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venerdì 11 marzo 2016

Ricevo una mail una gentile lettrice interessata a Cuba e al turismo sull'Isola

Una gentile lettrice del blog con interesse verso Cuba anche per motivi di studio, fra le altre mail intercambiate mi ha mandato anche questa a cui ho risposto.

Ovviamente non cito i suoi dati per intero, senza la sua autorizzazione, ma mi sembra opportuno pubblicare i suoi quesiti che probabilmente saranno di tanti e come la vedo io personalmente, credo che anche la mia opinione sia quella di tanti altri.

De: Giulia

Enviado el: venerdì 11 marzo 2016 10.25
Para: aldo abuaf
Asunto: Re: "saggio"

Gentile Aldo facendo riferimento al passato e ho visto che è stato molto dettagliato dato la sua esperienza , secondo lei cosa mi sa dire del turismo di massa che sta per avvenire ad oggi a Cuba , dopo che il presidente degli USA Obama ha dichiarato che presto sarà disposto a togliere quasi del tutto l'embargo ? Cosa ne sarà di Cuba vieja ? Lei che ne pensa ? Diventerà un paese monopolio delle grandi industrie e catene americane ? Cioè immagina un Mc Donald all avana ?!?!?!


Gentile Giulia,

Il quesito che mi propone è veramente impegnativo per chi non ha doti da indovino o la Verità in tasca. Comunque dato che mi chiede il mio parere le dirò come la penso.
In primo luogo la volontà di Obama non dipende solo da lui e bisognerà vedere chi gli succederà come la pensa. Ovviamente nel breve, medio tempo. Indubbiamente l’embargo non credo che esista per l’eternità e con tutta probabilità anche molto prima dl Giudizio Universale. Parafrasi a parte, credo che tutti i politici nordamericani, prima o poi, si rendano conto che è un atteggiamento inutile e controproducente per tutti, in un mondo sempre più globalizzato. Il problema, nell’attualità, è un altro: Obama e molti altri come la stragrande maggioranza dei democratici oltre a una discreta minoranza dei repubblicani stanno pensando a un “cavallo di Troia” perché succeda quello che è capitato agli ex Paesi socialisti europei, Unione Sovietica/Urss in testa, anche se in realtà la spinta iniziale è venuta dalla Polonia che guarda caso era la terra del Papa dell’epoca...
Dal loro punto di vista (nordamericano) mi sembra una manovra almeno intelligente. Oltre 50 anni di embargo più o meno asfissiante secondo i presidenti in carica non hanno raggiunto l’effetto voluto, cioè di rovesciare il regime che oggi anche loro chiamano Governo “dei” Castro. Pertanto, come l’Ornella Vanoni stanno pensando: Proviamo con le buone, non si sa mai”. Per riassumere, il togliere o meno l’embargo nella sua totalità ormai non dipende più da Obama, anche se gli va il merito di aver dato la spallata più poderosa.

Cuba “vieja” come la chiama lei non credo che cambi più di tanto nella sua essenza generale, certo cambierà come sta cambiando, ci sia o no l’embargo. Il tempo passa per tutti e già oggi ci sono differenze impensabili fino a pochi anni fa. Come tutte le medaglie c’è un rovescio e non sta a me giudicare se sia un bene o un male. Secondo le dichiarazioni ufficiali, “Cuba non rinuncerà mai costruire un socialismo prospero ed efficiente...”, ma sono parole. Come diceva Don Lisander: “ai posteri l’ardua sentenza”.

Questo concetto vale anche se diventerà monopolio  delle grandi catene e industrie nordamericane, o meglio, se tornerà ad esserlo. Probabilmente, secondo me, almeno per un po’ di tempo il concetto nazionalista avrà il suo peso anche nel non cedere proprio tutto ai nordamericani o altri. Non trascuriamo che proprio nel campo del turismo, seppure le proprietà “fisiche” delle installazioni, per non parlare delle località, sono giuridicamente cubane la gestione è in mano a partner stranieri, almeno in molti casi sopratutto delle installazioni più importanti.

Non so se si chiamerà Mac Donald, Burger King, Kentucky Chiken o Taco Bell, ma qualcosa del genere credo che sarà inevitabile. Nel corto tempo della loro eventuale installazione, sarà sicuramente  a partecipazione cubana, poi...se fossi credente direi: “solo Dio lo sa!”.

Queste sono le mie opinioni, ma come dicevo all’inizio, non ho né bacchetta magica, né la Verità in tasca.

Cordiali saluti. Aldo.




4 commenti:

  1. Caro Aldo come sempre concordo con te al 100%. Mi pongo una domanda, perchè qualcuno è terrorizzato dal arrivo di Mc Donalds a Cuba? Anche e me qualcuno con il viso terrorizzato mi chiede questo. Io solitamente rispondo che mangiare un hamburgher del Rapido, scaldato nel micro-onde, avvolto nel celophane ( la diossina a Cuba non sanno cosa sia...), è forse peggiore di uno di Mc Donlads. Poi se si preoccupano di come la catena USA, tratta i dipendenti, magari possono chiedere a chi lavora al Rapido o al Pan.com. Un abbraccio Olio.

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  2. Caro Olio, nello scritto di Giulia credo di aver interpretato e anche tu, “Mac Donald” come simbolo, com’era la “Coca Cola” o “L’Avvocato” in Italia... Certo il simbolo comporterebbe un cambiamento verso il capitalismo, quella credo sia la “paura” di Giulia e non solo sua.
    Personalmente credo che il “capitalismo” abbia i suoi vantaggi, se applicato in dosi mescolate al socialismo nel senso e dico una banalità, ma che non tutti recepiscono, che sia giusto lasciare libera iniziativa al privato senza porre l’imiti, ma mantenendo le risorse strategiche essenziali sotto il controllo dello Stato e istituendo ed educando o anche punendo chi non si attiene a un sistema fiscale giusto, equo e usato per garantire un servizio sociale che non sia da elemosina, ma che possa dare dignità anche ai meno capaci o fortunati. Ma forse, per adesso è utopia...

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  3. Certo, Aldo, se Mc Donalds, paga le tasse, i contributi e salari onesti ai lavoratori. Paga gli straordinari, conceda un sindacato che protegga i lavoratori. Credo che a Cuba sarebbe il benvenuto. Oppure anche questo è becero capitalismo...Saluti Olio.

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  4. Caro Olio, non ho certo la presunzione di rispondere a nome di Cuba o del suo Governo. Secondo me se Mac Donald o qualunque altra azienda si comportasse così e i proventi delle tasse venissero spesi come si deve andrebbe benissimo. Però Mac Donald e tutti gli altri capitalisti negli Stati Uniti, non sono così generosi. Quersto è uno dei problemi. L’altro è se Cuba, prima o poi (e secondo me lo sarà, non so fra quanto) è disposta al “capitalismo dal volto umano”.

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