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domenica 6 settembre 2015

Cacciata...la caccia




Non sono un amante della caccia, nemmeno della pesca. Gli unici esseri che ho assassinato in vita mia, sono stati insetti fastidiosi e spero di non finire all’Inferno per questo, magari per altro... La canna da pesca non so nemmeno come si regge in mano. Non sopporto però le ipocrisie di chi mangia carne di animali “uccisi secondo le norme” o aragoste gettate vive nell’acqua bollente, le signore che (sempre meno in pubblico, per fortuna) si adornano con pelli di visoni, castori, volpi, leopardi e chi più ne ha più ne metta, per poi “detestare la caccia”. Per la pesca moderna, almeno quella sportiva, si è adottato il “catch end release”, per cui dopo la cattura e la eventuale foto o pesatura, il pesce viene rilasciato. Per la caccia sarebbe più difficile adottare...”shoot end release”.

Indubiamente questi tipi di “sport” possono essere discutibili, ma hanno origini antichissime e all’inizio, oltre a fornire cibo e vestiario agli esseri umani hanno iniziato un ciclo di equilibrio faunistico che ha avuto una certa logica e utilità. Oggi, con tante razze in via d’estinzione, oltre agli altri problemi, l’utilità di queste attività può e deve essere indubbiamente discussa. In molti Paesi, la caccia, è vietata, in quasi tutti gli altri è fortemente regolamentata. Cuba era uno di questi ultimi: con regole molto rigide sulle specie e le quantità di prede da abbattere nella pratica venatoria. Ora, da un giorno all’altro si è deciso di proibire, nel modo più assoluto, la caccia sul territorio nazionale “per la difesa dell’ambiente, la flora e la fauna”. Benissimo e più che legittimo, mi sembra però che essendoci degli accordi commerciali precedenti, si sarebbe almeno dovuto dare un preavviso agli operatori di questo campo che hanno già venduto i programmi della prossima stagione. Normalmente, nel turismo convenzionale, si fanno piani e programmi con molti mesi di anticipo, anche da un anno per l’altro. Così è anche per le attività che ricoprono una parte chiamiamola “specializzata” del turismo e che per essere organizzata ha bisogno di risorse investite con largo anticipo. Non mi sembra, quantomeno corretto per non dir di peggio, annullare improvvisamente gli accordi stipulati da un giorno all’altro. Non essendo un esperto, non vorrei nemmeno entrare nel dettaglio della “difesa di specie endemiche” nel caso di Cuba, dove l’attività maggiore e solo in alcuni mesi invernali, è data dalla caccia alle anatre...della Florida...che sono di passo e si nutrono abbondantemente, in particolare, nelle piantagioni seminate a riso, causando copiose perdite nel raccolto. Mi limiterò solamente a commentare che forse, si poteva restringere e regolamentare ancora di più questa attività e anche giungere, come si è voluto fare, a impedirla completamente, ma non è che con qualche mese di differenza e qualche decina di cacciatori si risolve il problema ecologico e ambientale di Cuba o di qualunque altro Paese al mondo. Naturalmente questo non rappresenta nemmeno una grave perdita economica, visto l’esiguo numero relativo dei partecipanti, ma trattandosi da spari...”il colpo” all’immagine non è da poco per un Paese che non ha bisogno di essere ulteriormente criticato.

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