Dopo aver passato oltre 20 anni di isolamento pressoché totale, verso la fine degli anni '80 sono iniziate timide aperture ai viaggi all'estero per i cubani che fino ad allora erano consentiti solo per motivi di studio o di lavoro ed erano effettuati con passaporti “ufficiali”.
Poco a poco la pratica si è andata espandendo ed anche grazie alle relazioni che si sono create tra cubani e visitanti del Paese, vuoi per lavoro vuoi per svago, le richieste di uscita sono aumentate vertiginosamente e non c'è dubbio che sia un fatto positivo. Cuba riconosce la multipla nazionalità, pertanto gli innumerevoli cittadini figli o nipoti di spagnoli, che lo vogliono, possono sollecitare la cittadinanza iberica offerta dalle Leggi di quello Stato o anche di altri che abbiano convegni similari.
Fin qua tutto bene, però ci sono cose inspiegabili (non solo in questo settore) come il fatto che un cittadino cubano, per andare all'estero, deve avere una lettera d'invito di amici o parenti residenti nel Paese da visitare, ovviamente il visto della relativa Ambasciata, comprensivo di assicurazione per malattie e/o incidenti e...il visto di uscita da Cuba, seppure in possesso di regolare passaporto. Il visto consolare non è necessario per chi ha la doppia cittadinanza e si reca al Paese di "origine", però per espatriare si deve comunque farlo con il passaporto cubano.
Ora, al di là dei costi non proprio contenuti: per il passaporto oltre 200 dollari, la lettera d'invito circa 250, i visti consolari e le assicurazioni possono variare da Paese a Paese, ma diciamo una media di almeno 150 dollari per entrambe le cose e il famoso “visto” o permesso di uscita circa 180 ai quali bisogna aggiungerne altri 30, circa, di tassa d'imbarco all'aeroporto. Il totale è di oltre 800 dollari oltre, naturalmente al biglietto di A/R, “mica cotica,” come direbbe qualcuno.
Al di la che mi sembra si tratti di una speculazione abbastanza fuori luogo, ma se si volesse come pare, lucrare su questo tipo di attività non si potrebbe almeno ridurre, se non i costi, la “burrocrazia”? (Per chi non conoscesse lo spagnolo il burro è l'asino...)
Quando uno ha il passaporto con visto e assicurazione, costi quel che costi, perché deve anche svolgere delle altre pratiche a volte lunghe snervanti per ottenere lettera d'invito e “permesso di uscita dal proprio Paese”? Se proprio si vuole speculare sui viaggi, perché non si fa pagare “una tantum” anche se salata sul passaporto, eliminando pratiche inutili?
Un altro degli insondabili misteri.
E per rimanere nei misteri legati all'emigrazione, temporanea o definitiva, non si capisce perché uno che rimanga all'estero oltre 11 mesi debba essere dichiarato “emigrante economico” e non avere più il diritto di rientrare al suo Paese se non previa autorizzazione dell'Ambasciata o Consolato di Cuba all'estero e con la limitazione di due settimane non prorogabili...Se qualcuno fosse in grado di illuminarmi su questi provvedimenti, apparentemente senza senso logico, ne sarei grato.