La mia
conoscenza della lingua inglese non è nemmeno elementare (nessuno è perfetto),
diciamo che è a livello di giardino d’infanzia, come oggi si chiama l’asilo
infantile, ma mi è sorto il dubbio visto
che qualcuno non la la conosca affatto, nonstante i compiti che svolge.
Come
già detto in queste note ho presentato la domanda di riaccredito all’Ufficio
Stampa Estera di Cuba, dove loro stessi mi hanno detto, oggi è possibile
accreditarsi come “freelance”. Dopo qualche tempo, giusto per sapere se la mia
richiesta venisse accolta o meno, mi sono presentato negli appositi uffici per
parlare con l’incaricata dei rapporti coi giornalisti italiani a cui avevo
indirizzato la mia sollecitudine.
Molto
amabilmente, direi tipicamente cubanamente, la suddetta e molto carina signora
o signorina mi ha detto che la mia richiesta è “stata elevata”, in Paradiso? E
che sì è possibile accreditarsi come “freelance”, ma ci vuole la richiesta di
una testata giornalistica che avalli la domanda. Ora, con le mie straminime
conoscenze dell’english language (si scriverà così?), credo di aver capito che
un giornalista “freelance” è uno che lavora per conto proprio e offre i suoi
servizi a chi interessano (magari) scegliendo il miglior offerente o non da
esclusive a nessuno e può darle a destra e anche a sinistra, se capita.
Credo
che con il ristabilimento delle relazioni diplomatiche e con le prospettive
(spinose) di affari convenga comunque, a chi di dovere, dare una rinfrescatina
all’albionico dizionario.
Se
sbalio mi corigerete.
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