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martedì 8 ottobre 2024

Donald e l'immigrazione cubana

 Voci peraltro non confermate, ma credibili, dicono che fra i primi, ulteriori, provvedimenti nei confronti di Cuba, nel caso di vittoria di Donald Trump, ci sarebbe la chiusura dell’Ambasciata degli Stati Uniti all’Avana che peraltro svolge prettamente lavori consolari più che diplomatici e la soppressione dei voli diretti tra Miami e le altre città cubane oggi servite, ad eccezione dell’Avana.

Già nel suo precedente incarico, Trump, aveva inasprito alcuni effetti collaterali dell’embargo che però non toccavano in modo diretto i cubani, almeno non nella vita di tutti i giorni. Il provvedimento più evidente è stato quello di mettere Cuba nella lista dei presunti Paesi patrocinatori del terrorismo con effetti e risvolti politici poco simpatici, particolarmente riguardo agli europei, che quello di non possono utilizzare l’ESTA per l’ingresso negli Stati Uniti per turismo tutti coloro che abbiano o abbiano avuto rapporti con Cuba anche solo per viaggio turistico, costringendo alla trafila per l’eventuale ottenimento del visto.

Ora però se mettesse tra le promesse elettorali anche le minacce di cui sopra, probabilmente non avrebbe tutti i cubani residenti negli Stati Uniti e in grado di votare, dalla sua parte. Certo sono minoranze, gli abilitati al voto, ma nell’opinione pubblica cubano/americana la cosa non sarebbe certo accolta bene. Nonostante il distanziamento o addirittura l’odio di gran parte o della quasi totalità degli immigrati verso il Governo e il sistema cubano, i legami famigliari sono comunque molto forti e se sono d’accordo in molte misure politiche e/o economiche per danneggiare il Governo cubano, credo che molti non apprenderanno volentieri la notizia di ulteriori difficoltà di riunione, più o meno a breve o lungo termine con i parenti rimasti sull’Isola. Magari potrebbe essere la manciata di voti che lo vedrebbe, ancora, gridare al broglio elettorale.

Attento Donald, potrebbe essere un autogoal.

sabato 28 settembre 2024

Raul Castro è vivo e vegeto

 Sempre in tema di fake-news circolanti sul web, nei giorni e settimane scorse circolava la notizia che Raul Castro (93 anni) fosse ricoverato in fin di vita o addirittura morto in uno degli ospedali più avanzati di Cuba. Ebbene, l’altro ieri lo abbiamo visto in perfetta forma mentre riceveva il Presidente del Vietnam in visita ufficiale a Cuba.

Questo, una volta di più dimostra quanto, alcune frange, dell’opposizione cubana residente a Miami sia poco o niente credibile e fantasiosa.

venerdì 27 settembre 2024

Quando i "fake" sono inutili e dannosi

 Sul web sta circolando una fotografia (di cui allego il link) con una didascalia che dice più o meno così: “Cuba un Paese assediato da 66 anni di embargo nutre cosi ì suoi bambini nelle scuole” e mostra una lunghissima tavolata di bambini con uniformi scolastiche che non sono certamente quelle di Cuba, con vassoi da self-service ricolmi di ogni ben di Dio. Al di là che l’embargo è del 1961, quindi gli anni sono 63, chi ha pubblicato questa foto, se lo ha fatto in “buona fede”, ovvero solidarizzando con Cuba, ha fatto un terribile autogol dal momento che farebbe venire meno la necessità di solidarizzare materialmente con Cuba. Se invece lo ha fatto per una sottile ironia non è che abbia raggiunto il suo scopo, aumentando la confusione. Purtroppo la realtà è ben diversa e ai bambini, con tutte le attenzioni che meritano e che ricevono, non si riesce a dare una dieta nutrizionale soddisfacente. Così che in un modo o nell’altro, si vergogni chi ha pubblicato quel falso grossolano.


Cuba. Geografia del desiderio.

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La mensa scolastica che Cuba, sotto embargo da 66 anni, regala tutti i giorni ai propri bambini.


 


martedì 24 settembre 2024

Chi ha (mal) tempo, non aspetti (mal) tempo

 Ogni settimana esce un prospetto che indica gli orari di sospensione dell’energia elettrica all’Avana, suddiviso per gruppi di utenze e le varie fasi della sospensione. Noi facciamo parte del gruppo “1 B” e questa settimana ci toccava oggi, martedì, dalle 10 alle 14 e il prossimo sabato con lo stesso orario. Con stupore abbiamo notato che poco prima delle 9.30 il servizio era già stato sospeso ed è stato ripristinato solo alle 15.45 circa.

Il motivo non era quello della sospensione programmata, ma dato che c’è nelle vicinanze dell’Isola un uragano che seppure non dovrebbe investire l’Avana, passerebbe relativamente vicino con frange di maltempo notevoli. Di qua la necessità di correre a potare la maggior parte di alberi possibile per evitare danni alle cose e persone. Quello che viene spontaneo pensare, però, è che in una stagione ciclonica del tropico, si debba aspettare il momento dell’urgenza per correre ai ripari, invece che provvedere a una graduale manutenzione della rigogliosa vegetazione presente nelle strade e nei parchi

martedì 17 settembre 2024

Natale? È un'opinione

 In Venezuela quest'anno si festeggerà il Natale...il 1° Ottobre. Il Presidente Maduro lo ha dichiarato ufficialmente. Dopo aver "vinto" le elezioni adesso si sostituisce anche al Papa o...a chi gli sta sopra. Può stabilire lui la data di nascita di Gesù Cristo. Siamo in attesa di vedere quando cadrà la Pasqua. 




sabato 7 settembre 2024

Turismo e crisi

 Una delle risorse, diventata importante, di Cuba è scesa a picco. Si tratta del turismo per il quale ho lavorato molti anni descrivendone anche la rinascita in tempi di Rivoluzione, seppure ormai pacifica. Il primo, duro, colpo è stato dato dalla Pandemia di Covid che ha fatto crollare il turismo in tutto il mondo, ma Cuba non è stata capace o non ha potuto risollevarsi. Gli standard ricettivi, i servizi collaterali e le offerte alternative sono insufficienti, se non sono peggiorati. È anche vero che il turismo, in generale, è soggetto a tanti fattori tra cui la moda oltre alle offerte più o meno allettanti degli operatori turistici.

Cuba con delle bellezze naturali che non hanno niente di che invidiare agli altri Paesi dei Caraibi, America Centrale e Meridionale, Estremo Oriente o Atolli del Pacifico, ha avuto un piccolo seppur sostanziale decollo tra gli anni ’80 del secolo scorso e la prima decade di questo. Poi, come detto, la Pandemia che non ha permesso a un’economia fragile e ostacolata dalle dure sanzioni anche extraterritoriali previste dall’Embargo statunitense, tenta a decollare di nuovo.

A suo vantaggio ha anche una popolazione estremamente cordiale e disponibile con i visitatori, ma credo che una delle sue attrattive principali sia stata anche quella politica che oggi sembra interessare meno. Senza voler mescolare il vino all’Acqua Santa e con tutto il rispetto dovuto, la scomparsa di Fidel Castro che non era certo un’attrazione turistica e men che meno per sua volontà, dal momento che ha sempre considerato il turismo un male necessario, a mio modesto e forse erroneo parere, ha avuto una piccola parte di questa flessione, almeno per quello che riguarda l’Europa e l’Italia.

Certo, la parte del Leone l’ha sempre fatta il Canada con i suoi turisti balneari e stanziali, ma da solo non basta e anche da quelle latitudini le quote sono scese.

Un problema molto serio e di difficile soluzione perché per incentivare l’interesse dei visitatori bisogna migliorare strutture e infrastrutture, ma se gli ingressi in valuta non riescono a coprire i fabbisogni, come si fa?

Per contro però, continuano a sorgere come funghi degli alberghi di dimensioni che sembrano eccessive, anche esteticamente. Chi li occupa? 

martedì 3 settembre 2024

Oggi si compiono 35 anni

 Oggi ricorrono 35 anni dal terribile incidente del 1989 avvenuto sulla pista dell’aeroporto dell’Avana. Un sinistro provocato principalmente dalla presunzione ed errori di calcolo del pilota che ha comunque pagato anche lui con la vita le sue leggerezze assieme agli altri 111 occupanti del velivolo, tra equipaggio cubano e passeggeri italiani.

Presunzione per non aver ascoltato i suggerimenti della Torre di Controllo che gli suggerivano di ritardare il decollo per il maltempo, particolarmente violento in questo periodo dell’anno e gli errori di calcolo per non aver tenuto in conto la, relativa, limitata potenza dei motori dell’IL62 di cui era al comando che rendevano problematica l’uscita da una turbolenza a bassa quota. A questo si è aggiunta anche la fatalità che proprio al termine della pista mentre si trovavano a 60 metri da terra si è formata una raffica di vento discendente, conosciuta come windshire, incubo dei piloti, che ha schiacciato il velivolo verso il basso facendolo schiantare tra la fine della pista e il centro abitato di Luzgardita, costituito prima dell’aeroporto e comunque in tempi meno pericolosi, ma che il buon senso avrebbe dovuto far sgomberare quando il traffico si stava incrementando e la potenza degli aerei pure.

Difficile o quasi impossibile per qualunque pilota anche con apparecchi dotati di motori più potenti poter “bucare” la tormenta a quella quota.

L’abbrivio dovuto alla velocità ha trascinato l’aereo per varie centinaia di etri mentre, essendo zeppo di carburante, per l’urto e l’attrito prendeva fuoco lasciando senza campo gli occupanti e radendo al suolo buona parte di Luzgardita di cui non si era reso noto il numero di vittime, se lo si è fatto successivamente non ne sono informato.

Un dettaglio che mi sembra ancora oggi incredibile è che mia figlia che era venuta a trovarmi, era prenotata su quel volo, ma ha voluto anticipare il rientro di una settimana. Proprio vero che quando non ti tocca…

giovedì 22 agosto 2024

Per la burocrazia (quasi) tutto il Mondo è Paese

Che la burocrazia sia infernale in (quasi) tutto il Mondo è risaputo, ma quella cubana ha una marcia in più. Stamattina sono andato in banca rassegnato, come sempre, all’idea di farmi una coda che poteva andare dalla mezz’ora all’oretta. Invece no, sono state oltre due ore per un’operazione che è durata meno di 5 minuti. Come mai? Risulta che chi ha un conto in valuta, prima del disastro finanziario cominciato con la famigerata “riunificazione (sic!) monetaria, andava allo sportello dopo una più che accettabile coda di qualche minuto, e riscuoteva il suo. Adesso no! 

Bisogna fare la coda alla parte “commerciale” dove confluiscono le imprese e comunque casi che hanno una certa complessità e/o quantità di pratiche da smaltire. Il tutto per trasferire dal conto alla scheda magnetica l’importo desiderato che comunque viene trasformato nella valuta virtuale MLC (Moneta Liberamente (sic!) convertibile. Nel caso di necessità di effettivo in valuta (la propria), bisogna fare richiesta scritta di una quantità X e aspettare la disponibilità che normalmente non va sotto i due mesi, salvo presentare giustificazioni di urgenza.

Alla mia richiesta di parlare con la direttrice della filiale, per capire come mai questa semplice e veloce operazione non si possa fare agli sportelli di cassa, questa mi ha candidamente risposto che “questo non è previsto” e che lei non poteva provvedere al cambio della procedura perché sono disposizioni ”che vengono dall’alto”, accompagnandosi con un gesto delle braccia e uno sguardo al cielo. Sono rimasto perplesso. Saranno disposizioni dell’Onnipotente o più semplicemente de Presidente o del Primo Ministro?

Delle due persone addette al sevizio “commerciale”, una alle 11.45 ha staccato per andare a mangiare, nonostante abbiano avvisato che la banca chiudeva alle 13 in quanto non funzionava l’aria condizionata.

Fra le tante idee innominabili ho pensato anche se gli assaltatori siano dentro o fuori dalle banche.

sabato 17 agosto 2024

Il Paese delle contraddizioni

 C’è sempre molta attenzione verso Cuba, ma la distanza e la disinformazione da entrambi i lati non possono nemmeno rendere l’idea della realtà.

La contraddizione, da che la conosco, è sempre stata regina a Cuba a volte in modo veramente paradossale. Uno degli esempi è il paragone tra il “Periodo Especial” degli anni ’90 e l’attualità. Nel primo caso in un Paese dove l’abbondanza o anche la semplice sufficienza non esistevano, tutto era soggetto allo Stato e l’iniziativa privata era completamente assente. Lo Stato garantiva le necessità di base per una Società come la Sanità e l’Istruzione in particolare oltre a garantire un pacchetto di generi alimentari e utilità domestiche a prezzo politico con la famosa “Libreta de abastecimiento”. Ma, per esempio, la frutta e la verdura erano pressoché introvabili e quando, con poca possibilità di scelta apparivano nei “puestos de viandas”, erano immangiabili. Quel periodo servì a far capire che almeno alcune attività avevano bisogno di essere svolte da privati perché lo Stato non poteva garantire la capillarità dei servizi. Piano, piano, si aprirono le porte alle attività private seppure all’inizio con certe limitazioni. Paradossalmente adesso le attività private sono dilagate e se non si trova quello che prima garantiva lo Stato nei servizi essenziali, lo si trova nei generi alimentari e nei beni di consumo, seppure con una scelta limitata la qualità discutibile. Il problema maggiore è l’inflazione accompagnata, ovviamente, dalla crescita dei prezzi non accompagnata da quella dei salari per, gli ancora moltissimi, lavoratori dello Stato. Chi tornasse all’Avana dopo un periodo di almeno 20 anni, non la riconoscerebbe più per il proliferare di botteghe più o meno attrezzate che fioriscono nelle strade di porta in porta. Apparentemente c’è più gente che vende di quella che compra.

Il problema è che questo esercito di “piccolo capitalismo”, a volte nemmeno troppo piccolo, cresce incontrollato per mancanza di una struttura fiscale e i commercianti godono dei benefici senza sottostare agli oneri, mentre lo Stato è sempre più in bolletta.

Gli errori della riforma monetaria si fanno evidenti e la cosiddetta “unità monetaria” non è mai esistita, i mezzi di pagamento non sono solo in moneta nazionale, esattamente come prima, anzi in alcuni casi è peggio proprio per questa ventilata “unità monetaria”. Risulta che prima di questo evento c’erano confini ben definiti sull’uso della valuta o della moneta nazionale, oggi è un miscuglio si può pagare con ogni tipo di moneta, reale o virtuale come la MLC (moneta Liberamente (sic!) convertibile. Tanto per fare un esempio, c’è il Club Havana (da non confondere con il Rum Havana Club) che è un circolo creato per dare un luogo di ritrovo e svago ai soli diplomatici, si è poi allargato ai tecnici stranieri e attualmente è aperto a qualunque straniero che abbia la residenza in Cuba. Questo Club che per sua natura doveva essere, come lo era, fonte di prestazioni e servizi pagati in valuta, oggi viene pagato in moneta nazionale, partendo dall’iscrizione in poi.

Allora qualcosa non funziona in una Società Socialista dove, per necessità, si è aperto uno spiraglio al capitalismo. O no?

mercoledì 7 agosto 2024

Davvero in punto di morte si rivive il film della propria vita?

 Si dice che quando si arriva in punto di morte, si vede scorrere tutto il film della propria vita. Io dubito che in frazioni di secondo, fossero anche minuti, questo possa succedere. Dovrò aspettare ancora un pochino per saperlo. Quello che so per provarlo direttamente è che meno speranza di vita rimane, affiorano ricordi sepolti nel tempo. Si rivedono persone e fatti che hanno avuto un ruolo nella vita passata, a volte con grande importanza per gli sviluppi successivi e a volte soltanto come aneddoti. Uno di questi ricordi che senza dubbio ha avuto una importanza fondamentale viene proprio dalla nascita e dura fino alla maggior età che allora era di 21 anni.

Mia madre era cittadina turca ebrea e non poteva sposare mio padre, separato, ma in tempi in cui il divorzio non si poteva nemmeno sognare, pertanto venni iscritto come “figlio di madre nubile” e senza un padre legittimo. Per questo motivo, fin dai primi vagiti, venni iscritto al Comune di Milano come di nazionalità estera. Ma ecco il bello: fin da subito però venni iscritto alle liste di leva per il servizio militare che allora era obbligatorio nonostante che in ogni certificato che chiedevo all’Anagrafe risultavo straniero. Passarono gli anni e venne il tempo delle prime chiamate al distretto militare per visite e accertamenti che culminavano con i famosi “tre giorni” che precedevano l’arruolamento di poco più di un anno.

Nel 1961, tra i 16 e  Lo zio che ra17 anni vennero in Italia, dagli Stati Uniti, degli zii di mia mamma che non avevano figli, si innamorarono di me e organizzarono perché andassi a vivere con loro a New York. Per questo avevo bisogno del passaporto e per averlo dovetti andare al Consolato turco di Milano dove mi accolsero in una lingua sconosciuta. Per fortuna, per il loro lavoro, parlavano anche italiano e mi concessero il passaporto della mezza luna e la stella.

Tra la metà e la fine di maggio mi imbarcai sul modernissimo (allora) transatlantico Leonardo da Vinci che era al suo secondo viaggio transatlantico di linea. All’epoca si viaggiava meno in aereo, specialmente nei viaggi oltreoceano. Dopo una settimana di mare, di cui 5 giorni nell’Oceano Atlantico senza vedere terra se non, da lontano, le Isole Azzorre, all’alba del 1° luglio arrivai al porto di New York, dopo aver compiuto le 17 primavere in alto mare, passando sotto gli occhi attenti e la fiaccola della Statua della Libertà. La visione era certamente di grande impatto nonostante la bruma dell’alba estiva. Lo zio mi ricevette e mi portò nella loro casa di Brooklyn, quartiere notoriamente “italiano”, ma non solo, di New York.

Dopo i primi giorni di fascino del nuovo e sconosciuto però, mi resi conto che la vita in quel Paese non era fatta per me e in meno di un mese lo zio dovette organizzarmi il viaggio di ritorno che effettuai sulla nave Constitucion, orgoglio della flotta americana, ma che in confronto alla nostra “Leonardo” era una bagnarola.

Ritorno alla vita “normale” in un’età difficile per le caratteristiche proprie e per il fatto che un giovane con solo la scuola dell’obbligo e con vista all’interruzione per la chiamata di leva, non era facile trovare un lavoro “serio”. Ciononostante tra le varie esperienze provvisorie ebbi la possibilità di diventare ottico in una ditta che mi aveva assunto come fattorino e che col tempo mi aveva passato nei laboratori di riparazione e montaggio degli occhiali. Per quella inquietudine propria dell’età, non mi conformai e detti le dimissioni restando a spasso.

Nel frattempo, giocando a calcio nei campionati giovanili, avevo l’illusione, come tanti, di poter far carriera in quello sport e probabilmente con un’altra testa avrei potuto anche farla, le doti non mi mancavano. Fui “scoperto” da osservatori della S.G. Gallaratese che militava nel campionato di Serie D nella categoria semiprofessionisti, siccome giocavo in difesa, nei piani della Società era di allevarmi per sostituire un giocatore che avevano venduto alla Fiorentina: Bernardo Rogora. Nemmeno a dirlo, col caratteraccio e la presunzione di cui ero molto più dotato che come calciatore, il progetto fallì anche per la famosa chiamata alle armi. Ricevetti la cartolina di precetto per il 10 gennaio 1965, quando avrei dovuto presentarmi all’89° Reggimento Salerno C.A.R. di Savona. Non avevo ancora compiuto i 21 anni ed ero ancora cittadino turco…soltanto nell’estate successiva, approfittando della licenza ordinaria ed avendo compiuto la maggiore età, potei recarmi all’apposito ufficio dell’Anagrafe di Milano per prestare giuramento di fedeltà alla mia nuova Patria. Il giuramento prestato come difensore in armi non venne nemmeno preso in considerazione.

Dopodiché dovetti recarmi al Consolato turco per notificare la decisione con lacrime (di coccodrillo?) del Console e personale amministrativo.

Ci sarà qualcuno che possa spiegarmi dove si trova la logica e dove si figurassero errori o abusi da parte di qualcuno?

Intanto aspetto di vedere se altri ricordi sepolti tornano alla luce.