Uno dei pochissimi Paesi americani (a parte di qualche isoletta dei Caraibi) che non richiedeva il visto d'ingresso per i cittadini cubani, l'Ecuador, ha deciso che dal 1° dicembre per un soggiorno turistico di 90 giorni anche i cubani sono soggetti a rilascio di visto consolare.
La notizia, resa ufficiale il 26 novembre scorso, ha scatenato una corsa agli uffici delle linee aeree e una massiccia presenza di persone davanti alla cancelleria dell'Ecuador.
Le autorità di questo Stato, hanno cercato di risolvere l'emergenza assicurando che tutti coloro che hanno acquisito il biglietto aereo PRIMA del 26/11, avranno il visto automaticamente e senza nessuna pratica da svolgere. Per gli altri, è entrato in vigore l'iter previsto per le pratiche consolari simili nei diversi Paesi del mondo per il rilascio di visti a cittadini di nazionalità che li necessitino. I funzionari del consolato hanno dovuto lavorare ininterrottamente, dandosi il cambio, per almeno 48 ore di seguito.
Dietro a questa manovra, evidentemente, c'è lo zampino degli Stati Uniti che continuano a mantenere una politica migratoria che incoraggia le fughe da Cuba verso gli USA in modo precario e avventuroso. Inutile dire che attorno a queste fughe si è creato un mercato, vergognoso, ma lucrativo, di trafficanti di esseri umani con relative truffe. L'ultimo grande esempio è rappresentato da migliaia di cubani trattenuti in Costa Rica, di cui la maggior parte giunta dall'Ecuador, con l'intenzione di passare le frontiere che portano al Paese del nord, dove in merito alla legge vigente possono chiedere asilo politico e ricevere aiuti economici e logistici. Caso unico al mondo.
Questa legge comprende anche quella cosiddetta "dei piedi asciutti e piedi bagnati" che protegge i cubani che riescono a giungere a terraferma statunitense, prima di essere intercettati in mare, nel caso si avventurassero nelle acque dello Stretto della Florida. Per un'accordo bilaterale, coloro che non giungono a calpestare il territorio, vengono rimpatriati. Questo ha spinto molti a cercare la via del Messico, direttamente o indirettamente come nel caso di coloro che compiono il lungo viaggio dall'Ecuador con le difficoltà che comporta l'attraversamento di molte frontiere terrestri.
Ieri (1° dicembre) c'è stata una riunione tecnica a Washington fra alti funzionari dei due Paesi (USA e Cuba) in cui fra le altre cose si è discusso della politica migratoria. I nordamericani hanno decisamente affermato di non voler cambiare la loro politica migratoria nei confronti dei cittadini cubani. Da parte sua, Cuba, in questi ultimi anni ha raggiunto una politica migratoria equiparabile alla maggior parte dei Paesi del mondo permettendo, salvo casi di sicurezza o d'interesse nazionale, a qualsiasi cittadino di poter uscire e rientrare nel Paese sempre quando abbia il relativo permesso di entrata del Paese in cui sono diretti. I tempi in cui i cubani che potevano viaggiare erano molto limitati, sono passati. Lo dimostra l'affollamento di richieste di passaggi aerei per ogni angolo del mondo, specialmente da cittadini che hanno doppio passaporto, in genere europeo o statunitense, per cui non necessitano visti per molte destinazioni.
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