Translate

Il tempo all'Avana

+28
°
C
H: +28°
L: +23°
L'Avana
Lunedì, 24 Maggio
Vedi le previsioni a 7 giorni
Mar Mer Gio Ven Sab Dom
+28° +29° +29° +28° +29° +29°
+24° +24° +24° +24° +24° +24°

mercoledì 15 luglio 2015

Investire a Cuba: una chiara indicazione

Finalmente, dopo la visita della delegazione parlamentare e imprenditoriale italiana si parla seriamente e chiaramente delle possibilità di investimento a Cuba, da parte delle aziende straniere. Senza alimentare false aspettative.

Fonte: La Repubblica


ECONOMIA ITALIANa
Cuba, una buena vista per l’Italia tra sigari, design e infrastrutture
Paola Jadeluca

 L’APERTURA AL MERCATO DELL’ISOLA È UNA NUOVA OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE ITALIANE PERCHÈ L’AVANA PUNTA SU UN MODELLO DI SVILUPPO CHE METTA AL CENTRO LA TRADIZIONE CULTURALE, LE PMI E IL TURISMO

Roma

Ottanta aziende, una decina tra le maggiori associazioni imprenditoriali di categoria, banche e istituzioni: è avvenuto in forze lo sbarco italiano a Cuba la scorsa settimana. L’isola è al giro di boa: dopo oltre 50 anni di embargo da parte degli Usa spalanca ora le porte agli investimenti esteri. E l’Italia è in prima fila. «E’ stata la più grande missione di un paese estero», racconta con entusiasmo Carlo Calenda, viceministro per lo Sviluppo economico, che ha guidato insieme al sottosegretario agli Esteri Mario Giro la folta delegazione che ha animato questo Forum economico bilaterale organizzato insieme a Confindu-stria, Ice, Abi, Alleanza delle cooperative e Unioncamere. Si dice Cuba e si pensa al rhum e ai sigari, i due asset oggi più rilevanti per il paese guidato da Raul Castro. E già qui l’Italia parte col piede giusto. Siamo tra i primi al mondo nel settore dei macchinari per le bevande abbiamo anche materia prima e know how d’eccellenza nei sigari. Ma è su tutto il resto, quello che ai cubani manca che si aprono le nuove rotte del business. «Dalla filiera per l’allevamento e la lavorazione delle carni alla produzione di scarpe, dal turismo alle infrastrutture fino all’ambito culturale, sono le direttrici su cui possiamo costruire progetti di lunga durata», racconta Calenda. La collaborazione tra i due paesi può già contare su un plafond di 80 milioni, il fondo rotativo nato dall’accordo tra Intesa San Paolo e Sace per supportare i contratti commerciali del valore massimo di 5 milioni. E’ solo il primo passo, ma l’interscambio commerciale tra Italia e Cuba, oggi a 300 milioni di euro, è destinato a salire vertiginosamente. Il mercato cubano ha bisogno di scarpe, vestiti, farmaci, case, mobili, cucine. Tutto quanto rientra nelle eccellenze del Made in Italy. «Ma non vogliamo sviluppare puri accordi di vendita, guardiamo a progetti di sviluppo di ampio respiro con imprese che hanno risorse e know how per installarsi a Cuba e lavorare in tandem con i cubani», sottolinea Calenda. Multinazionali tascabili o giganti internazionali: non è tanto la dimensione in sé che conta quanto la capacità strategica di trasferire competenze e guidare altri imprenditori a sviluppare nuove vocazioni. Proprio quello che ha finora fatto la storia del Made in Italy. In particolare, ci unisce la similitudine di modello di sviluppo, capace di innestare l’innovazione sulla tradizione, l’ispirazione artigianale sulle grandi industrie. «Cuba è una società in transizione ma animata dall’intenzione di non perdere la propria identità», spiega Calenda. Insomma, niente boom tipo Russia o Cina, niente capitalismo rapace. «Hanno ribadito l’intenzione di voler continuare sulla strada della actualizacion del modelo socialista», racconta Calenda. Strade, ferrovie, treni, centrali energetiche. Un paese povero deve far leva sulle infrastrutture per crescere. E in prima fila troviamo Trevi, Astaldi e le altre big delle tecnologie per le infrastrutture e delle costruzioni. A ottobre, con l’arrivo del premier Matteo Renzi, dovrebbe concludersi l’accordo per un parco eolico che dovrebbe essere realizzato da Enel Green Power. Ma con i consumi di massa pronti a esplodere, c’è spazio per tutti. Anche per gli agricoltori e i produttori di macchinari agricoli: si contano oltre 6,3 milioni di ettari di terreno agricolo dei quali solo 2,6 già coltivati, per un mercato interno potenziale vicino ai 2 miliardi di dollari Usa. Sotto la guida di Raul Castro è partito il progetto di riforme che a marzo ha varato la Ley de Inversion Extrajera, piano per promuovere l’ingresso di capitali stranieri a colpi di incentivi fiscali e l’approvazione di un pacchetto di 240 progetti di investimento specifici, la cosiddetta cartera de oportunidades per un valore di 8,7 miliardi d dollari. E’ prevista anche una Zona Economica speciale, a 50 chilometri dall’Avana, al porto di Mariel. «Sono già 14 le proposte di investimento produttivo avanzate da imprese italiane - racconta Calenda in quest’area si svilupperanno diversi comparti, dal fotovoltaico alla lavorazione dell’alluminio, dal packaging ai tubi per costruzioni ». La modernizzazione di Cuba fa perno su infrastrutture e business, ma il cuore del modello di sviluppo resta lo spirito del paese, la cultura, unica al mondo. Un esempio, il restauro dell’Avana antica: «Non stanno aprendo la strada agli hotel, nelle abitazioni torneranno a vivere gli abitanti di oggi», racconta Calenda. Sotto la sapiente regia de L’Oficina dell’Historiador, l’organo culturale più importante di Cuba rinascono abitazioni e botteghe, si popola il cantiere culturale a cielo aperto dove convive il barrio di Buena vista social club con i turisti, sempre più numerosi, che dovrebbero diventare presto 5 milioni dai 3 attuali. Di questi 2 si stima dovrebbero arrivare dagli Usa, sulla scia di un progetto che punta a fare dell’Avana uno dei più grandi hub culturali dell Centro e Sud America, In questo scenario di transizione “umanistica” si inseriscono anche i piani di cooperazione culturale con l’Italia, che fanno perno su design e restauro, due punti di forza del nostro paese. «Porteremo restauratori e architetti italiani, c’è molto da fare su questo fronte», ha ribadito Calenda. L’Italia ha già avviato un progetto del valore di 670 mila euro, finanziato dalla cooperazione internazionale, per ristrutturare alcuni edifici storici a Santiago de Cuba. E durante il Forum è stato siglato un accordo per 20 borse di studio che consentiranno a giovani cubani di venire a studiare nelle scuole di restauro italiane.

(13 luglio 2015)

Nessun commento:

Posta un commento