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domenica 8 luglio 2018
sabato 7 luglio 2018
mercoledì 4 luglio 2018
Utilitarie
Mi
hanno detto di scegliere, come regalo, tra la 4x4 Cadillac e la Maserati GT, io
avevo optato per la casa tricolore, poi però ho pensato ai problemi doganali
che avrei potuto avere a Cuba e ho rinunciato, con qualche rimpianto e non
senza ringraziare.
O
forse non è proprio così...
sabato 30 giugno 2018
Da Orlando con calore
Il 28 sono arrivato a Orlando e mi tratterrò in Florida fino al 15 prossimo. Fra le sorprese gradite, ho scoperto che il servizio di Immigrazione Statunitense ha abolito la parte cartacea dei controlli alla frontiera e non si devono più compilare noiosi e anche ridicoli moduli. Chi ha i documenti in regola entra con la sola presentazione del passaporto, viene fotografato e in alcuni casi, a campione, gli vengono prese le impronte digitali elettronicamente.
Nel frattempo sono riuscito ad avere il nuovo link della intervista su Radiorai1 in quanto il precedente non si apriva; per chi fosse interessato, il nuovo link è:
se non si volesse ascoltare tutto il programma, suggerisco di andare col cursore sotto a "mare", nella presentazione del programma e del blog.
Sto anche preparando una riedizione del libro sul turismo a che spero di poter offrire presto, a chi lo desidera, in versione PDF in italiano o spagnolo, a richiesta, per e-mail.
mercoledì 27 giugno 2018
Grande successo, bagnato, della Pausini
Come
era, d’altra parte previsto, grande successo del concerto di Gente de Zona con
Laura Pausini e altri ospiti cubani della canzone. Il tutto condito da un
acquazzone tropicale che ha inzuppato il numeroso e impavido pubblico che ha
sfidato le intemperie per l’0ra e mezza di concerto e la lunga attesa per
ottenere la miglior posizione possibile.
Superstizioni o casualità
Una
delle cose belle dell’Avana, è che non si finisce mai di trovare luoghi,
persone o cose rare, strane o antiche che possono incuriosire, interessare e
indubbiamente risultare piacevoli. Uno dei tanti esempi per cui non basterebbe
una vita, nel suo piccolo, è questo bar ristorante situato in uno dei punti
strategici della città, in ogni tempo.
Per
i superstiziosi, il numero 13 può portare fortuna o sfortuna, secondo i punti
di vista. Però il 12? Chi lo sa! Ma se vi trovate all’Avana un giorno 12 alle
12 (meglio se in dicembre) e avete un figlio o nipote che festeggia i 12 anni,
fateci un salto, non si sa mai...
venerdì 22 giugno 2018
Laura Pausini all'Avana
Mettendo
a rischio la sua presenza sul mercato di Miami dove è omnipresente nelle
stazioni radio, con annessi e connessi. Laura Pausini ha risposto positivamente
all’invito del popolarissimo duo “Gente de Zona” e domenica 24 si esibirà nello
scenario già collaudato nel concerto effettuato dai Rolling Stones, nei terreni
adiacenti alla Ciudad Deportiva dell’Avana. Tra i “big” italiani, nel loro
momento di massima popolarità, si aggiunge a Miguel Bosè e Lorenzo “Jovanotti”
Cherubini che fra l’altro si sono esibiti con altri grandi artisti
interbazionali in uno dei concerti per la pace. Poi, Zucchero Fornaciari che
dopo anni di divieti imposti dai discografici nordamericani a cui era legato,
qualche anno fa, raggiunta l’indipendenza professionale è venuto a Cuba dove
oltre a incidere un disco si è esibito in tre occasioni, tra le quali nella
chiusura della Settimana della Cultura Italiana.
La
Pausini si fermerà solo 24 ore per partecipare a questo concerto, con entrata
libera come tutte le altre grandi manifestazioni. Peraltro la sua presenza è
molto attesa da miriadi di fans cubani della cantante emiliana che non è solo
popolare a Miami, restando da queste parti. Certamente gli interessi economici
sono motlo diversi ed è anche per questo che Laura è da ammirare.
mercoledì 13 giugno 2018
Guantánamo, 120 anni di occupazione
Si
compiono 120 anni di occupazione della base di Guantánamo da Parte degli Stati
Uniti. La concessione per l’uso di questo territorio era stata data, nel 1898
in segno di “gratitudine” per l’intervento nordamericano nella guerra di
liberazione in un momento in cui la Spagna era già in ginocchio e con
l’autoaffondamento della corazzata Maine come pretesto. Questa concessione,
però, prevedeva che la Baia di Guantánamo servisse come attracco delle navi er
il trasporto del carbone. Successivamente, grazie al così detto Emendamento
Platt incluso nel Trattato di Pace (firmato a Parigi tra Spagna e Stati Uniti,
senza diritto al voto da parte di Cuba), gli Usa si riservavano il diritto di
intervenire militarmente quando lo ritenessero necessario. Cosa che avvenne in
tre occasioni. Fu così che il lembo di territorio orientale dell’Isola si
trasformò in base militare che l’attuale Governo non riconosce per la sua
illegittimità sia per l’uso che per l’occupazione non più giustificata.
mercoledì 6 giugno 2018
Informazioni o disinformazioni?
Qualche
giorno fa, stavo guardando una intervista a una “esperta del Medio Oriente” su
Telesur e mi sono reso conto di quanto può essere dannosa la disinformazione o
cattiva informazione, fatta in buona o
malafede.
Premesso
che non sono assolutamente d’accordo con l’espansionismo e gli abusi che il
Governo israeliano sta commettendo, seppure a volte risponde a provocazioni, in
altre non ha giustificazione.
Quello
che mi ha però attirato l’attenzione è la distorsione della storia: il moderno
Stato d’Israele è stato fondato nel dopoguerra per intervento diretto
dell’Inghilterra che era la potenza colonizzatrice di quasi tutto il Medio
Oriente. Vero è che i palestinesi occupavano il territorio da circa duemila
anni, ma è anche vero che non tutti gli ebrei lo avevano abbandonato e
convivevano pacificamente con gli arabi. Dopo l’ntervento politico, in cui la
parte dele terre espropriate vennero comunque pagate (non so se a prezzo equo o
meno) si era stabilito un equilibrio difficile tra il rinato Stato e i Paesi
confinanti. Ovviamente con la creazione di questo Stato che definiscono
“artificiale”, cosa vera solo in parte, la popolazione è aumentata e la
convivenza con i vicini si è fatta sempre più difficile con guerre o scaramucce
più o meno frequenti.
Ora,
secondo l’intervistata, “gli ebrei sono una derivazione degli arabi con cui
compartono le radici semite”. In realtà, credo sia esattamente il contrario,
dal momento che l’attuale fede musulmana è sorta ben dopo quella ebraica che
conta quasi sei mila anni e vogliono impadronirsi del Sinai, il Golan, il
Libano, la Giordania e pefino l’Irak. Ora, a parte che mi sembra improbabile,
le zone occupate, alcune restituite, dove in effetti stanno espandendosi
ingiustificatamente, sono state acquisite dopo la guerra del 1967 che è stata
scatenata da Egitto, Giordania e Siria, con appoggio dell’Irak che pensavano di
fare una passeggiata per cancellare lo Stato ebraico. Non è stato così e se
hanno perso dei territori, la colpa è solo loro.
venerdì 1 giugno 2018
Cuba esporta il folklore culturale
Se
il Danzón è il Ballo Nazionale, la Rumba è invece il segno distintivo della
cultura musicale e danzaria afrocubana. Per iniziativa di Rudy Mora, già primo
ballerino del Conjunto Folklórico Nacional, da qualche anno si svoilge
sull’isola il Festival Timbalaye, dedicato a questa specialità. Nel 2018,
Timbalaye ha superato i confini cubani per presentarsi in Italia e Francia con
una nutrita delegazione di intellettuali, giornalisti e naturalmente, ballerini
di Rumba pre far conoscere una volta di più agli europei questa danza dalle
radici nella cultura africana, sempre viva sull’Isola.
Le
esibizioni si stanno tenendo in questi giorni a Roma, Firenze e Parigi e a
quanto pare con grande successo di pubblico e musicologi.
Grande
successo anche al “Mese della Cultura Cubana” che si sta concludendo con
l’esibizione del Balletto Nazionale di Cuba al Centro J. F. Kennedy di
Washington dove si sono presentati artisti di ogni campo della cultura cubana
con grande accettazione da parte del pubblico nordamericano. Il Balletto
Nazionale, prima di concludere la rassegna nella capitale, si è esibito in
varie città statunitensi raccogliendo consensi, simpatia e solidarietà.
mercoledì 23 maggio 2018
Morto Posada Carriles
Nel
pomeriggio di oggi è morto, a Miami, Luis Posada Carriles. Terrorista,
torturatore e assassino che ha operato per conto della CIA in gran parte
dell’America Latina. È stato autore dell’attentato al volo di Cubana:
Caracas/Barbados/Avana, nell’ottobre del 1976 che ha provocato 76 vittime
innocenti. Per le sue “gesta” di cui andava orgoglioso, non ha mai pagato,
anzi, ha ricevuto. Qualche anno or sono un ingenuo giudice texano lo aveva
fatto arrestare per essere entrato con documenti falsi negli Stati Uniti da El
Salvador. Ovviamente i documenti erano dei falsi autentici forniti dalla CIA
per una delle sue luride missioni, quindi la detenzione è durata il tempo di
una rosa e Posada ha potuto rientrare a Miami dove ha vissuto sempre riverito e
protetto.
La
morte, anche per ragioni anagrafiche, lo ha colto nel suo letto e non in una
cella dove avrebbe dovuto essere ospitato, in un Paese paladino dei Diritti Umani.
La consolazione è che seppure sia rimasto impunito, non ha potuto vedere la
disfatta della Rivoluzione Cubana che ha sempre perseguito e nemmeno entrare in
possesso dei peli della barba di Fidel Castro, peraltro scomparso prima di lui.
martedì 1 maggio 2018
svarioni e altro
Nel
post di ieri ho commesso uno svarione di “solo” 10 anni nell’annuncio della
celebrazione del FITUR, in realtà, seppur ha cambiato nome, gli anni sono 37,
gà che il primo evento è stato nel 1981.
Oltre
a questo errore da senilità, devo dire di averne commesso un altro grave: ho
cancellato, per negligenza, tutto quello
che avevo nel PC e ho dovuto riformattare e cercare di ricostruire il
ricostruibile, posta e accesso al blog. Il disco esterno dove avevo salvato
almeno l’85 o 90% del materiale non viene letto. Spero sia dovuto alla perdita
dei driver che cercherò di scaricare dalla rete appena possibile, dal momento
che ho limitazioni. Spero solo che non mi esca la scritta (nuova in questo
caso) di “access deniegated from this server” come quella che appare per poter rispondere ai commenti di questo
blog. Non mi resta che sperare che Trumpone non mi neghi del tutto ogni tipo di
accesso. Naturalmente non solo a me e questa non sarebbe colpa mia.
martedì 24 aprile 2018
Intervista a Radiorai1
Il 19 scorso, sono stato contattato
da Radiorai1 nel corso del suo programma
in diretta “Fuorigioco”. Allego il link per chi fosse interessato ad ascoltare
il programma o la sola intervista a partire dal minuto 5,30 circa.
Sono sempre in difficoltà con internetper la gestione e pubblicazione del blog, ma questo non è nuovo.
Ringrazio i lettori vecchi e nuovi,
in particolare i fedelissimi.
domenica 8 aprile 2018
Benvenuti a Jaimanitas
Jaimanitas era un villaggio di pescatori e artigiani a occidente dell’Avana e separato dal fiume, di cui porta il nome, da Santa Fé che inizia dall’odierna Marina Hemingway già Marina Barlovento, il terreno colindante al fiume e relativa foce, fu regalato da Fulgencio Batista a suo figlio che creò, appunto la Marina. Allora aveva soltanto i lunghi canali, separati dai moli percorribili in auto, per l’attracco degli yacht di ricchi cubani o stranieri perlopiù di provenienza nordamericana. Con l’ultima riforma politica e amministrativa, entrambi, sono stati incorporati nella nuova provincia/città de La Habana. Nella cittadina confinante, di dimensioni superiori a Jaimanitas, oltre alla pesca e all’artigianato, la tradizione era anche l’agricoltura su scala maggiore di quella del paese vicino.
Nel caso della ex Marina Barlovento, oggi Hemingway, c’è stato un grande sviluppo di tipo turistico con villette a schiera e l’hotel El viejo y el mar, ai quali si sono aggiunti spazi e locali ricreativi, ristoranti e un centro commerciale, oltre ad altri servizi. In questa sede è sorto anche lo Yacht Club de La Habana che è sempre stata la sede organizzativa del trofeo Ernest Hemingway di pesca al marlin.
In entrambi i casi non si sono perse completamente le caratteristiche tradizionali, particolarmente a Jaimanitas che è tutt’ora abitata maggiormente da gente laboriosa e cordiale composta, in molti casi, da nuclei famigliari, quasi a forma tribale e conta con un locale rustico, specializzato in prodotti del mare freschissimi che seppure non pubblicizzato nel modo tradizionale è frequentatissimo, particolarmente da diplomatici, uomini di affari e tecnici stranieri residenti a Cuba o turisti “guidati” o informati. I trasporti locali si fanno con i “bicitaxi”, sorti durante il tristemente famoso “periodo especial” e il materiale edilizio o gli sgombri, ma non solo, sono spesso trasportati coi “carretones” tirati da focosi cavalli. Non mancano però, a Jaimanitas, nuovi arrivi nazionali e di stranieri che cercano un luogo tranquillo, in riva al mare e non lontano dal centro sempre più convulso della capitale. L’edilizia costruttiva è in piena auge e costretta a un piano regolatore che rispetti l’ambiente e il panorama circostante.
Nel caso dell’immigrazione nazionale, un bel giorno, è arrivato José Fuster dalle lontane origini germaniche ma di famiglia originaria di Caibarien, sempre sul litorale nord del Paese, artista della plastica con prefernza della ceramica e che si auto definisce “contadino della costa”, trovando pertanto condizioni molto simili a quelle della sua infanzia.
Appassionato immensamente della sua attività artistica, a un certo punto ha pensato di abbellire la sua casa con rivestimenti di ceramica, preso per pazzo dai suoi concittadini che lo vedevano spezzettare piastrelle di ogni tipo e colore, un bene scarso e molto costoso a Cuba, specialmente a quei tempi. Il risultato gli ha dato ragione e poco a poco ha continuato ad “arredare”, a richiesta, altri edifici del villaggio con un lavoro che prosegue tutt’oggi, trasformando la sua strada e quelle adiacenti in una località che la voce del popolo ha cominciato a chiamare “Fusterlandia”. Un lavoro pesante dovuto al clima, duro e difficile da realizzare, ma con risultato di essere diventata anche un’attrazione turistica che prosegue, creando una piccola economia e posti di lavoro, sia per gli addetti al turismo che per i suoi collaboratori visto che ormai, per una persona sola, sarebbe un’opera ciclopica. Chissà, per certi versi, alcune realizzazioni possono apparire “kitch” per noi europei, ma ognuna di loro, oltre all’abbellimento fisico dell’ambiente circostante, ha un significato storico o culturale.
Una visita, anche fugace a Jaimanitas, “Fusterlandia” a parte, vale sicuramente la pena per un visitatore non frettoloso di Cuba.
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