Translate

Il tempo all'Avana

+28
°
C
H: +28°
L: +23°
L'Avana
Lunedì, 24 Maggio
Vedi le previsioni a 7 giorni
Mar Mer Gio Ven Sab Dom
+28° +29° +29° +28° +29° +29°
+24° +24° +24° +24° +24° +24°

lunedì 3 agosto 2015

Dal Fructuoso mi hanno dato un messaggio, di Ciro Bianchi Ross

Pubblicato su Juventud Rebelde del 2/8/15

 Il dottor Diego Artiles, medico specialista in Ortopedia e Traumatologia, trasmette una nota interessante  sull’Ospedale Ortopedico Docente Fructuoso Rodríguez. Succede che questa importante istituzione della salute che si affaccia all’Avenida de los Presidentes, di fronte al monumento del maggior generale José Miguel Gómez, all’Avana, ha compiuto 70 anni dalla sua fondazione. Aprì le sue porte il 30 giugno del 1945, con il nome di Istituto di Chirurgia Ortopedica ed aveva l’obbiettivo di lottare contro la diffusione della poliomelite e altre malattie invalidanti o deformanti.
I giovani cubani di oggi, sono vaccinati alla nascita contro non poche malattie, non conoscono qual’è il terribile flagello della poliomelite, il cui solo nome creava angustia ai nostri genitori e nonni. Si tratta di una malattia contagiosa provocata da un virus che si immette nei centri nervosi, particolarmente nel midollo spinale, provoca paralisi e risulta mortale se attacca i muscoli respiratori. Si chiamò proprio paralisi infantile, ma in realtà assaliva persone di qualsiasi età.
Il dottor Artiles scrive: “Durante l’estate del 1934, la capitale fu flagellata da un’epidemia di poliomelite che seminò paura, costernazione e dolore in molte case e che per l’alta mortalità che l’accompagnava, riempì di lutto molte famiglie”.
La malattia appariva con maggiore o minor forza ogni anno e causava danni maggiori o minori. All’inizio della decade del ’40, il Governo si fece eco del giusto clamore delle madri cubane e creò con il Decreto 3312, del 12 novembre del 1942, il “Patronato per la Prevenzione e l’Assistenza alla Poliomelite e altre malattie che producano deformità e invalidità”. Lo presiedeva un eminente ortopedico, il dottor Alberto Inclán Costa e lo integravano in qualità di assistenti figure notevolissime della Medicina, come il clinico Luis Ortega Bolaño e i pediatri Ángel Arturo Aballí e Clemente Inclán Costa che col tempo assumerà il rettorato dell’Università dell’Avana, dove gli studenti lo distingueranno con il titolo di “Magnifico Rettore”.
Sottolinea nella sua nota, il dottor Diego Artiles che il citato decreto stabiliva che il Patronato avrebbe assunto la costruzione del progettato Istituto di Chirurgia Ortopedica con i fondi che apportava lo Stato per mezzo di sovvenzioni, contribuzioni e aiuti, così come proventi da riffe e sorteggi organizzati allo scopo, oltre a donazioni e lasciti dell’iniziativa privata.
Il Patronato presieduto dal dottor Alberto Inclán, si riunì per la prima volta il 20 novembre del 1942 nella sede del Consiglio Nazionale della Tubercolosi in calle 31 e 76 a Marianao. Gli Statuti che avrebbero retto i suoi atti furono dati a conoscere nella Gazzetta Ufficiale del 5 gennaio del 1943. Venti giorni più tardi, il Governo aggiudicava il terreno necessario all’edificazione dell’Istituto. La Giunta dei Patroni aveva accordato che la costruzione dell’edificio si svolgesse in una zona urbanizzata e vicino ad altri ospedali come il Calixto García, il Pediatrico e la Mercedes, al fine che risultasse facilmente accessibile agli infermi. L’opera si sarebbe eseguita in un terreno che fino ad allora apparteneva al Castillo del Principe, enclave del Carcere dell’Avana.
Non senza tribulazioni per l’insufficienza dei fondi, mancanza di materiale idoneo e cause legali, l’opera si concluse. Occupò un’area di 7.208 metri quadrati. Il suo costo fu di quasi 750.000 pesos. Contava, al momento della sua apertura, di numerosi servizi specializzati e 94 letti di degenza.
Il suo primo direttore fu il dottor Raúl Rodríguez Gutiérrez. Un ridotto gruppo di specialisti formò il suo corpo volontario iniziale, fra di loro i dottori Antonio Ponce de León, Francisco Tejera Lorenzo, Mario Stone e Julio César Caravia. Nella parte infermieristica debuttarono Elsa Jiménez, Aida Amor e Rafaela Sánchez.
Con la vittoria della Rivoluzione, un gruppo di studenti dell’Università, su ordine della FEU (Federazione Studentesca Universitaria, n.d.t.), occupa l’ospedale. È da allora che gli si da il nome di Fructuoso Rodríguez, a ricordo del segretario generale del Directorio Revolucionario assassinato, con altri tre giovani, nell’edificio di Humboldt 7, il 20 aprile del 1957. Il dottor Ponce de León assunse la direzione del centro e i dottori Machín e Pascau si disimpegnarono come chirurghi generali. Un ortopedico di grande prestigio, il dottor Julio Martínez Páez venne designato come direttore del Fructuoso nel 1962. Aveva avuto una partecipazione notevole nella lotta clandestina contro Batista e nel giugno del 1957 si fece carico, sulla Sierra Maestra, della direzione dei servizi di Sanità Militare dell’Esercito Rebelde. Anche se il Che che pure era medico, era sulle montagne già dall’inizio, il comandante Martínez Páez si considera il primo medico della guerriglia. Vinse la Rivoluzione ed è Ministro della Salute Pubblica. L’importante incarico non gli fece abbandonare le sue responsabilità, nell’ospedale Calixto García, dove si disimpegnava come specialista prima di recarsi sulla Sierra e pur essendo Ministro non tralasciò di andare al suo ambulatorio né trascorse un giorno senza che passasse la visita nella sua sala.
“Il professor dottor Martínez Páez diresse l’istituzione fino all’anno 2000 e l’ospedale continuò ad essere una prestigiosa scuola formatrice di ortopedici e traumatologi, riconosciuta dal Sistema Nazionale della Salute, così come in generale dalla popolazione. Il 31 marzo di quell’anno, morì”, afferma il dottor Artiles.
Puntualizza:
“A partire dall’anno 2004, l’Ospedale Ortopedico Docente Fructuoso Rodríguez è stato sottoposto a vari processi di ristrutturazione. Ha aumentato il numero dei suoi letti, si è cercato un maggior comfort per i pazienti ricoverati e lo si è dotato di nuove tecnologie che rendono possibile un’asssistenza più efficace e nuove vie d’investigazione”.
Il pacchettino di Haydée
Lo scriba conobbe personalmente il dottor Julio Martínez Páez nel maggio del 1991 quando, per la rivista Cuba, lo intervistò con motivo della pubblicazione del suo libro Un médico en la Sierra che apparve con il marchio dell’Editrice Gente Nueva e con prologo del poeta Roberto Fernández Retamar. Un libro nel quale il medico, divenuto scrittore, si scopre come osservatore sagace e mostra al lettore una faccia poco conosciuta della lotta guerrigliera sulla montagna: quella della vita quotidiana dei combattenti. Ricordi, impressioni, valutazioni accertate, rimangono plasmati negli aneddoti che raccoglie nelle sue pagine il primo medico che, come si è detto, si inserì nell’Esercito Rebelde e vi raggiunse il grado di comandante.
Nacque a Bolondrón, Matanzas, nel 1908 e lì studiò Medicina, non senza grandi sforzi. Era un ortopedico di molto prestigio e ben remunerato quando, con quasi 50 anni, si aggiunse alla guerriglia. Prima, dagli inizi dell’anno 1957, si occupava di trasportare in automobile, una spyder Pontiac, Haydée Santamaria e Armando Hart, severamente ricercati, allora, dalla polizia batistiana per portarli dove fosse necessario, spesso a casa sua o al suo ambulatorio privato, 19 e C nel Vedado, dove si riunivano con altri combattenti clandestini. Se doveva andare all’ospedale – prestava servizio nella sala Gálvez del Calixto García -, il medico si manteneva costantemente in contatto telefonico nel caso la coppia avesse bisogno di un’altro spostamento o sollecitassero qualsiasi altro servizio.
Un giorno in cui erano riuniti vari combattenti, Haydée gli chiese un favore. “Raccoglimi un pacchettino che mi hanno lasciato nella farmacia di L tra 21 e 23. Aspetta che non ci siano clienti e dì alla farmacista che vai da parte mia a raccogliere il pacchettino”.
Martínez Páez giunge alla farmacia. Diversi clienti aspettano al banco e lui fa passare il tempo davanti alla vetrina dei profumi. Per due volte gli si avvicina un commesso che gentilmente, gli chiede cosa vorrebbe comprare. Il medico gli risponde che voleva qualche profumo, ma non sa quale e lo avviserà quando si sarà deciso. L’esercizio rimane vuoto e Martínez Páez riesce a eludere il solerte commesso, dicendo alla farmacista che lo manda Haydée e che viene per il pacchettino.
Sono passati anni, ma Martínez Páez non si è dimenticato il sorriso tra lo stupito e l’ironico della farmacista. Il pacchettino? Sì, come no, adesso glie lo porto disse scomparendo nel retro della farmacia portando ancora negli occhi una scintilla di furbizia.
Martínez Páez ricorda nel suo libro: “Quando torna, porta sottobraccio una donna alta, bella ed elegante. È questa donna il pacchettino che aspetto. Nascondo la mia sorpresa. Prendo sottobraccio la ragazza e restituisco il sorriso ironico alla farmacista. Adesso capisco lo sguardo che mi ha indirizzato quando le ho parlato di un pacchettino. (...) Al gingere dov’era Haydée ci presentano. Lei è Aida Santamaria, la sorella di Haydée. Allora non posso trattenere un’amabile ironia che risulta ilare: {Haydée tu mi hai detto di portarti un pacchettino e quasi non mi entra nella cesta}”.
Fidel invia una lettera ad Haydée nella quale dice che sulla Sierra si necessita un chirurgo. Martínez Páez vede il cielo aperto. Questo chirurgo sarà lui.
Fa il viaggio fino all’oriente del Paese. Si trova sulla Sierra da un mese e non si è ancora imbattuto col Che. Una sera è nella sua amaca. C’è ordine di parlare sottovoce nell’accampamento, ma improvvisamente sente un rumore inaspettato. È il Che e Martínez Páez si affretta per conoscerlo. “Che bello che sei arrivato! Aspetta, ti porto un piccolo regalo”. Il medico non nasconde la sua sorpresa. Un piccolo regalo? Ebbene sì. Si tratta di una cassetta dove il Che conserva i suoi strumenti da chirurgo. Dice: “Da oggi smetto di essere medico per essere guerrigliero. Tu non sai come aspettavo il tuo arrivo!”
Un abbraccio suggellò l’amicizia fra i due uomini.


Del Fructuoso me han dado un recado        
 Ciro Bianchi Ross • digital@juventudrebelde.cu
1 de Agosto del 2015 21:00:39 CDT

El doctor Diego Artiles, médico especialista en Ortopedia y
Traumatología, remite una interesante nota sobre el Hospital
Ortopédico Docente Fructuoso Rodríguez. Sucede que esa importante casa
de salud que se asoma a la Avenida de los Presidentes, frente al
monumento al mayor general José Miguel Gómez, en La Habana, cumplió 70
años de fundada. Con el nombre de Instituto de Cirugía Ortopédica
abrió sus puertas el 30 de junio de 1945 con el objetivo de luchar
contra las secuelas de la poliomielitis y otras afecciones
invalidantes o deformantes.
Los jóvenes cubanos de hoy, que son vacunados al nacer contra no pocas
enfermedades, desconocen lo que es el terrible flagelo de la
poliomielitis, cuya simple mención tanto angustiaba a nuestros padres
y abuelos. Se trata de una enfermedad contagiosa provocada por un
virus que se fija sobre los centros nerviosos, en particular sobre la
médula espinal, provoca parálisis, y resulta mortal si ataca los
músculos respiratorios. Se le llamó asimismo parálisis infantil, pero
en verdad atacaba a personas de cualquier edad.
Escribe el doctor Artiles: “Durante el verano de 1934, la capital del
país fue azotada por una epidemia de poliomielitis que sembró espanto,
consternación y dolor en muchos hogares y que por la alta mortalidad
que llevó aparejada, llenó de luto y desesperación a numerosas
familias».
La enfermedad aparecía con mayor o menor fuerza todos los años y
causaba mayores o menores estragos. A comienzos de la década de los
40, el Gobierno se hizo eco del justo clamor de las madres cubanas y
creó, mediante el Decreto 3312, del 12 de noviembre de 1942, el
«Patronato de la Prevención y  Asistencia de la Poliomielitis y demás
afecciones que produzcan deformidades e invalidez». Lo presidía un
ortopédico eminente, el doctor Alberto Inclán Costa, y lo integraban,
en calidad de vocales, figuras notabilísimas de la Medicina, como el
clínico Luis Ortega Bolaño, y los pediatras Ángel Arturo Aballí y
Clemente Inclán Costa, que con el tiempo asumiría el rectorado de la
Universidad de La Habana, donde los estudiantes lo distinguirían con
el título de “Rector Magnífico”el”.
Consigna el doctor Diego Artiles en su nota que el mencionado decreto
establecía que el Patronato acometería la construcción  del proyectado
Instituto de Cirugía Ortopédica con los fondos que aportaría el Estado
por medio de subvenciones, contribuciones y auxilios, así como con el
producto de rifas y sorteos organizados al efecto, y las donaciones y
legados de la iniciativa privada.
El Patronato presidido por el doctor Alberto Inclán se reunió por
primera vez el 20 de noviembre de 1942 en la sede del Consejo Nacional
de Tuberculosis, en 31 y 76, Marianao. Los estatutos por los que
regiría sus actos se dieron a conocer en la Gaceta Oficial del 5 de
enero de 1943. Veinte días más tarde el Gobierno adjudicaba los
terrenos necesarios para la edificación del Instituto. La Junta de
Patronos había acordado que la construcción del edificio se llevase a
cabo en zona  urbanizada y cerca de otros hospitales, como el Calixto
García, el Infantil y el Mercedes, a fin de que resultase fácilmente
asequible a los enfermos. La obra se ejecutaría en terrenos que
pertenecieron hasta entonces al Castillo del Príncipe, enclave de la
Cárcel de La Habana.
No sin tribulaciones por insuficiencia de los fondos, falta de
materiales idóneos y querellas legales se concluyó la obra. Ocupó un
área de 7 208 metros cuadrados. Su costo fue de casi 750 000 pesos.
Contaba, en el momento de su apertura, con numerosos servicios
especializados y 94 camas de hospitalización.
Su primer director fue el doctor Raúl Rodríguez Gutiérrez. Un reducido
grupo de especialistas conformó su cuerpo facultativo inicial, entre
ellos los doctores Antonio Ponce de León, Francisco Tejera Lorenzo,
Mario Stone y Julio César Caravia. Por la parte de enfermería
debutaron Elsa Jiménez, Aida Amor y Rafaela Sánchez.
Con el triunfo de la Revolución, un grupo de estudiantes de la
Universidad, por orden de la FEU, ocupa el hospital. Es por entonces
que se le da el nombre de Fructuoso Rodríguez, en recuerdo del
secretario general del Directorio Revolucionario asesinado, junto a
otros tres jóvenes, en el edificio de Humboldt 7, el 20 de abril de
1957. El doctor Ponce de León asumió la dirección del centro y los
doctores Machín y Pascau se desempeñaron como cirujanos generales.
Un ortopédico de gran prestigio, el doctor Julio Martínez Páez, es
designado director del Fructuoso en 1962. Había tenido una
participación destacada en la lucha clandestina contra Batista, y en
junio de 1957 se hizo cargo, en la Sierra Maestra, de la dirección de
los servicios de la Sanidad Militar del Ejército Rebelde. Aunque ya el
Che, que también era médico, estaba desde el comienzo en la montaña,
al comandante Martínez Páez se le considera el primer médico de la
guerrilla. Triunfa la Revolución y es Ministro de Salubridad (Salud
Pública). El importante cargo no lo hizo abandonar sus
responsabilidades en el hospital Calixto García, donde se desempeñaba
como especialista antes de irse a la Sierra, y siendo Ministro no dejó
de acudir a su consulta ni transcurrió un día sin que pasara visita en
su sala.
“El profesor  doctor Martínez Páez dirigió la institución hasta el año
2000 y el hospital siguió siendo una prestigiosa escuela formadora de
ortopédicos y traumatólogos, reconocida tanto por el Sistema Nacional
de Salud como por la población en general. Falleció el 31 de marzo de
ese año”, afirma el doctor Artiles.
        Puntualiza:
        “A partir del año 2004 el Hospital Ortopédico Docente Fructuoso
Rodríguez ha sido sometido a varios procesos de remodelación. Aumentó
el número de sus camas, se buscó un mayor confort para el paciente
hospitalizado y se le dotó de nuevas tecnologías que posibilitan una
asistencia más eficaz y nuevas líneas de investigación».

El paquetico de Haydée

El escribidor conoció personalmente al doctor Julio Martínez Páez en
mayo de 1991 cuando, para la revista Cuba, lo entrevistó con motivo de
la publicación de su libro Un médico en la Sierra, que apareció con el
sello de la editorial Gente Nueva y prólogo del poeta Roberto
Fernández Retamar. Un libro en que el médico devenido escritor se
descubre como observador sagaz y muestra al lector una cara poco
conocida de la lucha guerrillera en la montaña: la de la vida
cotidiana de los combatientes. Recuerdos, impresiones y certeras
valoraciones quedan plasmados en las anécdotas que recoge en sus
páginas el primer  médico que, como ya se dijo,  se incorporó a las
filas del Ejército Rebelde y alcanzó allí el grado de comandante.
Nació en Bolondrón, Matanzas, en 1908, y estudió Medicina no sin
grandes esfuerzos. Era en La Habana un ortopédico muy prestigioso y
bien remunerado cuando, con casi 50 años, se sumó a la guerrilla.
Antes, desde comienzos del año 1957, se ocupaba de trasladar en su
automóvil, una cuña Pontiac convertible, a Haydée Santamaría y
Armando Hart, severamente buscados entonces por la policía batistiana,
para llevarlos a donde fuera necesario, a menudo a su casa o a su
consulta particular, en 19 y C, en el Vedado, donde se reunían con
otros combatientes clandestinos. Si debía ir al hospital —prestaba
servicios en la sala Gálvez del Calixto García—, el médico se mantenía
 todo el tiempo al tanto del teléfono por si la pareja requería de un
nuevo traslado o solicitaba cualquier otro encargo.
Un día en que están reunidos varios combatientes, Haydée le pide un
favor. «Recógeme un paquetico que me han dejado en la farmacia de L
entre 21 y 23. Espera a que no haya clientes y entonces le dices a la
farmacéutica que vas de mi parte a recoger el paquetico».
Llega Martínez Páez a la botica. Varios clientes aguardan ante el
mostrador y él hace tiempo ante la vidriera de los perfumes. Dos veces
se le acerca un dependiente que, solícito, le pregunta qué va a
llevar. Responde el médico que algún perfume, pero que no sabe cuál,
que le avisaría cuando lo decidiera. Queda vacío el establecimiento,
logra Martínez Páez evadir al atento empleado, y dice a la boticaria
que lo manda Haydée, que viene a lo del paquetico.
Los años pasaron, pero Martínez Páez no olvidó la sonrisa entre
asombrada e irónica de la farmacéutica. ¿El paquetico? Sí, cómo no,
ahora mismo se lo traigo, dijo y se perdió en la trastienda de la
farmacia llevando aún en los ojos una chispa picaresca.
Recuerda Martínez Páez en su libro: «Cuando regresa, trae del brazo a
una mujer alta, bella y elegante. Es esa mujer, precisamente, el
paquetico que yo espero. Escondo mi sorpresa. Tomo del brazo a la
muchacha y le devuelvo la irónica sonrisa a la farmacéutica. Ahora
comprendo la mirada que me dirigió cuando yo le hablé de un paquetico.
(…) Al llegar donde Haydée nos presentan. Ella es Aida Santamaría, la
hermana de Haydée. Entonces no puedo contener una amable ironía que
resulta una hilaridad:
Haydée, tú me dijiste que te trajera un paquetico, y ¡por poco no me
cabe en la cuña”.
Fidel envía a Haydée una carta en la que le dice que en la Sierra
Maestra se necesita  un cirujano. Martínez Páez ve los cielos
abiertos. Ese cirujano sería él.
Hace el viaje hacia el oriente del país. Lleva un mes en la Sierra y
aún no ha topado con el Che. Una noche está ya en su hamaca. Hay en el
campamento la orden de hablar en susurros, pero siente ahora un rumor
inusitado. Es el Che, y Martínez Páez se apresura a conocerlo. “¡Qué
bueno que llegaste! Espera, que te traigo un regalito”. El médico no
sale de su asombro. ¿Un regalito?  Pues sí. Se trata de una pequeña
caja donde el Che guarda su instrumental de cirujano. Dice: “Desde hoy
dejo de ser médico para ser guerrillero. ¡Tú no sabes cómo ansiaba tu
llegada!”
Un abrazo selló la amistad entre los dos hombres.

Ciro Bianchi Ross
cbianchi@enet.cu

http://wwwcirobianchi.blogia.com/
http://cbianchiross.blogia.com/












domenica 2 agosto 2015

Tardanza

TARDANZA: ballare in ritardo

venerdì 31 luglio 2015

Tappa

TAPPA: femmina di piccola statura

Obama visiterà Cuba, prima di lasciare la presidenza?

Fonte: El Nuevo Herald
Cuba
 JULIO 21, 2015
Obama no descarta viaje a Cuba


Una mujer ondea una bandera frente a la embajada de Estados Unidos en la Habana, Cuba el lunes 20 de julio.Miami

NORA GAMEZ TORRES Y LESLEY CLARK
ngameztorres@ elnuevoherald.com
WASHINGTON 

Una prensa libre y el cese de la represión a disidentes políticos no son condiciones que necesariamente deban cumplirse en Cuba para que el presidente Barack Obama pueda visitar la isla, dijo este lunes el portavoz de la Casa Blanca, Josh Earnest.
Earnest se había referido a esos dos aspectos al discutir una potencial visita presidencial a la isla en otra rueda de prensa la semana pasada.
“Esto es el tipo de cosa en la que nos gustaría ver a Cuba progresar, pero en este punto, no necesariamente sugeriría que se requiere la protección exitosa de estos derechos antes de que cualquier tipo de visita presidencial sea discutida”, aclaró.
El portavoz declinó comentar sobre cuáles condiciones específicas se tomarían en cuenta pero señaló que “ciertamente, el progreso que el gobierno cubano haga en relación a la protección de los derechos humanos básicos, será un factor en la decisión del presidente de viajar a Cuba”, si este tomara esa decisión.
Sobre el tema de las libertades civiles en Cuba, Earnest dijo que el gobierno de la isla debe de hacer un progreso “significativo” en cuanto a la libertad de expresión, de reunión, religiosa y de prensa, pero dijo que la política anterior no había obtenido resultados en esos aspectos durante 55 años.
Earnest evaluó la decisión de Cuba de liberar un “número importante” de presos políticos tras el anuncio de diciembre como “un indicio de que el gobierno cubano está tratando de cambiar al menos su reputación cuando se trata de estas cuestiones”. Sin embargo, reconoció que EEUU tiene aún una “larga lista de preocupaciones” y dijo que la nueva política pondrá la atención en el historial de Cuba “más bien sórdido en derechos humanos”, gracias a la eliminación de una fuente de “irritación” entre los Estados Unidos y otros países en el hemisferio occidental.
El portavoz se defendió de las críticas a quienes han advertido escaso progreso en las relaciones, más allá de la apertura de las embajadas, alegando que “es demasiado pronto para decir ya que la política sólo ha estado en vigor durante siete meses. Tuvimos 55 años para evaluar el éxito de la anterior política, y esta no produjo el tipo de resultados que nos gustaría ver”, subrayó.
Por el momento, el Presidente no tiene planes de reunirse con funcionarios cubanos. Tampoco salieron a relucir detalles sobre cuándo Obama podría nombrar a un embajador en Cuba, aunque Earnest consideró que los intereses de Estados Unidos 'estarían mejor representados por alguien que actúe como embajador allí”.
En ese sentido, elogió la experiencia del actual encargado interino de la nueva embajada Jeffrey DeLaurentis, sobre quien recae la “confianza” de los Estados Unidos para representar sus intereses en la isla aunque tampoco descartó que Obama pudiera designar a alguien más como embajador.

Cuba
 JULIO 22, 2015
Administración evaluaría posible viaje de Obama a Cuba en 2016
El presidente de Estados Unidos, Barack Obama, sube al Air Force One en la Base Aérea de la Guarda Nacional en Pennsylvania el 21 de julio. AP
NORA GÁMEZ TORRES
ngameztorres@elnuevoherald.com

El gobierno de Estados Unidos evaluaría a principios del 2016 si el presidente Barack Obama visitaría Cuba antes de concluir su mandato, dijeron a el Nuevo Herald fuentes que asistieron el miércoles a un evento en la Casa Blanca.
El asesor de Seguridad Nacional y Comunicación Estratégica, Ben Rhodes, dijo en esa reunión que en enero del próximo año se evaluará la visita de Obama y dependerá del progreso en las relaciones diplomáticas y “cómo se comporten los cubanos”, dijo una de las fuentes, las que pidieron no ser identificadas.
Asimismo, el gobierno está preparando un conjunto de nuevas regulaciones con relación a Cuba, en áreas como los viajes a la isla y las transacciones financieras y bancarias.
Otra fuente dijo que el gobierno estaría considerando cambiar los requerimientos de los viajes “pueblo a pueblo”, que se encuentran dentro de las categorías de viajes educacionales, para permitir que los viajeros individuales puedan ir a la isla. Actualmente, en esta categoría solo pueden ir grupos, lo cual encarece el costo de viajar a Cuba.
Este cambio todavía se estaría debatiendo, pues algunos funcionarios dentro del Departamento de Estado tienen dudas sobre la medida, que “crearía un enorme agujero en la prohibición de viajes a Cuba”, dijo la fuente.
Alrededor de 75 invitados participaron en la reunión informativa en la que Rhodes y la asesora del Presidente, Valerie Jarret, así como dos altos funcionarios del Departamento de Estado, la subsecretaria de Estado para América Latina Roberta Jacobson y Mark Feierstein, director de Asuntos del Hemisferio Occidental, hablaron sobre las nuevas regulaciones, según indica la invitación oficial expedida por la Casa Blanca.
La fecha en la que serán anunciadas las medidas no fue revelada, pero es probable que ocurra “en un par de semanas”, comentó una de las fuentes. Entre los invitados hubo una presencia importante de cubanoamericanos relacionados con la nueva política hacia Cuba, entre ellos el presidente del Miami Dade College, Eduardo J. Padrón, quien preguntó acerca de los planes del gobierno de EEUU para promover el mejoramiento de los derechos humanos.
“Recibió una larga respuesta”, se limitó a decir una de las fuentes.
Los funcionarios también descartaron que Estados Unidos estuviera considerando realizar deportaciones masivas de cubanos condenados por la justicia estadounidense.
Ante una pregunta sobre la posibilidad de apertura de un consulado cubano en Miami—pese a la reticencia de autoridades locales que se oponen, como el alcalde de la ciudad Tomás Regalado—, los funcionarios explicaron que, si bien este tema no había sido parte de las negociaciones, si el gobierno cubano solicitara su apertura se aprobaría.
Anteriormente, el encargado de la nueva embajada, José Ramón Cabañas, ya se había referido al tema en una entrevista con Univisión 23 y había reconocido la alta demanda de servicios consulares en el condado Miami-Dade, donde viven la mayoría de los cubanoamericanos que residen en Estados Unidos
La apertura de un consulado cubano en el sur de la Florida abriría la posibilidad, además, de una acción similar en Cuba, donde Estados Unidos estaría interesado en abrir también su propio consulado en una ciudad como Santiago de Cuba, en la región oriental del país.
En el evento en la Casa Blanca, también estaba presente el encargado de la nueva embajada de Estados Unidos en La Habana, Jeffrey DeLaurentis.
En la conferencia conjunta con el secretario de Estado, John Kerry, el canciller cubano, Bruno Rodríguez, se refirió el lunes a que el presidente estadounidense todavía podía hacer más a través de acciones ejecutivas, un argumento que la parte cubana ha venido repitiendo durante las negociaciones.
Sin embargo, una de las fuentes comentó que este nuevo paquete de medidas es más bien “modesto”, pues “no es mucho lo que el Presidente puede hacer con las acciones ejecutivas. Aunque los cubanos digan que sí puede hacer más, hay diez abogados en Washington que te pueden decir lo contrario”.
El Buro de Industria y Seguridad (BIS) del Departamento de Comercio de Estados Unidos también implementó el martes la orden del secretario Kerry de remover a Cuba de la lista de países que patrocinan el terrorismo. Ello implica, por ejemplo, que Cuba ya puede importar productos con un 25 por ciento de componentes de origen estadounidense y que aviones privados podrán obtener licencias para realizar viajes a Cuba.



giovedì 30 luglio 2015

Il vaccino cubano contro il cancro sta per essere commercializzato in Europa

Fonte: Prensa Latina

Azienda malese commercializzerà vaccino cubano contro il cancro


L'Avana, 28 lug (Prensa Latina) La ditta di biotecnologia Bioven della Malesia che realizza prove cliniche di Fase III di un promettente vaccino cubano contro il cancro, decide di quotarsi a Londra dopo una fruttifera collaborazione con Cuba. 


La relazione del paese caraibico con l'impresa Bioven, della quale il governo malese è uno dei suoi principali azionisti, è un esempio della collaborazione Sud-Sud, ha detto a Prensa Latina, Elnartd Blanco, direttore commerciale di Cimab, entità che commercia del Centro di Immunologia Molecolare (CIM) che ha creato il vaccino.

Dal 2008, mediante un accordo col CIM, Bioven realizza lo sviluppo clinico di questo vaccino cubano in Europa e parte dell'Asia ed Oceania, ha delimitato Blanco.

Da allora, Bioven collocò il farmaco -che si dirige a cellule di cancro di polmone non piccole - in una prova posteriore più grande, e Stephen Drew, presidente esecutivo, ha detto che quotizzandolo nell'Alternative Investment Market, la borsa valori più piccola di Londra, può aiutare ad accelerare la sua spinta commerciale.

La medicina è una specie di immunoterapia che si dirige alle proteine chiamato EGF (fattore di crescita epidermica) che aggrediscono le cellule cancerogene.

La prova di Fase III –l’ultima prima di cercare l'approvazione legale - iniziò in maggio con la partecipazione di 419 pazienti di 10 paesi.

Gran parte del lavoro di sviluppo clinico si realizza in Scozia, in collaborazione col Beatson Cancer Institute, a Glasgow.

Ig/abm   
     

Si riattraverserà lo Stretto in nave?



C'è solo un passaggio, dall'8va riga che mi lascia perplesso...sarà lo stesso che per i viaggi aerei? Sembrerebbe di sì!
Fonte: El Nuevo Herald
Cuba
 JULIO 29, 2015
Compañía de ferris sólo espera por Cuba para operar desde el sur de la Florida
El ferry “Bahama Mama”, uno de varios modelos de embarcaciones que tiene la compañía española Balearia en su flota. Balearia
EFE - ALICANTE 

La naviera española Baleária está pendiente ya sólo de poder obtener los permisos de la administración cubana para “operar tráficos marítimos” entre Cuba y Estados Unidos, una vez que ya ha obtenido la autorización estadounidense.
Fuentes de Baleària, con sede en Dénia (Alicante), han indicado que la obtención de esos permisos por parte del Gobierno cubano puede tardar todavía un tiempo.
Por el momento, la compañía ya dispone de “todos los permisos” de Estados Unidos para “operar tráficos marítimos desde y hasta Cuba”.
El departamento estadounidense del Tesoro ha autorizado a Baleària “a prestar servicios de transporte con Cuba para personas, equipaje o carga, de acuerdo a las restricciones que establece esta misma administración”, han explicado las mismas fuentes.
El pasado mes de junio, Baleària obtuvo la primera licencia de la Oficina de Industria y Seguridad (Bureau of Industry and Security) de EEUU que permite la entrada y salida de barcos hacia y desde Cuba.
Y recientemente ha obtenido de Estados Unidos la segunda licencia, en virtud de la cual este país le autoriza a realizar servicios de transporte con Cuba para personas, equipaje o carga.
Estas dos licencias son los permisos necesarios por parte de las autoridades norteamericanas para poder operar entre Estados Unidos y Cuba, pero, “sin embargo, para poder iniciar las conexiones, queda pendiente la autorización por parte del gobierno cubano”, han precisado las citadas fuentes.
El presidente de Baleària, Adolfo Utor, ha declarado que son “conscientes de que los tiempos hay que cumplirlos, de que todavía hay infraestructuras portuarias deficientes y pendientes de ejecutar, y de que el marco normativo tanto en EEUU como en Cuba todavía no permite una óptima explotación del modo de transporte ferry, pasajeros + autos + mercancías rodadas”.
“Estamos preparados para tener toda la paciencia necesaria y listos para comenzar las operaciones en el momento en que las respectivas autoridades de una y otra orilla lo permitan”, ha dicho Utor, quien ha añadido: “Baleària esta lista y dispuesta a comenzar; la palabra la tienen las autoridades competentes”.
Baleària tendría previsto operar con dos líneas entre Cuba y Estados Unidos, ambas con el puerto de La Habana: una en un buque de alta velocidad, que sería el Pinar del Río, desde Key West con una duración de la travesía de tres horas (la distancia entre ambos destinos es de unas 84 millas) y otra en ferry desde Port Everglades (norte de Miami) con un trayecto de unas diez horas (230 millas).
El buque de alta velocidad Pinar del Rio, de 74 metros de eslora y 26 de manga, tiene una capacidad para 450 personas y una velocidad de 32 nudos.
La naviera transportó en 2014 más de 130,000 pasajeros entre los Estados Unidos y Las Bahamas, un 18 % más que en 2013, lo que permite consolidar esta línea del Caribe.
“Además de Cuba, se están explorando nuevos negocios en la zona del Caribe para poder operar tráficos en países, como Puerto Rico, México o República Dominicana”, han informado a Efe fuentes de Baleària.
Al cierre de las cuentas anuales (el año contable es de noviembre a octubre), la facturación del grupo Baleária se situó en los 279 millones de euros, con un resultado bruto de explotación (ebitda) den 57 millones de euros, un 7 % más que en el mismo periodo del año anterior.
La naviera cuenta con una flota de 23 buques y da ocupación a unas 1,000 personas.


mercoledì 29 luglio 2015

Alti e bassi nella politica statunitense per la normalizzazione completa

Fonte: El Nuevo Herald


 JULIO 27, 2015
EEUU mejora nota de Cuba en informe sobre tráfico de personas
El secretario de Estado de Estados Unidos, John Kerry, ofrece una rueda de prensa en relación con el informe anual sobre el tráfico de personas en el mundo publicado por el Departamento de Estado, en Washington, Estados Unidos, hoy, lunes 27 de julio de 2015. SHAWN THEW EFE
EFE
WASHINGTON 

Estados Unidos retiró este lunes a Cuba de su lista de países que no hacen lo suficiente para combatir el tráfico de personas y mantuvo a Venezuela en ese listado, en el que permanecen Rusia, Irán, Siria y Corea del Norte, entre otros.
El Departamento de Estado publicó su informe anual sobre tráfico de personas en el mundo, relativo a 2014, en el que señala a los países que no toman las acciones necesarias para combatir esa lacra, algo que abre la puerta a la imposición de sanciones como la congelación de la ayuda no humanitaria y no comercial.
Cuba, que aparecía en esa lista negra año tras año desde al menos 2003, fue trasladada este año a la categoría denominada de “observación especial”, en la que están también Bolivia, Costa Rica, Haití, Jamaica y China, entre otros.

“El Gobierno de Cuba no cumple completamente con los estándares mínimos para la eliminación del tráfico de personas, sin embargo, está haciendo esfuerzos significativos para hacerlo”, indica el informe estadounidense.
El Departamento de Estado reconoce que, “por segundo año consecutivo, el Gobierno (cubano) informó de esfuerzos para afrontar el tráfico sexual”, pero recomienda a Cuba aprobar una ley integral contra el problema e “investigar y procesar vigorosamente” a quienes se impliquen en trata sexual o explotación laboral.
“Seguimos preocupados por el hecho de que Cuba no haya reconocido el trabajo forzado como un problema, y ese es un tema que trataremos en nuestro diálogo con funcionarios cubanos”, dijo la subsecretaria de Estado para la Democracia y los Derechos Humanos, Sarah Sewall, en una conferencia de prensa.
El informe se publica una semana después de que Estados Unidos y Cuba restablecieran sus relaciones diplomáticas, rotas en 1961, y dos meses después de que el Departamento de Estado retirara a la isla caribeña de su lista de Estados patrocinadores del terrorismo.
El listado de “observación especial” cita a los países cuyos Gobiernos no cumplen los estándares de combate al tráfico de personas citados en una ley estadounidense de 2000, pero están haciendo “esfuerzos significativos” para hacerlo, aunque no han podido aportar pruebas concretas de ello.
La lista negra de países que no cumplen con los estándares de esa ley ni están haciendo esfuerzos significativos para hacerlo vuelve a incluir esta vez a Venezuela, que fue rebajada el año pasado a esa categoría después de varios años bajo “observación especial”.
“Venezuela es un país de origen y destino para hombres, mujeres y niños sujetos a tráfico sexual y trabajo forzado”, reza el informe.
Estados Unidos también mejoró en esta edición su evaluación de Malasia, trasladada de la lista negra a la categoría de observación especial, algo que algunos congresistas criticaron por considerar que se trata de un favor político a esa nación, una de las 12 que negocian el Tratado de Asociación Transpacífico (TPP).

 JULIO 27, 2015
Tensiones en el Congreso por proyectos de ley relacionados con Cuba
Un “clásico” americano transita por el Malecón de La Habana, frente a la embajada de Estados Unidos, el domingo 26 de julio. Desmond Boylan AP
CHRIS ADAMS
cadams@mcclatchydc.com

WASHINGTON 

Un proyecto de ley que tiene por fin impulsar el comercio agrícola con Cuba fue aprobado en una comisión del Senado la semana pasada, y se unió a otra iniciativa que alivia las restricciones de viaje a la isla. Pero para los interesados en un regreso a plenas relaciones comerciales y de viajes entre Estados Unidos y Cuba, las medidas aprobadas la semana pasada representan sólo una pequeña esperanza de que el ambiente en el Congreso está cambiando tanto como quisiera el presidente Barack Obama.
“Me siento más optimista de que está aumentando la presión en el Congreso para que haga algo”, dijo Carl Meacham, ex alto asistente republicano de la Comisión de Relaciones Exteriores del Senado, quien es ahora director del Programa para las Américas del Centro de Estudios Estratégicos e Internacionales.
Pero lo que suceda depende de una amplia gama de asuntos, desde la actitud del liderazgo en el Senado, hasta la dinámica de la política presidencial, dijo. Entonces, las medidas tendrán que pasar por la Cámara de Representantes también.
“Y no veo que en la Cámara suceda lo mismo que en el Senado”, dijo Meacham.
El proyecto de ley de la semana pasada fue patrocinado por la senadora Heidi Heitkamp, demócrata por Dakota del Norte, y representa una de las estrategias que los legisladores están empleando para impulsar el comercio con Cuba.
En diciembre, líderes de Cuba y Estados Unidos anunciaron un acercamiento entre las dos naciones tras varios decenios de comercio, viaje y diplomacia limitados. Aunque Estados Unidos ha hecho menos estrictas algunas de las limitaciones al comercio y los viajes a la isla, todavía quedan muchas restricciones.
Algunos legisladores impulsan una mayor libertad de viajes y comercio, mientras otros, liderados por congresistas del sur de la Florida como el senador Marco Rubio, precandidato republicano a la presidencia, han unido fuerzas para que las restricciones se mantengan.
El proyecto de ley de Heitkamp pudiera ser una opción intermedia entre las fuerzas que favorecen y se resisten al cambio, dijo Meacham.
La iniciativa de ley, que se incluyó en un proyecto de ley de gastos, contempla eliminar la prohibición legal a financiar las exportaciones a Cuba. Eso, dijo Heitkamp, es el mayor obstáculo que Dakota del Norte y otros estados agrícolas enfrentan para exportar a la isla.
“A medida que Estados Unidos normalice sus relaciones con Cuba, tenemos que asegurar que los agricultores estadounidenses tengan acceso a ese mercado”, dijo la senadora en un comunicado.
El proyecto de ley modifica la ley en vigor al eliminar la prohibición a los bancos privados de financiar las exportaciones agrícolas a La Habana. En este momento, las exportaciones norteamericanas a Cuba exigen que el gobierno de la isla pague en efectivo por adelantado.
La iniciativa de ley fue presentada con el senador John Boozman, republicano por Arkansas, quien representa los puntos de vista de muchos legisladores de estados agrícolas de ambos partidos que ven en el comercio con Cuba un mercado potencial para los productos de sus estados.
Meacham, quien acaba de regresar de un viaje a Cuba, dijo que el proyecto de ley subraya la capacidad de los agricultores estadounidenses de ayudar con eficiencia a alimentar al pueblo cubano, y el hecho de que muchos estados agrícolas están representados por republicanos.
“Creo que es una señal de que supuesta oposición republicana a la normalización se está derrumbando con rapidez”, dijo. “En los sectores de viajes y agricultura es donde estamos viendo más conversos en este momento”.
Pedro la estrategia de incluir proyectos de ley en iniciativas legislativas de gastos pudiera representar solamente una estrategia a favor de la normalización de legisladores que la apoyan pero que no tienen el apoyo necesarios para lograr la aprobación de leyes más ambiciosas que pongan fin completamente al embargo comercial con la isla.
En el proceso legislativo de aprobación de leyes de gastos, las iniciativas que logran ser aprobadas en la Cámara o el Senado sin enmiendas tienen que pasar por una comisión de conciliación de ambas cámaras, donde se solucionan las diferencias. E incluso si hay propuestas para normalizar las relaciones con Cuba en algunos proyectos de ley que estudia la Senado, en la Cámara hay iniciativas legislativas que se oponen a esa normalización.
“En dependencia de la voluntad política de cada parte, estos proyectos de ley pudieran comenzar a cancelarse unos a otros, dijo Jason I. Poblete, ex asistente legislativo republicano que es abogado experto en normas internacionales de Poblete Tamargo LLP.
Al preguntársele sobre la medida en el Senado, el representante Mario Díaz-Balart, republicano por Miami, señaló medidas a nivel de comisión y en el pleno de la Cámara para echar atrás la apertura de Obama hacia la isla.
“El tiempo dirá si el Senado federal, incluidos sus tres senadores cubanoamericanos que se oponen con fuerza a la política del presidente Obama hacia la isla, tendrá la oportunidad de votar sobre las pocas cláusulas incluidas en una ley de gastos del Senado”, expresó en una declaración a McClatchy Newspapers. “La Cámara ha dejado en claro que rechaza la política de Obama hacia Cuba, pero tenemos que escuchar ahora la decisión del pleno del Senado”.



martedì 28 luglio 2015

Addio per sempre, Alina

Questa mattina, mentre mi preparavo ad uscire, ho ricevuto dal notiziario televisivo una notizia che mi ha colpito profondamente. L'annuncio della morte di Alina Rodríguez.
Non eravamo amici, avevamo solo una conoscenza superficiale iniziata nel 1986, mentre girava da attrice di secondo piano il film "La otra mujer" di un altro compianto amico: Daniel Díaz Torres. Da allora non l'ho più vista per anni, ma ho seguito la sua carriera in crescendo: dopo una altro ruolo secondario in "Alicia en el pueblo de Maravillas" la discussa opera, sempre di Daniel Díaz, ebbe il grande successo interpretando "Maria Antonia" di Sergio Giral nel 1990. Alina era perfetta per questo personaggio, la classica bellezza creola con un viso se non bellissimo, luminoso, la pelle ambrata e un corpo mozzafiato. La bellezza sensuale richiesta ad un personaggio come la protagonista del film. Ma non furono queste le doti che poi le aprirono un cammino sempre più intenso e luminoso, interpretando teatro, televisione e cinema con prodotti di vasta popolarità e accettazione critica.
Il suo ultimo, grandissimo, successo è il film "Conducta" di Lester Hamlet dove ha interpretato una insuperabile "profe" Carmela, insegnante in una scuola "difficile", in un quartiere dello stesso tipo  e alle prese con alunni dalla personalità più diverse, dai più diligenti ai più ribelli.
Questo film, il regista, vari attori fra cui i ragazzi e sopratutto lei hanno avuto premi e riconoscimenti non solo a Cuba, dominando l'edizione 2015 del Festival del Nuovo Cine Latinoamericano, ma ottenendo riconoscimenti in diverse parte del mondo, Stati Uniti compresi.
L'avevo incontrata all'ingresso del cine Chaplin la sera dell'anteprima del film, nessuno sapeva ancora quello che avrebbe visto sul grande schermo. Ci siamo salutati ed in lei ho visto la stessa grande simpatia e modestia di sempre. Anche dopo questo "boom" ho avuto occasione di rivederla, in occasione del Festival dove ha avuto una conferenza stampa "aperta" assieme ai giovani coprotagonisti e al regista e tempo dopo, per strada dove ci siamo salutati e mi aveva promesso di rivederci per un colloquio da riportare in questo spazio. Non c'è stato il tempo sufficiente. Questa mattina, sono passato dalla funeraria di Calzada y K per darle l'ultimo saluto.






lunedì 27 luglio 2015

Tanghero

TANGHERO: ballerino argentino