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lunedì 18 novembre 2024

E anche Rafael è passato

 Sono passati 12 giorni dall’arrivo dell’uragano Rafael che ha spazzato la parte occidentale di Cuba con le province di Mayabeque, La Habana, Artemisa e Pinar del Río e dopo giorni di arduo e durissimo lavoro le brigate di lavoratori nel settore elettrico, provenienti da tutto il Paese, sono riuscite a ristabilire completamente il flusso di energia elettrica e di acqua potabile. Uno sforzo davvero encomiabile al quale hanno partecipato anche altri cittadini e reparti militari in quello che potevano come lo sgombero di detriti e vegetazione abbattuta. Uno sforzo encomiabile, ma fine a sé stesso perché non risolve il problema perché le stesse strutture danneggiate sono pronte ad essere distrutte di nuovo da futuri e certi uragani. E se non saranno le medesime toccherà ad altre in altre parti geografiche se non si provvede a una protezione valida della rete elettrica nazionale. Il rimedio non è la soluzione. A questo si aggiunge l’obsolescenza delle centrali di produzione alla quale si aggiunge la mancanza o insufficienza di carburante che le rende inservibili dopo un periodo di mancato uso.

Quello che resta di positivo è la grande coscienza, 
solidarietà e generosità del popolo cubano.

sabato 16 novembre 2024

Viaggiare, è un diritto umano o no?

 Dopo un lungo “mumble mumble” disneyano, sono arrivato alla conclusione, senza tema di esagerare, che il comportamento delle banche cubane (leggi Governo) in relazione agli ingressi in valuta dei pensionati di Paesi stranieri entra nel campo di violazione dei diritti umani e perdonate se mi esprimo in prima persona, ma il discorso è valido per centinaia o forse migliaia di stranieri residenti a Cuba dei quali, alcuni anche più di me, hanno contribuito alla difesa e sviluppo d’accordo alle possibilità individuali, di questo Paese. Che ci siano difficoltà nella liquidità nelle casse statali è fuori di dubbio, ma che si peschi nelle tasche dei pensionati è indecente oltre che di dubbia o nessuna legittimità internazionale. Pongo il mio esempio che come detto vale per tutti: avrei intenzione di effettuare un viaggio in Italia a fine anno per vedere i pochi famigliari rimasti oltre che amici e conoscenti, ebbene, stando così le cose non potrò farlo perché i MIEI soldi che arrivano a MIO nome, vengono trasformati in valuta virtuale cubana che serve sempre meno per gli acquisti quotidiani.

Teoricamente si potrebbero ottenere, a distanza di diversi mesi e non magari nella quantità richiesta, facendo domanda agli Istituti Bancari, ma come si fa a pianificare un viaggio in questo senso?

Infatti, con questa moneta virtuale e men che meno con quella nazionale non posso comprarmi un biglietto aereo, le agenzie e linee aeree non l’accettano esigendo (giustamente) il pagamento in Dollari, Euro o altre valute convertibili. Mi sembra che questo “divieto” di viaggiare possa tranquillamente essere inserito come violazione dei diritti umani. Non potendo nemmeno chiedere ad amici e parenti di comprarmi il biglietto per poi rimborsarli. In che modo? Essendo residenti a Cuba non si possono avere conti correnti all’estero per poter usare le carte di credito, escluse quelle appoggiate su banche americane che non sono comunque utilizzabili anche da chi venga da fuori.

Anniversario

 Oggi, la città di San Cristobal de la Habana compie 505 anni dalla sua fondazione.

lunedì 11 novembre 2024

Per l'Oriente cubano non c'è tregua

 Appena riavute energia e connessione, ho appreso che nella zona orientale dell'Isola c'è stato un terremoto abbastanza considerevole che seppure sembra non abbia fatto vittime ha lasciato danni rilevanti. Quando si dice: "piove sul bagnato".

domenica 10 novembre 2024

Le beffe, senza cena

 Ogni mattina nel primo notiziario della Televisione Cubana, appare o meglio appariva dato che in giorni come questi non si possono ricevere notizie, un alto funzionario del settore “Energia e Miniere” dando i dati dei deficit quotidiani di energia che mediamente erano, o sono, intorno ai 1300/1400 megabyte con punte da poco meno di 1000 a quasi 2000. Dopo il catastrofico black out del mese scorso, ma anche prima, le notizie fornite, erano sempre ottimistiche dicendo che “da domani” la situazione sarà migliore per l’entrata in servizio delle Centrali Tizio, Caio e Sempronio mentre si sta facendo manutenzione alla Giacomino. Che la colonna vertebrale del sistema è perfettamente sotto controllo, che è arrivato il combustibile necessario e che non si sarebbe più ripetuto un disastro come quello di fine ottobre. Certo questa volta le cause sono diverse perché l’uragano Rafael avrebbe abbattuto due torri di alta tensione lungo l’autostrada Habana/Artemisa, ma fatti come questo devono essere prevedibili e previsti con l’adeguata scorta di uomini e materiali per il ripristino che non può e non deve ritardare giorni e giorni. Secondo fonti attendibili, in mancanza di poter vedere e ascoltare i media ufficiali, hanno dato uno stimato di 4 giorni, ma francamente per ripristinare due torri e riagganciare i cavi mi sembra un po’ troppo e puzza di alibi, senza contare che l’uragano ha toccato terra alle 16 mentre la corrente è stata tolta circa due ore prima…qual è la verità?

Ma perché si deve vivere nella menzogna? Perché non si parla chiaro? O forse i responsabili sono incapaci di mantenere, pur zoppicante, il sistema energetico nazionale? In questo caso devono essere allontanati. Se invece il vero problema è il risparmio di petrolio, non sarebbe meglio arrivare, se proprio necessario, anche a un razionamento di 12 ore al giorno programmato, ad esempio, con due turni alternati: dalle 0.00 alle 12.00 e dalle 12.00 alle 24.00? Almeno si darebbe respiro a frigoriferi, apparecchi ricaricabili e quant’altro.

Queste interminabili ore, giorni e notti senza energia elettrica, oltre a creare disagio e frustrazione, comportano danni economici ingentissimi specialmente nel settore, molto delicato, alimentare. Tonnellate di derrate vanno buttate per putrefazione in un Paese che non soffre certo di opulenza. Senza contare l’assenza di comunicazione, in pieno 21° secolo e il settore dei trasporti, oltre alle scuole e centri produttivi che devono rimanere chiusi per non parlare degli ospedali. Comincia a scarseggiare l’acqua che viene ricavata da pozzi, vene sotterranee o bacini, ma che le pompe non hanno energia per metterla in rete.

Credo che sia quantomeno una mancanza di rispetto ai cittadini, il susseguirsi di informazioni menzognere. Oltre il danno anche la beffa.

In merito alla gestione della distribuzione energetica, non ho mai capito perché, in anni meno difficili, non si è provveduto a interrare i sistemi cablati di luce e telefoni. In un Paese soggetto abitualmente a fenomeni atmosferici estremi dovrebbe essere una priorità, senza contare che anche in situazioni normali la copiosa vegetazione di alto fusto contribuisce al danneggiamento delle linee per caduta o aggrovigliamento di rami a danno dei cavi tesi Così facendo si eliminerebbero anche tralicci antiestetici e pericolosi oltre a proteggere le linee anche dal normale maltempo. Solamente nella parte vecchia della Capitale si è effettuato, già da anni, questo lavoro e paradossalmente è quella che soffre meno pericoli per le ragioni descritte, ma lo si è fatto puramente per motivi estetici.

Si dà anche giustamente, almeno in parte, la colpa al “bloqueo” degli Stati Uniti che colpisce duramente l’economia e le finanze cubane anche con effetti extraterritoriali da oltre sessant’anni, ma per risolvere un contenzioso fra due o più parti bisogna sedersi a dialogare e scendere a compromessi che potrebbero anche essere dolorosi, ma necessari. Il braccio di ferro non fa bene a nessuno, specialmente ai più deboli.

Fino a quando questo “armiamoci e partite”?

Pubblicato appena possibile. La corrente arrivata da noi alle 22.15 di oggi 10/11 ed era mancata alle 14.30 circa del 6/11. Ristabilita anche l'acqua, ma...contaminata.

P.S.: Vengo a conoscenza adesso, il 9/9 alle 15.30 che le torri cadute sono diverse e in diversi punti della Zona Occidentale e anche della città dove, in alcuni punti la corrente è stata ristabilita. Questo è doveroso a parziale discolpa di altre responsabilità, rimane sempre il perché delle linee aeree.  

Aspetta (e spera) che te lo mando

Non so se si tratta di un effetto collaterale ed extraterritoriale dell’Embargo, ma spedire per i canali ufficiali, ovvero delle Poste Italiane, un pacchetto o della semplice corrispondenza a Cuba, dall’Italia, è un’impresa colossale. Faccio un esempio, ma è nella norma: il giorno 11/10 l’amico Luca Lombroso mi ha inviato un pacchetto al modico prezzo di spedizione di 27.80 Euro e a tutt’oggi 10/11il, pacchetto non è ancora arrivato. Si trova fermo in un fantomatico deposito di smistamento come da ultima notizia ricevuta il 15/10.

Altro esempio è quando arrivano le cartoline di convocazione alle elezioni, comodamente, dopo 4 o 5 mesi che si sono svolte.

Faccio notare che ogni giorno arrivano, dall’Europa, almeno 4 o 5 voli. Le premiate Poste Italiane non possono spedire con normali voli commerciali? Se è così, devono aspettare di avere materiale sufficiente per riempire un aereo adatto all’uopo? Una via migliore, almeno per spedizioni normali, c’è: l’azienda privata DHL che in pochissimi giorni fa arrivare a Cuba pacchi e pacchetti anche con la sicurezza contro “dirottamenti” del loro contenuto dato che non arrivano in possesso della corrispondente delle PT, Correos de Cuba, dalla sicurezza non eccelsa, ma…il problema si presenta quando si tratta di medicine, seppure normalissimi prodotti da banco come Aspirina, vitamine, antinfiammatori eccetera, i solerti funzionari della teutonica azienda richiedono la ricetta medica. Niente di insuperabile, ma soltanto una molestia e perdita di tempo oltre che di denaro, senza contare che il medico interpellato si scompiscerebbe dalle risate pensando ad uno scherzo.

 

mercoledì 6 novembre 2024

Vittoria quasi scontata

 Come prevedibile, nonostante le speranze, ha vinto il peggiore. Un ultra ottuagenario che oggi, sembra essere in forma. Senza entrare nel merito di quello che sarà o potrebbe essere.

lunedì 4 novembre 2024

Sull'orlo dell'abisso

 Domani si vota negli Stati Uniti e anche se sembra un luogo comune dirlo, il Mondo corre seri pericoli, nonostante uno dei candidati si pavoneggia sul fatto di non aver mai organizzato o finanziato guerre. Purtroppo le guerre non si fanno solo con le armi e poi resta da vedere se questo "pacifista" che ha mandato ad assaltare il Campidoglio di Washington, rimarrà sempre tale.

Quello che è difficile da capire è come mai nel Paese più potente del mondo si scelgano candidati che hanno raggiunto e passato abbondantemente l'età della pensione. Si è visto con il rincoglionito Biden e probabilmente si vedrà con un altro ultra ottuagenario che rincoglionito è comunque dalla nascita.

In God we trust. Meno male che non sono credente.

giovedì 31 ottobre 2024

Voti contro l'embargo a Cuba

 Ieri si è votato per la 34 volta la mozione di Cuba affinchè venga tolto l'embargo, più volte inasprito, che gli Stati Uniti hanno imposto a Cuba con misure anche extraterritoriali. Altra vittoria di Pirro con 187 a favore, 2 contro (Stati Uniti e Israele) e un'astensione (Moldavia). Siccome la votazione non è vincolante, l'embargo, ultrasessantenne, rimane.

La votazione è costat il posto al Ministro degli Esteri argentino, Diana Mondino, che è stata immediatamente destituita dal Presidente, Javier Milei, per il voto dato a favore di Cuba.

mercoledì 30 ottobre 2024

Omaggio postumo a Vittorio Garatti

 A quasi due anni dalla scomparsa avvenuta a 96 anni, il 12 gennaio del 2023 nella sua Milano dove era nato il 6 aprile del 1927, l’Ambasciata d’Italia all’Avana rende un tributo postumo a Vittorio Garatti che fu uno del trio di architetti italiani, provenienti dal Sud America, arrivati a Cuba agli albori della rivoluzione nei primissimi anni ’60 del secolo scorso e che dettero un notevole impulso all’architettura cubana e alla formazione universitaria di giovani leve, dal momento che Cuba era rimasta praticamente priva di professionisti del settore, emigrati negli Stati Uniti. Gli altri due erano Sergio Baroni e Roberto Gottardi che assunsero la cittadinanza cubana in tempi in cui bisognava rinunciare a quella italiana, lui non fece tempo.
I tre, con il Cubano Ricardo Porro, diedero vita alla Scuola Nazionale di Arte nel quartiere di Cubanacán da cui prese nome. Si tratta di un insieme di “aule” costruite in cotto con struttura “a pagoda”, molto originali e che si sposavano con la folta vegetazione circostante. Nemmeno a dirlo la più bella e robusta costruzione fu quella della Scuola di Musica e Balletto, progettata da Vittorio Garatti. Purtroppo la struttura è stata trascurata e abbandonata ed oggi è abbastanza in rovina, ma ancora apprezzabile.
Appena arrivato a Cuba, Vittorio e sua moglie Vanda, strinsero una forte amicizia con uno degli attori più popolari del tempo. Sergio Corrieri, di padre italiano, e di sua moglie Norma Martínez, anche lei attrice nonché modella e assistente di direzione nel cinema e che fu usa di Alberto Díaz “Korda”, autore della celebre e iconica foto del “Che” Guevara.
Scrivere questa lunga parentesi nella storia di Vittorio è come scrivere un testo di fantasia, dal momento che tutti i protagonisti sono ormai scomparsi ad eccetto di uno: Ramiro Valdés, l’allora potente, schivo e sempre nell’ombra Ministro degli Interni. L’unico di loro che non ho mai conosciuto personalmente.
Io conobbi Vittorio perché Norma, diventata la mia convivente di fatto e direttrice del Reparto di Animazione del Cinema cubano, sapendo che sarei andato a Milano mi chiese di cercarlo e portargli i i suoi saluti. Detto, fatto. Mi recai nella trattoria dell’amico Italo, nel quartiere di Brera, che pure conosceva Vittorio, abitante nella zona e suo abituale cliente, dove lo incontrai.
L’avventura cubana di Vittorio finì tragicamente per una leggerezza, dovuta anche allo zelo e la voglia di lavorare. A quel tempo era incaricato di portare a termine un lavoro importante e delicato: la ristrutturazione del porto dell’Avana. Ebbe la malaugurata idea di portarsi i disegni a casa per accelerare il lavoro, ma…qualche solerte funzionario della Seguridad del Estado ritenne che fosse un’operazione di spionaggio. In poche ore Vittorio e Vanda furono espulsi dal Paese dove aveva realizato opere importanti in campo uranistico e aveva in catiere e in ente altri progetti anche riguardanti la rete dei trasporti.
Soltanto dopo una trentina d’anni, grazie all’intercezione di Norma  su Ramiro Valdés accompagnata da un colloquio di Sergio Baroni che aveva incontrato, in un evento nel Palazzo delle Convenzioni, il Vice Presidente Carlos Rafael Rodriguez che gli chiese notizie di Vittorio e rimase allibito quando seppe la storia intervenendo a sua volta presso Ramiro Valdés, Vittorio fu riabilitato e potette tornare a Cuba di cui aveva una gran voglia nel 1987, dopo una ventina d'anni di esilio.. Rimesse a posto le cose, venne completamente scagionato dall’antica accusa ed ebbe il ricevimento che si meritava.
Una fetta di vita dolce, amara e di nuovo dolce per un uomo eccezionale che ha goduto di amicizie eccezionali.
 
I tre, con il Cubano Ricardo Porro, diedero vita alla Scuola Nazionale di Arte nel quartiere di Cubanacán da cui prese nome. Si tratta di un insieme di “aule” costruite in cotto con struttura “a pagoda”, molto originali e che si sposavano con la folta vegetazione circostante. Nemmeno a dirlo la più bella e robusta costruzione fu quella della Scuola di Musica e Balletto, progettata da Vittorio Garatti. Purtroppo la struttura è stata trascurata e abbandonata ed oggi è abbastanza in rovina, ma ancora apprezzabile.
Appena arrivato a Cuba, Vittorio e sua moglie Vanda, strinsero una forte amicizia con uno degli attori più popolari del tempo. Sergio Corrieri, di padre italiano, e di sua moglie Norma Martínez, anche lei attrice nonché modella e assistente di direzione nel cinema e che fu usa di Alberto Díaz “Korda”, autore della celebre e iconica foto del “Che” Guevara.
Scrivere questa lunga parentesi nella storia di Vittorio è come scrivere un testo di fantasia, dal momento che tutti i protagonisti sono ormai scomparsi ad eccetto di uno: Ramiro Valdés, l’allora potente, schivo e sempre nell’ombra Ministro degli Interni. L’unico di loro che non ho mai conosciuto personalmente.
Io conobbi Vittorio perché Norma, diventata la mia convivente di fatto e direttrice del Reparto di Animazione del Cinema cubano, sapendo che sarei andato a Milano mi chiese di cercarlo e portargli i i suoi saluti. Detto, fatto. Mi recai nella trattoria dell’amico Italo, nel quartiere di Brera, che pure conosceva Vittorio, abitante nella zona e suo abituale cliente, dove lo incontrai.
L’avventura cubana di Vittorio finì tragicamente per una leggerezza, dovuta anche allo zelo e la voglia di lavorare. A quel tempo era incaricato di portare a termine un lavoro importante e delicato: la ristrutturazione del porto dell’Avana. Ebbe la malaugurata idea di portarsi i disegni a casa per accelerare il lavoro, ma…qualche solerte funzionario della Seguridad del Estado ritenne che fosse un’operazione di spionaggio. In poche ore Vittorio e Vanda furono espulsi dal Paese.
Soltanto dopo una trentina d’anni, grazie all’intercezione di Norma  su Ramiro Valdés accompagnata da un colloquio di Sergio Baroni che aveva incontrato, in un evento nel Palazzo delle Convenzioni, il Vice Presidente Carlos Rafael Rodriguez che gli chiese notizie di Vittorio e rimase allibito quando seppe la storia intervenendo a sua volta presso Ramiro Valdés, Vittorio fu riabilitato e potette tornare a Cuba di cui aveva una gran voglia nel 1987, dopo oltre 20 anni. Rimesse a posto le cose, venne completamente scagionato dall’antica accusa ed ebbe il ricevimento che si meritava.
Una fetta di vita dolce, amara e di nuovo dolce per un uomo eccezionale che ha goduto di amicizie eccezionali.
 

I tre, con il Cubano Ricardo Porro, diedero vita alla Scuola Nazionale di Arte nel quartiere di Cubanacán da cui prese nome. Si tratta di un insieme di “aule” costruite in cotto con struttura “a pagoda”, molto originali e che si sposavano con la folta vegetazione circostante. Nemmeno a dirlo la più bella e robusta costruzione fu quella della Scuola di Musica e Balletto, progettata da Vittorio Garatti. Purtroppo la struttura è stata trascurata e abbandonata ed oggi è abbastanza in rovina, ma ancora apprezzabile.
Appena arrivato a Cuba, Vittorio e sua moglie Vanda, strinsero una forte amicizia con uno degli attori più popolari del tempo. Sergio Corrieri, di padre italiano, e di sua moglie Norma Martínez, anche lei attrice nonché modella e assistente di direzione nel cinema e che fu usa di Alberto Díaz “Korda”, autore della celebre e iconica foto del “Che” Guevara.
Scrivere questa lunga parentesi nella storia di Vittorio è come scrivere un testo di fantasia, dal momento che tutti i protagonisti sono ormai scomparsi ad eccetto di uno: Ramiro Valdés, l’allora potente, schivo e sempre nell’ombra Ministro degli Interni. L’unico di loro che non ho mai conosciuto personalmente.
Io conobbi Vittorio perché Norma, diventata la mia convivente di fatto e direttrice del Reparto di Animazione del Cinema cubano, sapendo che sarei andato a Milano mi chiese di cercarlo e portargli i i suoi saluti. Detto, fatto. Mi recai nella trattoria dell’amico Italo, nel quartiere di Brera, che pure conosceva Vittorio, abitante nella zona e suo abituale cliente, dove lo incontrai.
L’avventura cubana di Vittorio finì tragicamente per una leggerezza, dovuta anche allo zelo e la voglia di lavorare. A quel tempo era incaricato di portare a termine un lavoro importante e delicato: la ristrutturazione del porto dell’Avana. Ebbe la malaugurata idea di portarsi i disegni a casa per accelerare il lavoro, ma…qualche solerte funzionario della Seguridad del Estado ritenne che fosse un’operazione di spionaggio. In poche ore Vittorio e Vanda furono espulsi dal Paese.
Soltanto dopo una trentina d’anni, grazie all’intercezione di Norma  su Ramiro Valdés accompagnata da un colloquio di Sergio Baroni che aveva incontrato, in un evento nel Palazzo delle Convenzioni, il Vice Presidente Carlos Rafael Rodriguez che gli chiese notizie di Vittorio e rimase allibito quando seppe la storia intervenendo a sua volta presso Ramiro Valdés, Vittorio fu riabilitato e potette tornare a Cuba di cui aveva una gran voglia nel 1987. Rimesse a posto le cose, venne completamente scagionato dall’antica accusa ed ebbe il ricevimento che si meritava.
Una fetta di vita dolce, amara e di nuovo dolce per un uomo eccezionale che ha goduto di amicizie eccezionali.