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venerdì 6 ottobre 2023

Spiegazione ufficiale della Banca

Secondo la Banca "È arrivato l'ordine di pagamento ma non i soldi". È possibile? È credibile? Sarei grato se qualcuno me lo spiega. E perché  per estrarre I PROPRI SOLDI dal c/c bisogna aspettare mesi?

Parte seconda: evidentemente dei quattro gatti che vivono a Cuba per motivi vari, ma non hanno perso il diritto e il dovere di essere italiani, non glie ne frega niente a nessuno. L'Ambasciatore avrebbe compiuto un intervento sulle banche, ma i risultati non ci sono ancora. Il Governo e la CEE semplicemente ignorano il problema che seppure microscopico c'è. Allora chi garantisce l'individuo?

giovedì 5 ottobre 2023

Ecco i nostri soldi che fine fanno

 I funzionari delle Banche cubane si arrampicano sugli specchi incolpando gli Istituti di Credito intermediari che a loro dire sarebbero diminuiti e incontrerebbero difficoltà a lavorare con Cuba dove non si riesce a incamerare la valuta sufficiente. Quindi sono bbb: balle belle e buone, i bonifici sono arrivati solo che loro usano i soldi per pagare debiti di aziende cubane verso i creditori europei invece di accreditarli a chi di dovere. Se questa non è malversazione, come si chiama?

Già da tempo non ci vengono consegnati contanti dai nostri conti correnti se non con prenotazione con tempi biblici. E se uno avesse bisogno di partire per l'estero? Io da tempo sto aspettando per andare a Cancun, mmeno male che è per diporto e nn per lavoro o impegno serio. Fino a qualche mese fa questo non succedeva. Coe mai il tracollo?

mercoledì 4 ottobre 2023

Ma ci daranno i nostri soldi?

 Cuba sta raschiando il fondo del barile che ormai non ha quasi spessore. Le pensioni degli italiani residenti arrivano e sono trattenute dalle banche che non le accreditano sui c/c corrispondenti. La situazione è generale e l'Ambasciata d'Italia per voce del suo console dice, giustamente, "che non può rompere le relazioni diplomatiche per le nostre pensioni". Non sarebbe nemmeno la soluzione, anzi peggio perché non saremmo più assistiti nel quotidiano. Siamo vittime di un FURTO o almeno una MALVERSAZIONE. Comunque penso che senza rompere le relazioni, l'Ambasciatore e non il Console, possa fare una nota diplomatica al Governo. Il problema é: quando abbiamo finito i risparmi e visto che la Banca non ci da nemmeno i contanti del nostro c/c senza una prenotazione che nel mio caso è inevasa da due mesi, cosa mangiamo? L'Ambasciata ci fornisce piatti caldi?

Un duro colpo per chi è venuto in questo paese tanti anni fa perché ingenuamente e idealisticamente ci credeva o anche per qualunque altro motivo. Peccato che Fidel con tutti i suoi difetti (e pregi) non sia stato immortale. Questi non sanno proprio come si governa un Paese a parte di vivere bene.

 

giovedì 28 settembre 2023

Blocco dell'accesso a diversi siti e funzioni

Da queste modeste pagine rivolgo il più calosoroso ringraziamento ai politici che ci stanno di fronte, a Nord, per le restrizioni di ogni tipo che gfanno avere a Cuba e a chi ha a che vedere con lei. Oltre a provvedienti economici ben più gravi e seri ci sono anche quelli sull'uso del web con la proibizione di uso di varie funzioni e siti per i quali appare inesorabile come un pugno la scritta "404 (o altro numero) QUESTO È UN ERRORE È TUTTO QUELLO CHE SAPPIAMO". Grazie anche noi.
Fra questi anche l'accesso all'aggiornaento di Google Drive che prima mi era consentito e che adesso mi impedisce di pubblicare l'edizione italiana, scaricabile gratuitamente, del mio libro "La rinascita del turismo a Cuba". Dal momento che la precedente pubblicata non si riusciva a scaricare. Per gli altri testi non ci sono problemi in quanto sembra che la regola non sia retroattiva.
i spiace che nessuno e lo bbia fatto notare comunque chi fosse interessato può averlo tramite mail contanttandomi a:
ilvecchioeilmare@outlook.com

domenica 17 settembre 2023

Il G77+Cina all'Avana commentato da Roberto Livi per Il Manifesto

 Il Sud globale alza la voce a Cuba

G77+CINA. Clima da governare, economia più giusta e gap tecnologico da colmare nel documento finale del vertice che si è chiuso ieri a L'Avana. I paesi in via di sviluppo sperano di trarre benefici da un ordine del mondo multipolare

Foto di gruppo finale per i leader che hanno partecipato al vertice ospitato da Cuba - Ap

Edizione del 17 settembre 2023

Roberto Livi

L’approvazione della Dichiarazione dell’Avana ieri nel primo pomeriggio alla conclusione del vertice del G77+Cina, ha confermato il prestigio della diplomazia di Cuba. Riuscire a far partecipare 114 dei 134 membri del Gruppo – la maggior parte dei quali ha poco in comune in tema di politica, economia, lingua, religione, sviluppo scentifico e alleanze regionali e internazionali – e a consolidare un accordo su una piattaforma comune è stata certamente un’impresa complessa. Ma conclusa con sostanziale successo.

Non vi è dunque da sorprendersi se il punto di partenza dell’accordo è «la grande incertezza» sul futuro causata da guerra e tensioni geopolitiche, crisi economica e finanziaria, forti pressioni su alimenti e energia, aumento della povertà estrema, grandi migrazioni forzate di popolazioni, effetti devastanti del cambio climatico, minacce di pandemia, perdita della biodiversità.

Insomma le terribili piaghe che si abbattono sopra il Sud globale, senza che quest’ultimo abbia alcuna possibilità di governarle. E che vede compromesso il suo futuro anche da un (relativamente) nuovo, ma sempre più strategico fattore: il gap tecnologico col mondo sviluppato, quello dei Grandi.

I quali sempre più puntano su scienza, tecnologia e innovazione come strumenti di dominio neocoloniale. Ecco perché il tema di due giorni di incontri e interventi del vertice dell’Avana è stato proprio «Le sfide dello sviluppo, il ruolo di scienza, tecnica e innovazione». E si capisce perché l’accento posto sia dagli ospiti cubani (il discorso inaugurale del presidente Díaz-Canel) sia da alcuni tra i leader con più peso internazionale – e sostanzialmente anche dal segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, presente al vertice – si sia incentrato sulla necessità di costruire un ordine internazionale multipolare mediante il quale il Sud globale possa far sentire la sua voce, un’architettura finanziaria internazionale «più giusta» da cui possano trarre benefici i paesi in via di sviluppo, un’azione decisa e coordinata per contrastare il cambio climatico e ridurre il gap in termini di tecnologia, innovazione, salute – gap che si è evidenziato drammaticamente durante la pandemia di Covid-19 – e garantire un accesso equitativo all’Intelligenza artificiale anche al Sud globale.

Il metodo sul quale si sono espressi vari leader, e che viene ripreso nel documento finale di otto pagine, è di basare l’azione comune del Gruppo – la maggior organizzazione multilaterale dell’Onu – su «solidarietà e cooperazione internazionale, specie quella Sud-Sud», la necessità di «agire uniti e a beneficio di tutti», all’insegna di «conoscenza aperta e inclusione». Possono sembrare esortazioni volte a tenere insieme il Gruppo e dare qualche speranza anche a stati membri piccoli, poveri e sicuramente marginali. Ma è certo è che simili termini non si ascoltano durante i vertici dei Grandi, né vengono messi nero su bianco nei loro comunicati finali.

Per le ragioni espresse all’inizio di trovare punti di consenso in un gruppo di paesi tanto numeroso e disomogeneo, nella dichiarazione finale non vi sono riferimenti all’invasione della Russia in Ucraina, all’aggressività tecnologica delle tigri asiatiche, Cina compresa, ai cambiamenti politici in corso in Africa, dove il neocolonialismo europeo è in crisi, alle minacce dell’estrema destra in America latina.

 

giovedì 7 settembre 2023

Viaggiare oh, oh!

 Cuba è un Paese dal quale è difficile muoversi. I motivi sono diversi, seppure si è allentata la stretta burocratica sui "permessi di uscita" rimangono i problemi pratici: i cubani non in possesso di altro passaporto (europeo) hanno possibilità limitate di entrare in altri Paesi senza un visto e comunque le possibilità economiche sono inesistenti per la stragrande maggioranza se non si ha chi aiuta dall'esterno. A questo si aggiunge che essendo un'isola praticamente "isolata", si passi il gioco di parole, non ci sono collegamenti marittimi con altri Paesi e l'unico mezzo possibile è l'aereo che ha tariffe abbastanza alte per i più. Il problema, serio per i cubani, adesso tocca anche gli stranieri residenti che seppure, nel caso degli europei per esempio non hanno problemi di visti, c'è però il problema della valuta per chi non ha un conto o finanziamenti dall'estero, dal momento che le Banche in cui si possono avere conti correnti in valuta attualmente richiedono la prenotazione per il ritiro della medesima con tempi che vanno anche oltre i due mesi. Per l'ingresso negli USA, poi, adesso c'è l'abolizione dell'ESTA ovvero il permesso di entrata senza visto, da quando l'illuminato presidente Trump ha messo Cuba nella lista di Paesi patrocinatori del terrorismo e il suo successore, il giovane Biden, non ci pensa nemmeno a toglierla. Questo problema non riguarda solo i residenti, ma anche chi viene a Cuba per turismo non può richiedere l'ESTA per i due anni successivi. Per avere diritto d'ingresso negli USA bisogna richiedere il visto consolare, ma dato che nel caso di Cuba, il Consolato presso l'Ambasciata, nordamericana non rilascia visti turistici o per visita famigliare, ma solo per lavoro o espatrio definitivo se approvato, bisogna prenotare il colloquio in un Paese terzo con tempi e costi immaginabili. Un bel confronto di "democrazie"!

 

domenica 3 settembre 2023

Sono passati 34 anni

 Oggi ricorre il 34mo anniversario dell'incidente occorso all'aereo di Cubana de Aviación con destino Milano  che per una grave imprudenza del pilota, il quale non ha valutato bene le condizioni del tempo e la potenza del suo velivolo, si è schiantato pochi secondi dopo il decollo da un'altezza che è stata sufficiente a creare una strage.

Ricordo ancora quella sera e quella notte passata a disposizione del'Ambasciata, agli arrivi nei giorni successivi dei  giornalisti italiani e dei famigliari dell vittime. Un ricordo incancellabile.

Quando l'intelligence funziona...

 


FEB

14

 

MERCENARIO "MAURO CASAGRANDE" ITALIANO IN CUBA

 


lunedì 14 dicembre 2011 20.55

Caro Agente Bunda, alias Albert0, mi sembra lodevole la tua iniziativa di “riesumare” raccontidi italiani che hanno una “storia” a Cuba. Quello che posso dire è che peraticamente tutti i “personaggi” che ahnno una lunga traiettoria di vita cubana li conosco e li ho conosciuti. Naturalmente non conosco tutti i dettagli delle loro vite, ma almeno i ruoili principali che hanno avuto, certamente. Devo dire che, magari involontariamente, si vorrebbe “tirarmi dentro” per conoscere queste storie. Non è che mi voglia rifiutare di farlo, ma sono comunque “ricostruzioni” che mi comportano tempo per ricordare e redigere e purtroppo, ho anche altre cose da fare oltre a seguire il corumi, il mio sito e il blog.
Credo che su Mauro Casagrande, per chi fosse interessato ci siano pagine sui motori di ricerca, quello che posso riassumere è che al principio degli anni '60 (credo 61 0 62), questo giovane figlio dell'Ambasciatore italiano a San Salvador, è capitato a Cuba per seguire dea vicino il nuovo corso della storia dell'Isola. Durante la sua permanenza, che si è andata estendendo, ha stretto amicizia con l'allora corrispondente dell'Unità, Saverio Tutino, la “comunità” degli architetti italiani venuti dal
Venezuela, dopo varie peregrinazioni nel Terzo Mondo e via Argentina, con l'attore emergente e poi diventato stella di prima grandezza nel cine, teatro eTV: Sergio Corrieri (figlio di Fabio, lucchese di origine e di Gilda Hernandez, attrice e regista teatrale) e il dipendente dell'Habana Libre (già Habana Hilton) Manuel Arango. Architetti a parte, gli altri appartenenti al gruppo avevano una passione comune: la pesca subacquea ed allora Cuba era un vero “banquete” per questa attività, in seguito proibita. Oltre alle immersioni era anche affiorata una certa affinità verso la cultura di cui Corrieri faceva parte e gli architetti ne facevano da contorno attivo.
Dopo l'applicazione dell'embargo da parte degli USA, Mauro conobbe l'imprenditore torinese Elio Cittone che aveva concluso una “triangolazione” con l'URSS per l'invio delle navi cubane cariche di zucchero che erano state fermate dall'intervenuta manovra economica. Cittone venne “ricompensato” anche con la possibilità di aprire un ufficio, il primo e l'unico allora per uno straniero, di import-export: la COMEI. Così in quegli anni si importarono macchine da scrivere Olivetti, diffuse in tutti gli uffici del Paese, automobili Alfa Romeo per i dirigenti, moto Guzzi per la Polizia, materiale ferroviario e di meccanica pesante navale e automotrice Fiat, oltre ad altri generi. Mauro, fu nomimato direttore della sede cubana della azienda.
Successivamente, dimostrando abilità negli affari e nelle relazioni publiche, fu nominato Ambasciatore dello SMOM a Cuba. Grazie alla sua attività e i suoi contatti si trovava a dover viaggiare frequentemente e in uno dei suoi viaggi venne contattato, a Madrid, da una agente della CIA. Gli venne chiesto se fosse disposto a collaborare e Mauro prese tempo lasciando però intendere che sarebbe stato possibile. Rientrato a Cuba si ise in contatto con i servizi di sicurezza che lo “autorizzarono” ad accettare per infiltrare un “agente doppio”nell'intelligence americana.
La sua “attività” collaterale durò diversi anni, dentro e fuori da Cuba, fino a che la diserzione del maggiore della “Seguridad” Florentino Aspillaga Lombard, che aprofittò di un viaggio in Cecoslovacchia per poi rifugiarsi a Londra, non fece saltare la “rete” a cui apparteneva Mauro assieme ad altri 26 agenti, tutti cubani, ed infiltrati come lui nella CIA. Una volta ssicurata la sicurezza di tutto il “gruppo”, le loro storie sono venuta alla luce pubblicamente, attraverso uno speciale televisivo che li presentava. L'ultimo episodio è stato quello in cui è apparso Mauro Casagrande, l'agente “Mario”. Enorme la sorpresa, fra tutti e specialmente fra chi lo conosceva, italiano o cubano che fosse. Questo fatto gli comportò la rinuncia alla direzione della COMEI e alla carica di Ambasciatore ricevette i gradi di maggiore del Minint fino a diventare, oggi, colonnello. Continuò comunque a dedicarsi agli affari e investì con Habaguanex nell'apertura del ristorante di Prado e Nettuno assieme al ex cuoco di Giovanni PaoloII che credo si chiamasse Angelo, ma questo è successo in anni in cui non risiedevo a Cuba. So che in seguito è uscito dalla società “mista” e oggi prosegue nei suoi affari di import-export e si occupa di finanza.

Note:Visite la sua casa in Ave. Paseo inizio anni 1990 me recorda vecino alla embasciata Italiana in Cuba,voleva lavorare con lui,non possible la sua empresa international sotto la secureza del Stato solo loro podevano ubicare personale.


 

Mauro Cassagrande - Agente Mario de la DSE (mercenario italiano in Cuba)

Postato 14th February 2012 da Anonymous

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2 

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1.    

Anonymous14 febbraio 2012 alle ore 21:46

Por la libertad de mì Patria fuera todos los mercenarios de Isla al servizio de la dictadura castro - comunista què tienen maniatada un pueblo por màs de medio siglo.

Rispondi

2.    

aldo abuaf3 settembre 2023 alle ore 14:54

Ritratto dettagliato e preciso anche negli aspetti "privati" evidentemente redatto da un "collega" di Mauro dell'altra sponda. Sarebbe interessante leggere informazioni su altri italiani a Cuba, magari anche sul sottoscritto, se considerato d'interesse. Ma vedo che il nostro non pubblica da anni. Morto? Spero di no.

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venerdì 1 settembre 2023

Hasta siempre Mimmo! Ricordo di un amico

Un breve scritto pubblicato sul sito 

https://premiomimmocandito.org

richiestomi dalla giornalista e critico musicale Marinella
 
Venegoni, vedova di Mimmo:

Hasta siempre, Mimmo!

Aldo Abuaf era un caro amico di Mimmo, nella sua prima vita vigile a Milano e nella seconda, ormai fisso a Cuba dove i due si conobbero, fotografo, stringer  e collaboratore di alcuni fogli. L’ho incontrato l’ultima volta nel 2016 all’Havana, quando sono andata a sentire i Rolling Stones davanti all’impressionante folla di 500 mila persone: ha dato una mano anche a me. Quando Mimmo se n’è andato, l’ho pensato e mi son detta che non avrei saputo più nulla di Aldo e mi  spiaceva. Invece si è fatto vivo di recente, via Facebook, e adesso so come trovarlo.Gli ho subito chiesto un ricordo del Nostro, e lui me lo ha mandato a spron battente. Eccolo qui sotto.

Durante la mia permanenza a Cuba ho avuto modo di conoscere e frequentare persone popolari o comunque famose tra politici, gente dello spettacolo e soprattutto giornalisti. Alcune di queste persone semplici e sincere, altre con un poco di puzzetta sotto il naso e una buona dose di egoismo e opportunismo. Fra i giornalisti, tutti di primo piano, ce n’è stato uno che mi ha toccato nel profondo e che ancora oggi, a oltre 5 anni dalla sua scomparsa è sempre presente nei miei pensieri. È stato quello che più mi ha aiutato e tenuto in considerazione per quel poco di sostegno che posso avergli dato nelle sue ricerche e investigazioni sempre precise, meticolose e soprattutto oneste. Non abbiamo mai parlato di politica fra noi e non so per chi simpatizzasse anche se per il suo modo di essere e di fare credo, senza timore di sbagliarmi che la punta del suo cuore battesse a sinistra, certamente moderata come era moderato lui nel suo quotidiano. Così è nata un’amicizia tardiva, non di quelle della tenera età e non certo agevolata dalla distanza, ma abbastanza forte per incredibile che possa sembrare.

Immagino che le sue cronache manchino anche ai lettori de “La Stampa”, il giornale che era la sua ragione di vita lavorativa. Ha scritto anche due libri  editi da Rizzoli e Baldini e Castoldi, raccontando le sue esperienze professionali, ma soprattutto umane in molti Paesi del terzo e quarto Mondo, mettendo in risalto specialmente la vita, la morte e gli stenti di molti appartenenti a quei popoli infelici che sicuramente lo hanno segnato al suo interno. In uno di loro parla della sua espulsione da Cuba come “persona non grata” (avvenuta durante il mio provvisorio, ma prolungato rientro in Italia) accusato di essere un agente della CIA. Era l’epoca del “Periodo Especial” dove la vita qui si era fatta ancora più dura e la paranoia, già esistente, verso presunti agenti del “nemico” era ai massimi livelli. Personalmente credo che la sua puntigliosità nell’andare in fondo alla notizia lo portava a scavare fino alla radice facendo suonare campanelli d’allarme, in questo caso assolutamente ingiustificati. Molti anni prima, era toccata la stessa sorte anche all’architetto Vittorio Garatti che solo dopo oltre trent’anni è stato riabilitato e invitato a Cuba con onore e una mostra dei suoi lavori. Penso che sarebbe successo anche a lui, una persona cristallina che aveva il solo difetto di voler essere perfetto nel suo lavoro e che indubbiamente simpatizzava, nonostante tutto, con la Rivoluzione Cubana. 

Sono ancora colpito dal suo modo incredibile di entrare nella vita del prossimo in punta di piedi con un rispetto e un’educazione sulla via dell’oblio in un Mondo che aveva già iniziato la strada della sguaiataggine. A differenza di altri colleghi non ha mai fatto pressione per avere particolari riguardi o “dritte” su fatti e persone. Se le è sempre cercate da solo avvalendosi solamente di poco più che della solidarietà e l’amicizia che si era formata incredibilmente fra due persone che si vedevano e/o parlavano in tempi assolutamente brevi nel contesto generale. Credo che uno dei suoi rimpianti sia stato quello di non aver potuto fare un’intervista a Fidel Castro, cosa riuscita a un famoso collega che non aveva certo i suoi scrupoli e la sua gratitudine. Un vero gentiluomo del Sud, di quelli “di una volta”. Non aveva mai dimenticato le sue origini calabresi nonostante fosse stato fagocitato dal profondo Nord per la sua attività professionale e anche personale.

Sono profondamente materialista e non credente per pensare che mi possa vedere dall’alto del Cielo, però la sensazione della sua presenza la sento ancora oggi. Hasta siempre, Mimmo! 

Aldo Abuaf

26 Luglio, 2023

lunedì 28 agosto 2023

Spagnoli, ma non esagerate un po'?

  Mi sembra che la polemica scoppiata in Spagna per un bacio inopportuno dato dal Presidente della Federazione Calcio, Luis Rubiales, alla giocatrice Jenni Hermoso stia passando i limiti del buon senso. Indubbiamente il dirigente ha compiuto un gesto inappropriato per il suo ruolo e senza consentimento della "controparte". Bisogna però anche considerare le attenuanti date dall'euforia del momento anche se, il Nostro, avrebbe dovuto contenersi visto il suo ruolo, ma è umanamente comprensibile se poi si considera che il "fattaccio" è durato una frazione di secondo e senza evidente morbosità sessuale. Mi sembra che ragionevolmente, un fatto del genere poteva essere risolto con un richiamo e una multa con o senza sospensione temporanea dalla funzione, ma da qua a trasformarla in un "atto di violenza sessuale" paragonabile a uno stupro, come vogliono le femministe più o meno accanite e come lo sta ricamando la stampa, ce ne corre...Il bello è che succede in un Paese tanto moralista e ipocritamente latino, dove si è approvata recentemente (2023) una legge proposta dal Partito Socialista (sic!!!!) che ha messo in libertà stupratori con condanne pesanti passate in giudicato, dove si  torturano e seviziano i tori che sono animali mammiferi, non insetti molesti, e poi si uccidono per puro divertimento in nome di una presunta cultura storica con buona pace della Comunità Europea e dell'opinione pubblica internazionale.

Arriba España!

 

lunedì 14 agosto 2023

Qualcosa non quadra

 C'è qualcosa che non quadra, a parer mio, in questo Paese che molti di noi hanno ammirato e idealizzato tra gli anni '60 e '80 del secolo scorso e con qualche riserva nei '90. Non si pretendeva certo una società piatta e uniforme come da comunismo utopico, ma almeno una buona dose di giustizia sociale che mi sembra stia venendo sempre meno applicata.

Si è creato un "capitalismo a scartamento ridotto" con l'apertura, sempre più concessa a lavori, cooperative e aziende di piccola e media dimensione. Questo pur essendo un vantaggio in senso economico e pratico per il lavoratore e consumatore mette in dubbio il sistema "tutto statale" (o quasi) applicato fino a pochi anni fa, ma non essendo capitalismo totale ne assume molti aspetti negativi come quello di creare fratture nella società che prima erano meno evidenti. Chi ha la capacità e magari gli aiuti esterni, apre aziende commerciali o produttive che nel momento attuale aiutano la crescita dell'inflazione.

Non ci sono (credo) multimilionari, ma esistono differenze notevoli tra ceti. Si vedono magioni che con le dovute proporzioni sembrano hollyvoodiane e i motorizzati circolano con auto (o moto) di 60 e più anni o qualcuna meno anziana di provenienza ex sovietica e comunque non certo attuale, oppure con modelli più recenti e costosi. Chi può permettersi di spendere varie decine di migliaia di dollari per una macchina in un Paese proletario mentre i lavoratori dipendenti tirano ogni giorno di più la cinghia?

Solo con questi piccoli esempi di vita quotidiana e sotto gli occhi di tutti viene da pensare che qualcosa non quadra…

venerdì 4 agosto 2023

Un amico indimenticabile

 Durante la mia permanenza a Cuba ho avuto modo di conoscere e frequentare persone popolari o comunque famose tra politici, gente dello spettacolo e soprattutto giornalisti. Alcune di queste persone semplici e sincere, altre con un po' di puzzetta sotto il naso e una buona dose di egoismo e opportunismo. Fra i giornalisti, tutti di primo piano, ce n'è stato uno che mi ha toccato nel profondo e che ancora oggi, a oltre 5 anni dalla sua scomparsa è sempre presente nei miei pensieri. È stato quello che più mi ha aiutato e tenuto in considerazione per quel poco di sostegno che posso avergli dato nelle sue ricerche e investigazioni sempre precise, meticolose e soprattutto oneste. Non abbiamo mai parlato di politica fra noi e non so per chi simpatizzasse anche se per il suo modo di essere e di fare credo, senza timore di sbagliarmi che la punta del suo cuore battesse a sinistra, certamente moderata come era moderato lui nel suo quotidiano. Così è nata un'amicizia tardiva, non di quelle della tenera età e non certo agevolata dalla distanza, ma abbastanza forte per incredibile che possa sembrare

Immagino che le sue cronache manchino anche ai lettori de "La Stampa", il giornale che era la sua ragione di vita lavorativa. Ha scritto anche due libri editi da Rizzoli e Baldini e Castoldi raccontando le sue esperienze professionali, ma soprattutto umane, in molti Paesi del terzo e quarto Mondo mettendo in risalto specialmente la vita, la morte e gli stenti di molti appartenenti a quei popoli infelici che sicuramente lo hanno segnato al suo interno. In uno di loro parla della sua espulsione da Cuba come “persona non grata”, avvenuta durante il mio provvisorio, ma prolungato rientro in Italia, accusato di essere un agente della CIA. Era l’epoca del “Periodo Especial” dove la vita si era fatta ancora più dura e la paranoia, già esistente, verso presunti agenti del “nemico” era ai massimi livelli. Personalmente credo che la sua puntigliosità nell’andare in fondo alla notizia lo portava a scavare fino alla radice facendo suonare campanelli d’allarme, in questo caso assolutamente ingiustificati. Molti anni prima, era toccata la stessa sorte anche all’architetto Vittorio Garatti che solo dopo oltre trent’anni è stato riabilitato e invitato a Cuba con onore e una mostra dei suoi lavori. Penso che sarebbe successo anche a lui, una persona cristallina che aveva il solo difetto di voler essere perfetto nel suo lavoro e che indubbiamente simpatizzava, nonostante tutto, con la Rivoluzione Cubana:

Sono ancora colpito dal suo modo incredibile di entrare nella vita del prossimo in punta di piedi con un rispetto e un'educazione sulla via dell'oblio in un Mondo che aveva già iniziato la strada della sguaiataggine. A differenza di altri colleghi non ha mai fatto pressione per avere particolari riguardi o "dritte" su fatti e persone. Se le è sempre cercate da solo avvalendosi solamente di poco più che della solidarietà e l'amicizia che si era formata incredibilmente fra due persone che si vedevano e/o parlavano in tempi assolutamente brevi nel contesto generale. Credo che uno dei suoi rimpianti sia stato quello di non aver potuto fare un'intervista a Fidel Castro, cosa riuscita a un famoso collega che non aveva certo i suoi scrupoli e la sua gratitudine. Un vero gentiluomo del Sud, di quelli "di una volta". Non aveva mai dimenticato le sue origini calabresi nonostante fosse stato fagocitato dal profondo Nord per la sua attività professionale e anche personale.

Sono profondamente materialista e non credente per pensare che mi possa vedere dall'alto del Cielo, però la sensazione della sua presenza la sento ancora oggi. Hasta siempre Mimmo! 


lunedì 31 luglio 2023

Il disordinamento e disunificazione monetaria

Il senso che avrebbe avuto il riordinamento monetario a Cuba non è stato lontanamente raggiunto, anzi ha provocato squilibri maggiori. Si parlava di unificare la moneta, ovvero il CUC per gli acquisti in valuta e il Peso Cubano, moneta ufficiale, per evitare un doppio mercato, cosa che si sapeva impossibile perdurando il "bloqueo" nordamericano.

In realtà si è solo abolito l'uso di contante in valuta negli esercizi che vendono prodotti d'importazione o comunque di difficile reperibilità, se si tratta di prodotti nazionali che se si eccettuano i vegetali sono praticamente tutto il resto, fatto salvo qualche prodotto caseario comunque raro, alcuni prodotti di carne suina o il pane "liberato" dalla quota giornaliera, quando si trova… Il resto, dall'acqua minerale al caffé puro al 100%   passando per tutto l'immaginabile comunque molto limitato, quando si trova, si paga in valuta avvalendosi della "tarjeta" ovvero una scheda magnetica tipo carta di credito che viene rilasciata a chi è autorizzato a tenere un conto in valuta: stranieri residenti, artigiani in proprio o in cooperativa, piccoli commercianti eccetera. Alcuni di questi prodotti poi vengono immessi nel mercato nazionale a prezzi, naturalmente, maggiorati con incremento dell'inflazione.

Rimane in vigore la "Libreta" o tessera annonaria per gli acquisti mensili, a prezzo politico e in moneta nazionale dei prodotti di base che peraltro non sono tutti a cadenza mensile come l'olio di semi o il sale, per esempio.

Pertanto il doppio mercato rimane ed ha aggravato la situazione creando un'inflazione (parola prima sconosciuta) a livelli vergognosi con un traffico di cambio illegale della moneta nazionale con la valuta, vuoi per ricaricare le "tarjetas" vuoi per le uscite dal Paese, legali o meno, tanto che il circolante è scarso dal momento che quello che costava 1 adesso si paga da 10 fino anche a più di 100 volte.

 Anche le banche sono sprovviste di banconote da distribuire e questo è il risultato dell'unificazione (sic! ma dove?) monetaria.

 

martedì 25 luglio 2023

America, America...!

Sul finire degli anni '50, era venuto in Italia, con la moglie, un fratello di mio nonno Joseph che viveva negli Stati Uniti. Vennero a stare da noi per il periodo del soggiorno e si "innamorarono" di me insistendo con mia madre perché mi mandasse a vivere a New York dove avrei potuto avere un futuro brillante dato che lui lavorava nel prestigioso albergo Waldorf Astoria ed aveva molte conoscenze. Gli ospiti partirono e la richiesta rimase nell'aria fino a che nel 1961, si decise per la mia partenza. Il viaggio aereo era impensabile per i costi di allora quindi si decise, non senza sacrifici, il trasferimento via mare. Il 23 maggio del 1961, mi imbarcai sull'ammiraglia della flotta italiana: la Turbonave "Leonardo da Vinci" che era tornata a Genova dal suo viaggio inaugurale in America dopo essere subentrata all'"Andrea Doria" tragicamente naufragata. La "Raffaello" e la "Michelangelo" erano ancora di là da venire.

Dopo una settimana di navigazione, di cui 5 giorni senza vedere terra, all'alba del 1° giugno entrammo nell'imponente porto di New York, attraccando al Pier 44, a un isolato dal 42 da dove si scorgeva l'Empire State Building. Sbrigate le formalità doganali, allora abbastanza severe specialmente riguardo ai generi alimentari, venni preso in consegna dallo zio Morris. Ci recammo a Brooklyn, dove abitava e cominciò la mia breve avventura americana. La sera andammo all'imponente Luna Park di Coney Island che era a due fermate di metropolitana dalla casa degli zii. Furono molto premurosi e attenti e ci capivamo col mio rudimentale spagnolo dato che era la loro lingua madre dal momento che in Turchia gli ebrei provenivano quasi tutti dall' Inquisizione spagnola e avevano conservato la madre lingua per diverse generazioni. 

Oggi quando vedo circolare gli "almendrones" a Cuba mi ricordo di quei tempi quando però i veicoli erano praticamente nuovi.

Venne il giorno in cui lo zio mi portò al Waldorf Astoria e scoprii che il suo lavoro consisteva nella supervisione dei bagni comuni dell'albergo. Non era certo quello che avevamo immaginato quando parlava del suo lavoro in Italia.

Questo fatto indubbiamente mi lasciò un'impressione negativa che si unì alla mancanza di amici, la convivenza con due anziani, la non padronanza della lingua e la differenza di abitudini, non ultime quelle alimentari.

Quello che risultava abbastanza facile era muoversi a New York, specialmente dopo aver raggiunto Manhattan con la Metropolitana che in Italia era ancora sconosciuta.

Un bel giorno lo zio mi fece conoscere un suo "cliente", era un ex giocatore del Livorno quando militava in Serie A, si chiamava Magnozzi. Non ricordo il nome. Questi era titolare di un'impresa di costruzioni che mi avrebbe dato lavoro e nel contempo aveva fondato una squadra di "Soccer" che aveva chiamato Inter di New York. Al contrario di quella di Miami (ancora inesistente), questa ricordava nei colori l'Internazionale di Milano col nero e l'azzurro. Cominciai così la "carriera" di apprendista muratore alternandola ad allenamenti e partitelle amichevoli al Central Park. A quei tempi il "Soccer" negli Stati uniti aveva la popolarità paragonabile (forse) al ping-pong in Italia. Non esistevano stadi dedicati e le rarissime partite ufficiali si giocavano su terreni del Football americano o spesso anche del Baseball con i dislivelli del caso.

Questo insieme di cose unito alla mia formazione che pur ancora "verde" era di sinistra mi spinsero a tornare in Italia e con gran dispiacere degli zii (e di Magnozzi) mi trovarono un imbarco sulla "Constitution", gemella dell'"Indipendence" che coprivano la rotta per l'Europa meridionale.

Con tutta la prosopopea con cui venivano propagandate queste navi erano ben lontane dalla modernità e il comfort della "Leonardo" e dopo una traversata meno piacevole che all'andata sbarcai a Genova il 21 luglio.

lunedì 24 luglio 2023

Quando una situazione diventa drammatica?

 Di questi tempi, a Cuba, manca la liquidità nella circolazione monetaria. C'è una carenza cronica di banconote in circolazione e l'effetto si sente ancora di più con l'inflazione galoppante e conseguente necessità maggiore di denaro contante. Quasi la totalità dei "cajeros automaticos" è fuori servizio per mancanza di banconote ad alimentarli. I pochi che funzionano rilasciano al massimo 1000 Pesos (poco più di 8 dollari al cambio ufficiale) per operazione che può essere ripetuta per 10 volte al giorno. le banche sono prese d'assalto da una moltitudine che forma code di ore per ritirare contante, ma anche nel loro caso rilasciano un massimo di 1000 Pesos e non per 10 volte. Gli stranieri, diplomatici compresi che hanno il C/C in valuta, devono prenotare il ritiro del contante, in Dollari o Euro con tempi che possono arrivare anche al mese dalla prenotazione.

In questo panorama mancano anche i valori bollati sia postali che amministrativi con buona pace di corrispondenza e pratiche amministrative.

Fino a quando potrà essere sostenibile questa situazione? Il rischio è che vada anche peggiorando.

 

mercoledì 19 luglio 2023

Incredibile: un turco nell'esercito italiano

 Sono nato a Milano il 28 giugno del 1944, quasi 8 mesi prima della fine della Seconda Guerra Mondiale e a due anni dalla caduta del Regno d'Italia, da madre nubile turca ebrea e per questo motivo ho passato alcuni mesi, nel suo ventre e con mio fratello Roberto che aveva già 8 anni, nel carcere di San Vittore dal quale avrei dovuto prendere il secondo nome.

Grazie alla neutralità della Turchia e agli interventi di mio padre naturale presso il Comando Generale tedesco, riuscimmo ad essere scarcerati.

Dopo la nascita venni iscritto all'Anagrafe del Comune di Milano dalla quale ottenevo tutti i certificati che mi potessero servire, ma…ero iscritto come cittadino turco. Questa iscrizione però comportava anche l'inclusione alle liste di leva per il servizio militare, quindi dovetti recarmi alle visite previste e il 10 gennaio del 1965 venni invitato a presentarmi al 49mo Reggimento Salerno "CAR" di Savona. Non avevo ancora compiuto i 21 anni che erano, allora, quelli del raggiungimento della maggior età. Ero diventato soldato italiano di nazionalità turca. Solo dopo il compimento dei fatidici 21, grazie alla licenza ordinaria dal servizio, potei presentarmi davanti alle Autorità italiane e prestare giuramento di fedeltà alla Repubblica con relativo cambio di nazionalità. Contestualmente dovetti andare al Consolato turco di Milano per la rinuncia alla nazionalità dato che non era possibile avere due cittadinanze, come oggi. Il Console, molto dispiaciuto di perdere un compaesano cercò di dissuadermi, ma indipendentemente da qualsiasi altra considerazione il fatto era compiuto.

Fu così che un minorenne, turco, divenne membro dell'Esercito Italiano. 















venerdì 7 luglio 2023

La Democrazia del web

C'è chi ha detto che il web è l'invenzione più democratica perché appartiene a tutti. Evidentemente ci sono due persone, guarda caso nordamericane, che ritengono il web una parte di cosa loro, leggi "nostra". Da quando si sono inviperiti i due sistemi di servizi e reti sociali non sono più compatibili e non si possono trasferire messaggi né altro da una rete sociale all'altra e non si possono nemmeno intercambiare applicazioni.

Questa è una faccia della "democrazia" del web che inoltre emargina chi non è gradito al sistema imperante in qualunque Paese. Che bella lingua il greco, peccato non si parli molto.

giovedì 6 luglio 2023

Effetti secondari dell'inflazione a Cuba

Un altro degli effetti portati dall'inflazione a Cuba è la relativa mancanza di banconote circolanti. Le classiche banconote da 1 e 3 Pesos con le immagini, rispettivamente di José Martí ed Ernesto "Che" Guevara, sono scomparse da tempo in quanto i costi di produzione erano notevolmente superiori al valore nominale e reale, quindi sono state sostituite da monete.

Adesso stanno scomparendo quelle da 5 e più lentamente quelle da 10. Le banconote di taglio medio alto, 100 e 200 non abbondano e quelle di taglio alto, 500 e 1.000 molto scarse, anche le banche ne sono sprovviste. Quelle che circolano maggiormente sono di taglio medio basso: 20 e 50 Pesos, in sostanza per andare a fare acquisti bisogna portare una borsa piena delle suddette. Se a questo si aggiunge il "fuori servizio" di molti bancomat a volte può essere un problema.

Sembra quasi l'Italia negli ultimi anni della Lira, solo che là c'erano le banconote da 5.000, 10.000 e sono state create quelle da 50.000 e 100.000 proprio per mantenere il "volume" dei portafogli. Vedremo questi "tagli" anche a Cuba?

mercoledì 5 luglio 2023

Inflazione e mercato nero

Continua aumentando l'inflazione e di conseguenza il cambio illegale di valuta. In questi giorni il dollaro USA è quotato a 212 pesos contro i 120 del cambio ufficiale, mentre l'Euro è a quota 220 contro 123.

Per contenere la situazione, limitando il circolante in valuta ed avere un certo controllo su uscite non giustificate, si è creato un meccanismo per cui gli stranieri che hanno un conto in moneta convertibile, adesso, devono fare la prenotazione riguardo al prelievo. Inutile dire che questa situazione ha creato disagi e proteste nel mondo diplomatico e imprenditoriale e rischia di vedere la riduzione dei depositi in valuta. È anche una misura palliativa che al di là di frenare la quotazione "in nero" la sta incrementando e se non si interviene su un controllo dei prezzi al consumo si va incontro a una situazione insostenibile per via del rapporto stipendi/mercato e gli stranieri anche più prudenti si vedono tentati da un cambio che è quasi il doppio di quello ufficiale.

L'introduzione del mercato libero in settori al dettaglio ha creato indubbiamente un beneficio per la circolazione di prodotti prima introvabili, ma ha anche suscitato l'ingordigia dei dettaglianti che non mettono fine all'aumento dei prezzi. Complice di questa situazione è anche il massiccio aiuto finanziario dei parenti residenti all'estero e il lavoro ufficiale, per chi ce l'ha, è solo una facciata. È anche vero che non tutti hanno parenti all'estero o pure avendoli non sono disposti o disponibili ad aiutare.

A questo punto credo che una misura, non facile da mettere in pratica, sia un controllo e relativo calmiere dei prezzi al consumo da parte di privati. Certo è un compito arduo, a credo sia l'unica via per non arrivare a una implosione economica e al dissanguamento dei cittadini meno protetti, seppure colpisce duro anche chi ha maggiori possibilità

Situazione carburanti

La situazione benzina è sempre critica anche se, dicono, è in via di miglioramento. Qua all'Avana ci sono 4 stazioni di servizio che operano con prenotazione via web per chi è riuscito a iscriversi, adesso non ci sono più "ticket" virtuali disponibili e non accettano ingressi nella "sala de espera". I consumatori vengono avvisati con un messaggio indicante il giorno nel quale possono rifornirsi e questo contribuisce a limitare le lunghe e snervanti code. I distributori si rovano tutti nella parte occidentale della città e precisamente nel Vedado: Linea y Malecón, e Playa: Tropicana, in Avenida 41 e ben due in 5ta Avenida all'altezza delle Calles 112 e 120. Recentemente ne è sato abilitato un altro, sempre in Playa, in Avenida 13 e Calle 84. Quest'ultimo non è soggetto a prenotazioni e si può ben immaginare le file bibliche durante tutte le 24 ore.