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sabato 14 giugno 2014

SW 8 street versus NW 7 street, anche questa è Miami





Miami è nota per la forte presenza cubana che nel passato, anche recente, si è manifestata maggiormente come anti-castrista. Di fatto però hanno (quasi) sempre vinto i Democratici, partito più moderato e vagamente possibilista. Solo con George W. Bush avevano vinto i Repubblicani...con una somma di voti inferiore. Cose americane.
La roccaforte dello zoccolo duro, centro direzionale di Little Havana è La Calle 8 con le sue corazzate rappresentate dal ristorante Versalles e dal parco dedicato alla Brigata 2506, quella sconfitta alla Baia dei Porci nel 1961. I due luoghi sono frequentati, ormai, maggiormente da diversamente giovani che hanno sperato e sperano da ormai 55 anni di poter rovesciare il regime comunista a Cuba. I discorsi, quotidiani sono sempre dello stesso tenore di un ottimismo veramente incredibile, dopo tante delusioni e terminano con il classico arrivederci presto in una Cuba libera...
Ma a Miami c’è anche una piccola minoranza di controparte, capitanata dal giornalista Max Lesnik già direttore della rivista Réplica, chiusa dopo aver subito ben 11 attentati dinamitardi. Poi è nata Radio-Miami, un’emittente controcorrente che ha dovuto a sua volta chiudere recentemente a causa della vendita dell’immobile in cui operava. La nuova proprietà non ha concesso l’uso a Lesnik per l’emittente.
Il buon Max (classe 1930) si è rimboccato le maniche e proseguendo nel suo lavoro fino che ha potuto, ha rimesso in piedi la redazione della rivista, dopo 15 anni, ed è pronto ad uscire nelle edicole il 1° luglio con “La nueva Réplica” in edizione quindicinale. Circondato da un gruppo di amici e collaboratori “over 80” con qualche eccezione per settantenni o giù di lì.
Lo zoccoletto duro dei pro-castristi ha veramente dell’incredibile, trovandosi a Miami. E’ composto da antichi compagni di lotta dei barbudos che i casi della vita hanno condotto nelle fauci del “nemico”. Trattandosi di argomento delicato e personale, non ho approfondito i motivi, non certo uguali per tutti loro, per cui si trovino a vivere a Miami ed a parteggiare per il Governo comunista dell’Isola. Probabilmente qualcuno di loro ha avuto piccole divergenze iniziali con il recente costituito Governo Rivoluzionario e poi ha avuto dei ripensamenti. Altri avranno fatto una scelta di riunificazione famigliare al di là delle differenze politiche. Insomma...il perché non si sa, ma rimane il fatto che si tratta di persone molto preparate anche culturalmente e intellettualmente. L'FBI, non li importuna li controlla più o meno discretamente, anche con qualche citazione telefonica. I tempi sono cambiati e il terrorismo di qualunque tendenza è sotto controllo e non alza la testa, pertanto si sentono abbastanza tranquilli di poter continuare nel loro impegno politico.

Ho trascorso un’oretta con loro, accolto da un clima di amicizia e disponibilità potendo percepire che nello stesso modo della numerosa fazione rivale, hanno un unico punto in comune (età a parte): la grande nostalgia di Cuba e la voglia, seppure da punti di vista diversi e contrapposti, di auspicare una vita migliore a chi è rimasto o nasca dall’Altra parte dello Stretto della Florida.

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