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domenica 17 luglio 2011

Cinema cubano: Habanastation, esordio nel lungometraggio di Ian Padròn


Ieri sera ho avuto l'onore e il piacere di essere invitato all'anteprima assoluta del film “Habanastation” col quale fa il suo esordio nel campo del lungometraggio di fiction il giovane regista Ian Padròn. A soli 35 anni ha al suo attivo molti videoclips e due documentari di eccellente fattura, il primo: “Fuera de liga” è un'antologia dello sport più amato a Cuba, la “pelota” o baseball. La sua presentazione al pubblico è stata ritardata e il contenuto ha suscitato polemiche perché di “striscio” si affronta il problema del professionismo con interviste a giocatori che hanno “disertato” per giocare negli USA come il “duca” Hernandez. Dopo un lungo purgatorio il documentario ha avuto un breve giro di presentazioni pubbliche, ma continua ad essere guardato con sospetto.
Il secondo e più recente, “Eso que anda”, dal titolo di uno dei pezzi più popolari e richiesti della mitica orchestra dei Van Van, è il riassunto dei primi 40 anni di vita e di successi del gruppo musicale. Entrambi i lavori al di la del contenuto sono di un'eccellente fattura tecnica quasi maniacale per la ricerca della perfezione.
Nella sua opera prima nel cinema di “seria A”, Padròn si è superato. Autore anche del soggetto, veramente originale, ha firmato una pellicola eccellente e che certamente avrà ripercussioni internazionali. Intanto, con la sponsorizzazione della Virgin Atlantic il film verrà portato nelle sale europee e lo stesso Ian ha annunciato nel corso della presentazione di essere stato invitato ad esibire l'opera al festival di Traverse City nel Michigan, che avrà inizio il 27 p.v., su richiesta del premio Oscar Michael Moore, patrocinatore dell'evento nella sua città natale.
Ian Padròn è figlio d'arte, suo padre Juan Padròn è il “mago” dei cartoni animati cubani, autore di personaggi adorati da grandi e piccoli come Elpidio Valdés, i Vampiri all'Avana o le fulminanti “gags” delle serie “Filminuto” e “Quinoscopio”, è conosciuto in tutto il mondo e non solo dagli appassionati del genere. Ha ricevuto premi e menzioni anche in Italia, ma la vetta della notorietà l'ha raggiunta facendo diventare “animata” quella piccola peste di “Mafalda”, il cui autore, l'argentino Joaquin Lavado (Quino) ha avuto la buona idea di affidargliela per farla uscire dalle strisce comiche e proseguire la collaborazione, appunto, con la menzionata serie “Quinoscopio”. Certamente oltre al talento, dal padre, ha ereditato l'ottimismo e il gran senso dell'umore.
Ma per tornare al film: l'argomento tratta della “giornata particolare” di due compagni di scuola. Mario e Carlos che abitano in quartieri e “ambienti” completamente diversi. Uno figlio di un musicista famoso, col padre sempre in viaggio e che torna carico di regali costosi, come ogni volta la versione più recente della “Play station” e l'altro, orfano, che vive in un quartiere periferico e marginale. Mario, figlio di papà, partecipa con tutta la scolaresca alla sfilata del Primo Maggio e al momento di imbarcarsi sugli autobus per il rientro, si perde nella calca e finisce su un veicolo sbagliato. Resosi conto dell'errore fa fermare il bus e scende trovandosi casualmente nei pressi del quartiere dove abita Carlos che invece non era presente alla sfilata. Non sapendo bene cosa fare si inoltra nelle viuzze e dopo qualche brutto incontro si imbatte nel compagno che nel corso della giornata gli da lezioni di vita. In cambio dell'aiuto però gli chiede di poter giocare con la Playstation che per lui è un oggetto misterioso. Nel montare l'apparecchio nella casupola modesta dell'amico, l'apparecchio va in corto circuito e si forma tutta una serie di situazioni tragicomiche per poter riparare l'apparecchio prima di tornare a casa, dal momento che Mario lo aveva sottratto contro il volere dei genitori.
Una commedia brillante, adatta a tutte le età e che mette in luce, con un tocco di caricatura che arricchisce la trama, le contraddizioni esistenti e la vita che si svolge in due mondi diversi contenuti nella stessa città. Insomma descrive senza ipocrisie e senza giudizi un'Avana reale e non quella che si vorrebbe che fosse.
In conclusione un film senza sbavature e fatto con grande professionalità da tutta l'equipe e il personale artistico. Direi che anche la scelta del casting è stata vincente cosi come le attuazioni dei ragazzi del gruppo teatrale “La Colmenita” (il piccolo alveare)
Il film ha ottenuto applausi a scena aperta e Ian ha dato prova una volta di più di grande talento, auspicio di un futuro denso di soddisfazioni.

5 commenti:

  1. Sono contento che ti sia piaciuto, ma per curiosità...come lo hai potuto vedere?

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  2. Credo scaricandolo qui:

    http://www.youtube.com/v/kJ4V7W4bd6Q

    Alberto

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  3. Ho provato postare in altro topic ma non lo consente. Visto che qui funzione la mia risposta al topic :

    http://ilvecchioeilmare.blogspot.com/2011/09/nascita-e-crescita-del-trusimo.html

    E' la seguente. Prego l' amico Aldo di spostarla nel topic da lui scritto e che non so per quale motivo non accetta commenti.

    Questo è il secondo commento poiché vedo che il primo non è stato ricevuto.

    Grazie per la risposta amico Aldo; sei veramente una enciclopedia deambulante. L’ argomento è interessante e mi sento di porgerti altre domande, se me lo consenti.

    La prima è che non capisco, poiché scrivi che la Capitale era una città blindata per gli stranieri, come tu abbia potuto intrecciare rapporti civili con i suoi abitanti e relazionarti con loro. Leggevo in fatti nel post di Minà che proprio grazie ad una tua ex bella dell’ epoca lui riuscì a conoscere persone influenti che lo aiutarono nelle sue interviste. Non mi è chiaro come tu potessi avere una ex se ai cubani era proibito relazionarsi con gli stranieri in orari non lavorativi. Vi nascondevate sotto la scrivania?

    La seconda è che avendo più volte parlato con cubani di tutte le ideologie mi raccontavano di una Cuba prima del periodo speciale in cui la vita era divertente ed i rapporti umani floridi. Un vero paradiso senza invidie, senza lucchetti e senza le difficoltà create dalla caduta del muro. Tu però racconti di una città senza divertimenti senza locali dove svagarsi, saracinesche chiuse e tavolini in strada per il dominò ! E quindi, pur credendo a quello che scrivi perché non ho motivi per dubitare, mi sembra che il racconto da te fatto sia diverso da ciò che dicono molti cubani.

    Mi sono però appassionato ed ho cercato di scaricare il libro per leggerlo. Casualmente ho trovato un commento ad un utente da te postato pochi mesi fa e te lo propongo integralmente:

    - Grazie della recensione Valeriano, mi sembra che almeno nel tuo caso, ho raggiunto lo scopo che mi ero prefisso nello scrivere la storia, mandare un messaggio al di là delle ideologie, far riflettere e far conoscere parte dell'Avana a chi non la conosce o rivivere a chi come te la frequenta, magari anche a chi mi ha conosciuto, qua, quando mi occupavo di turismo. Tenendo presente che quella descritta è quella degli anni '80, ma in sostanza non è che sia cambiata molto. –


    Vedo che alcuni giorni fa rispondevi che l’ Habana è molto cambiata ed è fiorita. Come mai in pochi giorni hai cambiato idea così drasticamente?

    Poi avrei altre domande che sono più personali e non vorrei metterti in difficoltà. Attendo per porgertele che tu mi autorizzi anche se sono certo che essendoti raccontato in versione integrale tu non sia certamente un ragazzo “ timidone “

    Comunque sia grazie per avermi risposto
    Il solito abbraccio cubano, un vero rito per i cubanofili di tutto il pianeta

    Alberto

    p.s a proposito del tuo libro ne ho trovata qui una versione però mi sembra che manchino alcune pagine:

    http://www.ebooksitalia.com/immagini/copertine/assaggi_pdf/av-a.pdf

    Molto interessante il fatto che fu' Wilma a giustiziare Camillo. Ne avevo già sentito parlare

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    1. Mah... Non capisco la mail sopra. Ho visto la "pelicula" a La Habana ed e' stato fantastico ( comprato una copia in dvd). Cuba es Unica e non bisogna avere in testa le bandiere partitiche di dx/centro o sx. Io non sono d'accordo con chi parla troppo bene di Cuba e chi troppo male, nessun problema a rispondere con argomenti concreti, tuttavia Cuba e' decisamente un Paese che trasmette Emozioni e lo preferisco anche ad altri stupendi Paesi del Centro America. Saluti

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