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martedì 22 aprile 2014
Un triste mese di aprile
In questa metà di aprile del 2014 sono scomparse tre eminenti figure della cultura latinoamericana: il cantante portoricano "Cheo" Feliciano deceduto in un incidente stradale all'età di 78 anni, la cantante dominicana Sonia Silvestre mancata a 62 anni per una breve, ma fatale malattia e il più "grande", colui di cui hanno parlato fonti ben più autorevoli di questo spazio: Gabriel García Márquez, "Gabo" come veniva affettuosamente chiamato. E' stata per dirlo con parole sue, una "morte annunciata" da diverso tempo, il suo stato di salute era gravemente minato e purtroppo si trattava di aspettare il peggio, fino a che è giunto.
Nel giorno della sua scomparsa ero "isolato" mediaticamente e in ogni caso una notizia di tale portata sarebbe stata solo un granello di sabbia nell'informazione planetaria. Frugando in quello che resta del mio materiale non andato perduto, ho trovato queste due foto che lo ritraggono, volutamente sfocato, dal momento che il soggetto principale era il suo grande amico Fidel Castro. Le immagini si riferiscono all'inaugurazione della Scuola del Nuovo Cine Latinoamericano di San Antonio de los Baños, avvenuta nel dicembre del 1986, pochi giorni dopo di quella della nuova sede dell'omonima Fondazione che però esisteva già da un anno.
"Gabo" fu il presidente della Fondazione dalla sua creazione fino al giorno della morte, coadiuvato dall'onnipresente segretaria generale Alquimia Peña. La sua presenza era anche attiva nella scuola dove teneva seminari e lezioni ai futuri cineasti che non provengono solo dal continente, ma anche da Asia e Africa.
Sempre molto presente a Cuba, fino a che la salute glie lo ha consentito, qua ha dato sfogo alla sua passione per il cinema che ha sempre avuto. Lui stesso si definiva "cineasta frustrato". Aveva studiato a Roma, con Alfredo Guevara, Julio García Espinosa e Tomás Gutiérrez Aléa (Titón), fondatori in seguito dell'ICAIC (Instituto Cubano del Arte e Industria Cinematográfica). Durante il suo soggiorno romano, come corrispondente di un giornale colombiano, scrisse una memorabile cronaca del "caso Montesi", conosciuto anche come "il delitto di Capo Cotta", un giallo ancora non risolto, che appassionò l'opinione pubblica italiana negli anni '50 e inizio '60.
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Come sempre foto molto esclusive. Complimenti Aldo.
RispondiEliminaOlio