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lunedì 17 novembre 2014

Conversando con Enrique Molina

Ieri ho avuto la gradita visita di uno dei più popolari, amati e bravi attori del cinema, teatro e televisione di Cuba: Enrique Molina e signora Elsa.
Fra le altre cose abbiamo ricordato amici comuni e ci siamo raccontati aneddoti delle rispettive vite. Mi ha raccontato di come si è trovato per caso (e per necessità) a fare l’attore senza nessuna scuola, completamente da autodidatta. All’unico corso di formazione professionale avanzata a cui si era iscritto, già come attore alla fine degli anni ’60, era stato bocciato. A questo punto gli ho detto che qualcosa di simile era capitato anche all'indimenticabile Alberto Sordi...
Enrique è nato a Bauta, provincia dell’Avana nel 1943. All’età di 10 anni si trasferì con la famiglia a Santiago de Cuba e nell’adolescenza trovò lavoro come garzone in una caffetteria sita in uno dei parchi centrali della città, la “Nubiola”, proprietà di uno spagnolo. Poco a poco il giovane Molina imparò l’arte di stare dietro il banco e di servire i clienti così crebbe professionalmente fino a diventare il dipendente di fiducia del proprietario.
Dietro l’angolo della piazza dove si trovava il locale, aveva sede un’accademia artistica per la formazione di attori che si chiamava “Enramada” che un bel giorno si sciolse dando vita al “Conjunto Dramaturgico di Oriente”, ovvero una compagnia di teatro. Gli artisti, naturalmente erano clienti del locale vicino e un bel giorno uno di loro chiese a Enrique quanto guadagnava nella caffetteria, lui gli rispose 67 pesos al mese. L’amico allora gli disse perché non si presentava alla sede del gruppo per fare una prova come attore. Molina non si sentiva preparato per quello ed era un pò riluttante, ma quando il suo interlocutore gli disse che avrebbe avuto uno stipendio di 150 pesos mensili...si fece venire la voglia.
Il provino fu un disastro e venne respinto, ma sempre grazie alle amicizie formatesi con la clientela gli venne data una prova d’appello. Il direttore del gruppo era un argentino e gli disse che la prova d’ammissione sarebbe consistita nell’entrare nel suo ufficio dicendo: “io voglio fare l’attore”, ma la frase doveva essere ripetuta diverse volte con differenti intonazioni. Enrique ricorda: “Mancava solo che prendessi per il collo l’argentino per fargli la richiesta in modo estremamente violento, le altre intonazioni le avevo provate tutte. Venni assunto”. Da quel giorno era diventato attore professionista con uno stipendio più che doppio rispetto a quello della caffetteria.
Passò qualche tempo e gli venne proposto di frequentare, all’Avana, un corso di drammaturgia tenuto dalla famosa attrice Gloria Paradiso. Partì carico di speranze per migliorare la sua professionalità molto rustica, ma quando si trovò a dover studiare testi di tali Shakespeare o Stanislawsky, rimase tagliato fuori...e fu lunico allievo a non ottenere il diploma.
Tempo dopo gli venne offerta un’altra opportunità, quella di entrare nella formazione di un altro grande maestro: Humberto Arenal, drammaturgo e attore che aveva fondato il “Grupo 6”. La prova di ammissione consisteva nel rispondere a 10 domande...Enrique rispose correttamente a una sola. Altro fiasco e altra delusione, però continuava ad essere considerato attore professionista.
Nel 1970 gli venne offerta l’opportunità di entrare a Tele Rebelde, allora televisione locale di Oriente, successivamente divenuta emitente nazionale. Molina, come abbiamo visto non aveva nessuna preparazione professionale teorica e nemmeno aveva una vocazione coltivata da bambino o ragazzo, era entrato nel mondo dello spettacolo per caso, ma la sua caparbietà e intelligenza lo portò a praticare in modo del tutto spontaneo il metodo Stanislawsky senza nemmeno sapere chi fosse costui e ancora oggi dice che i libri del famoso teorico dell’arte scenica li tiene chiusi nello scaffale, senza averli mai letti.
Così come aveva fatto da dipendente della caffetteria, Enrique Molina continuò a crescere e migliorarsi professionalmente, pur senza un supporto teorico. Dopo i primi anni di lavoro nella emittente televisiva giunse il debutto su grande schermo con uno dei classici della cinematografia cubana: “El hombre de Maisinicú”, nel 1973. Da quel momento, la strada che aveva percorso faticosamente diventò più agevole, il lavoro a fianco di altri grandi maestri delle scene gli servì per andare sempre più superando sé stesso. Da allora ad oggi ha interpretato una trentina di film, numerose opere di teatro e un’infinità di novelle televisive.
Attualmente è sul piccolo schermo con la telenovela “La otra esquina”, protagonizzata anche da Blanca Rosa Blanco, come riportato in questo spazio un paio di settimane fa. Nel frattempo sta ultimando le riprese della prossima telenovela in programma dopo la fine di quella attualmente in onda. L’opera non ha ancora un titolo definitivo, ne ha due che sarebbero: “Vereda Tropical” oppure “Piél de barrio” con maggiori possiblità che sia quest’ultimo. Ha appena terminato di girare il film “Contigo pan y cebolla” diretto da Juan Carlos Cremata e tratto dal lavoro teatrale di Héctor Quintero, grandissimo commediografo cubano. Il film verrà proiettato fuori concorso, come da richiesta del suo regista, al prossimo festival del Nuovo Cinema Latinoamericano dopo la sua premiére al cine Chaplin il prossimo giorno 20, quindi sarà portato in Italia grazie a un amico personale ed estimatore di Cremata che vuole fare una settimana dedicata al regista, presentando le 6 pellicole finora da lui realizzate.
E fin qua, succintamente, la storia professionale di un attore per caso che però è apprezzato da pubblico e critica nonostante la sua formazione da assoluto autodidatta e che forse proprio la sua spontaneità lo porta ad applicare, in modo del tutto personale il metodo Stanislawsky, anche se oggi sa bene chi sia...




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