In diverse occasioni di scambio,
verbale o scritto, ho avuto occasione di rendermi conto che moltissime persone
sono disinformate o male informate in relazione all’embargo degli Stati Uniti
verso Cuba. La domanda più frequente è: “Ma Cuba non può comprare in altri
Paesi?” Seguita da: “evidentemente non ha i soldi”.
Come si vede una nozione molto
semplicistica. Il mal chiamato “embargo” che normalmente può essere parziale o
totale e che vieta la vendita a un determinato Paese, nel caso di Cuba è un
vero e proprio blocco commerciale, economico e finanziario, molto articolato e
con deroghe che vengono applicate a discrezione del Presidente degli Stati
Uniti che però non può abolirlo in toto, essendo Legge, deve essere votato dal
Congresso.
Per rispondere alla prima domanda si
può dire che Cuba può comprare in altri Paesi e lo fa in molte parti del mondo,
ma il discorso non è il “comprare” se non “commerciare” quindi anche vendere,
per ottenere i capitali necessari agli interscambi. Purtroppo ci sono molti
prodotti sofisticati che si trovano solo negli Stati Uniti e Cuba non li può
ottenere nemmeno da Paesi terzi, in quanto il cosiddetto embargo proibisce a
chiunque la vendita a Cuba di prodotti del loro Paese o che contengano più del
10% di materiale nordamericano se fabbricati da imprese straniere, al di la dei
costi di trasporto e dei tempi di consegna.
Questo, in linea di massima, il
problema acquisti che peraltro non possono essere effettuati in dollari
americani, ma devono essere fatti in altre valute con incidenza nei cambi. Cuba
poi non ha accesso a crediti del FMI o istituzioni simili, controllate
strettamente dagli Stati Uniti e molti istituti bancari hanno cancellato le
loro relazioni con Cuba per paura di mega multe in cui alcuni di questi
istituti sono stati vittime per aver fatto transazioni finanziarie con Cuba.
A questo si aggiungono le
esportazioni, per rispondere alla seconda affermazione. Come si diceva, Cuba
commercia, con difficoltà, con il resto del mondo, ma quanto ha perso in 55
anni e continua a perdere senza un mercato infinito come quello degli Stati
Uniti, dove solo il rum e i sigari sono prodotti che avrebbero larghissima
diffusione? Per non parlare di turismo e crociere, con porti come quello di
Miami e altri della Florida, ma non solo che sono base di centinaia di crociere
caraibiche che potrebbero toccare Cuba.
Ammesso che questa Legge
statunitense possa aver avuto fondamento in un passato, ormai lontano, oggi è
anacronistica, contro l’ordinamento giuridico internazionale, vista la sua extra
territorialità, contraria anche agli interessi e diritti degli stessi cittadini
degli USA e causa di gravi violazioni dei diritti, anche umani, di un popolo
intero che ha visto e vede morire, nel corso degli anni, migliaia di persone di
ogni età e sesso per mancanza di strumenti o medicine “made in USA”.
Il mondo, ancora una volta
ha votato per far abolire questa Legge con 191 voti contro 2 (Stati Uniti e
Israele), ma il mal chiamato “embargo” continua.
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