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lunedì 8 ottobre 2018

Masochismo Latinoamericano

Negli anni ‘60/70 del secolo scorso, il compianto Enzo Iannacci dottore in medicina di mestiere, cantautore e attore comico per hobby (ben retribuito), cantava: “Messico e nuvole, la faccia triste dell’America che voglia di piangere ho....” Direi che per estensione, la “faccia triste” anche se non lo sembra nel carattere della gente, sia tutto il resto del Continente a sud del Rio Bravo. I Caraibi e il Centro America flagellati, sempre più di frequente e con maggior intensità, dagli uragani e alluvioni. Haiti, una volta di più, devastata da un potente terremoto. Fenomeni naturali a parte, la maggioranza degli abitanti di questo sub Continente che non si dimostrano tristi, pare siano anche contenti di essere poveri nonostante le immense ricchezze naturali dei loro Paesi sfruttate dalle multinazionali che nella migliore delle ipotesi lasciano le briciole e nei peggiori non sono nemmeno obbligate a risarcire i danni ambientali causati da ricerche ed estrazioni del petrolio (leggi Ecuador).
Ieri si è votato nel gigante Brasile dove, i rappresentanti del Partito che ha dato loro anni di buon Governo che ha tolto dalla miseria o dalla soglia della povertà milioni di cittadini, hanno subito una batosta elettorale difficilmente recuperabile nel secondo turno presidenziale e crollando nelle elezioni locali.
Pare che l’esempio dei vicini di casa argentini non abbia insegnato niente a loro e a quanto pare, nemmeno alla “maggioranza silenziosa” del Paese dei “Gauchos”, dove il Governo di Macri ha distrutto l’economia dovendo ricorrere una volta di più all’aiuto, non certo disinteressato, del FMI e facendo ricrescere al galoppo l’inflazione, assieme agli abnormi aumenti tariffari dovuti anche alla privatizzazione di settori strategici per l’equilibrio economico.
Se questi Paesi (dovrebbero) piangere, anche diversi altri non hanno gran che da ridere come ad esempio la Colombia dove l’ex Presidente Santos aveva dato una speranza e guadagnato un Premio Nobel della Pace, firmando un accordo con la FARC che da esercito combattente si è trasformato in movimento politico e parlamentare, ma dove proseguono omicidi di dirigenti di opposizione e massacri di contadini da parte delle forze paramilitari protette dal Governo.

Questi sono gli esempi più eclatanti di masochismo politico e anche se a “loro” va bene così...che voglia di piangere ho.

sabato 6 ottobre 2018

Quando le colpe dei padri ricadono sui figli...

Lo scorso 1° ottobre La Suprema Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, ha rifiutato la domanda di “negoziare il legittimo diritto di uscita al mare” dello Stato Plurinazionale della Bolivia con il Cile. La sentenza, anticipata da una lunga disquisizione del suo presidente, è stata bocciata per 12 voti  contro 3 e la motivazione è data dal fatto che la Bolivia non ha prodotto Trattati Ufficiali veri e propri, ma solo accordi verbali o scritti di funzionari cileni, nell’arco degli anni che non avevano la consistenza di un vero Trattato a negoziare con lo Stato confinante a cui aveva strappato 1500 km. quadrati di territorio, di cui 400 lineari di costa sull’Oceano Pacifico durante la guerra, tra i due Stati, del 1879. Al di la della negativa a poter negoziare un eventuale accordo, i boliviani non hanno nemmeno il diritto di richiedere la restituzione dei territori occupati durante la citata guerra, perché era stata dichiarata dall’allora Governo boliviano in carica. Pertanto non sono stati usurpati, ma sconfitti in una guerra dichiarata da loro stessi.
Naturalmente l’attuale Presidente, Evo Morales, non ne ha colpa così come il suo Governo e men che meno il popolo andino.
Un vero peccato perché con il Governo di Morales la Bolivia, diventata Stato Plurinazionale, ha compiuto passi da gigante in ogni settore: dall’economia alla dignità popolare specialmente per gli indigeni che proprio da Morales sono stati elevati dal loro stato sub umano. La possibilità di uno sbocco sul Pacifico avrebbe dato un’ulteriore spinta all’economia e benessere del Paese, ma in questo caso...le colpe dei padri ricadono sui figli.


venerdì 28 settembre 2018

Trappole, bel suol d'amore

Come molti sanno, le strade dell’Avana sono in gran parte disastrate. Ci sono buche che ho visto crescere come bambini, anno dopo anno. Alcune si sono trasformate i piscine o anche in voragini, tanto che so pensando di creare una “Mappa delle buche dell’Avana”. Le più pericolose, per uomini e mezzi sono quelle, insidiose che si trovano in presunte “strade principali” o “ben tenute”. Di colpo, specie col buio, o con la pioggia scrosciante che ricopre i manti stradali, ci si trova dentro con buona fortuna di gomme, cerchioni e ammortizzatori, se si transita in auto. Per le moto possono essere vere e proprie trappole mortali. Nelle strade secondarie, specialmente nei quartieri periferici è d’obbligo il passo d’uomo dal momento che sono veri e propri percorsi di guerra.
Chi percorre spesso un determinato itinerario ha imparato a sapere dove si trovano, ma se si è distratti o si passa per la prima volta? Senza contare che con la grande umidità,ne sorgono anche nuove, come funghi capovolti. Ogni tanto ne tappano qualcuna, magari lasciando aperte altre adiacenti. La domanda inquietante è se per caso in “quella” sia successo qualche incidente grave o a qualche personalità “importante”.
Negli ultimi annni si sono visti lavori stradali che un tempo erano sconosciuti e molte strade sono state completamente riasfaltate, ma il risultato è ancora insufficiente, specialmente in importanti arterie di quartieri come Playa, per esempio, ma non solo. La qualità dell’asfalto e a volte la mano d’opera non sono poi delle migliori e col clima tropicale, spesso, durano come le rose (di una volta). In più di un occasione si asfalta sopra l’asfalto esistente, senza raspare gli strtat preesistenti, pertanto con poca efficacia e lasciando profondi dislivelli (buche) dove esistono chiusini.
Al di la dei rischi per l’incolumità di cui sopra, però, il folklore dove lo mettiamo?

giovedì 27 settembre 2018

Assemblea ONU e Società mista cubano-statunitense

Durante la 73ma Assemblea Generale dell’ONU si è assistito all’ultimo, in ordine cronologico, show di Trumpaccio che ha minacciato amici e nemici di rappresaglie e misure di ogni ordine e tipo. Le risposte più forti e i contrattacchi a queste misure e all’uso della prepotenza oltre all’ipocrisia sui “Diritti Umani” da parte degli Stati uniti, oltre alle altre violazioni e violenze applicate su gran parte del resto del mondo sono arrivate, naturalmente, da Cuba, Bolivia e Venezuela il cui presidente (eletto col 68% dei voti popolari) ha accusato direttamente i Governi Colombiano, Cileno e Messicano di aver preso parte all’attentato alla sua vita del 4 settembre scorso, manovrati dagli stessi Stati Uniti che da parte loro negano la loro partecipazione. Tutto, a suo dire, suffragato da prove e alcuni accusati confessi, accompagnati dalla pubblicazione di fatti su giornali nordamericani.
Nel frattempo a Cuba si giunti alla associazione di Medicuba con un’impresa statunitense per la ricerca e la commmercializzazione dei prodotti, particolarmente sui tumori. Fra di essi il già collaudato Cimavax G, vaccino per il cancro ai polmoni che per il momento, però, non è la bacchetta magica: è efficace a proteggere chi è già stato operato da una evetuale ricaduta e deve essere somministrato regolarmente una volta al mese per ilo resto della vita. Da questa unione si spera un ulteriore avanzamento in questo ed altri campi della medicina avanzata e della ricerca.
Questo risultato è parte di una deroga alle legge sull’embargo imposto dagli USA a 

venerdì 7 settembre 2018

Un commiato ritardato, ma involontario a Mimmo Càndito

Era molto tempo che non ricevevo sue notizie e questo mi era sembrato inquietante. Stavo per mandargli una mail per sapere, quando qualcosa di lui, ma un presentimento mi ha fatto aprire la pagina di Google a lui dedicata e che riunisce, praticamente, tutta la sua vita lavorativa. Tristemente ho letto la data di morte: 3 marzo del 1918.
Avevo saputo che gli avevano scoperto, casualmente, un tumore ad un polmone mentre si trovava negli Stati Uniti. Il fatto era dovuto alla respirazione del fosforo contenuto nelle bombe lanciate dai medesimi soldati americani durante la guerra civile nella ex Yugoslavia che lui ha “coperto” per il suo giornale. Ci eravamo rivisti in Italia e a Miami alcuni anni fa, sapevo che l’ntervento era riuscito ed era in fase di  recupero.  Di tanto in tanto ci scambiavamo notizie per via elettronica, poi ho saputo che avevano scoperto un’altro maledetto tumore nell’altro polmone, originato dalla stessa causa, ma evidentemente la diagnosi e le cure sono arrivate in ritardo.
Oltre ad essere una grande persona, ricca di umanità credo sia stato uno dei migliori inviati speciali della Stampa (giornale e generale), non era di quelli che stavano in albergo carpendo notizie più o meno veridiche da fonti locali, i suoi articoli e libri sono dei capolavori di cronaca e letteratura Era stato anche professore all’Univerità di Genova facendo il pendolare da Torino, dove abitava fin da ragazzo. Ha ricevuto incarichi e riconoscimenti prestigiosi che indubbiamente si meritava.
Ho avuto la fortuna e il piacere di condividere con lui anni fa a Cuba, Paese che amava, un suo soggiorno per una serie di interviste e un suo rammarico era quello di non poterci tornare perché in altra occasione i suoi discorsi tenuti agli studenti dell’Università dell’Avana, dove peraltro era stato invitato, non sono piaciuti al regime che lo ha espulso e gli ha proibito l’ingresso al Paese nel futuro. Sono più che sicuro che da qualche anno in qua non avrebbe più avuto problemi, almeno come turista, ma un pò il giusto timore rimasto e la salute glie lo hanno impedito.

Ciao Mimmo, in ritardo, ma con affetto ti abbraccio, come sempre, ovunque tu sia.

lunedì 3 settembre 2018

Il fascino del vecchio LP 33 giri e 1/3

Nel mio ultimo viaggio in Florida ho potuto effettuare un acquisto che per me è stato uno dei migliori affari (pochi) della mia vita, specialmente in relazione al prezzo di 50$. Si tratta di una valigetta giradischi a 3 velocità con porta USB che mi sta permettendo il riscatto in digitale di una discreta quantità di sauroLP che però (per me) contengono dei veri gioielli e li posso, oltre che registrare, ascoltare con il “timbro” insuperabile del vecchio vinile.
Tra di loro sto riscattando diversi “pezzi” che hanno un ricordo affettivo oltre che qualitativo e di Storia della Musica moderna. Ad esempio ho riscattato un Sergio Endrigo registrato in diretta al Piccolo Teatro con l’album in due LP “L’Arca di Noè” del 1970 alla cui ultima funzione avevo assistito con la possibilità di acquistare il disco “in tempo reale” nel foyer del teatro l’ultima serata. I dischi che sto riscattando sono decine di ogni genere, fra loro la confezione completa della “Beatles Collection” nel suo cofanetto originale, posters compresi e contengono anche il dimostrativo “Rarities”, non in vendita da solo, con l’ultima produzione: “The Withe Album” che parafrasando il compianto fantozzi ritengo “una cagata pazzesca” a parte l’ultimo brano che si intitola (sarà un caso?) “Good Night”. Quello invece che mi ha piacevolmente sorpreso è stata l’esecuzione, solo strumentale, effettuata con l’orchestra di George Martin che era anche il loro arrangiatore e produttore, di “Yellow Submarine” che chiude l’omonimo LP, aperto dalla versione cantata e più conosciuta. Sembra quasi una sinfonia.  Devo dire che non sono mai stato un appassionato del quartetto anche se devo riconoscere che mi piacciono i loro pezzi più conosciuti e popolari. Il bello, mi sembra, stia nel valore simbolico e collezionistico della raccolta.
Questo lavoro mi occuperà moltissimo tempo tra la registrazione e la classificazione: il semplice passaggio è semplicissimo, quello che è più complicato e lungo, sarà trascrivere l’elenco dei dischi con relativi interpreti e “pezzi” eseguiti che dovrò fare in un documento Word a parte. Ma tanto sono in pensione e spero che il tempo mi basti.









Un caro ricordo da due miti della musica cubana


domenica 2 settembre 2018

Sono passati 29 anni da quel volo maledetto

Sono passati 29 anni da quel tragico 3 settembre, un volo Avana/Milano, carico di turisti che si scambiavano felicemente le loro impressioni sulle belle vacanze passate,mai arrivato e quasi nemmeno partito, purtroppo. Ma il triste ricordo è ancora vivo in molti di noi. Specialmente a parenti ed amici.

domenica 12 agosto 2018

Ma i discendenti di Giuda, sono arrivati in America Latina?

Ho visto, recentemente, una mini serie di documentari e commenti realizzata da ricercatori, antropologi, storici e addetti ai lavori in generale. L’argomento era la ricerca, a ritroso, del gene maschile “Y” fino alla notte dei tempi umanoidi. Il risultato, sorprendente è che la ricerca, lunga e minuziosa, conduce ad un unico capostipite che la Bibbia ha chiamato Adamo. Le investigazioni hanno condotto in Africa Orientale e in modo più specifico nell’attuale Etiopia. Questo territorio era già ben conosciuto dagli antropologi che avevano pubblicato le loro ricerche, basate su resti fossili, deducendo che da questa zona è cominciata la diaspora dell’Homo Erectus, discendente dagli Ominidi e antecedente del “Sapiens”.
La cosa che mi ha più sorpreso, nel seguire le migrazioni per i vari Continenti nel corso di centinaia di migliaia di anni, è stata quella che attraverso gli esami del DNA, possibili solo da un tempo relativamente breve, è emerso che tutti noi abbiamo in comune il cromosoma “Y” che secondo gli esperti porterebbe a un unico antenato comune a tutte le razze che si sono sparse in luoghi, tempi e condizioni differenti, creando gruppi, sottogruppi e differenze somatiche, ma mantenendo inalterato il genoma.
Quello, da non credente che mi lascia il dubbio, è da dove discende il cromosoma femminile...? Sarà una “deformazione” del maschile? Devo riconoscere che la storia della costola non mi convince e poi la prima coppia non ha avuto solo due figli maschi? Senza contare che secondo questa “teoria” i tempi evolutivi sarebbero molto più rapidi e imprecisi. Poche migliaia di anni, rispetto alle centinaia di migliaia o addirittura qualche milione secondo gli studi opinabili, ma accompagnati da prove concrete e condivisi dalla totalità, o quasi, del mondo scentifico, anche credente.
Dal mio punto di vista do più credito alla scienza che prima o poi saprà dare, se non lo ha già, una risposta a questo mio dubbio.
Un altro dubbio che mi assale è: ma i sottogruppi di Giuda, attraverso le migrazioni, sono arrivati anche in Sud America? Gli esempi sono infiniti, al momento me ne sovviene solo qualcuno: Pinochet, Videla e molto più recentemente Temer, Santos o Lenin Moreno che pur essendo Presidente non ha avuto nemmeno il buon gusto di cambiarsi il nome di battesimo.


                                                                                                              

mercoledì 8 agosto 2018

Opinioni, opinabili, su una realtà

Ho ricevuto una mail  da un amico che segue assiduamente queste mie personalissime, criticabili e non obbligatoriamente condivisibili opinioni, nella quale si dichiara “non completamente d’accordo” sulla mia teoria riguardante l’embargo, specie nel campo della salute e ne ha tutto il diritto. Il tema riguardante gli effetti dell’embargo di cui soffre Cuba si ripercuote (per importanza) sulla salute, ma non solo. Desidererei chiarire il mio punto di vista sull’argomento, magari per far riflettere altri lettori non ben informati sul tema.
Premesso che in alcuni casi lo considero un alibi per alcuni responsabili di settori economici e sociali, dal momento che da diversi anni, Cuba riceve crediti e aiuti da Paesi “amici” o cumunque non nemici come, per esempio: Cina,Vietnam, Russia, Canada, Messico e altri, per non parlare del Venezuela con le sue difficoltà, sempre più acute e derivate dallo stesso mandante. C’è stato anche un riavvicinamento della Comunità Europea. Il tutto è molto bello  e utile, chi ha visitato Cuba 20 o più anni fa lo può apprezzare in molti campi, ma  nessuno di loro  è Babbo Natale e con tutte le agevolazioni e condoni del caso, un Paese bloccato finanziariamente soffre, comunque, di grandi difficoltà e gli risulta difficile uno sviluppo completo e integrale. Molti, specie all’estero danno la colpa al “sitema” o al regime e negarlo completamente sarebbe oscurare il Sole con un dito, ma se i cambiamenti seppure ancora lenti e poco efficaci sono iniziati, l’embargo continua da quasi 60 anni. Cina e Vietnam, con la stessa ideologia politica, senza embargo, non sono diventati Paesi prosperi in pohi anni?
Da un po’ di  anni si è scoperta l’acqua calda del turismo, in un Paese caraibico ed è diventata la prima fonte di ingresso (lordo). Sono lontani i tempi in cui c’era una lotta a coltello tra le poche Agenzie straniere presenti per avere un pullmann o degli alloggiamenti decenti, ma questo va a vantaggio degli investitori stranieri che stanno costruendo alberghi a tutto spiano, però le entrate (nette) non sono tutte per Cuba...
Nello specifico, lo strangolamento finanziario è sopportabile solo con enormi sacrifici e stoicismo. Cuba non può fare transazioni in dollari statunitensi, così some gli Istituti Finanziari che tengono rapporti con essa. È facile immaginare quale sia il danno economico dovuto solo al cambio della valuta. L’extraterritorialità della Legge impedisce, anche,  alle Aziende nordamericane radicate all’estero, o loro filiali e associate, di commerciare in ogni campo con Cuba. Se i manufatti metallici contengono nickel cubano ne è vietato l’acquisto ed ogni eventuale “triangolazione” di Imprese di Paesi terzi con prodotti nordamericani, comporterebbe, nel migliore dei casi, multe milionarie o anche la cessazione dei rapporti con la “Casa madre” statunitense. E questo è solo un esame molto superficiale.
Nel campo della salute, molti apparecchi sono prodotti da altri Paesi (Giappone, Olanda, Cina, ecc.), purtroppo però, ci sono macchinari  e medicine che possono salvare vite, prodotti solo negli Stati Uniti o comunque protetti dai loro brevetti e questo è un serio quesito sui Diritti Umani, mentre medici e personale cubano della Salute si distinguono in tutto il mondo in opere umanitarie portando il poco che hanno e anche quello che servirebbe in Patria.


domenica 29 luglio 2018

Cose che capitano

Per un po’ di tempo avrò difficoltà ulteriori, di comunicazione dal momento che ho avuto uno scontro con una pompa di benzina nella quale ho maldestramente messo un piede in fallo dentro una spira della canna di erogazione cadendo pesantemente in avanti, stando sulla piattaforma soprelevata e nel tonfo, ha avuto la meglio lei. Nell’intento, fortunatamente riuscito, di proteggere faccia e testa, ho messo le braccia avanti sentendo uno spostamento nella spalla destra. Dislocamento e lussazione della clavicola che mi causa l’immobilità del braccio destro per 20/25 giorni. Disgraziatamente sono ambidestro solo con i piedi che peraltro non uso più, per cimentarmi da ex calciatore di buone speranze e usare la tastiera con la sola mano sinistra è alquanto disagevole.
Nell’occasione ho potuto ancora sperimentare la grande umanità e professionalità dei lavoratori della salute cubani che forniscono con abnegazione un servizio carente di mezzi e risorse di cui avrebbero bisogno,  mezzi  e risorse mancanti, spesso in casi molto più gravi del mio grazie allo strangolamento anche extraterritoriale, imposto dagli Stati Uniti e in vigore da quasi 60 anni che è un genocidio, alla faccia dei Diritti Umani che sbandiera un Paese dove è tornata di moda, la peraltro mai abbandonata “Dottrina Monroe” che rivendica l’America agli americani. Naturalmente del Nord e preferibilmente biondi dagli occhi chiari.
Parafrasando Trumpaccio, il resto è cacca.