Per compiacere mio fratello che mi
“accusa” di parlare solo di Trumpone, una macchietta che sarebbe divertente se
non potesse avere aspetti catastrofici e che viene smentito, alcune volte,
anche dalla Corte Suprema o Giudici Federali, del suo Paese, farò una piccola
riflessione, senza animo di ingerenza (per altro impossibile), come nel caso di
Trumpone, sulla preparazione alle prossime elezioni per delegati delle Province
(corrispondenti, circa, alle nostre Regioni) e al Parlamento (Poder Popular), a
Cuba.
Da giorni, negli spazi informativi
della Televisione cubana, ma non solo,
vengono presentate le “schede” dei candidati, partendo dalla Provincia più
occidentale, Pinar del Río e andando a quella più orientale, Guantánamo.
Quello che mi richiama l’attenzione
è che la totalità dei candidati è dotata di istruzione medio superiore o
superiore, cosa che naturalmente non è un difetto e dimostra la diffusione
della scolarità a Cuba, ma altra cosa in comune, è che tutti appartengano a
categorie dirigenziali di più o meno alto livello. Non ho visto un impiegato, operaio,
meccanico, muratore, machetero, contadino, infermiere, lavoratore autonomo (seppure
istruiti) e via dicendo. Non parliamo di candidati (alcuni) plurisettantenni
con punte di 90 e più anni. L’obiezione più ovvia è che questi candidati sono i
rappresentanti della altre categorie di lavoratori e di giovani, ma questo a me
non sembra il miglior segno per un Paese che vuole proseguire nel suo cammino
per rinnovarsi e costrure una Patria “prospera, sostenibile e socialista”. Specialmente
dopo l’annuncio di Raúl Castro di voler lasciare la Presidenza. Ma si sa ognuno
in casa propria ha diritto di fare quello che vuole, gli “altri” però, senza
interferire o giudicare, possono anche esprimere la loro opinione.