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giovedì 15 novembre 2018

L'Avana verso il mezzo millennio

Domani 16 novembre, La Villa di San Cristóbal de La Habana compie 499 anni.
L’abnegato lavoro dell Historiador de la Ciudad Eusebio Leal Spengler e dei suoi collaboratori fa in modo di presentare, nei limiti del possibile, una città bella e accogliente per il suo mezzo millennio con imponenti lavori di restauro di molti immobili di civile abitazione o commerciali. Non mancheranno di sicuro molte manifestazioni culturali tra le quali la Biennale d’Arte

Intanto sarà presentato alla Stampa nazionale e internazionale il programma del 40° Festival del Nuovo Cine Latinoamericano che si terrà dal 6 al 16 del mese prossimo.

mercoledì 7 novembre 2018

Italia-Cuba, oltre 5 secoli di relazioni

Inutile ricordare che I legami strorici tra Italia e Cuba sono cominciati nel 1492, ma ci sono stati eventi successive, meno conosciuti che hanno rafforzato questi legami specialmente nel campo culturale: dale fortezze antonelliane, costruite da generazioni di appartenenti a questa famiglia, ai monumenti principali della capitale cubana e non solo, alle masicce importazioni di marmi di Carrara per detti monumenti e altri eretti da architetti cubani o di altri Paesi.
All’Avana c’è un luogo in particolare che ricorda una tappa importante di questi legami storico culturali: Il Gran Teatro Alicia Alonso, già Gran Teatro Nacional che è sorto sull’area dell’antico teatro Tacón che è stato letteralmente inghiottito dall’attuale costruzione, costruita mantenendo al suo interno la sala principale del vecchio teatro ampliandone la superficie totale e rendendolo architettonicamente maestoso.
In questo teatro, dall’ultimo terzo del XIX° secolo, sono sfilati numerosissimi artisti italiani, molti poco conosciuti e alcuni di gran nome comenTitta Ruffo, Eleonora Duse, Enrico Caruso o Beniamino Gigli, fra gli altri. In particolare si è distinta la soprano Marietta Gazzaniga che ha spopolato con la sua interpretazione di Violetta, nella Traviata,per la quale le era stata fabbricato un calice d’oro da utilizzare nel brindisi. A lei si deve “l’importazione” di un dolce caratteristico che ha assunto il suo nome debitamente cubanizzato: la “Gazeñiga”. Una specie di pan dolce adatto per la colazione del mattino.
In questo Teatro sono state presentate, in prima assoluta nelle Americhe, 5 delle opere di Giuseppe Verdi: I Lombardi alla Prima Crociata, l’Ernani, La Traviata, il Nabucco e l’Aida. Proprio in virtù di quest’ultima opera, l’emigrante fiorentino Antonio Meucci, attrezzista capo del Teatro, fece gli esperimenti che lo condussero all’invenzione del telefono, cercando il modo di poter comunicare a distanza coi suoi collaboratori sullo scenario di un’opera tanto complessa.

Su queste ed altre presenze italiane a Cuba, si sono scritti libri e girati documentari, ma nel mio piccolo, mi è sembrato doveroso ricordarle.

giovedì 1 novembre 2018

Presenza italiana alla Fiera dell'Avana

Giornata di gloria per l’imprenditoria italiana presente alla 36ma edizione della Fiera dell’Avana che si chiude domani 2 novembre. All’evento sono presenti oltre 30 aziende che si suddividono il “padiglione Italia”.

Dopo la chiusura della Fiera, questo fine settimana si tornerà all’orario solare.

Altra vittoria (di Pirro) per Cuba sullo scenario mondiale

Ieri, 31 ottobre, è stata presentata per la 27ma volta la Risoluzione che chiede l’abolizione dell’embargo economico, finanziario e commerciale degli Stati uniti contro Cuba che dura da 56 anni e oltre ai danni economici, viola i Diritti Umani del popolo cubano. Questa volta la risoluzione non si è potuta votare nello stesso giorno, come solitamente è avvenuto, dal momento che i rappresentanti di Trumpaccio hanno presentato 1 emendamento poi scisso in 8 parti per intorbidire e ostacolare la presentazione della Risoluzione dato che dovevano essere analizzati dall’Assemblea Generale prima della votazione sulla Risoluzione presentata da Cuba. Come previsto, gli emendamenti sono stati bocciati perché non pertinenti.
La votazione di oggi, ancora una volta ha visto isolati gli Stati Uniti dal momento che la Risoluzione di Cuba, accompagnata da un brillantissimo e incisivo intervento del Ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez Parrilla, ha avuto 189 voti a favore e 2 contro (USA e Israele) con nessuna astensione, su 191 Paesi votanti.

Contestualmente il Trumpaccio ha inviato il suo consigliere Bolton ad annunciare ai tirannosauri di Miami che inasprirà ulteriormente le sanzioni contro Cuba, Nicaragua e Venezuela, colpevoli di lesa Maestà.

venerdì 12 ottobre 2018

Matanzas compie 325 anni

In occasione del 325° anniversario dalla fondazione della città di San Carlos y San Severino de Matanzas, questa sera verrà celebrata una serata di gala nel completamente restaurato teatro Sauto. Auguri alla città conosciuta come “la Atena de Cuba” per la sua cultura.

lunedì 8 ottobre 2018

Masochismo Latinoamericano

Negli anni ‘60/70 del secolo scorso, il compianto Enzo Iannacci dottore in medicina di mestiere, cantautore e attore comico per hobby (ben retribuito), cantava: “Messico e nuvole, la faccia triste dell’America che voglia di piangere ho....” Direi che per estensione, la “faccia triste” anche se non lo sembra nel carattere della gente, sia tutto il resto del Continente a sud del Rio Bravo. I Caraibi e il Centro America flagellati, sempre più di frequente e con maggior intensità, dagli uragani e alluvioni. Haiti, una volta di più, devastata da un potente terremoto. Fenomeni naturali a parte, la maggioranza degli abitanti di questo sub Continente che non si dimostrano tristi, pare siano anche contenti di essere poveri nonostante le immense ricchezze naturali dei loro Paesi sfruttate dalle multinazionali che nella migliore delle ipotesi lasciano le briciole e nei peggiori non sono nemmeno obbligate a risarcire i danni ambientali causati da ricerche ed estrazioni del petrolio (leggi Ecuador).
Ieri si è votato nel gigante Brasile dove, i rappresentanti del Partito che ha dato loro anni di buon Governo che ha tolto dalla miseria o dalla soglia della povertà milioni di cittadini, hanno subito una batosta elettorale difficilmente recuperabile nel secondo turno presidenziale e crollando nelle elezioni locali.
Pare che l’esempio dei vicini di casa argentini non abbia insegnato niente a loro e a quanto pare, nemmeno alla “maggioranza silenziosa” del Paese dei “Gauchos”, dove il Governo di Macri ha distrutto l’economia dovendo ricorrere una volta di più all’aiuto, non certo disinteressato, del FMI e facendo ricrescere al galoppo l’inflazione, assieme agli abnormi aumenti tariffari dovuti anche alla privatizzazione di settori strategici per l’equilibrio economico.
Se questi Paesi (dovrebbero) piangere, anche diversi altri non hanno gran che da ridere come ad esempio la Colombia dove l’ex Presidente Santos aveva dato una speranza e guadagnato un Premio Nobel della Pace, firmando un accordo con la FARC che da esercito combattente si è trasformato in movimento politico e parlamentare, ma dove proseguono omicidi di dirigenti di opposizione e massacri di contadini da parte delle forze paramilitari protette dal Governo.

Questi sono gli esempi più eclatanti di masochismo politico e anche se a “loro” va bene così...che voglia di piangere ho.

sabato 6 ottobre 2018

Quando le colpe dei padri ricadono sui figli...

Lo scorso 1° ottobre La Suprema Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, ha rifiutato la domanda di “negoziare il legittimo diritto di uscita al mare” dello Stato Plurinazionale della Bolivia con il Cile. La sentenza, anticipata da una lunga disquisizione del suo presidente, è stata bocciata per 12 voti  contro 3 e la motivazione è data dal fatto che la Bolivia non ha prodotto Trattati Ufficiali veri e propri, ma solo accordi verbali o scritti di funzionari cileni, nell’arco degli anni che non avevano la consistenza di un vero Trattato a negoziare con lo Stato confinante a cui aveva strappato 1500 km. quadrati di territorio, di cui 400 lineari di costa sull’Oceano Pacifico durante la guerra, tra i due Stati, del 1879. Al di la della negativa a poter negoziare un eventuale accordo, i boliviani non hanno nemmeno il diritto di richiedere la restituzione dei territori occupati durante la citata guerra, perché era stata dichiarata dall’allora Governo boliviano in carica. Pertanto non sono stati usurpati, ma sconfitti in una guerra dichiarata da loro stessi.
Naturalmente l’attuale Presidente, Evo Morales, non ne ha colpa così come il suo Governo e men che meno il popolo andino.
Un vero peccato perché con il Governo di Morales la Bolivia, diventata Stato Plurinazionale, ha compiuto passi da gigante in ogni settore: dall’economia alla dignità popolare specialmente per gli indigeni che proprio da Morales sono stati elevati dal loro stato sub umano. La possibilità di uno sbocco sul Pacifico avrebbe dato un’ulteriore spinta all’economia e benessere del Paese, ma in questo caso...le colpe dei padri ricadono sui figli.


venerdì 28 settembre 2018

Trappole, bel suol d'amore

Come molti sanno, le strade dell’Avana sono in gran parte disastrate. Ci sono buche che ho visto crescere come bambini, anno dopo anno. Alcune si sono trasformate i piscine o anche in voragini, tanto che so pensando di creare una “Mappa delle buche dell’Avana”. Le più pericolose, per uomini e mezzi sono quelle, insidiose che si trovano in presunte “strade principali” o “ben tenute”. Di colpo, specie col buio, o con la pioggia scrosciante che ricopre i manti stradali, ci si trova dentro con buona fortuna di gomme, cerchioni e ammortizzatori, se si transita in auto. Per le moto possono essere vere e proprie trappole mortali. Nelle strade secondarie, specialmente nei quartieri periferici è d’obbligo il passo d’uomo dal momento che sono veri e propri percorsi di guerra.
Chi percorre spesso un determinato itinerario ha imparato a sapere dove si trovano, ma se si è distratti o si passa per la prima volta? Senza contare che con la grande umidità,ne sorgono anche nuove, come funghi capovolti. Ogni tanto ne tappano qualcuna, magari lasciando aperte altre adiacenti. La domanda inquietante è se per caso in “quella” sia successo qualche incidente grave o a qualche personalità “importante”.
Negli ultimi annni si sono visti lavori stradali che un tempo erano sconosciuti e molte strade sono state completamente riasfaltate, ma il risultato è ancora insufficiente, specialmente in importanti arterie di quartieri come Playa, per esempio, ma non solo. La qualità dell’asfalto e a volte la mano d’opera non sono poi delle migliori e col clima tropicale, spesso, durano come le rose (di una volta). In più di un occasione si asfalta sopra l’asfalto esistente, senza raspare gli strtat preesistenti, pertanto con poca efficacia e lasciando profondi dislivelli (buche) dove esistono chiusini.
Al di la dei rischi per l’incolumità di cui sopra, però, il folklore dove lo mettiamo?

giovedì 27 settembre 2018

Assemblea ONU e Società mista cubano-statunitense

Durante la 73ma Assemblea Generale dell’ONU si è assistito all’ultimo, in ordine cronologico, show di Trumpaccio che ha minacciato amici e nemici di rappresaglie e misure di ogni ordine e tipo. Le risposte più forti e i contrattacchi a queste misure e all’uso della prepotenza oltre all’ipocrisia sui “Diritti Umani” da parte degli Stati uniti, oltre alle altre violazioni e violenze applicate su gran parte del resto del mondo sono arrivate, naturalmente, da Cuba, Bolivia e Venezuela il cui presidente (eletto col 68% dei voti popolari) ha accusato direttamente i Governi Colombiano, Cileno e Messicano di aver preso parte all’attentato alla sua vita del 4 settembre scorso, manovrati dagli stessi Stati Uniti che da parte loro negano la loro partecipazione. Tutto, a suo dire, suffragato da prove e alcuni accusati confessi, accompagnati dalla pubblicazione di fatti su giornali nordamericani.
Nel frattempo a Cuba si giunti alla associazione di Medicuba con un’impresa statunitense per la ricerca e la commmercializzazione dei prodotti, particolarmente sui tumori. Fra di essi il già collaudato Cimavax G, vaccino per il cancro ai polmoni che per il momento, però, non è la bacchetta magica: è efficace a proteggere chi è già stato operato da una evetuale ricaduta e deve essere somministrato regolarmente una volta al mese per ilo resto della vita. Da questa unione si spera un ulteriore avanzamento in questo ed altri campi della medicina avanzata e della ricerca.
Questo risultato è parte di una deroga alle legge sull’embargo imposto dagli USA a 

venerdì 7 settembre 2018

Un commiato ritardato, ma involontario a Mimmo Càndito

Era molto tempo che non ricevevo sue notizie e questo mi era sembrato inquietante. Stavo per mandargli una mail per sapere, quando qualcosa di lui, ma un presentimento mi ha fatto aprire la pagina di Google a lui dedicata e che riunisce, praticamente, tutta la sua vita lavorativa. Tristemente ho letto la data di morte: 3 marzo del 1918.
Avevo saputo che gli avevano scoperto, casualmente, un tumore ad un polmone mentre si trovava negli Stati Uniti. Il fatto era dovuto alla respirazione del fosforo contenuto nelle bombe lanciate dai medesimi soldati americani durante la guerra civile nella ex Yugoslavia che lui ha “coperto” per il suo giornale. Ci eravamo rivisti in Italia e a Miami alcuni anni fa, sapevo che l’ntervento era riuscito ed era in fase di  recupero.  Di tanto in tanto ci scambiavamo notizie per via elettronica, poi ho saputo che avevano scoperto un’altro maledetto tumore nell’altro polmone, originato dalla stessa causa, ma evidentemente la diagnosi e le cure sono arrivate in ritardo.
Oltre ad essere una grande persona, ricca di umanità credo sia stato uno dei migliori inviati speciali della Stampa (giornale e generale), non era di quelli che stavano in albergo carpendo notizie più o meno veridiche da fonti locali, i suoi articoli e libri sono dei capolavori di cronaca e letteratura Era stato anche professore all’Univerità di Genova facendo il pendolare da Torino, dove abitava fin da ragazzo. Ha ricevuto incarichi e riconoscimenti prestigiosi che indubbiamente si meritava.
Ho avuto la fortuna e il piacere di condividere con lui anni fa a Cuba, Paese che amava, un suo soggiorno per una serie di interviste e un suo rammarico era quello di non poterci tornare perché in altra occasione i suoi discorsi tenuti agli studenti dell’Università dell’Avana, dove peraltro era stato invitato, non sono piaciuti al regime che lo ha espulso e gli ha proibito l’ingresso al Paese nel futuro. Sono più che sicuro che da qualche anno in qua non avrebbe più avuto problemi, almeno come turista, ma un pò il giusto timore rimasto e la salute glie lo hanno impedito.

Ciao Mimmo, in ritardo, ma con affetto ti abbraccio, come sempre, ovunque tu sia.