Ieri ho avuto la gradita visita di uno dei più
popolari, amati e bravi attori del cinema, teatro e televisione di Cuba: Enrique
Molina e signora Elsa.
Fra le altre cose abbiamo
ricordato amici comuni e ci siamo raccontati aneddoti delle rispettive vite. Mi
ha raccontato di come si è trovato per caso (e per necessità) a fare l’attore
senza nessuna scuola, completamente da autodidatta. All’unico corso di formazione
professionale avanzata a cui si era iscritto, già come attore alla fine degli
anni ’60, era stato bocciato. A questo punto gli ho detto che qualcosa di simile era capitato anche all'indimenticabile Alberto Sordi...
Enrique è nato a Bauta,
provincia dell’Avana nel 1943. All’età di 10 anni si trasferì con la famiglia a
Santiago de Cuba e nell’adolescenza trovò lavoro come garzone in una
caffetteria sita in uno dei parchi centrali della città, la “Nubiola”,
proprietà di uno spagnolo. Poco a poco il giovane Molina imparò l’arte di stare
dietro il banco e di servire i clienti così crebbe professionalmente fino a
diventare il dipendente di fiducia del proprietario.
Dietro l’angolo della piazza
dove si trovava il locale, aveva sede un’accademia artistica per la formazione
di attori che si chiamava “Enramada” che un bel giorno si sciolse dando vita al
“Conjunto Dramaturgico di Oriente”, ovvero una compagnia di teatro. Gli
artisti, naturalmente erano clienti del locale vicino e un bel giorno uno di
loro chiese a Enrique quanto guadagnava nella caffetteria, lui gli rispose 67
pesos al mese. L’amico allora gli disse perché non si presentava alla sede del
gruppo per fare una prova come attore. Molina non si sentiva preparato per
quello ed era un pò riluttante, ma quando il suo interlocutore gli disse che
avrebbe avuto uno stipendio di 150 pesos mensili...si fece venire la voglia.
Il provino fu un disastro e
venne respinto, ma sempre grazie alle amicizie formatesi con la clientela gli
venne data una prova d’appello. Il direttore del gruppo era un argentino e gli
disse che la prova d’ammissione sarebbe consistita nell’entrare nel suo ufficio
dicendo: “io voglio fare l’attore”, ma la frase doveva essere ripetuta diverse
volte con differenti intonazioni. Enrique ricorda: “Mancava solo che prendessi
per il collo l’argentino per fargli la richiesta in modo estremamente violento,
le altre intonazioni le avevo provate tutte. Venni assunto”. Da quel giorno era
diventato attore professionista con uno stipendio più che doppio rispetto a
quello della caffetteria.
Passò qualche tempo e gli
venne proposto di frequentare, all’Avana, un corso di drammaturgia tenuto
dalla famosa attrice Gloria Paradiso. Partì carico di speranze per migliorare
la sua professionalità molto rustica, ma quando si trovò a dover studiare testi
di tali Shakespeare o Stanislawsky, rimase tagliato fuori...e fu lunico
allievo a non ottenere il diploma.
Tempo dopo gli venne offerta
un’altra opportunità, quella di entrare nella formazione di un altro grande
maestro: Humberto Arenal, drammaturgo e attore che aveva fondato il “Grupo 6”.
La prova di ammissione consisteva nel rispondere a 10 domande...Enrique rispose
correttamente a una sola. Altro fiasco e altra delusione, però continuava ad
essere considerato attore professionista.
Nel 1970 gli venne offerta
l’opportunità di entrare a Tele Rebelde, allora televisione locale di Oriente,
successivamente divenuta emitente nazionale. Molina, come abbiamo visto non
aveva nessuna preparazione professionale teorica e nemmeno aveva una vocazione
coltivata da bambino o ragazzo, era entrato nel mondo dello spettacolo per caso,
ma la sua caparbietà e intelligenza lo portò a praticare in modo del tutto
spontaneo il metodo Stanislawsky senza nemmeno sapere chi fosse costui e ancora
oggi dice che i libri del famoso teorico dell’arte scenica li tiene chiusi
nello scaffale, senza averli mai letti.
Così come aveva fatto da
dipendente della caffetteria, Enrique Molina continuò a crescere e migliorarsi
professionalmente, pur senza un supporto teorico. Dopo i primi anni di lavoro
nella emittente televisiva giunse il debutto su grande schermo con uno dei
classici della cinematografia cubana: “El hombre de Maisinicú”, nel 1973. Da
quel momento, la strada che aveva percorso faticosamente diventò più agevole,
il lavoro a fianco di altri grandi maestri delle scene gli servì per andare
sempre più superando sé stesso. Da allora ad oggi ha interpretato una trentina
di film, numerose opere di teatro e un’infinità di novelle televisive.
Attualmente è sul piccolo
schermo con la telenovela “La otra esquina”, protagonizzata anche da Blanca
Rosa Blanco, come riportato in questo spazio un paio di settimane fa. Nel
frattempo sta ultimando le riprese della prossima telenovela in programma dopo la
fine di quella attualmente in onda. L’opera non ha ancora un titolo definitivo,
ne ha due che sarebbero: “Vereda Tropical” oppure “Piél de barrio” con maggiori
possiblità che sia quest’ultimo. Ha appena terminato di girare il film “Contigo
pan y cebolla” diretto da Juan Carlos Cremata e tratto dal lavoro teatrale di
Héctor Quintero, grandissimo commediografo cubano. Il film verrà proiettato
fuori concorso, come da richiesta del suo regista, al prossimo festival del
Nuovo Cinema Latinoamericano dopo la sua premiére al cine Chaplin il prossimo
giorno 20, quindi sarà portato in Italia grazie a un amico personale ed estimatore
di Cremata che vuole fare una settimana dedicata al regista, presentando le 6
pellicole finora da lui realizzate.
E fin qua, succintamente, la
storia professionale di un attore per caso che però è apprezzato da pubblico e
critica nonostante la sua formazione da assoluto autodidatta e che forse proprio la sua spontaneità lo porta ad applicare, in modo del tutto personale il metodo Stanislawsky, anche se oggi sa bene chi sia...
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