Fonte TTC:
Punto di Vista:
Esplorando le profondità di Cuba
La Habana Vieja (la parte antica della città), ricca di capolavori
architettonici.
Di J.F Demore per NorthernLife.ca
“L’inverno senza fine di quest’anno mi ha praticamente costretto a cercare i giorni caldi e pieni di sole dei Caraibi. Per me, da veterano turista “zaino in spalla”, la possibilità di oziare a bordo piscina in un resort non mi avrebbe fornito la tregua che desideravo; così, anziché cercare la tipica vacanza tutto-compreso delle destinazioni di sole e mare, ho deciso di creare una vacanza che potesse combinare un po’ di cultura, avventura e interazione con la gente del posto.
Dopo alcune ricerche su Internet, ho capito che Cuba poteva fornirmi sia lo
“shock culturale” che sognavo, sia il necessario apporto di vitamina D (sole e
spiagge) di cui avevo bisogno. Cuba faceva per me. In quanto uno dei paesi più
sicuri (con il più alto numero di medici pro capite nel mondo, le persone più
istruite, i più alti tassi di alfabetizzazione degli Stati Uniti, e il più alto
standard di vita nella zona) l’ho subito identificato come Paese ideale per
“viaggiatori intrepidi in cerca di sole”.
Accompagnato da un amico d’infanzia di Azilda, Roch Belisle, siamo arrivati
a L’Avana, capitale del paese, dove abbiamo trascorso le prime due notti
prenotate a La Habana Vieja (la parte antica della città), ricca di capolavori
architettonici.
Nel tentativo di non “incasellarci” nel classico tour turistico abbiamo
ingaggiato una guida turistica (il suo nome era Yariley), che ci ha guidato
attraverso la città rispondendo senza tregua, e sempre volentieri, alle nostre
domande. Yariley ci ha spiegato la storia del Paese e l’ascesa di Fidel Castro,
che ha istituito un sistema marxista-socialista una volta salito al potere nel
1959. Il socialismo è ancora vivo e vegeto, nella più grande isola dei Caraibi.
Casa, istruzione, cibo e beni di prima necessità sono forniti gratuitamente dallo Stato, mentre l’imposta sul reddito è praticamente inesistente per i proprietari che non sono imprenditori. Recentemente, il governo cubano ha lasciato il posto ad altre forme di proprietà, quali le imprese private per promuovere il turismo. Un esempio sono le Casas Particulares (dove Roch ed io avremmo dormito per circa 10/15 CUC ciascuno).
Casa, istruzione, cibo e beni di prima necessità sono forniti gratuitamente dallo Stato, mentre l’imposta sul reddito è praticamente inesistente per i proprietari che non sono imprenditori. Recentemente, il governo cubano ha lasciato il posto ad altre forme di proprietà, quali le imprese private per promuovere il turismo. Un esempio sono le Casas Particulares (dove Roch ed io avremmo dormito per circa 10/15 CUC ciascuno).
Dopo aver trascorso due notti a L’Avana Vecchia, ci siamo diretti verso il
Vedado, la parte più moderna della città (fondata dagli americani prima della
rivoluzione socialista) che ha una vita notturna più attiva. Abbiamo impegato
il nostro tempo in questa zona per godere del “colore locale”, gustando nel
frattempo ottimi mojitos. Anche se le automobili “vintage” di Cuba rendevano la
città molto fotogenica e affascinante, lo smog e i gas dei tubi di scarico ci
hanno spinto in breve tempo verso luoghi più sani. A bordo di un bus locale ci
siamo così diretti verso Viñales, un pittoresco paesino ai piedi delle
rigogliose piantagioni di tabacco del sud-ovest di Cuba.
Appena scesi dal bus siamo stati avvicinati dai proprietari di case del luogo
e subito abbiamo trovato una camera doppia (dotata di ampio balcone con vista
sulle montagne). María, la nostra affabile padrona di casa, ci ha praticamente
“adottati” (preparandoci uova fresche e pancetta per colazione ed enormi code
di aragosta per cena), aiutandoci nel frattempo ad organizzare il nostro
viaggio verso le piantagioni vicine. Gli ampi spazi circostanti, coltivati
secondo tradizione, sono un sollievo dal trambusto della capitale. Percorrendo
con lo sguardo i verdi campi di tabacco circondati da case, le piantagioni di
banane e i fiumi tortuosi, ho capito che questa non è certamente la Cuba che si
vede nei depliant turistici; per questo, la sua bellezza è ancora più
apprezzabile.
Ci siamo presi del tempo lontano dalle zone turistiche per trascorrere una
serata come la gente del luogo e immergerci nel passatempo sportivo nazionale,
il baseball. Ci siamo così diretti verso il centro industriale di Pinar del Río
e abbiamo comprato i biglietti migliori in prima fila per $2 ciascuno.
L’atmosfera nello stadio era elettrica, dal momento che la squadra di casa
cercava di conquistare il primo posto nel Campionato Nazionale. Le prodezze
della squadra di casa alla battuta erano ben superiori a quelle della squadra
ospite (infatti la squadra di Pinar del Río ha schiacciato gli avversari di
otto punti; per la gioia dei fan che cantavano il loro sostegno al ritmo delle
molte band “non autorizzate” presenti tra la folla).
Dopo solo una settimana dall’arrivo, e senza aver fatto ancora neanche un
tuffo nelle acque dei Caraibi, abbiamo noleggiato un taxi per arrivare alla
tranquilla cittadina costiera di Playa Larga (ossia nella famigerata “Baia dei
Porci”, il sito della fallita invasione di Cuba “sponsorizzata” dagli Stati
Uniti nel 1961). Abbiamo pagato $15 a notte per una camera in una casa sulla
spiaggia (con un giardino ben tenuto, una bella ringhiera di ferro battuto e
una splendida vista su chilometri di costa sabbiosa).
Famosa per le sue immersioni, questa zona ha una varietà impressionante di
pesci e coralli e permette di effettuare immersioni all’interno dei cosiddetti
“cenotes” (pozze in pietra calcarea situate nell’entroterra). Dopo la mia prima
immersione, ho subito deciso di fare il corso per ottenere il brevetto con
l’istruttore locale. Superato il corso sono passato a immersioni più avanzate
(tra caverne sotterranee e immersioni fino a 38 metri).
Sospeso dal giubbotto di salvataggio nel buio assoluto delle grotte, mi
sentivo come un astronauta immerso nel silenzio e alla scoperta di un nuovo
territorio sconosciuto. In quei momenti mi è tornata alla mente la voce di mio
padre (che mi ripeteva sempre “non fare niente di stupido”) e mi chiedevo se
questa esperienza non fosse un po’ troppo estrema. Sono comunque sceso sempre
più in profondità nella grotta per esplorare alcune piscine colorate e
formazioni calcaree simili a cattedrali presenti ovunque sulle pareti intorno a
noi.
Dopo cinque giorni trascorsi in questa tranquilla cittadina, in compagnia
di gente del posto, mangiando “pizza” per meno di un dollaro al pezzo e
scambiando racconti di viaggio con gli altri viaggiatori, ci siamo collegati
all’unico computer con accesso a internet disponibile e abbiamo programmato il
nostro viaggio a Cienfuegos e Trinidad, le successive destinazioni.
L’antica roccaforte pirata della città di Cienfuegos era abitata da
immigrati francesi che hanno lasciato il segno nella meravigliosa architettura
che offre la città. Dopo il comfort della sonnolenta cittadina di mare, non
abbiamo indugiato a lungo a Cienfuegos e ci siamo diretti a Trinidad,
dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Fondata esattamente 500 anni
fa, nel 1514, questa città era un luogo di svago per i proprietari delle
piantagioni di zucchero e tabacco da fiuto.
Come città storica è stata ben conservata ed offre strade di ciottoli e
architettura coloniale spagnola, musei e gallerie d’arte. Infatti, è ormai
diventata una classica “trappola per turisti” (con relativa moltitudine di
autobus e gente del luogo impegnata a vendere souvenir di ogni tipo per le
strade).
Cercando di evitare accuratamente i turisti e tutto il loro assordante
contorno, abbiamo continuato il nostro viaggio verso una piccola cittadina sul
mare a pochi chilometri di distanza. Il gioiello di questa città è stato
certamente il servizio cordiale del proprietario della casa, Elpidio.
Dopo qualche bicchiere di rum di alta qualità, Elpidio ha condiviso con noi
la storia della sua vita, degna di un romanzo (eccola: da giovane, dopo aver
vinto un concorso organizzato da Havana Club e aver ricevuto come premio un
viaggio a Roma per promuovere il rum nella capitale italiana, prima di essere
tornarea Cuba, Elpidio fuggì e si rifugiò nel nord Italia. Dopo aver ottenuto
la cittadinanza, cominciò a considerare l’idea di tornare al suo paese natale.
Ora trascorre la stagione turistica a Cuba gestendo la sua casa con la
famiglia. E ogni estate torna in Italia ogni per “integrare” le proprie
entrate…).
Abbiamo trascorso i nostri ultimi giorni a Cuba prendendo il sole e godendo
della compagnia dei nostri compagni di viaggio, scoprendo dal terrazzo di
Elpidio la magnifica vista sul mare dei Caraibi e sulla Sierra del Escambray.
L’ultima tappa del nostro viaggio è stata la cosmopolita città di Santa Clara,
sede del mausoleo dedicato a Ernesto “Che” Guevara.
Dopo 18 giorni, il nostro volo di rientro ci ha portati a casa, nuovamente
lontani da questo Paese caldo e accogliente, pieno di sorprese e di
suggestioni. La nostra vacanza ci ha portato faccia a faccia con una cultura e
modo di vivere che ci ha “sconessi” dal tipico consumismo occidentale.
Un’esperienza importante, che ci ha ricordato che cosa veramente conta nella
vita. E che ci ha insegnato ad apprezzare quello che abbiamo. Onestamente, ad
una vacanza non si poteva chiedere di più.
A cura di TTC
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