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giovedì 16 aprile 2020

Imperatore o dittatore? Fate voi

La pandemia legata al Covid-19 ha portato il mondo a una vera e propria catastrofe di dimensioni inimmaginabili, dopo le Guerre Mondiali. Adesso appaiono scienziati che “avevano previsto una possibilità simile” da anni, ma secondo loro, nessuno li ha ascoltati e men che meno sorretti economicamente per prepararsi, non si sa come.
Vero è che ovunque si sono ridotti ai minimi gli investimenti e i bilanci per la Ricerca e più in generale per la Salute. Nel caso degli Stati Uniti, poi, è quasi da ritenersi un biglietto vincente della lotteria il poter godere di assistenza medica senza dover pagare ingenti somme per assicurazioni o per interventi diretti. Il presidente che incolpa a destra e a manca senza addossarsi la minima responsabilità, adesso col suo delirio di onnipotenza,si sta trasformando in dittatore o quantomeno in Re non costituzionale assumendo, o volendo assumere, poteri assoluti. Non a caso il suo nickname di Twitter è realTrump che per assonanza cacofonica assomiglia a “royal” così come Strump con Strunz. Le obsolete, anacronistiche e costosissime monarchie costituzionali che sopravvivono nel 21° secolo e inizio del terzo millennio in Europa, impallidiscono.
Dopo aver deciso di togliere il contributo all’Organizzazione Mondiale della Sanità, essersi messo in guerra coi Governatori dei singoli Stati, perdendo, adesso ha deciso di sospendere il Parlamento e assumere poteri straordinari e assoluti, dicendo che lo può fare! Ma come nella patria della Libertà?
Come ciliegina sulla torta, usando l’emergenza come propaganda elettorale ha preteso che la sua firma apparisse sui boni sussidio che si stanno ripartendo, come se li elargisse di tasca propria. All’obiezione del Segretario del Tesoro a cui spetta il diritto/dovere della firma, ha inventato il modo di farla apporre comunque sul lato sinistro del buono in uno spazio vuoto.

Sarà cattiveria diabolica pensare a quanti attentati, riusciti in toto o in parte o falliti, hanno subito Presidenti molto più degni di questo nome?

domenica 12 aprile 2020

Seconda brigata medica in Italia


Ricevo dall’amico Luca Lombroso questo articolo pubblicato da Repubblica che molti avranno già letto, ma non tutti...

Qua la situazione è peggio di quello che si sperava con oltre 600 casi positivi, ma comunque si cerca di fare il possibile per limitare i contagi.

Nei vicini Stati Uniti, com’è riportato da tutti i media del Pianeta il fenomeno è fuori controllo per i ritardi nei provvedimenti e le carenze del sistema sanitario, non idoneo a contenere grandi epidemie, seppure sia il Paese più potente del mondo e uno dei più avanzati nella scienza e tecnologia. Strump si preoccupa più di aumentare minacce e aggressioni contro i Paesi “nemici” e diffondendo notizie false come quella che Cuba avrebbe comprato medicine e apparecchi medici nel suo Paese, mentre mantiene sanzioni ferree, anacronistiche e contro ogni diritto Internazionale o Umano. Adesso ha spostato la “ripresa” dal 12 aprile ai primi di maggio, ma ha detto che (bontà sua) sentirà le autorità sanitarie. Speriamo che quando cessi veramente lo stato di allarme mondiale, le pressioni di compagnie di navigazione e linee aeree lo costringano a riprendere le rotte su Cuba.

 

 

Coronavirus: un Boeing per portare in Piemonte delegazione di 38 medici e infermieri cubani
di PAOLO VIOTTI12 Aprile 2020

Arriveranno domani a Caselle: saranno impiegati alle ex Ogr trasformate in ospedale da campo
Sono attesi domani, Pasquetta, all'aeroporto di Caselle i 38 medici e infermieri della Brigada Henry Reeve che il Ministero della Salute di Cuba ha destinato al Piemonte, accogliendo la richiesta formulata nelle scorse settimane dal presidente della Regione Alberto Cirio attraverso l'Ambasciata di Cuba in Italia. Si tratta di 21 medici e 16 infermieri, accompagnati dal loro coordinatore logistico, che resteranno ad operare gratuitamente in Piemonte fino a quando l'emergenza lo renderà necessario.
"La nostra riconoscenza va innanzitutto a Cuba e agli operatori sanitari che hanno accettato di aiutare il nostro territorio in un momento così difficile - spiegail governatore Cirio -. Desidero ringraziare la Farnesina, il ministro della Salute Speranza e la Protezione civile per aver appoggiato la nostra richiesta, ma anche l'ambasciatore Jose Carlos Rodriguez Ruiz e il consigliere regionale Marco Grimaldi che insieme all'Aicec, l'Agenzia per l'Interscambio Culturale ed Economico con Cuba, ci hanno supportato nei contatti con il governo cuban. Essere da subito presenti come 'sistema Italia' nella sua completezza è stato un elemento di forza".
Tra gli operatori sanitari in arrivo da Cuba ci sono epidemiologi, anestesisti, rianimatori, medici di medicina generale e infermieri specializzati in terapia intensiva. Personale di estrema competenza, appartenente alla stessa ' Brigada' già operante in Lombardia e specializzata in interventi di emergenza. Dopo qualche giorno di conoscenza delle principali strutture sanitarie piemontesi in cui si sta lottando contro il Covid 19, la squadra opererà presso la nuova area sanitaria temporanea in fase di allestimento alle Ogr.

Luca Lombroso 
Meteorologo AMPRO e divulgatore ambientale 




martedì 31 marzo 2020

Presunte prevaricazioni a danno di turisti italiani


L’amico Luca Lombroso, rientrato in Italia dal Costa Rica, mi segnala di ricevere diversi messaggi di turisti italiani “prigionieri” negli alberghi cubani dai quali “non possono uscire nemmeno per comprarsi da mangiare”. Mi sembra giusto chiarire che dal 24 marzo scorso sono stati chiusi gli accessi al Paese per motivi turistici o comunque non giustificati e TUTTI i turisti stranieri presenti negli alberghi dell’Isola sono stati rimpatriati entro quella data e sono rimasti solo quelli che erano sparsi in case private, i quali, una volta localizzati sono stati messi in quarantena in alberghi precisamente per fare in modo che non deambulassero e non avessero problemi di vitto e alloggio. Probabilmente i nostri compatrioti, magari a Cuba da tempo, non hanno presente la situazione reale dell’Italia e non sanno cosa vuol dire “quarantena” e perché si adotta questa misura.
Parallelamente, da quella stessa data, i cittadini cubani o stranieri residenti che rientrano dall’estero sono inviati direttamente a centri di quarantena e non direttamente ai loro domicili.

Per il rimpatrio dei nostri concittadini, scaduto il termine di isolamento, dovrà evidentemente interessarsi la nostra Ambasciata, secondo indicazioni del Ministero degli Esteri tramite il servizio dell’Unità di Crisi.

giovedì 26 marzo 2020

Russia e Cuba, due parolacce...

Due Paesi visti come il fumo negli occhi dalla UE e anche da buona parte della politica e non italiana, sono stati tra i più solidari nell’inviare aiuti all’Italia, nel limite delle loro possibilità che nel caso di Cuba sono veramente poche, ma oltra al contingente italiano ne ha inviati altri 6. Giamaica, Surinam, Granada, Belice, Venezuela e Nicaragua            .

Questo trascurando le sanzioni applicate contro di loro dal blocco europeo per compiacere al prepotente gigante nordamericano che ha appena cominciato a pelare le gatte.

mercoledì 25 marzo 2020

Il mio succinto ricordo di Juan Padrón

Probabilmente, molti lettori che non siano cubani o che non conoscano benissimo Cuba, si chiederanno chi era Juan Padrón nonostante nel settore dell’animazione è conosciuto in tutto il mondo che ha percorso in gran parte per la sua attività.
La sua brillante vita artistica è cominciata da disegnatore di fumetti fino alla creazione del suo personaggio diventato icona e idolo di grandi e piccoli: Elpidio Valdés. Un giovane combattente per la libertà di Cuba dal dominio spagnolo, Con gli anni, Elpidio è stato introdotto nei cortometraggi di animazione che servono ancora oggi come materiale didattico per i giovanissimi e nel tempo è stato coinvolto in molte altre circostanze epiche nella storia di Cuba. Il binomio è diventato indissolubile.
Una delle cose straordinarie di queste avventure è che Elpidio e i suoi compagni di avventura, con in primo piano il fedele e imprevedibile cavallo Palmiche, hanno conquistato gli schermi grandi e piccoli della Spagna dove, gli spagnoli nonostante i loro antenati siano vittime di caricature beffarde e naturalmente perdenti, accolgono questi variopinti “mambises” con grande simpatia e Juan è sempre stato ricevuto con calore nell’antica Madre Patria.
Juan però, raggiunto il grande pubblico internazionale, non si è fermato ed ha continuato a partorire personaggi divertenti e dalle caratteristiche più svariate. Esaurito il filone Elpidio, si è dedicato a una serie sketch fulminanti, non a caso chiamati Filminuto, in collaborazione con Joaquín Lavado “Quino”, col quale ha stretto una grande amicizia col risultato di animare i disegni di Mafalda che fino ad allora Quino aveva sempre rifiutato, ma il talento e la carica umana di Juan lo hanno convinto. Poi è venuta la serie di !Vampiros en La Habana” che ha segnato l’ingresso di Juan nel lungometraggio.
Tutte le pellicole dei “Vampiros”, a partire dal soggetto e la sceneggiatura sono state anche trasposte in letteratura per giovani.
Sul piano personale Juan era un tipo straordinariamente gioviale, sempre pronto alla battuta e allo scherzo, non potrò mai dimenticare i momenti passati assieme con le sue imitazioni dei “fratelli sovietici” dalle quali ha anche tratto un corto intitolato “Kolia”, un giovane marinaio sommergibilista della marina di quel Paese.
Prediligeva le storie belliche essendo attento studioso di armi e uniformi di ogni epoca o Nazione moderna. Più volte gli ho fatto notare che in Europa questi tipi di “cartoons”, specialmente per i bambini, potevano non essere sempre o da tutti graditi, ma evidentemente il modo di affrontare il tema, faceva passare in secondo piano la parte “violenta”.
Si dice che normalmente i comici o gli umoristi in genere, nella vita quotidiana non lo sono affatto, uno degli esempi che ho conosciuto è proprio Quino, sempre serio e compunto, ma quando apre la bocca è per una battuta o un’osservazione micidiale. Juan non faceva parte di questa presunta maggioranza il buonumore e le risate accompagnavano le sue giornate.

Molto ci sarebbe da dire e sicuramente hanno detto, dicono e diranno i media di ogni parte del mondo, andando sicuramente più a fondo di queste righe a carattere personale e non certo professionale.


martedì 24 marzo 2020

Ma quando cambierà? ¿Pero cuando cambiará?

Il detto che le disgrazie non vengono mai sole è più fondato che mai in questi ultimi tempi. Dopo la catastrofe planetaria causata dal Covid-19 o Sars 2 come pure si conosce che ha flagellato l’Italia più che mai, in relazione alla popolazione/contagi/morte, attualmente Cuba e in particolare l’Avana soffre di una delle più gravi siccità delle ultime decadi, con grave rischio di severi razionamenti, peraltro già in parte iniziati.
 Poi ne sono avvenute altre che hanno toccato da vicino me e ovviamente in modo maggiore altre persone più legate a Sergio Lago o, notizia di oggi, a Juan Padrón, il grande del Cinema di Animazione cubano, ma non solo. Juan soffriva da tempo di grave affezione polmonare con gravi complicazioni, ma non connessa al Coronavirus. Lui poi non era di quelli che avessero gran cura della propria salute aggravata anche da un sovrappeso veramente eccessivo che gli rimproveravo spesso.
La mia amicizia con lui risale agli anni ’80, quando frequentavo gli Studi di Animazione dell’ICAIC di cui la mia compagna di allora era direttrice. Da allora ci siamo frequentati anche se saltuariamente, qualche pranzo o cena o frequentazione di eventi. Difficilmente dimenticavamo i rispettivi compleanni, il mio 75°, nel giugno scorso, ha avuto il piacere di averlo gradito ospite con la sua compagna di sempre: Berta la “gallega”, soprannominata così per i suoi natali in Galizia.
Ci siamo visti anche a Milano in occasione della prima europea del suo film “Vampiros en La Habana”, anche quella volta coincise con il mio compleanno, credo fosse il 62°.
Il 29 gennaio scorso, per i suoi 73, era ancora in piena attività nello studio allestito in casa e anche solo per telefono non ho mancato di fargli gli auguri.
La famiglia ha chiesto le esequie private, anche a conseguenza della situazione di allarme sanitario, aggiungendo che una volta passata la buriana gli si renderanno i dovuti onori.
Un abbraccio a Berta, Silvia e Ian.

El dicho (italiano) que las degracias nunca andan sólas está más que nunca vigente en estos tiempos. Luego de la catástrofe planetaria ocasionada por el Covid-19 o Sars2 como también se conoce que ha castigado a Italia más que nunca con relación a la población/ contágios/muerte, en estos momentos  Cuba, y especialmente La Habana, està sufriendo una de las más violentas sequías de las últimas décadas con fuerte riesgo de estrictos racionamientos, por ende ya comenzados.
Luego han sobrevenidos otras que me han tocado de cerca y por supuesto en forma mayoritaria a las personas más cercanas a Sergio Lago o, de hoy a Juan Padrón, el grande del Cine de Animación cubano, pero no solamente. Juan padecía desde tiempo de una complicanza pulmonar bastante severa, pero sín conexión con el Coronavirus. Él además no era de los que se cuidan mucho la salud con la adjunta de un sobre peso realmente excesivo que a menudo le reprochaba.
Mi amistad con él se remonta a los años ’80, cuando frecuentaba los Estudios de Animación del ICAIC de los cuales mi compañera de entonces era la directora. Desde entonces nos hemos frecuentado aunque no a menudo, algua comida, almuerzo o eventos. Dificílmente se nos olvidaban los respectivos cumpleaños, mi 75, en el pasado mes de junio, tuvo el placér de tenerlo como grato huesped con su compañera de siempre: Berta, la “gallega”, cuyo nombrete se debe a los natalicios en Galicia.
Nos hemos visto también en Milano donde concidimos en ocasión de la presentación en Europa de su primer largometraje “Vampiros en La Habana” y también de otro cumpleaño mio que creo fue el 60.
El 29 de enero pasado, en sus 72, estaba todavía en plena actividad en el estudio instalado en su casa y aunque sólo por teléfono no he faltado en felicitarme con él.
La familia ha pedido una ceremonia estrictamente privada, también a consecuencia de la alarma sanitaria, agregando que a la vez que pase la tormenta, se le brindaran los debidos honores. Un abrazo a Berta, Silvia y Ian.

Con Juan, Ian e Berta a un Festival del Cine



sabato 21 marzo 2020

Corona? Preferisco di no!

Mentre altre tre brigate di personale della salute cubane sono partite per Granada, Surinam e Giamaica, a tutto ieri, 20 di marzo, i casi positivi di Covid-19 accertati a Cuba sono 25 e tutti d’importazione, non si sono verificati casi di trasmissione interna.
I due atleti provenienti dall’estero non sono risultati positivi come avevo erroneamente segnalato, ma sono in osservazione come casi sospetti.
Il Governo cubano ha stabilito diverse misure di fronteggiare la pandemia, non solo dal punto di vista sanitario, ma anche economico e sociale. Sono sospese le manifestazioni culturali e sportive e si raccomandano le precauzioni in vigore nel resto del mondo.
Da martedì prossimo saranno ricevuti solo cittadini cubani residenti all’estero o cittadini stranieri con residenza temporanea o permanente a Cuba. Le frontiere seppure tecnicamente aperte, lo saranno solo per le attività commerciali o per l’uscita dal Paese di eventuali turisti ancora presenti o di cittadini cubani diretti all’estero dove sollecitati. Anche gli spazi aerei resteranno aperti alla navigazione internazionale.
Nel frattempo è arrivata a Milano la brigata composta da 53 tra medici e altro personale della salute, così come sono arrivati a destinazione i croceristi inglesi, mentre la nave Breamar ha ripreso la navigazione e il suo equipaggio affronterà la quarantena in mare.
Un cittadino statunitense presente tra i casi positivi, su richiesta dello stesso e con i relativi interventi della sua Ambasciata, è stato rimpatriato a bordo di una eliambulanza venuta dalla Florida.

Immagini riprese dalla TV cubana dell'imbarco dei crocieristi:











giovedì 19 marzo 2020

A Milano 50 medici cubani, poveri ma belli

Ho avuto adesso la conferma dell'arriavo a Milano di 50 medici Cubani. Grazie Minsap in rappresentanza di tutta Cuba.

Ciao Sergio, ci mancherai

L’ho conosciuto nel luglio del 1968 quando, dopo i tre mesi di corso in Piazza Beccaria, sono stato assegnato alla Zona Venezia quando le Zone erano ancora 8 ed io vi ero stato assegnato come inizio di una “carriera” durata poco meno di 16 anni nel Corpo dei Vigili Urbani di Milano, eredi dei “Ghisa di cui portavamo ancora l’affettuoso soprannome o dei “Survegliant” di antica memoria. Tempi nostalgicamente passati.
Sergio Lago era un veneto dal carattere esplosivo e “faso tuto mì” tipico della sua terra natale. Generoso, sempre con un consiglio da “anziano” e pronto ad aiutare chi era in difficoltà. La sua carriera è stata molto più lunga e brillante della mia, diventato dapprima sottufficiale: Vice Capo Drappello, secondo la nomenclatura dei tempi, e poi ufficiale con varie denominazioni di cui non ricordo l’ultima essendo lontano dal Corpo già da molti anni.
Non so se nella sua carriera abbia inoltrato qualche rapporto disciplinare a carico di colleghi che spesso lo avrebbero meritato, era più frequente sentire il suo vocione gridare, ai meno disciplinati “semo” e “imbecille” e giù con una serie di lavate di testa e richiami al dovere o all’etica del lavoro ai colleghi birbantelli o svogliati. Questo suo modo di essere più che di fare, gli era valso il soprannome di “Pulver” o “Pulverùn” derivato da un detto milanese che si dirigeva a chi era esagerato: “Bagna giò che te fè pulver”!
 In una di queste occasioni, era iniziato il “Periodo especial de guerra en tiempo de paz” a Cuba, venendo a conoscenza delle difficoltà di movimento per carenza di trasporti pubblici, ci regalò una bicicletta che giaceva abbandonata in Zona Sempione, dove stava lavorando, da oltre un anno. Un piccolo gesto, ma che dà la misura del suo cuore.
Nei tempi di frequentazione professionale eravamo entrati “di sponda” o “di striscio” nelle organizzazioni sindacali, lui democristiano DOC e io comunista atipico, spesso eravamo d’accordo per il meglio della categoria, ma quando si usciva dal sindacale per entrare nel politico eravamo come Don Camillo e Peppone, ma sempre col massimo rispetto e affetto reciproco.
Oggi ho saputo da un altro caro ex collega ed amico, Bruno Cassata, della sua scomparsa essendo ricoverato all’Ospedale Sacco, cosa che mi fa supporre sia stato vittima di questa orrenda pandemia che entrambi, proprio non molto tempo fa avevamo sottovalutato, almeno nell’espandersi rapidamente dei contagi. Aveva commentato uno dei miei post sull’incipiente argomento.

So che ha letto con piacere i due testi che ho pubblicato e mi ha commentato pacatamente, senza darmi dell’“imbecille”, per questo sono rimasto allibito e addolorato per questa mancanza. Ciao Sergio, aspettami, non fare “il semo”.

sabato 29 febbraio 2020

Unit° monetaria? Sì grazie, ma...

Arrivano i primi segnali, magari non primissimi, di avviso di una più o meno imminente unificazione della moneta a Cuba. I bar e ristoranti statali hanno già ricevuto la disposizione di non accettare i CUC (Pesos convertibili) come pagamento. Quello che fa paura a chi riceve rimesse dall’estero è quale sarà la nuova tassa di cambio delle varie divise, se fosse di 11 a 1 per il dollaro e giù di lì per l’euro sarebbe una perdita di oltre il 50% del potere di acquisto. Noi ne sappiamo qualcosa con il passaggio all’euro in cui “l’unità” monetaria calcolata sulle mille lire si è dimezzata di colpo.
L’avvento del CUC è avvenuto nel pieno del “Periodo especial de guerra en tiempo de paz” degli anni ’90 e allora è stata una mossa vincente per le casse dello Stato con mira all’incamerare valuta estera, dando un colpo alla circolazione semiclandestina del dollaro che ha seguito l’epoca in cui era vietato e tutti gli acquisti si pagavano in Pesos cubani, con grandi o piccoli raggiri e truffe ai danni dei turisti e dello Stato.

Indubbiamente oggi è un problema superato e da risolvere per fare ordine e chiarezza nella circolazione delle monete o delle transazioni, ma rimane ancora la grande incognita della possibile svalutazione, oltre al fatto di dover circolare con una carriola per effettuare acquisti in contanti…