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domenica 3 settembre 2023

Quando l'intelligence funziona...

 


FEB

14

 

MERCENARIO "MAURO CASAGRANDE" ITALIANO IN CUBA

 


lunedì 14 dicembre 2011 20.55

Caro Agente Bunda, alias Albert0, mi sembra lodevole la tua iniziativa di “riesumare” raccontidi italiani che hanno una “storia” a Cuba. Quello che posso dire è che peraticamente tutti i “personaggi” che ahnno una lunga traiettoria di vita cubana li conosco e li ho conosciuti. Naturalmente non conosco tutti i dettagli delle loro vite, ma almeno i ruoili principali che hanno avuto, certamente. Devo dire che, magari involontariamente, si vorrebbe “tirarmi dentro” per conoscere queste storie. Non è che mi voglia rifiutare di farlo, ma sono comunque “ricostruzioni” che mi comportano tempo per ricordare e redigere e purtroppo, ho anche altre cose da fare oltre a seguire il corumi, il mio sito e il blog.
Credo che su Mauro Casagrande, per chi fosse interessato ci siano pagine sui motori di ricerca, quello che posso riassumere è che al principio degli anni '60 (credo 61 0 62), questo giovane figlio dell'Ambasciatore italiano a San Salvador, è capitato a Cuba per seguire dea vicino il nuovo corso della storia dell'Isola. Durante la sua permanenza, che si è andata estendendo, ha stretto amicizia con l'allora corrispondente dell'Unità, Saverio Tutino, la “comunità” degli architetti italiani venuti dal
Venezuela, dopo varie peregrinazioni nel Terzo Mondo e via Argentina, con l'attore emergente e poi diventato stella di prima grandezza nel cine, teatro eTV: Sergio Corrieri (figlio di Fabio, lucchese di origine e di Gilda Hernandez, attrice e regista teatrale) e il dipendente dell'Habana Libre (già Habana Hilton) Manuel Arango. Architetti a parte, gli altri appartenenti al gruppo avevano una passione comune: la pesca subacquea ed allora Cuba era un vero “banquete” per questa attività, in seguito proibita. Oltre alle immersioni era anche affiorata una certa affinità verso la cultura di cui Corrieri faceva parte e gli architetti ne facevano da contorno attivo.
Dopo l'applicazione dell'embargo da parte degli USA, Mauro conobbe l'imprenditore torinese Elio Cittone che aveva concluso una “triangolazione” con l'URSS per l'invio delle navi cubane cariche di zucchero che erano state fermate dall'intervenuta manovra economica. Cittone venne “ricompensato” anche con la possibilità di aprire un ufficio, il primo e l'unico allora per uno straniero, di import-export: la COMEI. Così in quegli anni si importarono macchine da scrivere Olivetti, diffuse in tutti gli uffici del Paese, automobili Alfa Romeo per i dirigenti, moto Guzzi per la Polizia, materiale ferroviario e di meccanica pesante navale e automotrice Fiat, oltre ad altri generi. Mauro, fu nomimato direttore della sede cubana della azienda.
Successivamente, dimostrando abilità negli affari e nelle relazioni publiche, fu nominato Ambasciatore dello SMOM a Cuba. Grazie alla sua attività e i suoi contatti si trovava a dover viaggiare frequentemente e in uno dei suoi viaggi venne contattato, a Madrid, da una agente della CIA. Gli venne chiesto se fosse disposto a collaborare e Mauro prese tempo lasciando però intendere che sarebbe stato possibile. Rientrato a Cuba si ise in contatto con i servizi di sicurezza che lo “autorizzarono” ad accettare per infiltrare un “agente doppio”nell'intelligence americana.
La sua “attività” collaterale durò diversi anni, dentro e fuori da Cuba, fino a che la diserzione del maggiore della “Seguridad” Florentino Aspillaga Lombard, che aprofittò di un viaggio in Cecoslovacchia per poi rifugiarsi a Londra, non fece saltare la “rete” a cui apparteneva Mauro assieme ad altri 26 agenti, tutti cubani, ed infiltrati come lui nella CIA. Una volta ssicurata la sicurezza di tutto il “gruppo”, le loro storie sono venuta alla luce pubblicamente, attraverso uno speciale televisivo che li presentava. L'ultimo episodio è stato quello in cui è apparso Mauro Casagrande, l'agente “Mario”. Enorme la sorpresa, fra tutti e specialmente fra chi lo conosceva, italiano o cubano che fosse. Questo fatto gli comportò la rinuncia alla direzione della COMEI e alla carica di Ambasciatore ricevette i gradi di maggiore del Minint fino a diventare, oggi, colonnello. Continuò comunque a dedicarsi agli affari e investì con Habaguanex nell'apertura del ristorante di Prado e Nettuno assieme al ex cuoco di Giovanni PaoloII che credo si chiamasse Angelo, ma questo è successo in anni in cui non risiedevo a Cuba. So che in seguito è uscito dalla società “mista” e oggi prosegue nei suoi affari di import-export e si occupa di finanza.

Note:Visite la sua casa in Ave. Paseo inizio anni 1990 me recorda vecino alla embasciata Italiana in Cuba,voleva lavorare con lui,non possible la sua empresa international sotto la secureza del Stato solo loro podevano ubicare personale.


 

Mauro Cassagrande - Agente Mario de la DSE (mercenario italiano in Cuba)

Postato 14th February 2012 da Anonymous

Etichette: Ileana Ros - Lehtinen Isac Ramon Marco Rubio.Saul Sanchez Mario Diaz - Balart No apartheid castrista Reina Luisa Tamayo Danger

 

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1.    

Anonymous14 febbraio 2012 alle ore 21:46

Por la libertad de mì Patria fuera todos los mercenarios de Isla al servizio de la dictadura castro - comunista què tienen maniatada un pueblo por màs de medio siglo.

Rispondi

2.    

aldo abuaf3 settembre 2023 alle ore 14:54

Ritratto dettagliato e preciso anche negli aspetti "privati" evidentemente redatto da un "collega" di Mauro dell'altra sponda. Sarebbe interessante leggere informazioni su altri italiani a Cuba, magari anche sul sottoscritto, se considerato d'interesse. Ma vedo che il nostro non pubblica da anni. Morto? Spero di no.

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venerdì 1 settembre 2023

Hasta siempre Mimmo! Ricordo di un amico

Un breve scritto pubblicato sul sito 

https://premiomimmocandito.org

richiestomi dalla giornalista e critico musicale Marinella
 
Venegoni, vedova di Mimmo:

Hasta siempre, Mimmo!

Aldo Abuaf era un caro amico di Mimmo, nella sua prima vita vigile a Milano e nella seconda, ormai fisso a Cuba dove i due si conobbero, fotografo, stringer  e collaboratore di alcuni fogli. L’ho incontrato l’ultima volta nel 2016 all’Havana, quando sono andata a sentire i Rolling Stones davanti all’impressionante folla di 500 mila persone: ha dato una mano anche a me. Quando Mimmo se n’è andato, l’ho pensato e mi son detta che non avrei saputo più nulla di Aldo e mi  spiaceva. Invece si è fatto vivo di recente, via Facebook, e adesso so come trovarlo.Gli ho subito chiesto un ricordo del Nostro, e lui me lo ha mandato a spron battente. Eccolo qui sotto.

Durante la mia permanenza a Cuba ho avuto modo di conoscere e frequentare persone popolari o comunque famose tra politici, gente dello spettacolo e soprattutto giornalisti. Alcune di queste persone semplici e sincere, altre con un poco di puzzetta sotto il naso e una buona dose di egoismo e opportunismo. Fra i giornalisti, tutti di primo piano, ce n’è stato uno che mi ha toccato nel profondo e che ancora oggi, a oltre 5 anni dalla sua scomparsa è sempre presente nei miei pensieri. È stato quello che più mi ha aiutato e tenuto in considerazione per quel poco di sostegno che posso avergli dato nelle sue ricerche e investigazioni sempre precise, meticolose e soprattutto oneste. Non abbiamo mai parlato di politica fra noi e non so per chi simpatizzasse anche se per il suo modo di essere e di fare credo, senza timore di sbagliarmi che la punta del suo cuore battesse a sinistra, certamente moderata come era moderato lui nel suo quotidiano. Così è nata un’amicizia tardiva, non di quelle della tenera età e non certo agevolata dalla distanza, ma abbastanza forte per incredibile che possa sembrare.

Immagino che le sue cronache manchino anche ai lettori de “La Stampa”, il giornale che era la sua ragione di vita lavorativa. Ha scritto anche due libri  editi da Rizzoli e Baldini e Castoldi, raccontando le sue esperienze professionali, ma soprattutto umane in molti Paesi del terzo e quarto Mondo, mettendo in risalto specialmente la vita, la morte e gli stenti di molti appartenenti a quei popoli infelici che sicuramente lo hanno segnato al suo interno. In uno di loro parla della sua espulsione da Cuba come “persona non grata” (avvenuta durante il mio provvisorio, ma prolungato rientro in Italia) accusato di essere un agente della CIA. Era l’epoca del “Periodo Especial” dove la vita qui si era fatta ancora più dura e la paranoia, già esistente, verso presunti agenti del “nemico” era ai massimi livelli. Personalmente credo che la sua puntigliosità nell’andare in fondo alla notizia lo portava a scavare fino alla radice facendo suonare campanelli d’allarme, in questo caso assolutamente ingiustificati. Molti anni prima, era toccata la stessa sorte anche all’architetto Vittorio Garatti che solo dopo oltre trent’anni è stato riabilitato e invitato a Cuba con onore e una mostra dei suoi lavori. Penso che sarebbe successo anche a lui, una persona cristallina che aveva il solo difetto di voler essere perfetto nel suo lavoro e che indubbiamente simpatizzava, nonostante tutto, con la Rivoluzione Cubana. 

Sono ancora colpito dal suo modo incredibile di entrare nella vita del prossimo in punta di piedi con un rispetto e un’educazione sulla via dell’oblio in un Mondo che aveva già iniziato la strada della sguaiataggine. A differenza di altri colleghi non ha mai fatto pressione per avere particolari riguardi o “dritte” su fatti e persone. Se le è sempre cercate da solo avvalendosi solamente di poco più che della solidarietà e l’amicizia che si era formata incredibilmente fra due persone che si vedevano e/o parlavano in tempi assolutamente brevi nel contesto generale. Credo che uno dei suoi rimpianti sia stato quello di non aver potuto fare un’intervista a Fidel Castro, cosa riuscita a un famoso collega che non aveva certo i suoi scrupoli e la sua gratitudine. Un vero gentiluomo del Sud, di quelli “di una volta”. Non aveva mai dimenticato le sue origini calabresi nonostante fosse stato fagocitato dal profondo Nord per la sua attività professionale e anche personale.

Sono profondamente materialista e non credente per pensare che mi possa vedere dall’alto del Cielo, però la sensazione della sua presenza la sento ancora oggi. Hasta siempre, Mimmo! 

Aldo Abuaf

26 Luglio, 2023

lunedì 28 agosto 2023

Spagnoli, ma non esagerate un po'?

  Mi sembra che la polemica scoppiata in Spagna per un bacio inopportuno dato dal Presidente della Federazione Calcio, Luis Rubiales, alla giocatrice Jenni Hermoso stia passando i limiti del buon senso. Indubbiamente il dirigente ha compiuto un gesto inappropriato per il suo ruolo e senza consentimento della "controparte". Bisogna però anche considerare le attenuanti date dall'euforia del momento anche se, il Nostro, avrebbe dovuto contenersi visto il suo ruolo, ma è umanamente comprensibile se poi si considera che il "fattaccio" è durato una frazione di secondo e senza evidente morbosità sessuale. Mi sembra che ragionevolmente, un fatto del genere poteva essere risolto con un richiamo e una multa con o senza sospensione temporanea dalla funzione, ma da qua a trasformarla in un "atto di violenza sessuale" paragonabile a uno stupro, come vogliono le femministe più o meno accanite e come lo sta ricamando la stampa, ce ne corre...Il bello è che succede in un Paese tanto moralista e ipocritamente latino, dove si è approvata recentemente (2023) una legge proposta dal Partito Socialista (sic!!!!) che ha messo in libertà stupratori con condanne pesanti passate in giudicato, dove si  torturano e seviziano i tori che sono animali mammiferi, non insetti molesti, e poi si uccidono per puro divertimento in nome di una presunta cultura storica con buona pace della Comunità Europea e dell'opinione pubblica internazionale.

Arriba España!

 

lunedì 14 agosto 2023

Qualcosa non quadra

 C'è qualcosa che non quadra, a parer mio, in questo Paese che molti di noi hanno ammirato e idealizzato tra gli anni '60 e '80 del secolo scorso e con qualche riserva nei '90. Non si pretendeva certo una società piatta e uniforme come da comunismo utopico, ma almeno una buona dose di giustizia sociale che mi sembra stia venendo sempre meno applicata.

Si è creato un "capitalismo a scartamento ridotto" con l'apertura, sempre più concessa a lavori, cooperative e aziende di piccola e media dimensione. Questo pur essendo un vantaggio in senso economico e pratico per il lavoratore e consumatore mette in dubbio il sistema "tutto statale" (o quasi) applicato fino a pochi anni fa, ma non essendo capitalismo totale ne assume molti aspetti negativi come quello di creare fratture nella società che prima erano meno evidenti. Chi ha la capacità e magari gli aiuti esterni, apre aziende commerciali o produttive che nel momento attuale aiutano la crescita dell'inflazione.

Non ci sono (credo) multimilionari, ma esistono differenze notevoli tra ceti. Si vedono magioni che con le dovute proporzioni sembrano hollyvoodiane e i motorizzati circolano con auto (o moto) di 60 e più anni o qualcuna meno anziana di provenienza ex sovietica e comunque non certo attuale, oppure con modelli più recenti e costosi. Chi può permettersi di spendere varie decine di migliaia di dollari per una macchina in un Paese proletario mentre i lavoratori dipendenti tirano ogni giorno di più la cinghia?

Solo con questi piccoli esempi di vita quotidiana e sotto gli occhi di tutti viene da pensare che qualcosa non quadra…

venerdì 4 agosto 2023

Un amico indimenticabile

 Durante la mia permanenza a Cuba ho avuto modo di conoscere e frequentare persone popolari o comunque famose tra politici, gente dello spettacolo e soprattutto giornalisti. Alcune di queste persone semplici e sincere, altre con un po' di puzzetta sotto il naso e una buona dose di egoismo e opportunismo. Fra i giornalisti, tutti di primo piano, ce n'è stato uno che mi ha toccato nel profondo e che ancora oggi, a oltre 5 anni dalla sua scomparsa è sempre presente nei miei pensieri. È stato quello che più mi ha aiutato e tenuto in considerazione per quel poco di sostegno che posso avergli dato nelle sue ricerche e investigazioni sempre precise, meticolose e soprattutto oneste. Non abbiamo mai parlato di politica fra noi e non so per chi simpatizzasse anche se per il suo modo di essere e di fare credo, senza timore di sbagliarmi che la punta del suo cuore battesse a sinistra, certamente moderata come era moderato lui nel suo quotidiano. Così è nata un'amicizia tardiva, non di quelle della tenera età e non certo agevolata dalla distanza, ma abbastanza forte per incredibile che possa sembrare

Immagino che le sue cronache manchino anche ai lettori de "La Stampa", il giornale che era la sua ragione di vita lavorativa. Ha scritto anche due libri editi da Rizzoli e Baldini e Castoldi raccontando le sue esperienze professionali, ma soprattutto umane, in molti Paesi del terzo e quarto Mondo mettendo in risalto specialmente la vita, la morte e gli stenti di molti appartenenti a quei popoli infelici che sicuramente lo hanno segnato al suo interno. In uno di loro parla della sua espulsione da Cuba come “persona non grata”, avvenuta durante il mio provvisorio, ma prolungato rientro in Italia, accusato di essere un agente della CIA. Era l’epoca del “Periodo Especial” dove la vita si era fatta ancora più dura e la paranoia, già esistente, verso presunti agenti del “nemico” era ai massimi livelli. Personalmente credo che la sua puntigliosità nell’andare in fondo alla notizia lo portava a scavare fino alla radice facendo suonare campanelli d’allarme, in questo caso assolutamente ingiustificati. Molti anni prima, era toccata la stessa sorte anche all’architetto Vittorio Garatti che solo dopo oltre trent’anni è stato riabilitato e invitato a Cuba con onore e una mostra dei suoi lavori. Penso che sarebbe successo anche a lui, una persona cristallina che aveva il solo difetto di voler essere perfetto nel suo lavoro e che indubbiamente simpatizzava, nonostante tutto, con la Rivoluzione Cubana:

Sono ancora colpito dal suo modo incredibile di entrare nella vita del prossimo in punta di piedi con un rispetto e un'educazione sulla via dell'oblio in un Mondo che aveva già iniziato la strada della sguaiataggine. A differenza di altri colleghi non ha mai fatto pressione per avere particolari riguardi o "dritte" su fatti e persone. Se le è sempre cercate da solo avvalendosi solamente di poco più che della solidarietà e l'amicizia che si era formata incredibilmente fra due persone che si vedevano e/o parlavano in tempi assolutamente brevi nel contesto generale. Credo che uno dei suoi rimpianti sia stato quello di non aver potuto fare un'intervista a Fidel Castro, cosa riuscita a un famoso collega che non aveva certo i suoi scrupoli e la sua gratitudine. Un vero gentiluomo del Sud, di quelli "di una volta". Non aveva mai dimenticato le sue origini calabresi nonostante fosse stato fagocitato dal profondo Nord per la sua attività professionale e anche personale.

Sono profondamente materialista e non credente per pensare che mi possa vedere dall'alto del Cielo, però la sensazione della sua presenza la sento ancora oggi. Hasta siempre Mimmo! 


lunedì 31 luglio 2023

Il disordinamento e disunificazione monetaria

Il senso che avrebbe avuto il riordinamento monetario a Cuba non è stato lontanamente raggiunto, anzi ha provocato squilibri maggiori. Si parlava di unificare la moneta, ovvero il CUC per gli acquisti in valuta e il Peso Cubano, moneta ufficiale, per evitare un doppio mercato, cosa che si sapeva impossibile perdurando il "bloqueo" nordamericano.

In realtà si è solo abolito l'uso di contante in valuta negli esercizi che vendono prodotti d'importazione o comunque di difficile reperibilità, se si tratta di prodotti nazionali che se si eccettuano i vegetali sono praticamente tutto il resto, fatto salvo qualche prodotto caseario comunque raro, alcuni prodotti di carne suina o il pane "liberato" dalla quota giornaliera, quando si trova… Il resto, dall'acqua minerale al caffé puro al 100%   passando per tutto l'immaginabile comunque molto limitato, quando si trova, si paga in valuta avvalendosi della "tarjeta" ovvero una scheda magnetica tipo carta di credito che viene rilasciata a chi è autorizzato a tenere un conto in valuta: stranieri residenti, artigiani in proprio o in cooperativa, piccoli commercianti eccetera. Alcuni di questi prodotti poi vengono immessi nel mercato nazionale a prezzi, naturalmente, maggiorati con incremento dell'inflazione.

Rimane in vigore la "Libreta" o tessera annonaria per gli acquisti mensili, a prezzo politico e in moneta nazionale dei prodotti di base che peraltro non sono tutti a cadenza mensile come l'olio di semi o il sale, per esempio.

Pertanto il doppio mercato rimane ed ha aggravato la situazione creando un'inflazione (parola prima sconosciuta) a livelli vergognosi con un traffico di cambio illegale della moneta nazionale con la valuta, vuoi per ricaricare le "tarjetas" vuoi per le uscite dal Paese, legali o meno, tanto che il circolante è scarso dal momento che quello che costava 1 adesso si paga da 10 fino anche a più di 100 volte.

 Anche le banche sono sprovviste di banconote da distribuire e questo è il risultato dell'unificazione (sic! ma dove?) monetaria.

 

martedì 25 luglio 2023

America, America...!

Sul finire degli anni '50, era venuto in Italia, con la moglie, un fratello di mio nonno Joseph che viveva negli Stati Uniti. Vennero a stare da noi per il periodo del soggiorno e si "innamorarono" di me insistendo con mia madre perché mi mandasse a vivere a New York dove avrei potuto avere un futuro brillante dato che lui lavorava nel prestigioso albergo Waldorf Astoria ed aveva molte conoscenze. Gli ospiti partirono e la richiesta rimase nell'aria fino a che nel 1961, si decise per la mia partenza. Il viaggio aereo era impensabile per i costi di allora quindi si decise, non senza sacrifici, il trasferimento via mare. Il 23 maggio del 1961, mi imbarcai sull'ammiraglia della flotta italiana: la Turbonave "Leonardo da Vinci" che era tornata a Genova dal suo viaggio inaugurale in America dopo essere subentrata all'"Andrea Doria" tragicamente naufragata. La "Raffaello" e la "Michelangelo" erano ancora di là da venire.

Dopo una settimana di navigazione, di cui 5 giorni senza vedere terra, all'alba del 1° giugno entrammo nell'imponente porto di New York, attraccando al Pier 44, a un isolato dal 42 da dove si scorgeva l'Empire State Building. Sbrigate le formalità doganali, allora abbastanza severe specialmente riguardo ai generi alimentari, venni preso in consegna dallo zio Morris. Ci recammo a Brooklyn, dove abitava e cominciò la mia breve avventura americana. La sera andammo all'imponente Luna Park di Coney Island che era a due fermate di metropolitana dalla casa degli zii. Furono molto premurosi e attenti e ci capivamo col mio rudimentale spagnolo dato che era la loro lingua madre dal momento che in Turchia gli ebrei provenivano quasi tutti dall' Inquisizione spagnola e avevano conservato la madre lingua per diverse generazioni. 

Oggi quando vedo circolare gli "almendrones" a Cuba mi ricordo di quei tempi quando però i veicoli erano praticamente nuovi.

Venne il giorno in cui lo zio mi portò al Waldorf Astoria e scoprii che il suo lavoro consisteva nella supervisione dei bagni comuni dell'albergo. Non era certo quello che avevamo immaginato quando parlava del suo lavoro in Italia.

Questo fatto indubbiamente mi lasciò un'impressione negativa che si unì alla mancanza di amici, la convivenza con due anziani, la non padronanza della lingua e la differenza di abitudini, non ultime quelle alimentari.

Quello che risultava abbastanza facile era muoversi a New York, specialmente dopo aver raggiunto Manhattan con la Metropolitana che in Italia era ancora sconosciuta.

Un bel giorno lo zio mi fece conoscere un suo "cliente", era un ex giocatore del Livorno quando militava in Serie A, si chiamava Magnozzi. Non ricordo il nome. Questi era titolare di un'impresa di costruzioni che mi avrebbe dato lavoro e nel contempo aveva fondato una squadra di "Soccer" che aveva chiamato Inter di New York. Al contrario di quella di Miami (ancora inesistente), questa ricordava nei colori l'Internazionale di Milano col nero e l'azzurro. Cominciai così la "carriera" di apprendista muratore alternandola ad allenamenti e partitelle amichevoli al Central Park. A quei tempi il "Soccer" negli Stati uniti aveva la popolarità paragonabile (forse) al ping-pong in Italia. Non esistevano stadi dedicati e le rarissime partite ufficiali si giocavano su terreni del Football americano o spesso anche del Baseball con i dislivelli del caso.

Questo insieme di cose unito alla mia formazione che pur ancora "verde" era di sinistra mi spinsero a tornare in Italia e con gran dispiacere degli zii (e di Magnozzi) mi trovarono un imbarco sulla "Constitution", gemella dell'"Indipendence" che coprivano la rotta per l'Europa meridionale.

Con tutta la prosopopea con cui venivano propagandate queste navi erano ben lontane dalla modernità e il comfort della "Leonardo" e dopo una traversata meno piacevole che all'andata sbarcai a Genova il 21 luglio.

lunedì 24 luglio 2023

Quando una situazione diventa drammatica?

 Di questi tempi, a Cuba, manca la liquidità nella circolazione monetaria. C'è una carenza cronica di banconote in circolazione e l'effetto si sente ancora di più con l'inflazione galoppante e conseguente necessità maggiore di denaro contante. Quasi la totalità dei "cajeros automaticos" è fuori servizio per mancanza di banconote ad alimentarli. I pochi che funzionano rilasciano al massimo 1000 Pesos (poco più di 8 dollari al cambio ufficiale) per operazione che può essere ripetuta per 10 volte al giorno. le banche sono prese d'assalto da una moltitudine che forma code di ore per ritirare contante, ma anche nel loro caso rilasciano un massimo di 1000 Pesos e non per 10 volte. Gli stranieri, diplomatici compresi che hanno il C/C in valuta, devono prenotare il ritiro del contante, in Dollari o Euro con tempi che possono arrivare anche al mese dalla prenotazione.

In questo panorama mancano anche i valori bollati sia postali che amministrativi con buona pace di corrispondenza e pratiche amministrative.

Fino a quando potrà essere sostenibile questa situazione? Il rischio è che vada anche peggiorando.

 

mercoledì 19 luglio 2023

Incredibile: un turco nell'esercito italiano

 Sono nato a Milano il 28 giugno del 1944, quasi 8 mesi prima della fine della Seconda Guerra Mondiale e a due anni dalla caduta del Regno d'Italia, da madre nubile turca ebrea e per questo motivo ho passato alcuni mesi, nel suo ventre e con mio fratello Roberto che aveva già 8 anni, nel carcere di San Vittore dal quale avrei dovuto prendere il secondo nome.

Grazie alla neutralità della Turchia e agli interventi di mio padre naturale presso il Comando Generale tedesco, riuscimmo ad essere scarcerati.

Dopo la nascita venni iscritto all'Anagrafe del Comune di Milano dalla quale ottenevo tutti i certificati che mi potessero servire, ma…ero iscritto come cittadino turco. Questa iscrizione però comportava anche l'inclusione alle liste di leva per il servizio militare, quindi dovetti recarmi alle visite previste e il 10 gennaio del 1965 venni invitato a presentarmi al 49mo Reggimento Salerno "CAR" di Savona. Non avevo ancora compiuto i 21 anni che erano, allora, quelli del raggiungimento della maggior età. Ero diventato soldato italiano di nazionalità turca. Solo dopo il compimento dei fatidici 21, grazie alla licenza ordinaria dal servizio, potei presentarmi davanti alle Autorità italiane e prestare giuramento di fedeltà alla Repubblica con relativo cambio di nazionalità. Contestualmente dovetti andare al Consolato turco di Milano per la rinuncia alla nazionalità dato che non era possibile avere due cittadinanze, come oggi. Il Console, molto dispiaciuto di perdere un compaesano cercò di dissuadermi, ma indipendentemente da qualsiasi altra considerazione il fatto era compiuto.

Fu così che un minorenne, turco, divenne membro dell'Esercito Italiano. 















venerdì 7 luglio 2023

La Democrazia del web

C'è chi ha detto che il web è l'invenzione più democratica perché appartiene a tutti. Evidentemente ci sono due persone, guarda caso nordamericane, che ritengono il web una parte di cosa loro, leggi "nostra". Da quando si sono inviperiti i due sistemi di servizi e reti sociali non sono più compatibili e non si possono trasferire messaggi né altro da una rete sociale all'altra e non si possono nemmeno intercambiare applicazioni.

Questa è una faccia della "democrazia" del web che inoltre emargina chi non è gradito al sistema imperante in qualunque Paese. Che bella lingua il greco, peccato non si parli molto.