MERCENARIO
"MAURO CASAGRANDE" ITALIANO IN CUBA
lunedì 14 dicembre 2011 20.55
Caro Agente Bunda, alias Albert0,
mi sembra lodevole la tua iniziativa di “riesumare” raccontidi italiani che
hanno una “storia” a Cuba. Quello che posso dire è che peraticamente tutti i
“personaggi” che ahnno una lunga traiettoria di vita cubana li conosco e li ho
conosciuti. Naturalmente non conosco tutti i dettagli delle loro vite, ma
almeno i ruoili principali che hanno avuto, certamente. Devo dire che, magari
involontariamente, si vorrebbe “tirarmi dentro” per conoscere queste storie.
Non è che mi voglia rifiutare di farlo, ma sono comunque “ricostruzioni” che mi
comportano tempo per ricordare e redigere e purtroppo, ho anche altre cose da
fare oltre a seguire il corumi, il mio sito e il blog.
Credo che su Mauro Casagrande, per chi fosse interessato ci siano pagine sui
motori di ricerca, quello che posso riassumere è che al principio degli anni
'60 (credo 61 0 62), questo giovane figlio dell'Ambasciatore italiano a San
Salvador, è capitato a Cuba per seguire dea vicino il nuovo corso della storia
dell'Isola. Durante la sua permanenza, che si è andata estendendo, ha stretto
amicizia con l'allora corrispondente dell'Unità, Saverio Tutino, la “comunità”
degli architetti italiani venuti dal
Venezuela, dopo varie peregrinazioni nel Terzo Mondo e via Argentina, con
l'attore emergente e poi diventato stella di prima grandezza nel cine, teatro
eTV: Sergio Corrieri (figlio di Fabio, lucchese di origine e di Gilda
Hernandez, attrice e regista teatrale) e il dipendente dell'Habana Libre (già
Habana Hilton) Manuel Arango. Architetti a parte, gli altri appartenenti al
gruppo avevano una passione comune: la pesca subacquea ed allora Cuba era un
vero “banquete” per questa attività, in seguito proibita. Oltre alle immersioni
era anche affiorata una certa affinità verso la cultura di cui Corrieri faceva
parte e gli architetti ne facevano da contorno attivo.
Dopo l'applicazione dell'embargo da parte degli USA, Mauro conobbe
l'imprenditore torinese Elio Cittone che aveva concluso una “triangolazione”
con l'URSS per l'invio delle navi cubane cariche di zucchero che erano state
fermate dall'intervenuta manovra economica. Cittone venne “ricompensato” anche
con la possibilità di aprire un ufficio, il primo e l'unico allora per uno
straniero, di import-export: la COMEI. Così in quegli anni si importarono
macchine da scrivere Olivetti, diffuse in tutti gli uffici del Paese,
automobili Alfa Romeo per i dirigenti, moto Guzzi per la Polizia, materiale
ferroviario e di meccanica pesante navale e automotrice Fiat, oltre ad altri
generi. Mauro, fu nomimato direttore della sede cubana della azienda.
Successivamente, dimostrando abilità negli affari e nelle relazioni publiche,
fu nominato Ambasciatore dello SMOM a Cuba. Grazie alla sua attività e i suoi
contatti si trovava a dover viaggiare frequentemente e in uno dei suoi viaggi
venne contattato, a Madrid, da una agente della CIA. Gli venne chiesto se fosse
disposto a collaborare e Mauro prese tempo lasciando però intendere che sarebbe
stato possibile. Rientrato a Cuba si ise in contatto con i servizi di sicurezza
che lo “autorizzarono” ad accettare per infiltrare un “agente
doppio”nell'intelligence americana.
La sua “attività” collaterale durò diversi anni, dentro e fuori da Cuba, fino a
che la diserzione del maggiore della “Seguridad” Florentino Aspillaga Lombard,
che aprofittò di un viaggio in Cecoslovacchia per poi rifugiarsi a Londra, non
fece saltare la “rete” a cui apparteneva Mauro assieme ad altri 26 agenti,
tutti cubani, ed infiltrati come lui nella CIA. Una volta ssicurata la
sicurezza di tutto il “gruppo”, le loro storie sono venuta alla luce
pubblicamente, attraverso uno speciale televisivo che li presentava. L'ultimo
episodio è stato quello in cui è apparso Mauro Casagrande, l'agente “Mario”.
Enorme la sorpresa, fra tutti e specialmente fra chi lo conosceva, italiano o
cubano che fosse. Questo fatto gli comportò la rinuncia alla direzione della
COMEI e alla carica di Ambasciatore ricevette i gradi di maggiore del Minint
fino a diventare, oggi, colonnello. Continuò comunque a dedicarsi agli affari e
investì con Habaguanex nell'apertura del ristorante di Prado e Nettuno assieme
al ex cuoco di Giovanni PaoloII che credo si chiamasse Angelo, ma questo è
successo in anni in cui non risiedevo a Cuba. So che in seguito è uscito dalla
società “mista” e oggi prosegue nei suoi affari di import-export e si occupa di
finanza.
Note:Visite la sua casa in Ave.
Paseo inizio anni 1990 me recorda vecino alla embasciata Italiana in Cuba,voleva
lavorare con lui,non possible la sua empresa international sotto la secureza
del Stato solo loro podevano ubicare personale.
Mauro Cassagrande - Agente Mario de
la DSE (mercenario italiano in Cuba)
Postato 14th February
2012 da Anonymous
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1.
Anonymous14 febbraio 2012 alle ore 21:46
Por la libertad de mì
Patria fuera todos los mercenarios de Isla al servizio de la dictadura castro -
comunista què tienen maniatada un pueblo por màs de medio siglo.
2.
aldo abuaf3
settembre 2023 alle ore 14:54
Ritratto dettagliato e preciso anche negli aspetti
"privati" evidentemente redatto da un "collega" di Mauro
dell'altra sponda. Sarebbe interessante leggere informazioni su altri italiani
a Cuba, magari anche sul sottoscritto, se considerato d'interesse. Ma vedo che
il nostro non pubblica da anni. Morto? Spero di no.