Indubbiamente oltre alle parole, per quello che gli compete e può fare, ha dato e darà un vero e proprio terremoto nell'ambito di una istituzione indubbiamente e abbondantemente macchiata da peccati gravissimi da parte di chi invece dovrebbe dare il buon esempio.
Ieri mattina verso le 7, mi sono recato in una Plaza de la Revolución che ha cominciato a vedere l'afflusso delle persone che volevano essere più vicine già da prima delle due di notte. Ho avuto la fortuna di poter intrufolarmi fino alle prime file del secondo recinto, separato dal primo per un tracciato dove sarebbe passata la "Papamobile". Arduo lavoro che ha avuto il premio di poter scattare almeno un'istantanea nel rapido passaggio del Pontefice. Per il resto era impossibile "lavorare" anche col teleobiettivo, tra le migliaia di teste, molte più alte della mia e i parasole aperti che non lasciavano intravvedere l'altare dove il Papa stava officiando la messa.
Oggi è partito per Holguin e domani per Santiago da dove proseguirà per gli Stati Uniti, in territorio cubano non gli mancherà l'affetto e l'ammirazione che ha manifestato ancor più che per gli altri due.
Durante il suo soggiorno, al di fuori del programma ufficiale, ha avuto l'occasione di dedicare un'oretta all'incontro, con pochi intimi, col leader storico della Rivoluzione cubana, nella casa di Fidel Castro. Sicuramente, per carattere e attitudini, personalmente ritengo assomigli di più a Raùl, fatte le debite proporzioni e i contesti delle loro vite e responsabilità. Questo almeno in una parola: riformisti.
(Foto dell'autore)
Foto Alex Castro - AP
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