Probabilmente,
molti lettori che non siano cubani o che non conoscano benissimo Cuba, si
chiederanno chi era Juan Padrón nonostante nel settore dell’animazione è
conosciuto in tutto il mondo che ha percorso in gran parte per la sua attività.
La
sua brillante vita artistica è cominciata da disegnatore di fumetti fino alla
creazione del suo personaggio diventato icona e idolo di grandi e piccoli:
Elpidio Valdés. Un giovane combattente per la libertà di Cuba dal dominio
spagnolo, Con gli anni, Elpidio è stato introdotto nei cortometraggi di
animazione che servono ancora oggi come materiale didattico per i giovanissimi
e nel tempo è stato coinvolto in molte altre circostanze epiche nella storia di
Cuba. Il binomio è diventato indissolubile.
Una
delle cose straordinarie di queste avventure è che Elpidio e i suoi compagni di
avventura, con in primo piano il fedele e imprevedibile cavallo Palmiche, hanno
conquistato gli schermi grandi e piccoli della Spagna dove, gli spagnoli
nonostante i loro antenati siano vittime di caricature beffarde e naturalmente
perdenti, accolgono questi variopinti “mambises”
con grande simpatia e Juan è sempre stato ricevuto con calore nell’antica Madre
Patria.
Juan
però, raggiunto il grande pubblico internazionale, non si è fermato ed ha
continuato a partorire personaggi divertenti e dalle caratteristiche più
svariate. Esaurito il filone Elpidio, si è dedicato a una serie sketch
fulminanti, non a caso chiamati Filminuto, in collaborazione con Joaquín Lavado
“Quino”, col quale ha stretto una grande amicizia col risultato di animare i
disegni di Mafalda che fino ad allora Quino aveva sempre rifiutato, ma il
talento e la carica umana di Juan lo hanno convinto. Poi è venuta la serie di !Vampiros
en La Habana” che ha segnato l’ingresso di Juan nel lungometraggio.
Tutte
le pellicole dei “Vampiros”, a partire dal soggetto e la sceneggiatura sono
state anche trasposte in letteratura per giovani.
Sul
piano personale Juan era un tipo straordinariamente gioviale, sempre pronto
alla battuta e allo scherzo, non potrò mai dimenticare i momenti passati
assieme con le sue imitazioni dei “fratelli sovietici” dalle quali ha anche
tratto un corto intitolato “Kolia”, un giovane marinaio sommergibilista della
marina di quel Paese.
Prediligeva
le storie belliche essendo attento studioso di armi e uniformi di ogni epoca o
Nazione moderna. Più volte gli ho fatto notare che in Europa questi tipi di
“cartoons”, specialmente per i bambini, potevano non essere sempre o da tutti
graditi, ma evidentemente il modo di affrontare il tema, faceva passare in
secondo piano la parte “violenta”.
Si
dice che normalmente i comici o gli umoristi in genere, nella vita quotidiana
non lo sono affatto, uno degli esempi che ho conosciuto è proprio Quino, sempre
serio e compunto, ma quando apre la bocca è per una battuta o un’osservazione
micidiale. Juan non faceva parte di questa presunta maggioranza il buonumore e
le risate accompagnavano le sue giornate.
Molto
ci sarebbe da dire e sicuramente hanno detto, dicono e diranno i media di ogni
parte del mondo, andando sicuramente più a fondo di queste righe a carattere
personale e non certo professionale.