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Lunedì, 24 Maggio
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mercoledì 1 luglio 2020
La riapertura non esclude nessun Paese straniero
La prevista riapertura non esclude a priori nessun Paese straniero, ma stabilisce i limiti in cui devono permanere i visitatori escludendo categoricamente l'Avana.
Cuba riapre le frontiere
Cuba riapre, oggi, le frontiere al turismo internazionale che però
sarà limitato ai soggiorni negli arcipelaghi settentrionali del
centro-occidente del Paese, senza possibilità di visitare altri luoghi. Non
sono ancora note quali saranno le linee aeree autorizzate ei Paesi ammessi. In
giornata dovrebbero essere resi pubblici.
martedì 16 giugno 2020
Ultimo omaggio a Rosita Fornés
Tutta
Cuba ha reso omaggio a una delle più grandi stelle delle arti sceniche, se non
la più grande che il Paese abbia avuto. La salma rimpatriata da Miami dove era
venuta a mancare lo scorso 10 giugno è stata esposta nel vestibolo del Teatro Martí, dove è stata oggetto della sfilata di migliaia
di cittadini e con gli onori paragonabili a un funerale di Stato, con corone di
fiori dei massimi dirigenti politici, il tutto accompagnato in cronaca da una
lunga kermesse della Televisione Cubana.
La diva è sepolta nel panthéon famigliare nel Cimitero di Colón, nel Vedado capitalino.
Riprese dalla TV Cubana.
mercoledì 27 maggio 2020
giovedì 14 maggio 2020
Essere o non essere?
Negli
Stati Uniti, oltre ai dilemmi se è nato prima l’uovo o la gallina o se la zebra
è bianca a righe nere o nera a righe bianche, c’è il dilemma molto più serio
che è: aprire o non aprire?
In
un Paese normale, indipendentemente dal regime politico vigente, la logica
umana suggerisce di applicare le norme necessarie per salvare più vite
possibili e non tornare a livelli di super saturazione di ospedali e servizi
funerari come all’inizio della pandemia, per altro scoppiata con una velocità
di propagazione vertiginosa che ha preso tutti alla sprovvista anche per il
carattere sconosciuto del virus.
In
un Paese esasperatamente capitalista, dove anche l’aria che si respira ha un
costo, la logica di chi ha adottato o ereditato questo sistema politico ed economico,
probabilmente hanno ragione gli strumpisti forti dei loro diritti di libertà
anche quando suppone prevaricazione o ignoranza dei diritti degli altri, il
fatto che in un sistema così composto l’economia può superare i normali diritti
alla salute perché un crollo del sistema comporta una sequela di danni non solo
economici, ma proprio fisici in quanto si moltiplicano i casi di disperazione
che portano al suicidio, disturbi psichici, alla violenza o all’inedia per
milioni di persone che si trovano senza mezzi di sussistenza ed uno Stato che
non è assolutamente assistenziale e dove i dati statistici ufficiali hanno una
buona possibilità di non rispecchiare la realtà dati i milioni di clandestini
che sfuggono ai controlli che comunque non sono fatti in maniera completamente
efficace.
Un
dilemma tragico che fa dubitare se sia migliore il rimedio che la malattia e
vede già prevalere la fazione di “libertà a ogni costo” senza pensare che
proprio loro e le loro famiglie potrebbero essere le prossime vittime di
un’espansione incontrollata dell’infezione.
giovedì 30 aprile 2020
Le provocazioni non finiscono mai
La
scorsa notte, alle 02.00 locali di raffiche di fucile automatico che
fortunatamente non hanno causato vittime, ma solo alcuni danni lasciati dai
proiettili sulla facciata e le, circa, l’Ambasciata di Cuba a Washington è
stata oggetto colonne. L’aggressore è stato catturato sul luogo da parte della
polizia, ma il suo nome e la motivazione del gesto non sono stati resi noti
così come le autorità statunitensi non hanno contattato quelle cubane per
informarle del fatto. Il tutto aggiunto al sempre più ferreo “bloqueo” verso
fornitori e uffici finanziari che hanno (o avevano) rapporti con Cuba. Il tutto
nella flagrante violazione del Diritto Internazionale e sopra tutto dei Diritti
Umani, dal momento che il mondo è in preda alla Pandemia. A questo si aggiunge un’intensa
campagna di fake news e diffamazioni in merito alla solidarietà del personale
sanitario cubano e alle investigazioni scientifiche in corso dai laboratori
cubani, attraverso organi d’informazione prezzolati o compiacenti.
giovedì 16 aprile 2020
Imperatore o dittatore? Fate voi
La
pandemia legata al Covid-19 ha portato il mondo a una vera e propria catastrofe
di dimensioni inimmaginabili, dopo le Guerre Mondiali. Adesso appaiono
scienziati che “avevano previsto una possibilità simile” da anni, ma secondo
loro, nessuno li ha ascoltati e men che meno sorretti economicamente per
prepararsi, non si sa come.
Vero
è che ovunque si sono ridotti ai minimi gli investimenti e i bilanci per la
Ricerca e più in generale per la Salute. Nel caso degli Stati Uniti, poi, è
quasi da ritenersi un biglietto vincente della lotteria il poter godere di
assistenza medica senza dover pagare ingenti somme per assicurazioni o per
interventi diretti. Il presidente che incolpa a destra e a manca senza
addossarsi la minima responsabilità, adesso col suo delirio di onnipotenza,si sta trasformando in dittatore o
quantomeno in Re non costituzionale assumendo, o volendo assumere, poteri
assoluti. Non a caso il suo nickname di Twitter è realTrump che per assonanza
cacofonica assomiglia a “royal” così come Strump con Strunz. Le obsolete, anacronistiche
e costosissime monarchie costituzionali che sopravvivono nel 21° secolo e
inizio del terzo millennio in Europa, impallidiscono.
Dopo
aver deciso di togliere il contributo all’Organizzazione Mondiale della Sanità,
essersi messo in guerra coi Governatori dei singoli Stati, perdendo, adesso ha
deciso di sospendere il Parlamento e assumere poteri straordinari e assoluti,
dicendo che lo può fare! Ma come nella patria della Libertà?
Come
ciliegina sulla torta, usando l’emergenza come propaganda elettorale ha preteso
che la sua firma apparisse sui boni sussidio che si stanno ripartendo, come se
li elargisse di tasca propria. All’obiezione del Segretario del Tesoro a cui
spetta il diritto/dovere della firma, ha inventato il modo di farla apporre
comunque sul lato sinistro del buono in uno spazio vuoto.
Sarà
cattiveria diabolica pensare a quanti attentati, riusciti in toto o in parte o
falliti, hanno subito Presidenti molto più degni di questo nome?
domenica 12 aprile 2020
Seconda brigata medica in Italia
Ricevo dall’amico Luca Lombroso questo articolo
pubblicato da Repubblica che molti avranno già letto, ma non tutti...
Qua la situazione è peggio di quello che si sperava
con oltre 600 casi positivi, ma comunque si cerca di fare il possibile per
limitare i contagi.
Nei vicini Stati Uniti, com’è riportato da tutti i
media del Pianeta il fenomeno è fuori controllo per i ritardi nei provvedimenti
e le carenze del sistema sanitario, non idoneo a contenere grandi epidemie,
seppure sia il Paese più potente del mondo e uno dei più avanzati nella scienza
e tecnologia. Strump si preoccupa più di aumentare minacce e aggressioni contro
i Paesi “nemici” e diffondendo notizie false come quella che Cuba avrebbe
comprato medicine e apparecchi medici nel suo Paese, mentre mantiene sanzioni
ferree, anacronistiche e contro ogni diritto Internazionale o Umano. Adesso ha
spostato la “ripresa” dal 12 aprile ai primi di maggio, ma ha detto che (bontà
sua) sentirà le autorità sanitarie. Speriamo che quando cessi veramente lo
stato di allarme mondiale, le pressioni di compagnie di navigazione e linee
aeree lo costringano a riprendere le rotte su Cuba.
Coronavirus: un Boeing per portare in Piemonte delegazione di 38 medici e
infermieri cubani
di PAOLO VIOTTI12 Aprile 2020
Arriveranno
domani a Caselle: saranno impiegati alle ex Ogr trasformate in ospedale da
campo
Sono attesi
domani, Pasquetta, all'aeroporto di Caselle i 38 medici e infermieri della
Brigada Henry Reeve che il Ministero della Salute di Cuba ha destinato al
Piemonte, accogliendo la richiesta formulata nelle scorse settimane dal
presidente della Regione Alberto Cirio attraverso l'Ambasciata di Cuba in
Italia. Si tratta di 21 medici e 16 infermieri, accompagnati dal loro
coordinatore logistico, che resteranno ad operare gratuitamente in Piemonte
fino a quando l'emergenza lo renderà necessario.
"La
nostra riconoscenza va innanzitutto a Cuba e agli operatori sanitari che hanno
accettato di aiutare il nostro territorio in un momento così difficile -
spiegail governatore Cirio -. Desidero ringraziare la Farnesina, il ministro
della Salute Speranza e la Protezione civile per aver appoggiato la nostra
richiesta, ma anche l'ambasciatore Jose Carlos Rodriguez Ruiz e il
consigliere regionale Marco Grimaldi che insieme all'Aicec, l'Agenzia per l'Interscambio
Culturale ed Economico con Cuba, ci hanno supportato nei contatti con il
governo cuban. Essere da subito presenti come 'sistema Italia' nella sua
completezza è stato un elemento di forza".
Tra gli
operatori sanitari in arrivo da Cuba ci sono epidemiologi, anestesisti,
rianimatori, medici di medicina generale e infermieri specializzati in terapia
intensiva. Personale di estrema competenza, appartenente alla stessa ' Brigada'
già operante in Lombardia e specializzata in interventi di emergenza. Dopo
qualche giorno di conoscenza delle principali strutture sanitarie piemontesi in
cui si sta lottando contro il Covid 19, la squadra opererà presso la nuova area
sanitaria temporanea in fase di allestimento alle Ogr.
Luca Lombroso
Meteorologo AMPRO e divulgatore ambientale
martedì 31 marzo 2020
Presunte prevaricazioni a danno di turisti italiani
L’amico
Luca Lombroso, rientrato in Italia dal Costa Rica, mi segnala di ricevere
diversi messaggi di turisti italiani “prigionieri” negli alberghi cubani dai
quali “non possono uscire nemmeno per comprarsi da mangiare”. Mi sembra giusto
chiarire che dal 24 marzo scorso sono stati chiusi gli accessi al Paese per
motivi turistici o comunque non giustificati e TUTTI i turisti stranieri
presenti negli alberghi dell’Isola sono stati rimpatriati entro quella data e
sono rimasti solo quelli che erano sparsi in case private, i quali, una volta
localizzati sono stati messi in quarantena in alberghi precisamente per fare in
modo che non deambulassero e non avessero problemi di vitto e alloggio.
Probabilmente i nostri compatrioti, magari a Cuba da tempo, non hanno presente
la situazione reale dell’Italia e non sanno cosa vuol dire “quarantena” e
perché si adotta questa misura.
Parallelamente,
da quella stessa data, i cittadini cubani o stranieri residenti che rientrano
dall’estero sono inviati direttamente a centri di quarantena e non direttamente
ai loro domicili.
Per
il rimpatrio dei nostri concittadini, scaduto il termine di isolamento, dovrà
evidentemente interessarsi la nostra Ambasciata, secondo indicazioni del
Ministero degli Esteri tramite il servizio dell’Unità di Crisi.
giovedì 26 marzo 2020
Russia e Cuba, due parolacce...
Due
Paesi visti come il fumo negli occhi dalla UE e anche da buona parte della
politica e non italiana, sono stati tra i più solidari nell’inviare aiuti
all’Italia, nel limite delle loro possibilità che nel caso di Cuba sono
veramente poche, ma oltra al contingente italiano ne ha inviati altri 6.
Giamaica, Surinam, Granada, Belice, Venezuela e Nicaragua .
Questo
trascurando le sanzioni applicate contro di loro dal blocco europeo per
compiacere al prepotente gigante nordamericano che ha appena cominciato a
pelare le gatte.
mercoledì 25 marzo 2020
Il mio succinto ricordo di Juan Padrón
Probabilmente,
molti lettori che non siano cubani o che non conoscano benissimo Cuba, si
chiederanno chi era Juan Padrón nonostante nel settore dell’animazione è
conosciuto in tutto il mondo che ha percorso in gran parte per la sua attività.
La
sua brillante vita artistica è cominciata da disegnatore di fumetti fino alla
creazione del suo personaggio diventato icona e idolo di grandi e piccoli:
Elpidio Valdés. Un giovane combattente per la libertà di Cuba dal dominio
spagnolo, Con gli anni, Elpidio è stato introdotto nei cortometraggi di
animazione che servono ancora oggi come materiale didattico per i giovanissimi
e nel tempo è stato coinvolto in molte altre circostanze epiche nella storia di
Cuba. Il binomio è diventato indissolubile.
Una
delle cose straordinarie di queste avventure è che Elpidio e i suoi compagni di
avventura, con in primo piano il fedele e imprevedibile cavallo Palmiche, hanno
conquistato gli schermi grandi e piccoli della Spagna dove, gli spagnoli
nonostante i loro antenati siano vittime di caricature beffarde e naturalmente
perdenti, accolgono questi variopinti “mambises”
con grande simpatia e Juan è sempre stato ricevuto con calore nell’antica Madre
Patria.
Juan
però, raggiunto il grande pubblico internazionale, non si è fermato ed ha
continuato a partorire personaggi divertenti e dalle caratteristiche più
svariate. Esaurito il filone Elpidio, si è dedicato a una serie sketch
fulminanti, non a caso chiamati Filminuto, in collaborazione con Joaquín Lavado
“Quino”, col quale ha stretto una grande amicizia col risultato di animare i
disegni di Mafalda che fino ad allora Quino aveva sempre rifiutato, ma il
talento e la carica umana di Juan lo hanno convinto. Poi è venuta la serie di !Vampiros
en La Habana” che ha segnato l’ingresso di Juan nel lungometraggio.
Tutte
le pellicole dei “Vampiros”, a partire dal soggetto e la sceneggiatura sono
state anche trasposte in letteratura per giovani.
Sul
piano personale Juan era un tipo straordinariamente gioviale, sempre pronto
alla battuta e allo scherzo, non potrò mai dimenticare i momenti passati
assieme con le sue imitazioni dei “fratelli sovietici” dalle quali ha anche
tratto un corto intitolato “Kolia”, un giovane marinaio sommergibilista della
marina di quel Paese.
Prediligeva
le storie belliche essendo attento studioso di armi e uniformi di ogni epoca o
Nazione moderna. Più volte gli ho fatto notare che in Europa questi tipi di
“cartoons”, specialmente per i bambini, potevano non essere sempre o da tutti
graditi, ma evidentemente il modo di affrontare il tema, faceva passare in
secondo piano la parte “violenta”.
Si
dice che normalmente i comici o gli umoristi in genere, nella vita quotidiana
non lo sono affatto, uno degli esempi che ho conosciuto è proprio Quino, sempre
serio e compunto, ma quando apre la bocca è per una battuta o un’osservazione
micidiale. Juan non faceva parte di questa presunta maggioranza il buonumore e
le risate accompagnavano le sue giornate.
Molto
ci sarebbe da dire e sicuramente hanno detto, dicono e diranno i media di ogni
parte del mondo, andando sicuramente più a fondo di queste righe a carattere
personale e non certo professionale.
martedì 24 marzo 2020
Ma quando cambierà? ¿Pero cuando cambiará?
Il
detto che le disgrazie non vengono mai sole è più fondato che mai in questi
ultimi tempi. Dopo la catastrofe planetaria causata dal Covid-19 o Sars 2 come
pure si conosce che ha flagellato l’Italia più che mai, in relazione alla
popolazione/contagi/morte, attualmente Cuba e in particolare l’Avana soffre di
una delle più gravi siccità delle ultime decadi, con grave rischio di severi
razionamenti, peraltro già in parte iniziati.
Poi ne sono avvenute altre che hanno toccato
da vicino me e ovviamente in modo maggiore altre persone più legate a Sergio
Lago o, notizia di oggi, a Juan Padrón, il grande del Cinema di Animazione
cubano, ma non solo. Juan soffriva da tempo di grave affezione polmonare con
gravi complicazioni, ma non connessa al Coronavirus. Lui poi non era di quelli
che avessero gran cura della propria salute aggravata anche da un sovrappeso
veramente eccessivo che gli rimproveravo spesso.
La
mia amicizia con lui risale agli anni ’80, quando frequentavo gli Studi di
Animazione dell’ICAIC di cui la mia compagna di allora era direttrice. Da
allora ci siamo frequentati anche se saltuariamente, qualche pranzo o cena o
frequentazione di eventi. Difficilmente dimenticavamo i rispettivi compleanni,
il mio 75°, nel giugno scorso, ha avuto il piacere di averlo gradito ospite con
la sua compagna di sempre: Berta la “gallega”, soprannominata così per i suoi
natali in Galizia.
Ci
siamo visti anche a Milano in occasione della prima europea del suo film
“Vampiros en La Habana”, anche quella volta coincise con il mio compleanno,
credo fosse il 62°.
Il
29 gennaio scorso, per i suoi 73, era ancora in piena attività nello studio
allestito in casa e anche solo per telefono non ho mancato di fargli gli auguri.
La
famiglia ha chiesto le esequie private, anche a conseguenza della situazione di
allarme sanitario, aggiungendo che una volta passata la buriana gli si
renderanno i dovuti onori.
Un
abbraccio a Berta, Silvia e Ian.
El dicho (italiano) que las degracias
nunca andan sólas está más que nunca vigente en estos tiempos. Luego de la
catástrofe planetaria ocasionada por el Covid-19 o Sars2 como también se conoce
que ha castigado a Italia más que nunca con relación a la población/
contágios/muerte, en estos momentos
Cuba, y especialmente La Habana, està sufriendo una de las más violentas
sequías de las últimas décadas con fuerte riesgo de estrictos racionamientos,
por ende ya comenzados.
Luego han sobrevenidos otras que me
han tocado de cerca y por supuesto en forma mayoritaria a las personas más
cercanas a Sergio Lago o, de hoy a Juan Padrón, el grande del Cine de Animación
cubano, pero no solamente. Juan padecía desde tiempo de una complicanza
pulmonar bastante severa, pero sín conexión con el Coronavirus. Él además no
era de los que se cuidan mucho la salud con la adjunta de un sobre peso
realmente excesivo que a menudo le reprochaba.
Mi amistad con él se remonta a los
años ’80, cuando frecuentaba los Estudios de Animación del ICAIC de los cuales
mi compañera de entonces era la directora. Desde entonces nos hemos frecuentado
aunque no a menudo, algua comida, almuerzo o eventos. Dificílmente se nos
olvidaban los respectivos cumpleaños, mi 75, en el pasado mes de junio, tuvo el
placér de tenerlo como grato huesped con su compañera de siempre: Berta, la
“gallega”, cuyo nombrete se debe a los natalicios en Galicia.
Nos hemos visto también en Milano
donde concidimos en ocasión de la presentación en Europa de su primer
largometraje “Vampiros en La Habana” y también de otro cumpleaño mio que creo
fue el 60.
El 29 de enero pasado, en sus 72,
estaba todavía en plena actividad en el estudio instalado en su casa y aunque
sólo por teléfono no he faltado en felicitarme con él.
La familia ha pedido una ceremonia
estrictamente privada, también a consecuencia de la alarma sanitaria, agregando
que a la vez que pase la tormenta, se le brindaran los debidos honores. Un
abrazo a Berta, Silvia y Ian.
Con Juan, Ian e Berta a un Festival del Cine
Con Juan, Ian e Berta a un Festival del Cine
sabato 21 marzo 2020
Corona? Preferisco di no!
Mentre altre tre brigate di personale della salute cubane sono partite per Granada, Surinam e Giamaica, a tutto ieri, 20 di marzo, i casi positivi di Covid-19 accertati a Cuba sono 25 e tutti d’importazione, non si sono verificati
casi di trasmissione interna.
I
due atleti provenienti dall’estero non sono risultati positivi come avevo
erroneamente segnalato, ma sono in osservazione come casi sospetti.
Il
Governo cubano ha stabilito diverse misure di fronteggiare la pandemia, non
solo dal punto di vista sanitario, ma anche economico e sociale. Sono sospese
le manifestazioni culturali e sportive e si raccomandano le precauzioni in
vigore nel resto del mondo.
Da
martedì prossimo saranno ricevuti solo cittadini cubani residenti all’estero o
cittadini stranieri con residenza temporanea o permanente a Cuba. Le frontiere
seppure tecnicamente aperte, lo saranno solo per le attività commerciali o per
l’uscita dal Paese di eventuali turisti ancora presenti o di cittadini cubani
diretti all’estero dove sollecitati. Anche gli spazi aerei resteranno aperti
alla navigazione internazionale.
Nel
frattempo è arrivata a Milano la brigata composta da 53 tra medici e altro
personale della salute, così come sono arrivati a destinazione i croceristi
inglesi, mentre la nave Breamar ha ripreso la navigazione e il suo equipaggio
affronterà la quarantena in mare.
Un
cittadino statunitense presente tra i casi positivi, su richiesta dello stesso
e con i relativi interventi della sua Ambasciata, è stato rimpatriato a bordo
di una eliambulanza venuta dalla Florida.
Immagini riprese dalla TV cubana dell'imbarco dei crocieristi:
giovedì 19 marzo 2020
A Milano 50 medici cubani, poveri ma belli
Ho avuto adesso la conferma dell'arriavo a Milano di 50 medici Cubani. Grazie Minsap in rappresentanza di tutta Cuba.
Ciao Sergio, ci mancherai
L’ho
conosciuto nel luglio del 1968 quando, dopo i tre mesi di corso in Piazza
Beccaria, sono stato assegnato alla Zona Venezia quando le Zone erano ancora 8
ed io vi ero stato assegnato come inizio di una “carriera” durata poco meno di
16 anni nel Corpo dei Vigili Urbani di Milano, eredi dei “Ghisa di cui
portavamo ancora l’affettuoso soprannome o dei “Survegliant” di antica memoria.
Tempi nostalgicamente passati.
Sergio
Lago era un veneto dal carattere esplosivo e “faso tuto mì” tipico della sua
terra natale. Generoso, sempre con un consiglio da “anziano” e pronto ad
aiutare chi era in difficoltà. La sua carriera è stata molto più lunga e
brillante della mia, diventato dapprima sottufficiale: Vice Capo Drappello,
secondo la nomenclatura dei tempi, e poi ufficiale con varie denominazioni di
cui non ricordo l’ultima essendo lontano dal Corpo già da molti anni.
Non
so se nella sua carriera abbia inoltrato qualche rapporto disciplinare a carico
di colleghi che spesso lo avrebbero meritato, era più frequente sentire il suo
vocione gridare, ai meno disciplinati “semo” e “imbecille” e giù con una serie
di lavate di testa e richiami al dovere o all’etica del lavoro ai colleghi
birbantelli o svogliati. Questo suo modo di essere più che di fare, gli era
valso il soprannome di “Pulver” o “Pulverùn” derivato da un detto milanese che
si dirigeva a chi era esagerato: “Bagna giò che te fè pulver”!
In una di queste occasioni, era iniziato il
“Periodo especial de guerra en tiempo de paz” a Cuba, venendo a conoscenza
delle difficoltà di movimento per carenza di trasporti pubblici, ci regalò una
bicicletta che giaceva abbandonata in Zona Sempione, dove stava lavorando, da
oltre un anno. Un piccolo gesto, ma che dà la misura del suo cuore.
Nei
tempi di frequentazione professionale eravamo entrati “di sponda” o “di
striscio” nelle organizzazioni sindacali, lui democristiano DOC e io comunista
atipico, spesso eravamo d’accordo per il meglio della categoria, ma quando si
usciva dal sindacale per entrare nel politico eravamo come Don Camillo e
Peppone, ma sempre col massimo rispetto e affetto reciproco.
Oggi
ho saputo da un altro caro ex collega ed amico, Bruno Cassata, della sua
scomparsa essendo ricoverato all’Ospedale Sacco, cosa che mi fa supporre sia
stato vittima di questa orrenda pandemia che entrambi, proprio non molto tempo
fa avevamo sottovalutato, almeno nell’espandersi rapidamente dei contagi. Aveva
commentato uno dei miei post sull’incipiente argomento.
So
che ha letto con piacere i due testi che ho pubblicato e mi ha commentato
pacatamente, senza darmi dell’“imbecille”, per questo sono rimasto allibito e
addolorato per questa mancanza. Ciao Sergio, aspettami, non fare “il semo”.
sabato 29 febbraio 2020
Unit° monetaria? Sì grazie, ma...
Arrivano
i primi segnali, magari non primissimi, di avviso di una più o meno imminente
unificazione della moneta a Cuba. I bar e ristoranti statali hanno già ricevuto
la disposizione di non accettare i CUC (Pesos convertibili) come pagamento.
Quello che fa paura a chi riceve rimesse dall’estero è quale sarà la nuova
tassa di cambio delle varie divise, se fosse di 11 a 1 per il dollaro e giù di
lì per l’euro sarebbe una perdita di oltre il 50% del potere di acquisto. Noi
ne sappiamo qualcosa con il passaggio all’euro in cui “l’unità” monetaria
calcolata sulle mille lire si è dimezzata di colpo.
L’avvento
del CUC è avvenuto nel pieno del “Periodo especial de guerra en tiempo de paz”
degli anni ’90 e allora è stata una mossa vincente per le casse dello Stato con
mira all’incamerare valuta estera, dando un colpo alla circolazione
semiclandestina del dollaro che ha seguito l’epoca in cui era vietato e tutti
gli acquisti si pagavano in Pesos cubani, con grandi o piccoli raggiri e truffe
ai danni dei turisti e dello Stato.
Indubbiamente
oggi è un problema superato e da risolvere per fare ordine e chiarezza nella
circolazione delle monete o delle transazioni, ma rimane ancora la grande
incognita della possibile svalutazione, oltre al fatto di dover circolare con
una carriola per effettuare acquisti in contanti…
mercoledì 26 febbraio 2020
Ricevo da Rolling Pandas
Avete
intenzione di partire per l’Indonesia, ma ancora non sapete cosa vedere e,
soprattutto, cosa fotografare?
Ecco
a voi una lista dei posti che non potete proprio perdervi e che renderanno il
vostro Instagram degno di esploratori affermati!
1. Danau Kaolin
Belitung Island è una località tranquilla, poco battuta e cela un
fantastico sito minerario dalle sfumature bianco-blu: il Danau Kaolin!
Le sue acque sono miti e non troppo calde, l’odore non è pungente come quelle
del Lago Ciwidey White Kawah o il cratere bianco Raja Tinggi, il che permette
lunghe nuotate rinfrescanti e momenti di relax!
I giochi di blu e bianco rendono questa meta la location ideale per uno
shooting che renderà il vostro Instagram veramente unico ed inimitabile!
2. Laghi Kelimutu
Sull’isola di Flores, poco battuta e
ancora incontaminata, potrete trovare luoghi del tutto surreali e vi sembrerà
di trovarvi in una fiaba.
Tra le meraviglie che potrete ammirare su
questo paradiso, vi sono i laghi cangianti Kelimutu: 3 bacini d’acqua di colori
diversi e custodi delle anime dei defunti. Tiwu Ata Mbupu, dalle acque blu
notte, è sede degli spiriti degli anziani e dei padri di famiglia, Tiwu Nuwa Muri Koo Fai custodisce
i giovani nelle sue acque verdi e Tiwu Ata Polo cambia colore in base all’umore
delle anime dei dannati che lo popolano.
3. Monte Bromo
Altra meta imperdibile è il Monte Bromo
e, soprattutto, l’alba che si può vedere sulla sua cima!
Davanti a te un tappeto di cenere e fumi
di zolfo che si confondono tra le polveri rosse del paesaggio facendoti sentire
su Marte per qualche tempo.
A differenza di Danaul Kaolin e dei laghi
Kelimutu questa tappa è particolarmente battuta, soprattutto all’alba. Ma noi
abbiamo la soluzione: da Seruni Point potrete vedere il sole nascente in
tranquillità senza essere attorniati da masse di persone.
4. Pantai Pegadungan
“Il
posto migliore per le foto di paesaggi in Indonesia”. Queste sono le recensioni
che questa meta riscuote sul web, ed ecco che subito si guadagna uno spazio
nella lista dei luoghi più instagrammabili dell’Indonesia!
Detta
anche “Costa dai denti di squalo” per le sue rocce che escono come denti aguzzi
dalla bocca del temuto predatore, questo luogo è perfetto per osservare il
tramonto tra sfumature di arancio, giallo, rosso e rosa.
5. Tangsi Beach
A Sud-Est di Lombok si trova una delle 11
spiagge al mondo con la sabbia rosa: Tangsi Beach.
La cosa curiosa è che il colore deriva
dai frammenti di coralli depositati sulla riva dalle onde che vi si infrangono
contro.
Le isole coralline che la circondano, le
attività che offre, come snorkeling, relax sotto al sole, e i paesaggi
fantastici che la caratterizzano rendono questa meta un luogo imperdibile da
fotografare!
6. Mount Semeru,
Oro-Oro Ombo
Tra Gennaio ed Agosto potrete godere
della fioritura dei Verbena Brasiliensis Vell, fiori viola che trasformano il
paesaggio del Mount Semeru in campi di lavanda francesi alla vista: Oro-Oro
Ombo.
Non perdetevi una sessione di trekking
sul vulcano più alto dell’Indonesia con i suoi 3700 metri di altezza e
un’attività eruttiva dal 1967.
7. Jomblang Cave
Questa goa, ossia “caverna” in
indonesiano, si trova a
Semanu, nel complesso di Gunung Kidul, circa 56 chilometri a sud-est di
Yogyakarta. Essa è una meta poco battuta e conosciuta, ma vale davvero la pena
di essere visitata per i raggi del sole che vi entrano modulati dalle fronde
degli alberi che la celano come fosse una gemma preziosa.
Una
volta arrivato, potrai provare l’ebbrezza di essere calato nel foro, munito di
casco, tuta e stivali di gomma, direttamente dalle braccia degli operai.
Forza
allora, prenotate il vostro viaggio in Indonesia, basta un click! (in tutti i
sensi)
Altro consiglio prezioso, nel caso decidi
di partire da Milano è di prenotare in anticipo rispetto al giorno della
partenza, anche il parcheggio aeroporto Milano Malpensa esattamente come per i voli infatti
in questo modo puoi non solo pagare molto meno sul prezzo della sosta, ma
soprattutto scegliere con calma il posto auto che meglio si addice alle tue
esigenze, evitando inoltre lo stress di cercare un posteggio poco prima del
volo.
In ogni caso ti auguriamo un buon viaggio
alla scoperta delle meraviglie dell'Indonesia
mercoledì 5 febbraio 2020
Diplomazia e buon gusto
Rivedendo le immagini trasmesse durante il discorso sullo stato
dell’Unione dal successivamente assolto al processo politico Donald Strump,
emergono almeno due scortesie e una mancanza del minimo senso di tatto e buon gusto.
Alla consegna della cartella contenente il testo del discorso alla
presidentessa della Camera, Nancy Pelosi,
il Nostro gira le spalle senza accettare la mano tesa dalla Pelosi che
per ripicca, davanti all’assemblea e alle telecamere ne straccia il testo. 1 a
1 palla al centro.
Durante lo svolgimento del raccapricciante discorso viene estratto,
quasi di forza dalla tribuna riservata al pubblico, il padre di una ragazza
vittima di una delle tante stragi (quella di Portland) dovute al libero porto
d’armi previsto dal Secondo Emendamento della Costituzione che Strump difende a
spada tratta nella sua esposizione. 10 a zero e fischio finale.
mercoledì 22 gennaio 2020
Il veneto amco del "Che" Guevara
Probabilmente
non tutti i simpatizzanti con la Revolución cubana sanno che fra gli 82
spedizionari del “Granma”, sbarcati a La Colorada il 2 dicembre del 1956, c’era
anche un italiano: Gino Donè, San Biagio di Callalta (VE) 18/5/1924 – San Donà
di Piave (VE) 22/3/2008 ex partigiano e spirito avventuriero, è arrivato a Cuba
nei primi anni del dopoguerra dalla Germania dove si era imbarcato come
clandestino su una nave di cui non conosceva il destino. Una vita a dir poco
eccezionale, così come eccezionali sono le vicende che lo hanno tenuto come
“disperso” per decine di anni.
Un bel documentario nel quale Gino racconta la sua storia è
reperibile su Youtube e vale la pena, per chi si interessa di Storia, di
guardarlo:
http://youtube.com/watch?v=xFALT5PsPZY
http://youtube.com/watch?v=xFALT5PsPZY
venerdì 3 gennaio 2020
Consiglio gastronomico
Fra
le molte possibilità che esistono oggi all’Avana, una che merita senz’altro una
visita è un buon pranzo o cena da Biki. Un locale che si apre in un angolo
dell’emblematico incrocio tra le calli Infanta e San Lázaro, nel luogo dove
sorgeva il ristorante vegetariano e per chi osserva questa dieta non c’è
problema nell’assaporare l’ottima cucina che oltre a piatti con elementi
contenenti proteine animali può scegliere tra deliziosi piatti vegetariani. Un locale
accogliente, decorato con stile moderno e operato da una cooperativa di giovani
che non hanno niente da invidiare a locali europei per il buon servizio ed i
tempi per niente latino americani. I prezzi sono decisamente abbordabili si
esce soddisfatti nello stomaco e nello spirito.
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