Fonte: La Nuova
Ferrara
FERRARA.
Lo storico disgelo tra Stati Uniti e Cuba
del 17 dicembre 2014, insieme al ruolo del Vaticano e alle prospettive socioeconomiche
legate al probabile futuro annullamento dell’embargo, sono stati i temi del
dibattito di ieri alle 14 al Teatro Comunale e che ha visto protagonisti Alcibiades
Hidalgo, ex consigliere di Raul Castro e già ambasciatore
cubano all’Onu, Mauricio Vicent Mulet, corrispondente a Cuba de El
Pais da più di venticinque anni eRafael Rojas, tra i più apprezzati
storici della rivoluzione cubana. A moderare l’incontro è stato Omero Ciai,
giornalista de La Repubblica, che ha subito domandato agli ospiti la loro
reazione alla normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi. Hidalgo ha
raccontato: «È stata una decisione politica che ha colto di sorpresa tutti,
anche i maggiori esperti. Ci si aspettava qualche movimento da Obama,
questo sì, ma il 17 dicembre l’annuncio fatto a Washington e a L’Avana dopo
accordi segreti durati tanto tempo, ha stupito tutti». Mulet si è detto meno
sorpreso in quanto già dal 2006 ha percepito a Cuba un lento ma inesorabile
cambiamento reale legato ad alcune liberalizzazioni del governo, come la
concessione al popolo di acquisto di piccoli immobili e maggiori margini per
l'iniziativa privata. Ha spiegato poi Rafael Rojas: «L’annuncio del 17 dicembre
è il risultato di un negoziato iniziato circa otto-nove mesi prima. Ci sono
sempre stati negoziati permanenti tra Cuba e Usa anche in momenti più
complicati e su argomenti più spinosi, come Guantanamo».
Questo
nuovo passo è un elemento importante per Cuba, non tanto per i dettami politici
dell’isola, che restano bene o male gli stessi, ma nello sviluppo di altri
settori come la politica economica». Un avvicinamento, quello tra i due Paesi,
irreversibile secondo Hidalgo, in quanto gli interessi economici in ballo sono
superiori alle prese di posizione di una parte dei Repubblicani presenti al
Congresso statunitense.
Ma il
disgelo Cuba-Usa non ferma ancora l'emigrazione di migliaia di giovani cubani
verso gli Stati Uniti alla ricerca di maggiori garanzie sociali ed economiche,
una problematica reale ancora evidente. I tre ospiti hanno poi concordato sul
significato della recente visita di Papa Francesco nell'isola, certo importante
considerata la liberazione di molti dissidenti, ma principalmente finalizzata
al riposizionamento della Chiesa e del Cristianesimo a Cuba.
Gian Piero Bruno
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