día de Reyes, corrió a decirle que el circo establecido en Paseo y
Mar buscaba a alguien que se metiera en una jaula con un gorila a fin
de escenificar un combate de boxeo distinto y diferente. Quien lo
hiciera recibiría cinco pesos por cada minuto que pasara enfrentado a
la fiera. El animal saldría al ring con un bozal de hierro y dos
guantes enormes confeccionados en especial para aquella pelea.
El Palacio de Convenciones y Deportes se había inaugurado el 1ro. de
octubre de 1944 con un tope boxístico sensacional. Fue demolido en la
segunda mitad de los años 50 con el objetivo de ampliar el Malecón,
que llegó entonces a su límite en la orilla del río Almendares. En
aquel Palacio de Convenciones y Deportes se instaló una pista de hielo
para patinadores y fue además la sede habitual en Cuba del famoso
circo norteamericano Ringling, que visitaba La Habana todos los años,
en ocasión de las fiestas navideñas.
Valiente escuchó con atención lo que le decía su amigo y no lo pensó
dos veces. Se enfrentaría al gorila, si aquella era la única forma de
obtener el dinero que necesitaba para los juguetes de sus hijos.
Antes de meterse en la jaula planificó su estrategia. Se movería sin
cesar alrededor del animal, tiraría algún que otro jab al aire para no
enfurecerlo. Y como hacía en sus peleas a 12 rounds, se dosificaría,
no malgastaría energías para que el combate se alargara el mayor
tiempo posible. Mientras más durara, más ganaría el ex campeón.
El amigo, desde fuera de la jaula, iba contándole los minutos, y a
medida que pasaban, Valiente sacaba la cuenta: Ya tengo el camioncito
de Pepe y la muñeca de Lala; ahora voy por los patines de Tomasito...
Cuando pasaron cinco minutos, se sintió tentado de abandonar el
combate. Ya no tenía la agilidad de antaño ni la resistencia tampoco.
Estaba cansado de tantas y tantas vueltas y, en definitiva, tenía
resuelto ya el problema de los juguetes de Reyes de los niños.
Años después contaba el mismo Evangelio Valiente al cronista Elio
Menéndez: “Al comienzo, la gente me gritaba: -¡Evangelio, tú estás
loco! ¡Ese gorila te va a matar!- Pero al pasar los minutos y ver que
el animal no podía alcanzarme, los espectadores fueron ganando
confianza y, entusiasmados, me pedían que le pegara. Los más
enardecidos vociferaban -¡Tíralo!, ¡tíralo!, ¡tíralo! - “.
“Me volví loco; la verdad es que aquellos gritos me enloquecieron”,
recordaría años más tarde Evangelio Valiente.
Solo así se atrevió a hacer lo que hizo. Pensó que el Palacio de
Convenciones y Deportes era el escenario de sus grandes triunfos,
recordó a todos los rivales que allí había tirado a la lona y se dijo:
“¿Y si le meto un derechazo al bicho y lo tiro?” Se acercó al animal,
hizo una finta y le coló la derecha. El bicho se sintió el derechazo.
Y no demoró su respuesta. Aquel animal echó fuego por los ojos, se
golpeó el pecho, como lo hacen los monos en las películas de Tarzán, y
se abalanzó sobre el boxeador con grandes alaridos. Evangelio Valiente
trató de girar, pero apenas podía arrastrar las piernas y vio venir el
golpe que el orangután le lanzó sin poder quitárselo de encima. Lo
sacaron urgente de la jaula y lo llevaron a la enfermería. Le dieron
cinco puntos en la cabeza...
Cuando su mujer lo vio llegar a la casa, vendado, le preguntó si lo
había atropellado una guagua.
“¡Qué guagua ni qué guagua!--respondió Valiente--. Échate un vestidito
por encima, vieja, que vamos a comprarles los juguetes a los niños”.
Otra vez Mojica
Ciro Bianchi Ross * digital@juventudrebelde.cu
25 de Octubre del 2014 18:27:51 CDT
Un lector de Sancti Spíritus que firma su mensaje solo con su nombre
de pila --Miguel-- y dice ser trabajador del Poder Popular en esa
provincia, dice que recuerda haber leído, cree que en este mismo
diario, la historia de un hombre que, en un circo de Matanzas, se
enfrentó con un mono y que quedó tan mal parado en el combate que no
alcanzó a cobrar al final la recompensa. Refiere que días atrás
comentó este incidente con su esposa y que la señora se resiste a
creerlo, pide al escribidor que precise el asunto.
Vayamos por partes. Fue en verdad una pelea entre un ex boxeador de
los pesos medianos, Evangelio Valiente, y un gorila, y no en Matanzas,
sino en La Habana. No ocurrió el tope en un circo cualquiera, sino en
el famoso Ringling, que hacía visitas anuales a Cuba y se presentaba
siempre en el Palacio de Convenciones y Deportes, sito en Paseo y Mar,
más o menos donde se halla la llamada Fuente de la Juventud.
Razón tiene el lector cuando asegura que conoció esta historia gracias
a Juventud Rebelde. La contó en este diario el colega y amigo Elio
Menéndez, premio nacional de Periodismo, que la recogió luego en su
libro Swines a la nostalgia, publicado en Cienfuegos, en el año 2005,
por la editorial Mecenas; una coedición con este periódico.
La historia es así.
Como boxeador profesional, Evangelio Valiente alcanzó más triunfos que
derrotas. De 97 combates que efectuó, ganó 65, de estos 52 por nocaut,
e hizo 12 tablas. Peleaba en la división mediana y su mejor mano era
la derecha, con la que, decían los cronistas, pegaba como un mulo. Con
esa puso fuera de combate al español Lorenzo Gómez Naya y anestesió al
triple campeón nacional Mario Raúl Ochoa, titular mediano,
semicompleto y completo. Además de fracturarles el maxilar a dos
rivales.
Entre 1935 y 1946, Evangelio se presentó en diversas plazas del país,
algunas de primera, como la Arena Cristal y el Palacio de Convenciones
y Deportes. Pero jamás llegó a alcanzar una bolsa decorosa.
A comienzos de 1957, Valiente llevaba varios años en retiro y pasaba
de los 40. Se aproximaba el 6 de enero y su corazón de padre se laceró
con las carticas en las que sus cinco hijos pedían juguetes a los
Reyes Magos. Esta vez los niños quedarían sin juguetes, pues Valiente
no tenía dinero para comprárselos.
Un amigo que sabía de la desesperación de Valiente por la proximidad
del Día de Reyes, corrió a decirle que el circo establecido en Paseo y
Mar buscaba a alguien que se metiera en una jaula con un gorila a fin
de escenificar un combate de boxeo distinto y diferente. Quien lo
hiciera recibiría cinco pesos por cada minuto que pasara enfrentado a
la fiera. El animal saldría al ring con un bozal de hierro y dos
guantes enormes confeccionados en especial para aquella pelea.
El Palacio de Convenciones y Deportes se había inaugurado el 1ro. de
octubre de 1944 con un tope boxístico sensacional. Fue demolido en la
segunda mitad de los años 50 con el objetivo de ampliar el Malecón,
que llegó entonces a su límite en la orilla del río Almendares. En
aquel Palacio de Convenciones y Deportes se instaló una pista de hielo
para patinadores y fue además la sede habitual en Cuba del famoso
circo norteamericano Ringling, que visitaba La Habana todos los años,
en ocasión de las fiestas navideñas.
Valiente escuchó con atención lo que le decía su amigo y no lo pensó
dos veces. Se enfrentaría al gorila, si aquella era la única forma de
obtener el dinero que necesitaba para los juguetes de sus hijos.
Antes de meterse en la jaula planificó su estrategia. Se movería sin
cesar alrededor del animal, tiraría algún que otro jab al aire para no
enfurecerlo. Y como hacía en sus peleas a 12 rounds, se dosificaría,
no malgastaría energías para que el combate se alargara el mayor
tiempo posible. Mientras más durara, más ganaría el ex campeón.
El amigo, desde fuera de la jaula, iba contándole los minutos, y a
medida que pasaban, Valiente sacaba la cuenta: Ya tengo el camioncito
de Pepe y la muñeca de Lala; ahora voy por los patines de Tomasito...
Cuando pasaron cinco minutos, se sintió tentado de abandonar el
combate. Ya no tenía la agilidad de antaño ni la resistencia tampoco.
Estaba cansado de tantas y tantas vueltas y, en definitiva, tenía
resuelto ya el problema de los juguetes de Reyes de los niños.
Años después contaba el mismo Evangelio Valiente al cronista Elio
Menéndez: “Al comienzo, la gente me gritaba: -¡Evangelio, tú estás
loco! ¡Ese gorila te va a matar!- Pero al pasar los minutos y ver que
el animal no podía alcanzarme, los espectadores fueron ganando
confianza y, entusiasmados, me pedían que le pegara. Los más
enardecidos vociferaban -¡Tíralo!, ¡tíralo!, ¡tíralo! - “.
“Me volví loco; la verdad es que aquellos gritos me enloquecieron”,
recordaría años más tarde Evangelio Valiente.
Solo así se atrevió a hacer lo que hizo. Pensó que el Palacio de
Convenciones y Deportes era el escenario de sus grandes triunfos,
recordó a todos los rivales que allí había tirado a la lona y se dijo:
“¿Y si le meto un derechazo al bicho y lo tiro?” Se acercó al animal,
hizo una finta y le coló la derecha. El bicho se sintió el derechazo.
Y no demoró su respuesta. Aquel animal echó fuego por los ojos, se
golpeó el pecho, como lo hacen los monos en las películas de Tarzán, y
se abalanzó sobre el boxeador con grandes alaridos. Evangelio Valiente
trató de girar, pero apenas podía arrastrar las piernas y vio venir el
golpe que el orangután le lanzó sin poder quitárselo de encima. Lo
sacaron urgente de la jaula y lo llevaron a la enfermería. Le dieron
cinco puntos en la cabeza...
Cuando su mujer lo vio llegar a la casa, vendado, le preguntó si lo
había atropellado una guagua.
“¡Qué guagua ni qué guagua!--respondió Valiente--. Échate un vestidito
por encima, vieja, que vamos a comprarles los juguetes a los niños”.
Otra vez Mojica
Hay dos cosas. O a José Mojica le gustaba mucho La Habana o se resiste
a abandonar esta página. Dediqué una crónica a la visita que el
llamado tenor de la voz de oro nos hizo en 1931, y dos lectores, la
diseñadora Piedad Subiráts y el doctor Diego Artiles, del Hospital 10
de Octubre, salieron enseguida a la palestra para recordar que regresó
en 1953 para una segunda visita. Ya para entonces había tomado los
hábitos religiosos, aunque gozaba de licencia eclesiástica para actuar
y cantar.
Sobre Mojica escribe ahora el historiador Pedro Urbezo, autor del
libro El teatro América y su entorno mágico, que comentamos aquí
oportunamente. Dice Urbezo en su mensaje electrónico que la visita a
la que aluden la destacada diseñadora y el doctor Artiles sería, en
todo caso, la tercera, pues, asegura Urbezo, “se presentó en la escena
del América durante la semana del 7 al 13 de mayo de 1951”, en
funciones nocturnas de lunes a viernes y en doble función el fin de
semana, con lo que festejó el domingo 13 el Día de las Madres. Todas
las presentaciones, señala Urbezo, fueron a teatro lleno y Mojica
salió siempre a escena con su atuendo de fraile.
De vuelta y vuelta
Me recriminan desde Remedios, en Villa Clara, porque en la página del
5 de octubre pasado, al hablar sobre el cubano que fue presidente del
Gobierno español, omití mencionar la fuente de donde tomé la
información. El sujeto en cuestión es el general Dámaso Berenguer,
nacido precisamente en Remedios, en tiempos en que Cuba todavía era
colonia.
Para escribir mi nota me basé en la investigación del licenciado
Rafael Farto Muñiz, el fallecido historiador de esa localidad
villaclareña y autor del libro San Juan de los Remedios. Apuntes sobre
su historia y algunos mitos y leyendas representativos de la tradición
oral. Aunque no hay justificación en la omisión de la fuente, debo
aclarar que mi documentalista me pasó los datos sobre el referido
general, no consignó la bibliografía utilizada, y yo, sencillamente,
me fui con la de trapo.
Respuesta a Solange: En la década de los 50 del siglo pasado, el
turismo se concentraba en La Habana y en muy menor medida en Varadero
e Isla de Pinos. La capital disponía de más de 50 hoteles --cuatro de
estos de lujo-- con 4 900 habitaciones y 9 800 capacidades. En la Playa
Azul no pasaban de 700 las habitaciones e Isla de Pinos podía acomodar
a lo sumo a unos 200 visitantes. Unos 223 000 turistas extranjeros
vacacionaron en Cuba en 1956. Otros 272 000 lo hicieron en el 57 y al
año siguiente la cifra descendió a 212 000.
Pedro M. Calzada Ajete inquiere sobre una canción que interpretaba
Benny Moré y que se titula, dice, Rezo en la noche. Asegura que se
estrenó en 1957 y desea saber quién es su autor y qué reacción provocó
en las autoridades de la dictadura batistiana.
Dice: “Hoy dedico mi canto a las madres que sufren la ausencia / del
hijo idolatrado que valientemente cayera / defendiendo el sagrado
derecho de la libertad / y a la patria, que solemnemente jurara
lealtad / hoy dedico mi canto a las madres que sufren la ausencia /
del hijo idolatrado, que nunca jamás volverá / a la esposa que sufre
en silencio el cruel abandono / y al nené que inocente pregunta:
¿Dónde está papá? ¿Dónde está mi papá?”.
El escribidor recuerda perfectamente la letra, pero duda que sea, como
dice el lector, de 1957, sino de después del triunfo de la Revolución.
La censura batistiana no hubiera permitido algo así.
Osmany Santiago, párroco de Encrucijada, desea información sobre la
Gran Duquesa de Luxemburgo, que es cubana, habanera por más señas, y
Pedro Vives Machado, inquiere sobre el obelisco de 100 y 31, en
Marianao.
A ambos responderé oportunamente.
Ciro Bianchi Ross
cbianchi@enet.cu
http://wwwcirobianchi.blogia.com/
http://cbianchiross.blogia.com/
domenica 26 ottobre 2014
sabato 25 ottobre 2014
Quando il Milan era dei "Tulipani" e noi con qualche anno meno....
L'amico Gianni Potente già addetto alla sicurezza della nostra ambasciata a Cuba e che non sentivo da anni, mi ha inviato dalla natia Lecce una bella foto ricordo di altri tempi quando ci si riuniva per giocare a calcio anche con altri amici non presenti nella foto. All'epoca ricordo di aver calpestato tutti (credo) i terreni da calcio dell'Avana, dallo stadio principale Pedro Marrero all'Eduardo Saborít, la Polar, el Campo Armada, la Girardilla, la escuela de Quimica. Abbiamo fatto tante partite con squadre a volte miste con altri stranieri a volte di "Italia" contro il Resto del Mondo (cubani, cileni, boliviani, sovietici, bulgari. ecc.). Durante i giochi Panamericani del 1991, essendo accreditato come giornalista, invece ho disputato la partita tra inviati e corrispondenti (credo l'unico straniero con questa qualifica) del Resto del Mondo, contro l'agguerrita formazione degli inviati argentini che avevano portato uniformi e tutto ed erano abituati a giocare assieme. Li abbiamo battuti 4 a 3, con loro grande rabbia...
Nella foto da sinistra: Aldo "Pincél" (pennello) Abuaf, Mario Demaria, Mario Baldassarri, Luciano Campoli, Gianni Potente e sotto: Marco "Van Basten" Gorini e Aldo "el Leñador" (picchiatore) Peano.
Grazie Gianni mi hai fatto un bel regalo...nostalgia a parte.
Nella foto da sinistra: Aldo "Pincél" (pennello) Abuaf, Mario Demaria, Mario Baldassarri, Luciano Campoli, Gianni Potente e sotto: Marco "Van Basten" Gorini e Aldo "el Leñador" (picchiatore) Peano.
Grazie Gianni mi hai fatto un bel regalo...nostalgia a parte.
venerdì 24 ottobre 2014
giovedì 23 ottobre 2014
mercoledì 22 ottobre 2014
martedì 21 ottobre 2014
Una vecchia signora in forma: FIAT 1100TV
Dopo qualche intervento di chirurgia plastica, utile vista l'età rispettabile, questa 1100TV fa ancora la sua bella figura...e il suo dovere.
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