Un aneddoto interessante
l’ho sentito in modo informale, senza
dovizia di particolari, come si fa durante le cene tra amici, si trattava di
questo: durante una manifestazione promossa dal K.K.K., non ho capito se ad
Austin o a San Antonio, comunque nel Texas, un gruppo di manifestanti si era
riversato nelle strade con cartelli e slogan inneggianti alla repressione
dell’immigrazione illegale e all’espulsione dei clandestini. Ad un certo punto,
davanti a loro si è presentato un uomo, accompagnato da un bambino. Due figure
inermi. Richiamando l’attenzione dei promotori della manifestazione l’uomo,
nativo americano o “Indiano d’America”, se si vuole, è riuscito a far udire la
sua voce con la quale chiedeva ai manifestanti che diritto avessero loro di giudicare
gli altri “illegali”, dal momento che essi stessi discendevano da chi aveva
usurpato la sua terra e quella dei suoi antenati senza chiedere permesso a
nessuno e usando la violenza. A quel punto, la voce della coscienza è entrata
in azione e la manifestazione si è sciolta.
Da quanto mi hanno
raccontato, il fatto è stato ripreso e riprodotto da diversi notiziari delle
televisioni statunitensi. Non credo mi abbiano raccontato una balla, non ce n’era
motivo, ma anche se fosse una leggenda metropolitana, lo trovo un aneddoto
curioso e interessante.
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