Sono
passati 29 anni da quel tragico 3 settembre, un volo Avana/Milano, carico di turisti che si scambiavano felicemente le loro impressioni sulle belle vacanze passate,mai arrivato e quasi nemmeno partito, purtroppo. Ma il triste ricordo è ancora vivo
in molti di noi. Specialmente a parenti ed amici.
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domenica 2 settembre 2018
domenica 12 agosto 2018
Ma i discendenti di Giuda, sono arrivati in America Latina?
Ho
visto, recentemente, una mini serie di documentari e commenti realizzata da
ricercatori, antropologi, storici e addetti ai lavori in generale. L’argomento
era la ricerca, a ritroso, del gene maschile “Y” fino alla notte dei tempi
umanoidi. Il risultato, sorprendente è che la ricerca, lunga e minuziosa,
conduce ad un unico capostipite che la Bibbia ha chiamato Adamo. Le
investigazioni hanno condotto in Africa Orientale e in modo più specifico
nell’attuale Etiopia. Questo territorio era già ben conosciuto dagli
antropologi che avevano pubblicato le loro ricerche, basate su resti fossili,
deducendo che da questa zona è cominciata la diaspora dell’Homo Erectus,
discendente dagli Ominidi e antecedente del “Sapiens”.
La
cosa che mi ha più sorpreso, nel seguire le migrazioni per i vari Continenti
nel corso di centinaia di migliaia di anni, è stata quella che attraverso gli
esami del DNA, possibili solo da un tempo relativamente breve, è emerso che
tutti noi abbiamo in comune il cromosoma “Y” che secondo gli esperti porterebbe
a un unico antenato comune a tutte le razze che si sono sparse in luoghi, tempi
e condizioni differenti, creando gruppi, sottogruppi e differenze somatiche, ma
mantenendo inalterato il genoma.
Quello,
da non credente che mi lascia il dubbio, è da dove discende il cromosoma
femminile...? Sarà una “deformazione” del maschile? Devo riconoscere che la
storia della costola non mi convince e poi la prima coppia non ha avuto solo
due figli maschi? Senza contare che secondo questa “teoria” i tempi evolutivi
sarebbero molto più rapidi e imprecisi. Poche migliaia di anni, rispetto alle
centinaia di migliaia o addirittura qualche milione secondo gli studi opinabili,
ma accompagnati da prove concrete e condivisi dalla totalità, o quasi, del
mondo scentifico, anche credente.
Dal
mio punto di vista do più credito alla scienza che prima o poi saprà dare, se
non lo ha già, una risposta a questo mio dubbio.
Un
altro dubbio che mi assale è: ma i sottogruppi di Giuda, attraverso le
migrazioni, sono arrivati anche in Sud America? Gli esempi sono infiniti, al
momento me ne sovviene solo qualcuno: Pinochet, Videla e molto più recentemente
Temer, Santos o Lenin Moreno che pur essendo Presidente non ha avuto nemmeno il
buon gusto di cambiarsi il nome di battesimo.
mercoledì 8 agosto 2018
Opinioni, opinabili, su una realtà
Ho
ricevuto una mail da un amico che segue
assiduamente queste mie personalissime, criticabili e non obbligatoriamente condivisibili
opinioni, nella quale si dichiara “non completamente d’accordo” sulla mia
teoria riguardante l’embargo, specie nel campo della salute e ne ha tutto il
diritto. Il tema riguardante gli effetti dell’embargo di cui soffre Cuba si
ripercuote (per importanza) sulla salute, ma non solo. Desidererei chiarire il
mio punto di vista sull’argomento, magari per far riflettere altri lettori non
ben informati sul tema.
Premesso
che in alcuni casi lo considero un alibi per alcuni responsabili di settori
economici e sociali, dal momento che da diversi anni, Cuba riceve crediti e
aiuti da Paesi “amici” o cumunque non nemici come, per esempio: Cina,Vietnam,
Russia, Canada, Messico e altri, per non parlare del Venezuela con le sue
difficoltà, sempre più acute e derivate dallo stesso mandante. C’è stato anche
un riavvicinamento della Comunità Europea. Il tutto è molto bello e utile, chi ha visitato Cuba 20 o più anni fa
lo può apprezzare in molti campi, ma nessuno di loro è Babbo Natale e con tutte le agevolazioni e
condoni del caso, un Paese bloccato finanziariamente soffre, comunque, di
grandi difficoltà e gli risulta difficile uno sviluppo completo e integrale.
Molti, specie all’estero danno la colpa al “sitema” o al regime e negarlo
completamente sarebbe oscurare il Sole con un dito, ma se i cambiamenti seppure
ancora lenti e poco efficaci sono iniziati, l’embargo continua da quasi 60 anni.
Cina e Vietnam, con la stessa ideologia politica, senza embargo, non sono
diventati Paesi prosperi in pohi anni?
Da
un po’ di anni si è scoperta l’acqua
calda del turismo, in un Paese caraibico ed è diventata la prima fonte di
ingresso (lordo). Sono lontani i tempi in cui c’era una lotta a coltello tra le
poche Agenzie straniere presenti per avere un pullmann o degli alloggiamenti
decenti, ma questo va a vantaggio degli investitori stranieri che stanno costruendo
alberghi a tutto spiano, però le entrate (nette) non sono tutte per Cuba...
Nello
specifico, lo strangolamento finanziario è sopportabile solo con enormi
sacrifici e stoicismo. Cuba non può fare transazioni in dollari statunitensi,
così some gli Istituti Finanziari che tengono rapporti con essa. È facile
immaginare quale sia il danno economico dovuto solo al cambio della valuta. L’extraterritorialità
della Legge impedisce, anche, alle
Aziende nordamericane radicate all’estero, o loro filiali e associate, di
commerciare in ogni campo con Cuba. Se i manufatti metallici contengono nickel
cubano ne è vietato l’acquisto ed ogni eventuale “triangolazione” di Imprese di
Paesi terzi con prodotti nordamericani, comporterebbe, nel migliore dei casi,
multe milionarie o anche la cessazione dei rapporti con la “Casa madre”
statunitense. E questo è solo un esame molto superficiale.
Nel
campo della salute, molti apparecchi sono prodotti da altri Paesi (Giappone,
Olanda, Cina, ecc.), purtroppo però, ci sono macchinari e medicine che possono salvare vite, prodotti
solo negli Stati Uniti o comunque protetti dai loro brevetti e questo è un serio
quesito sui Diritti Umani, mentre medici e personale cubano della Salute si
distinguono in tutto il mondo in opere umanitarie portando il poco che hanno e
anche quello che servirebbe in Patria.
domenica 29 luglio 2018
Cose che capitano
Per
un po’ di tempo avrò difficoltà ulteriori, di comunicazione dal momento che ho
avuto uno scontro con una pompa di benzina nella quale ho maldestramente messo
un piede in fallo dentro una spira della canna di erogazione cadendo
pesantemente in avanti, stando sulla piattaforma soprelevata e nel tonfo, ha
avuto la meglio lei. Nell’intento, fortunatamente riuscito, di proteggere
faccia e testa, ho messo le braccia avanti sentendo uno spostamento nella
spalla destra. Dislocamento e lussazione della clavicola che mi causa
l’immobilità del braccio destro per 20/25 giorni. Disgraziatamente sono
ambidestro solo con i piedi che peraltro non uso più, per cimentarmi da ex
calciatore di buone speranze e usare la tastiera con la sola mano sinistra è
alquanto disagevole.
Nell’occasione
ho potuto ancora sperimentare la grande umanità e professionalità dei
lavoratori della salute cubani che forniscono con abnegazione un servizio
carente di mezzi e risorse di cui avrebbero bisogno, mezzi e
risorse mancanti, spesso in casi molto più gravi del mio grazie allo strangolamento
anche extraterritoriale, imposto dagli Stati Uniti e in vigore da quasi 60 anni
che è un genocidio, alla faccia dei Diritti Umani che sbandiera un Paese dove è
tornata di moda, la peraltro mai abbandonata “Dottrina Monroe” che rivendica
l’America agli americani. Naturalmente del Nord e preferibilmente biondi dagli
occhi chiari.
Parafrasando
Trumpaccio, il resto è cacca.
mercoledì 18 luglio 2018
Ritorno alla base
Sono
rientrato dal mondo esterno, dove chi può gode di agi e benessere, da due
giorni e devo ancora riadattarmi completamente alle code e ai “no hay” (non c’è
o non ci sono). La parte positiva è un ambiente più familiare e sereno. Se non
altro non si corre il rischio di essere raggiunti da qualche pallottola vagante
che seppure secondo la legge delle probabilità non è frequente, è meglio non
riceverla. Lo stesso è improbabile incontro di serpenti e coccodrilli davanti
alla porta di casa o le morsicature di pescecani nelle cristalline acque
dell’Oceano Atlantico.
Anche
la monotonia e le carenze hanno i loro vantaggi.
Ci
siamo accomiatati anche quest’anno cenando al ristorante texano di Colonial
Drive, già citato, dove campeggia, per dare “ambiente”, oltre alle noccioline
americane, l’arredamento “country” e le finte sella da cavallo, il ritratto di
uno degli autentici abitanti originari di questo Continente (credo sia Sitting
Bull o Toro Seduto, ma non posso giurarlo), del quale Trumpaccio si crede
l’unico proprietario.
venerdì 13 luglio 2018
Texas in Florida
Se passate da Orlando
in Blackwood angolo Colonial Drive, verso sera,provate la cucina texana con
bistecche da far invidia agli argentini, in un ambiente old style western.
martedì 10 luglio 2018
Pdf sulla rinascita del turismo a Cuba
Ho rivisto i testi e le foto del libro "La rinascita del turismo a Cuba", in italiano e in spagnolo, chi fosse interessato a riceverne una copia, gratuitamente, me lo può chiedere per mail: abuafaldo@gmail.com specificando in quel delle due lingue lo preferisce, farò il possibile per inviarlo, dentro delle possibilità di connessione e del numero di richieste.
Viaggi e comfort
Per il viaggio di andata e ritorno Orlando/Miami/Orlando ho utilizzato questo vecchio modello di Chevrolet Equinoze, ho senti la mancanza della mia Polsky Fiat 1987...
domenica 8 luglio 2018
sabato 7 luglio 2018
mercoledì 4 luglio 2018
Utilitarie
Mi
hanno detto di scegliere, come regalo, tra la 4x4 Cadillac e la Maserati GT, io
avevo optato per la casa tricolore, poi però ho pensato ai problemi doganali
che avrei potuto avere a Cuba e ho rinunciato, con qualche rimpianto e non
senza ringraziare.
O
forse non è proprio così...
sabato 30 giugno 2018
Da Orlando con calore
Il 28 sono arrivato a Orlando e mi tratterrò in Florida fino al 15 prossimo. Fra le sorprese gradite, ho scoperto che il servizio di Immigrazione Statunitense ha abolito la parte cartacea dei controlli alla frontiera e non si devono più compilare noiosi e anche ridicoli moduli. Chi ha i documenti in regola entra con la sola presentazione del passaporto, viene fotografato e in alcuni casi, a campione, gli vengono prese le impronte digitali elettronicamente.
Nel frattempo sono riuscito ad avere il nuovo link della intervista su Radiorai1 in quanto il precedente non si apriva; per chi fosse interessato, il nuovo link è:
se non si volesse ascoltare tutto il programma, suggerisco di andare col cursore sotto a "mare", nella presentazione del programma e del blog.
Sto anche preparando una riedizione del libro sul turismo a che spero di poter offrire presto, a chi lo desidera, in versione PDF in italiano o spagnolo, a richiesta, per e-mail.
mercoledì 27 giugno 2018
Grande successo, bagnato, della Pausini
Come
era, d’altra parte previsto, grande successo del concerto di Gente de Zona con
Laura Pausini e altri ospiti cubani della canzone. Il tutto condito da un
acquazzone tropicale che ha inzuppato il numeroso e impavido pubblico che ha
sfidato le intemperie per l’0ra e mezza di concerto e la lunga attesa per
ottenere la miglior posizione possibile.
Superstizioni o casualità
Una
delle cose belle dell’Avana, è che non si finisce mai di trovare luoghi,
persone o cose rare, strane o antiche che possono incuriosire, interessare e
indubbiamente risultare piacevoli. Uno dei tanti esempi per cui non basterebbe
una vita, nel suo piccolo, è questo bar ristorante situato in uno dei punti
strategici della città, in ogni tempo.
Per
i superstiziosi, il numero 13 può portare fortuna o sfortuna, secondo i punti
di vista. Però il 12? Chi lo sa! Ma se vi trovate all’Avana un giorno 12 alle
12 (meglio se in dicembre) e avete un figlio o nipote che festeggia i 12 anni,
fateci un salto, non si sa mai...
venerdì 22 giugno 2018
Laura Pausini all'Avana
Mettendo
a rischio la sua presenza sul mercato di Miami dove è omnipresente nelle
stazioni radio, con annessi e connessi. Laura Pausini ha risposto positivamente
all’invito del popolarissimo duo “Gente de Zona” e domenica 24 si esibirà nello
scenario già collaudato nel concerto effettuato dai Rolling Stones, nei terreni
adiacenti alla Ciudad Deportiva dell’Avana. Tra i “big” italiani, nel loro
momento di massima popolarità, si aggiunge a Miguel Bosè e Lorenzo “Jovanotti”
Cherubini che fra l’altro si sono esibiti con altri grandi artisti
interbazionali in uno dei concerti per la pace. Poi, Zucchero Fornaciari che
dopo anni di divieti imposti dai discografici nordamericani a cui era legato,
qualche anno fa, raggiunta l’indipendenza professionale è venuto a Cuba dove
oltre a incidere un disco si è esibito in tre occasioni, tra le quali nella
chiusura della Settimana della Cultura Italiana.
La
Pausini si fermerà solo 24 ore per partecipare a questo concerto, con entrata
libera come tutte le altre grandi manifestazioni. Peraltro la sua presenza è
molto attesa da miriadi di fans cubani della cantante emiliana che non è solo
popolare a Miami, restando da queste parti. Certamente gli interessi economici
sono motlo diversi ed è anche per questo che Laura è da ammirare.
mercoledì 13 giugno 2018
Guantánamo, 120 anni di occupazione
Si
compiono 120 anni di occupazione della base di Guantánamo da Parte degli Stati
Uniti. La concessione per l’uso di questo territorio era stata data, nel 1898
in segno di “gratitudine” per l’intervento nordamericano nella guerra di
liberazione in un momento in cui la Spagna era già in ginocchio e con
l’autoaffondamento della corazzata Maine come pretesto. Questa concessione,
però, prevedeva che la Baia di Guantánamo servisse come attracco delle navi er
il trasporto del carbone. Successivamente, grazie al così detto Emendamento
Platt incluso nel Trattato di Pace (firmato a Parigi tra Spagna e Stati Uniti,
senza diritto al voto da parte di Cuba), gli Usa si riservavano il diritto di
intervenire militarmente quando lo ritenessero necessario. Cosa che avvenne in
tre occasioni. Fu così che il lembo di territorio orientale dell’Isola si
trasformò in base militare che l’attuale Governo non riconosce per la sua
illegittimità sia per l’uso che per l’occupazione non più giustificata.
mercoledì 6 giugno 2018
Informazioni o disinformazioni?
Qualche
giorno fa, stavo guardando una intervista a una “esperta del Medio Oriente” su
Telesur e mi sono reso conto di quanto può essere dannosa la disinformazione o
cattiva informazione, fatta in buona o
malafede.
Premesso
che non sono assolutamente d’accordo con l’espansionismo e gli abusi che il
Governo israeliano sta commettendo, seppure a volte risponde a provocazioni, in
altre non ha giustificazione.
Quello
che mi ha però attirato l’attenzione è la distorsione della storia: il moderno
Stato d’Israele è stato fondato nel dopoguerra per intervento diretto
dell’Inghilterra che era la potenza colonizzatrice di quasi tutto il Medio
Oriente. Vero è che i palestinesi occupavano il territorio da circa duemila
anni, ma è anche vero che non tutti gli ebrei lo avevano abbandonato e
convivevano pacificamente con gli arabi. Dopo l’ntervento politico, in cui la
parte dele terre espropriate vennero comunque pagate (non so se a prezzo equo o
meno) si era stabilito un equilibrio difficile tra il rinato Stato e i Paesi
confinanti. Ovviamente con la creazione di questo Stato che definiscono
“artificiale”, cosa vera solo in parte, la popolazione è aumentata e la
convivenza con i vicini si è fatta sempre più difficile con guerre o scaramucce
più o meno frequenti.
Ora,
secondo l’intervistata, “gli ebrei sono una derivazione degli arabi con cui
compartono le radici semite”. In realtà, credo sia esattamente il contrario,
dal momento che l’attuale fede musulmana è sorta ben dopo quella ebraica che
conta quasi sei mila anni e vogliono impadronirsi del Sinai, il Golan, il
Libano, la Giordania e pefino l’Irak. Ora, a parte che mi sembra improbabile,
le zone occupate, alcune restituite, dove in effetti stanno espandendosi
ingiustificatamente, sono state acquisite dopo la guerra del 1967 che è stata
scatenata da Egitto, Giordania e Siria, con appoggio dell’Irak che pensavano di
fare una passeggiata per cancellare lo Stato ebraico. Non è stato così e se
hanno perso dei territori, la colpa è solo loro.
venerdì 1 giugno 2018
Cuba esporta il folklore culturale
Se
il Danzón è il Ballo Nazionale, la Rumba è invece il segno distintivo della
cultura musicale e danzaria afrocubana. Per iniziativa di Rudy Mora, già primo
ballerino del Conjunto Folklórico Nacional, da qualche anno si svoilge
sull’isola il Festival Timbalaye, dedicato a questa specialità. Nel 2018,
Timbalaye ha superato i confini cubani per presentarsi in Italia e Francia con
una nutrita delegazione di intellettuali, giornalisti e naturalmente, ballerini
di Rumba pre far conoscere una volta di più agli europei questa danza dalle
radici nella cultura africana, sempre viva sull’Isola.
Le
esibizioni si stanno tenendo in questi giorni a Roma, Firenze e Parigi e a
quanto pare con grande successo di pubblico e musicologi.
Grande
successo anche al “Mese della Cultura Cubana” che si sta concludendo con
l’esibizione del Balletto Nazionale di Cuba al Centro J. F. Kennedy di
Washington dove si sono presentati artisti di ogni campo della cultura cubana
con grande accettazione da parte del pubblico nordamericano. Il Balletto
Nazionale, prima di concludere la rassegna nella capitale, si è esibito in
varie città statunitensi raccogliendo consensi, simpatia e solidarietà.
mercoledì 23 maggio 2018
Morto Posada Carriles
Nel
pomeriggio di oggi è morto, a Miami, Luis Posada Carriles. Terrorista,
torturatore e assassino che ha operato per conto della CIA in gran parte
dell’America Latina. È stato autore dell’attentato al volo di Cubana:
Caracas/Barbados/Avana, nell’ottobre del 1976 che ha provocato 76 vittime
innocenti. Per le sue “gesta” di cui andava orgoglioso, non ha mai pagato,
anzi, ha ricevuto. Qualche anno or sono un ingenuo giudice texano lo aveva
fatto arrestare per essere entrato con documenti falsi negli Stati Uniti da El
Salvador. Ovviamente i documenti erano dei falsi autentici forniti dalla CIA
per una delle sue luride missioni, quindi la detenzione è durata il tempo di
una rosa e Posada ha potuto rientrare a Miami dove ha vissuto sempre riverito e
protetto.
La
morte, anche per ragioni anagrafiche, lo ha colto nel suo letto e non in una
cella dove avrebbe dovuto essere ospitato, in un Paese paladino dei Diritti Umani.
La consolazione è che seppure sia rimasto impunito, non ha potuto vedere la
disfatta della Rivoluzione Cubana che ha sempre perseguito e nemmeno entrare in
possesso dei peli della barba di Fidel Castro, peraltro scomparso prima di lui.
martedì 1 maggio 2018
svarioni e altro
Nel
post di ieri ho commesso uno svarione di “solo” 10 anni nell’annuncio della
celebrazione del FITUR, in realtà, seppur ha cambiato nome, gli anni sono 37,
gà che il primo evento è stato nel 1981.
Oltre
a questo errore da senilità, devo dire di averne commesso un altro grave: ho
cancellato, per negligenza, tutto quello
che avevo nel PC e ho dovuto riformattare e cercare di ricostruire il
ricostruibile, posta e accesso al blog. Il disco esterno dove avevo salvato
almeno l’85 o 90% del materiale non viene letto. Spero sia dovuto alla perdita
dei driver che cercherò di scaricare dalla rete appena possibile, dal momento
che ho limitazioni. Spero solo che non mi esca la scritta (nuova in questo
caso) di “access deniegated from this server” come quella che appare per poter rispondere ai commenti di questo
blog. Non mi resta che sperare che Trumpone non mi neghi del tutto ogni tipo di
accesso. Naturalmente non solo a me e questa non sarebbe colpa mia.
martedì 24 aprile 2018
Intervista a Radiorai1
Il 19 scorso, sono stato contattato
da Radiorai1 nel corso del suo programma
in diretta “Fuorigioco”. Allego il link per chi fosse interessato ad ascoltare
il programma o la sola intervista a partire dal minuto 5,30 circa.
Sono sempre in difficoltà con internetper la gestione e pubblicazione del blog, ma questo non è nuovo.
Ringrazio i lettori vecchi e nuovi,
in particolare i fedelissimi.
domenica 8 aprile 2018
Benvenuti a Jaimanitas
Jaimanitas era un villaggio di pescatori e artigiani a occidente dell’Avana e separato dal fiume, di cui porta il nome, da Santa Fé che inizia dall’odierna Marina Hemingway già Marina Barlovento, il terreno colindante al fiume e relativa foce, fu regalato da Fulgencio Batista a suo figlio che creò, appunto la Marina. Allora aveva soltanto i lunghi canali, separati dai moli percorribili in auto, per l’attracco degli yacht di ricchi cubani o stranieri perlopiù di provenienza nordamericana. Con l’ultima riforma politica e amministrativa, entrambi, sono stati incorporati nella nuova provincia/città de La Habana. Nella cittadina confinante, di dimensioni superiori a Jaimanitas, oltre alla pesca e all’artigianato, la tradizione era anche l’agricoltura su scala maggiore di quella del paese vicino.
Nel caso della ex Marina Barlovento, oggi Hemingway, c’è stato un grande sviluppo di tipo turistico con villette a schiera e l’hotel El viejo y el mar, ai quali si sono aggiunti spazi e locali ricreativi, ristoranti e un centro commerciale, oltre ad altri servizi. In questa sede è sorto anche lo Yacht Club de La Habana che è sempre stata la sede organizzativa del trofeo Ernest Hemingway di pesca al marlin.
In entrambi i casi non si sono perse completamente le caratteristiche tradizionali, particolarmente a Jaimanitas che è tutt’ora abitata maggiormente da gente laboriosa e cordiale composta, in molti casi, da nuclei famigliari, quasi a forma tribale e conta con un locale rustico, specializzato in prodotti del mare freschissimi che seppure non pubblicizzato nel modo tradizionale è frequentatissimo, particolarmente da diplomatici, uomini di affari e tecnici stranieri residenti a Cuba o turisti “guidati” o informati. I trasporti locali si fanno con i “bicitaxi”, sorti durante il tristemente famoso “periodo especial” e il materiale edilizio o gli sgombri, ma non solo, sono spesso trasportati coi “carretones” tirati da focosi cavalli. Non mancano però, a Jaimanitas, nuovi arrivi nazionali e di stranieri che cercano un luogo tranquillo, in riva al mare e non lontano dal centro sempre più convulso della capitale. L’edilizia costruttiva è in piena auge e costretta a un piano regolatore che rispetti l’ambiente e il panorama circostante.
Nel caso dell’immigrazione nazionale, un bel giorno, è arrivato José Fuster dalle lontane origini germaniche ma di famiglia originaria di Caibarien, sempre sul litorale nord del Paese, artista della plastica con prefernza della ceramica e che si auto definisce “contadino della costa”, trovando pertanto condizioni molto simili a quelle della sua infanzia.
Appassionato immensamente della sua attività artistica, a un certo punto ha pensato di abbellire la sua casa con rivestimenti di ceramica, preso per pazzo dai suoi concittadini che lo vedevano spezzettare piastrelle di ogni tipo e colore, un bene scarso e molto costoso a Cuba, specialmente a quei tempi. Il risultato gli ha dato ragione e poco a poco ha continuato ad “arredare”, a richiesta, altri edifici del villaggio con un lavoro che prosegue tutt’oggi, trasformando la sua strada e quelle adiacenti in una località che la voce del popolo ha cominciato a chiamare “Fusterlandia”. Un lavoro pesante dovuto al clima, duro e difficile da realizzare, ma con risultato di essere diventata anche un’attrazione turistica che prosegue, creando una piccola economia e posti di lavoro, sia per gli addetti al turismo che per i suoi collaboratori visto che ormai, per una persona sola, sarebbe un’opera ciclopica. Chissà, per certi versi, alcune realizzazioni possono apparire “kitch” per noi europei, ma ognuna di loro, oltre all’abbellimento fisico dell’ambiente circostante, ha un significato storico o culturale.
Una visita, anche fugace a Jaimanitas, “Fusterlandia” a parte, vale sicuramente la pena per un visitatore non frettoloso di Cuba.
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