Scolari cubani durante la commemorazione del "Che"
Oggi e domani ricorrono rispettivamente i 40 anni dalla cattura e dall'uccisione di Ernesto Guevara de la Serna soprannominato "Che" dai compagni cubani per quel suo continuo intercalare della parolina "che" tipica degli argentini.
Il "guerrigliero eroico" è diventato un mito adorato dalle sinistre di tutto il mondo, ma anche occhieggiato da certe destre. Intransigente ed estremista prima con se stesso e poi con gli altri al limite (o oltre) della paranoia.
La sua immagine è stata fortemente rilanciata a Cuba almeno dopo il trentennale della scomparsa e il ritrovamento delle sue spoglie. Quello che non gli sarebbe certamente piaciuto è la mercificazione della medesima, al di la della famosa foto di Alberto Diaz "Korda" che ha rivestito un profondo significato idologico, ma che oggi ha veramente assunto dimensioni da "marketing" di puro stampo capitalista. Ricordo una conversazione con l'ormai defunto ed allora anziano padre: Ernesto Guevara Lynch che in tempi non sospetti si addolorava della speculazione sull'immagine del figlio, apposta su qualunque cosa, che allora avveniva soltanto fuori da Cuba.
Altra stortura e incongruenza con la sua figura sono le bandiere con la sua effige sventolate dai cosiddetti "pacifisti". Il "Che" avrebbe potuto essere tutto, fuori che pacifista altrimenti che "Guerrillero Heroico" sarebbe?
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